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Autore: vereor cruz    02/05/2016    4 recensioni
Primo tentativo di Drarry su questo sito.
"Era pronto a dimostrare a chiunque che non aveva cattive intenzioni, che non intendeva comandare il mondo, che non intendeva assoggettare l'umanità come alcuni suoi predecessori avevano fatto, e che no, non gli interessava neppure essere adorato come nuova divinità new age.
Non che avesse niente in contrario all'adorazione."
Draco scopre di essere un 'tipo caliente'. Nel vero senso della parola.
Drarry, se continuo.
Genere: Angst, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Scivolando Sui Gradini: Whisky Incendiario Sul Divano

 

 

Per la prima volta da mesi, Narcissa Malfoy non chiede a suo figlio se può accompagnarlo in ospedale. Per la prima volta da mesi, Draco non legge l'angoscia che di solito si annida negli occhi di sua madre, quando la saluta, prima di avvicinarsi al camino, lanciare una manciata di Polvere Volante all'interno e scandire a voce alta la sua destinazione.

Forse perché si è calmata.

Forse perché non teme più che la vita di suo figlio si così in pericolo, e sta invece pensando alla consegna che deve fare, per quel tizio, sul cui conto Draco ammette di sapere proprio troppo poco, che le ha commissionato una serie di quadri, di vario tema, dopo avere visto i suoi acquerelli e gli oli che ha esposto all'ultima mostra.

Tizio per altro su cui Draco farebbe bene ad informarsi perché, ehi, sua madre è brava, ma questo tipo farà bene ad avere intenzioni chiare, ed esclusivamente artistiche, altrimenti, non sarà solo l'artista a fargli sentire la versione tattile di un 'no' sonoro. Ah. Suo padre sarà anche in galera, e sua madre saprà il fatto suo, ma non sia mai che Draco permetta a dei poveri miserabili individui di sesso maschile di concupire sua madre, per di più con suo padre assente.

Se lei non è d'accordo, soprattutto.

C'è stato un momento in cui Draco si è chiesto cosa tenesse ancora insieme i suoi genitori, attraverso non una, ma ben due guerre, quando nella seconda i loro interessi erano stati così distanti l'uno dall'altra, eppure è felice di constatare che quei due si vogliono ancora bene. Anche se non si sente certo di biasimare sua madre per la rabbia che momentaneamente prova nei confronti del marito, rinchiuso e, a parere condiviso tanto da Narcissa quanto da Draco, giustamente.

No, probabilmente se sua madre lo guarda con un sorriso tutto sommato rilassato non è perché ha smesso di preoccuparsi che il Ministero possa, da un giorno all'altro, cambiare idea sul conto della sopravvivenza di suo figlio. Più probabilmente, sta pensando che, se gli auror lo coinvolgono in un'indagine importante, è altamente improbabile che prenderanno decisioni ostili nei suoi confronti tanto a breve. C'è di mezzo Potter, dopo tutto.

L'altro motivo, Draco immagina, è che c'è Lis, al suo fianco.

Draco non sta andando a farsi fare i soliti esami, non sta andando al piano dalle pareti lilla-violette, nel reparto in cui Guaritori, studiosi e luminari si interrogano e si susseguono, cercando di capire cosa significhi essere un Piromane, e da dove diamine sia venuto fuori quel potere misterioso che, tutto ad un tratto, ha reso Draco Malfoy più di un semplice essere umano semplicemente dotato di magia, come tutti.

Oggi Draco sta andando ad un piano ben diverso, reparto pronto soccorso, si può dire, verso l'ambulatorio della Guaritrice McCallister, con una giovane, bella donna al braccio.

Lis, per quanto sconosciuta, è una presenza confortante che ispira fiducia anche alla Signora Malfoy. Per quanto la ragazza non rappresenti una fonte di sicurezza, considerato che non solo non è in grado di eseguire il più semplice incantesimo di protezione, ma anzi è lei stessa a richiedere attenzione e cura, qualcosa in lei ispira chiunque la guarda a fidarsi. Qualcosa, forse negli occhi che Draco stesso non può smettere di guardare, sembra dire a che osserva la misteriosa donna, 'ehi, ciao, ti puoi fidare'.

Narcissa Malfoy saluta con un cenno della mano i due ragazzi che si chinano verso il camino, Lis poggiando parte del proprio peso sul braccio di Draco per non sforzare la caviglia dolorante, e poi si volta e sparisce, camminando con passo da signora lungo il corridoio di Villa Malfoy proprio mentre suo figlio scandisce la loro destinazione, 'San Mungo, ufficio della Guaritrice MacCallister'.

Dall'altro lato del camino, esattamente nell'ambulatorio della guaritrice che ha visitato Lis meno di ventiquattro ore prima, la Guaritrice MacCallister è seduta alla scrivania, gambe accavallate e diversi libri aperti davanti. Occhi attenti si alzano su Draco, quando esce dal camino e, insieme a Lis, si presenta.

-Buongiorni, Signor Malfoy. Lis, come stai oggi?-

-Meglio, grazie-

La voce di Lis è sempre roca, ma molto meno provata rispetto al giorno prima.

Draco si rende conto di non avere fatto caso a quanto fosse effettivamente migliorata, nel giro di una notte sola.

La donna indica il lettino alla ragazza e la porta a Draco, che non ha bisogno di suggerimenti ulteriori per sgomberare il campo. Mentre aspetta che la guaritrice visiti Lis, si siede sulla sedia dove ha aspettato il giorno prima, il cappuccio calcato in testa a coprire i capelli, di quel colore così insolito e rivelatore.

Lis deve passare attraverso i soliti controlli, immagina.

Probabilmente la guaritrice le chiederà se ha avuto incubi.

Si acciglia al pensiero, ricordando Lis in lacrime.

Non sembrava neanche tanto spaventata, quanto piuttosto rassegnata.

Non gli piace proprio l'idea che qualcuno, qualcuno con degli occhi così belli, poi, si senta così rassegnato di fronte all'inevitabilità del dolore che proverà.

Alla paura.

Espira forte, trattenendosi dal sospirare.

Questa ragazza lo fa uscire di testa. Gli sta facendo dimenticare che, dopo tutto, sono appena usciti da una guerra. C'è gente che, negli stessi giorni in cui Lis è costretta a fare i conti con i postumi di quello che le è accaduto, deve affrontare cose ben peggiori. Lutti. Maledizioni incancellabili. Arti mancanti, ferite a cui non si può trovare rimedio, perdite in famiglia o fra amici.

Ricorda bene la merda a cui in media ogni Mangiamorte si lasciava andare, e non solo loro. Ricorda bene quello che ha visto fare a qualche pugno di vigliacchi senza neppure il marchio sul braccio, con un po' di alcol di troppo in corpo e una bacchetta puntata contro bambini babbani.

È così stanco di provare orrore, disgusto, riprovazione, che tutto quello che si augura è l'equivalente più plausibile e realizzabile di un battito di ciglia a cancellare tutto. Se solo esistesse un modo altrettanto semplice di annientare ricordi, fatti, eventi, circostanze. Se si potesse modificare il presente che stanno vivendo oggi, anche senza per forza tornare indietro nel tempo. Semplicemente, modificare il 'adesso' che il mondo, magico e non, sta vivendo.

Lis non è che la prova dell'ingiustizia di quello che è successo.

L'ultimo strascico di una coda di odio e violenze.

Un odio e una violenza che non sono finiti, riflette.

Potter è scomparso, ricorda.

Potter è scomparso, ed è in mano a qualche pazzo fuori di testa, che chissà quale culto strano cerca di esercitare, che venera la purezza di un sangue in cui Draco da tempo non crede, perché, come si fa a invocare differenze, superiorità morali legate al sangue, quando il sangue di tutti è sempre rosso, ha sempre la stessa consistenza, la stessa composizione, lo stesso odore, e anima le persone nello stesso modo?

Potter è ancora in mano a quella gente.

Spera che sia vivo.

Ricorda lo sguardo del Salvatore che assiste impotente alla morte del suo collega, Ben Wilkison. Un brav'uomo, Draco immagina, un bravo auror, presumibilmente dedito alla causa e a sua moglie, che non tornerà più a casa.

'Non tornerò più a casa' era stato uno dei pensieri dell'uomo agonizzante che Draco aveva colto, insieme al nome della moglie, e al dolore.

Gli occhi verde impossibile di Potter erano stati così pieni di emozioni che Draco ha sentito le proprie barriere mentali, quelle intese a proteggerlo dai ricordi e dal vissuto altrui che sia lui stesso, sia il Fuoco avevano costruito attorno alla sua psiche, le aveva sentite infrangersi, crollare, distrutte come se fossero state fatte saltare in aria, e giù tutto, in una bella frana metaforica che lo ha quasi lasciato inerme e scoperto, di fronte a tutto il dolore che Potter stava provando.

Meno male il Fuoco è intervenuto, si rende conto.

“Prego”

Un lato della bocca di Draco sale in un sorrisetto: Mi sembrava strano che non ti facessi vivo a commentare...

“Oh andiamo, mi stavo annoiando”, protesta la voce dell'entità soprannaturale con cui Draco è l'unico ad interagire.

“Piuttosto. Lis e la guaritrice ne avranno per un po', lì dentro. Perché non chiedi a Theo di raggiungerti qui, e non gli chiedi cosa fare con Potter?”

Vuoi dire, parlargli del caso nello specifico? Pensavo l'idea fosse solo di restare sul vago, chiedergli di scoprire di che setta si tratta, ma senza menzionare direttamente l'indagine su Potter.

“Non so, Draco. Tanto, mi sembra sveglio abbastanza da scoprire perché ti serve anche da solo. Perché non risparmiargli la fatica? Oltretutto, magari saperlo prima lo aiuta”

Draco annuisce muovendo appena la testa.

Potresti anche avere ragione, ammette.

“Si sente che non vuoi farlo”, commenta il Fuoco.

Draco stira le labbra.

Al posto mio, neanche tu vorresti.

“Dimmi quale è il problema, Draco. Il vero problema” la voce insiste sull'ultimo aggettivo con un che di paternalistico che forse Draco non apprezza interamente, ma che sceglie di ignorare.

Non voglio esporre Theo, tanto per cominciare.

“Il che è vero, ma sai che è molto più bravo di chiunque altro a non farsi scoprire”

Vero, ma non voglio nemmeno avvicinarlo a quel genere di circoli.

“Cos'è, hai paura che il sadismo lo contagi, e trovi la cosa così divertente da unirsi ai pazzi, anche senza condividerne la visione di fondo?”

Beh, hai visto che tipo è. Dimmi che è assurdo...

“No, ok, lo ammetto, non lo è”

Draco si sorprende che anche l'entità condivida quel suo dubbio.

Per certi versi, si sente uno stronzo nei confronti del suo amico, uno dei suoi due migliori amici. Allo stesso tempo, si chiede quanto il suddetto migliore amico sia inesorabilmente destinato a trasformarsi in un esemplare di sadismo perfezionato da età ed esperienza, come, a quanto pare, ogni Nott che raggiunge una certa soglia di stimoli.

Se persino il Fuoco crede che Theo sia destinato a trasformarsi in un mostro, come può Draco impedire lo sviluppo inevitabile?

Come può avere l'arroganza di ergersi a salvatore dell'integrità e dell'innocenza dell'anima di Theo, quando probabilmente non è in grado neppure di salvaguardare la propria, dopo quello che ha fatto durante la guerra?

Come può automaticamente pensarsi migliore di Theodore, assumendosi la responsabilità di indirizzarlo su una strada piuttosto che su un'altra?

Allo stesso tempo, come potrà non sentirsi responsabile, se chiedergli di contribuire in quell'indagine si rivelerà il passo necessario, il tassello mancante verso la strada della pazzia a cui tutti i Nott sono destinati?

“Senti, mi piace quel ragazzo, sul serio. È in gamba, e si fa pochi scrupoli. Una brava persona. Davvero” la premessa del Fuoco distoglie Draco dalle proprie riflessioni e solleva la sua attenzione, facendogli alzare anche un sopracciglio: “ma, credi sul serio che non coinvolgerlo, fare da solo, lo terrà al sicuro? Che impedirgli di avvicinarsi a questa setta con questo particolare proposito lo terrà lontano dal voler giocare a fare il piccolo De Sade negli anni a venire?”

De Chi?

“De Sade. Il marchese da cui hanno inventato l'espressione 'sadismo'”

Oh. Non ero sicuro di avere capito.

“Invece, adesso sono abbastanza sicuro che tu stia cercando di cambiare argomento”

No, hai ragione. Cioè, sì, lo stavo facendo, e no, non cambierebbe un cazzo. È che... non so nemmeno come chiederglielo. Insomma, lo hai presente, no?

Il Fuoco fa un verso che si traduce in 'sì, l'ho presente', che dovrebbe esprimere solidarietà ma che suona un tantinello derisorio, più sul tono del 'sono contento di non dovermela sbrigare io, questa cosa'.

“Chiedigli di raggiungerti a casa tua, se non vuoi chiamarlo ora”

Non saprei nemmeno come chiamarlo, qui.

“Sì, certo, come no”

Ok, va bene, hai ragione, era una palla. Non voglio farli venire qui. Non so quanto ci metterà Lis, e non so in che stato emotivo sarà quando uscirà.

“Ah, usare la tua donna come scusa...”

Draco arrossisce violentemente di scatto, e grazie al cielo è ben nascosto dal cappuccio, per non parlare del fatto che ha lo sguardo rivolto a terra e vicino a lui non c'è nessuno. Ciò non diminuisce comunque l'imbarazzo che prova.

Ti ho già detto di non chiamarla così!!

“Oh, sì, scusa. Dicevamo. Che vuoi fare, quindi?”

Gli chiederò di venire a casa mia.

“M-m. E Lis dove sarà, nel mentre?”

Draco riflette.

Prende fiato, consapevole di stare imboccando un sentiero molto, molto pericoloso.

Hai detto che Lis potrebbe essere stata Potter.

“Ehi, tecnicamente...”

Lo so, interrompe Draco.

Lo so, lo hai già detto. Il succo è, che Lis potrebbe essere stata Potter.

Prende fiato una seconda volta.

Voglio il parere di Theo in merito.

Anche di Blaise. Voglio che la guardino e mi dicano che no, non hanno mai visto la donna che hanno di fronte, e voglio che ci parlino. Se lei se la sente, ovvio. Voglio che... Voglio il parere di Theo, ecco. Perché non sono lucido, quando si tratta di lei. È... è troppo bella. Non capisco più niente. È perfetta. È... è perfetta, cazzo, sì. E se dovesse saltare fuori che è un uomo, in realtà...

L'espressione di dolore da 'pugno allo stomaco' che gli sale in volto rende bene l'idea di come vorrebbe cercare di finire il discorso, senza riuscirci.

“Potrebbe avere cambiato sesso, e adesso essere una donna. Succede, sai”

Sì, ma è stata un uomo. Sarebbe stata un uomo.

“E allora? Adesso è una donna”

Sì, ma... se quell'uomo fosse stato Potter...

“Fammi capire una cosa, ragazzo. Se fosse nata uomo, e avesse ricorso alla magia per diventare donna, e adesso vivesse felicemente da donna, potesse avere figli, insomma, tutte quelle belle cose lì. Che faresti?”

Draco spalanca gli occhi, sbatte le palpebre, riporta lo sguardo per terra.

Non lo so, ammette.

Credo... Credo che non mi importerebbe. Adesso è una donna.

“Ok. E se fosse stata Potter, cosa cambia nel tuo ragionamento?”

Potter non vorrebbe essere una donna, obbietta Draco.

Potter vorrebbe tornare uomo, cazzo. Vorrebbe essere trasformato di nuovo in uomo, e ha una vita a cui tornare.

“E ne sei sicuro perché...?”

Potter ha tutta la sua famigliola sostitutiva con i Weasley con cui stare. Perché diamine dovrebbe mai volere essere una donna?

“Draco, adesso è una donna, o mi sbaglio? Che sia stato Potter o no, adesso è una donna”

Potrebbe esserlo, ma non volerlo essere! Perché continui a fare resistenza?

“E tu come fai ad essere così sicuro che, se è Potter, per forza dovrebbe volere tornare uomo? Non ne sei così convinto, se si trattasse di qualcun altro, qualcuno che non è stato Potter”

Non lo so, ok? Non lo so. Sono sicuro che Potter vorrebbe tornare uomo, quello lo so. Se invece non è Potter, magari potrebbe non volerlo.

“Sbaglio, o stai pensando che, se non è stata Potter, potrebbe non volere ricambiare, per stare con te?”

Draco alza gli occhi al cielo.

Non lo so. Forse.

“Cosa c'è che non va in una donna che, forse, magari, una volta è stata un uomo? Se il suo corpo funziona, che te ne frega?”

Ugh. Ti sei ambientato bene negli ultimi anni, eh?

“E questo cosa vorrebbe dire?”

Mi sembra di sentire uno di quei discorsi pro LGBT.

“Non essere idiota, non so nemmeno per cosa stiano quelle lettere. Cioè, lo so, ma non è certo il punto. Che cazzo t'importa se quella donna non è nata donna? Ti senti meno uomo, meno maschio per questo?”

Beh, mi vergogno ad ammetterlo, perché è stupido, ma, sì, ok? Mi vergogno. Preferirei scoprire che Lis è sempre stata Lis. Sempre stata una donna.

“E saresti disposto ad accettare un uomo diventato donna, però, se quest'uomo non è stato Potter, giusto?”

Ovvio. Non potrei mai stare con Potter, ti pare? Né uomo né donna.

“Uh, mi sbaglio, o questo potrebbe lasciare aperta la possibilità che con un uomo, nel corpo di un uomo, staresti?”

Draco apre la bocca e la richiude, arrossendo.

Grazie al cielo sono solo.

“Oh, andiamo. Rispondimi. Staresti con un uomo?”

Non sono gay.

“Non ho detto questo”

Beh, a me sembra di sì. Non mi piacciono gli uomini. Non mi attirano. Sessualmente non mi dicono niente.

“Secondo me, chiunque ci sia dentro al corpo di Lis, sarebbe un gran bello spettacolo da guardare, anche se fosse nel corpo di un uomo. E puoi dirmi il contrario, ma lo pensi anche tu. Te la scoperesti con o senza tette”

Sì, ma con, preferisco.

“Ma non vuol dire che senza, non lo faresti”

Oddio. Non lo so, ok?

“Mi fai ridere” il Fuoco fa una risatina: “quando puntate i piedi per non vedere quello che avete così palesemente di fronte agli occhi, mi fate ridere”

Chi?

“Voi esseri umani. Dai, ammettilo: è piuttosto buffo”

Draco sospira.

Suppongo che dal tuo punto di vista lo sia.

 

 

 

Draco e Lis camminano in silenzio lungo il corridoio di Villa Malfoy che porta dall'elegante, ampio salotto in cui sono arrivati, il solito dove vengono fatti arrivare gli ospiti che viaggiano attraverso Polvere Volante quando giungono in visita, verso il restante piano terra della villa.

Lis, sempre vestita di nero, continua ad appoggiarsi al braccio di Draco, zoppicandogli accanto e aderendo più o meno interamente con il lato destro del corpo a quello destro del ragazzo più alto.

Lui, vestito di scuro a sua volta, prende atto del fatto che la ragazza probabilmente arriva al metro e ottanta, ma a mala pena, perciò non aveva sbagliato tanto, quando, in precedenza, aveva ipotizzato fosse alta dieci centimetri di meno.

Camminano in silenzio, lui perché ha la testa ancora piena dei pensieri a cui il Fuoco lo ha solo parzialmente costretto, e in cui si è addentrato principalmente da solo, e lei perché la visita non deve essere andata bene, o così Draco immagina. Oppure, sta zitta perché non è che stia esattamente facendo grande conversazione lui.

Fuori c'è un sole che si sforza di promettere bel tempo e il calore che non può dare che in una giornata estiva, e che oggi sarà rovinata dall'aria fredda della primavera; i giardini fuori sono sempre stupendi, qualsiasi sia la stagione e il tempo atmosferico, almeno secondo il parere di Draco, di sua madre e della maggior parte degli ospiti di Villa Malfoy. Lis compresa. L'esitazione che lo prende non è dovuta al tempo, al timore che Lis preferisca stare in casa, o persino al freddo che la ragazza potrebbe prendere.

È che vorrebbe stare con lei, e allo stesso tempo si chiede se non stia sbagliando, a starle così vicino.

Per quello che ha passato lei.

Per quello che lei sta facendo passare a lui.

Per quello che potrebbe essere.

Per quello che deve fare lui.

Senza farsi vedere dalla ragazza, prende fiato, e insieme a quello, una decisione.

Si ferma accanto ad una grande porta-finestra, e indica con il mento i giardini fuori, quando Lis, non capendo perché si è fermato, alza gli occhi a guardarlo.

-Vuoi uscire?-

Lei annuisce, sorridendo: -Volentieri. Resti con me? O sei impegnato?-

-No, resto- risponde lui, avviandosi lungo il vialetto coperto di ghiaia, in direzione di uno dei bersò a cui l'ha lasciata il giorno prima.

-Ti va di parlare di come è andata?-

Non vuole farsi i fatti suoi, né invadere la sua privacy, ma Lis è stata posta formalmente sotto la sua tutela, ed è sua responsabilità sapere cosa le succede.

Lei scrolla la spalla dal lato che non tocca Draco, con indifferenza. Si siede e sospira, tradendo la fatica che camminare le è costata: -Non è andata alla grande. Fisicamente sto riprendendomi anche più in fretta del previsto, secondo la Guaritrice, e, anzi, dovrei essere contenta perché va tutto bene, così bene, e... non avrò... ripercussioni-

Draco nota il suo esitare momentaneo, e forse è proprio quello a fargli capire a cosa si sta riferendo. Spera tanto che il secondo di orrore che gli sale in faccia non si veda, e si ricompone, vietandosi di schiarirsi la voce, perché le farebbe capire cosa gli è passato per la testa.

Cazzo. Merlino, Circe, Morgana.

Puttana la miseria.

Avrebbe davvero...

C'era seriamente il rischio...

Insomma, sì, cazzo, ovvio che c'è. Non sarebbe mica la prima volta che una donna rimane incinta dopo uno stupro, no?

Però, diamine.

Oddio.

Oh, grazie al cielo.

Quanto è felice per lei.

Cioè.

Ehm.

Senza stupro, sarebbe meglio.

Deglutisce.

Ah, fanculo.

-Meno male- dice solo, e lei annuisce.

-Ti giuro che, quando li prendo, li farò in pezzi così piccoli che non distinguerai le parti del corpo originarie- le promette, mentre lei si asciuga una guancia con un movimento brusco della mano.

Mani, che le tremano.

Lis sospira, accavalla le gambe, la caviglia che le fa male per aria, e appoggia i palmi sulle ginocchia. Stringe e spinge per cercare di fermare il tremito, senza riuscirci, e sospira ancora, le lacrime che, Draco non le vede ma può indovinarle, le salgono di nuovo agli occhi.

Draco si alza, gira attorno al tavolo di metallo e le si inginocchia ai piedi, occhi dritti nei suoi, prendendole le mani nelle proprie: -Lis- sussurra, e non osa aggiungere niente.

Cosa dire?

'Non è niente', quando è così ovvio che 'qualcosa' è, eccome?

Prometterle ancora che sbriciolerà i bastardi che l'hanno ferita?

Non lo ha forse appena fatto, e probabilmente è stato peggio?

Forse non trae nemmeno soddisfazione dal pensiero della vendetta che li colpirà. Forse nemmeno crede che Draco lo farà davvero.

Forse è solo spaventata perché non ricorda.

Forse...

-La guaritrice ha detto che è normale che io non ricordi niente- mormora lei, la voce roca e bassa che cerca di nascondere il pianto in arrivo: -però, dice che, anche se non ricordo niente, lei avrebbe dovuto essere in grado di vedere i miei ricordi, nella mia testa. Dice che, che si ricostruiscono- stringe le mani di Draco nell'attimo in cui la voce le si inceppa, e poi prosegue: -che, anche se io non posso vederli per qualche giorno ancora, o anche per tanti giorni ancora... Lei comunque dovrebbe essere in grado di vederli, quando mi entra nella testa-

Draco si acciglia.

La voce di Lis scende ancora di più: -Invece, non ha visto niente. Non c'è proprio niente, se non quel poco che ti ho detto-

Draco non può neanche immaginare cosa sta passando, e prova l'improvviso bisogno di strapparsi il cuore dal petto a mani nude e offrirglielo, pregandola di stare bene, in cambio.

Non la interrompe.

-Se fosse un'amnesia normale, questo sarebbe il percorso previsto. Il fatto che le cose vadano diversamente lascia aperta come unica ipotesi che lo abbiano fatto apposta. So che è stupido chiederselo, ma...-

Bam, quegli occhi grandi e verdi, pieni di lacrime che la voce riusciva incredibilmente a nascondere finché gli occhi erano tenuti lontano dai suoi, colpiscono Draco con l'intensità di un pugno, come spesso gli succede quando si tratta di Lis.

-Perché? Cosa ho fatto di così sbagliato, per meritarmi tutto questo?-

Draco non sa più come respirare.

Sposta lo sguardo dagli occhi di Lis a quell'unica, prima lacrima trasparente che le scivola lungo una guancia, perché non riesce a reggere il contatto con quel verde immenso e ferito.

Espira forte, si alza sulle ginocchia, e apre le braccia, lasciando che la ragazza si pieghi verso di lui. Si alza, prendendola in braccio, e si risiede dove prima era seduta lei, tenendola sulle ginocchia, stretta contro il proprio petto, al sicuro tra le braccia, come se con quel gesto potesse dire tutto quello che vorrebbe.

Promettere vendetta.

Promettere protezione.

Promettere che il futuro sarà migliore.

Le bacia la fronte e i capelli.

Cosa deve fare?

Cosa deve dire?

-Lis, io non so chi tu sia, ma so che non te lo meritavi-

Lei, che si è lasciata andare in un pianto in piena regola, singhiozza: -Come lo sai? Non sai chi sono-

Draco le bacia di nuovo la testa: -Vero, ma so che non sei affatto una persona cattiva. Senza contare che dubito che una persona cattiva si meriti quello che stai passando tu-

Non sa davvero cosa dire.

Si augura di non stare peggiorando la situazione.

-So che non ti farà stare meglio, ma, giuro su tutto quello che ho... Li troverò, li prenderò, e pregheranno di non averti mai sfiorato neppure con un dito- sussurra contro ai capelli scuri della ragazza.

Lei rilassa le spalle, la testa dell'incavo della spalla di Draco.

Tira su con il naso un paio di volte, poi la sente sforzarsi di sorridere.

-Sei sempre così gentile?-

Draco deve seriamente trattenersi dal ridere.

Soprattutto se considera che Lis, forse, è stata Potter. O comunque un uomo.

-No- ammette con sincerità.

-Perché mi aiuti allora?-

Bella domanda.

Me lo sono chiesto anche io.

-Non lo so. Non lo so davvero, ma non posso non farlo- le bacia ancora i capelli e appoggia la fronte contro la sua testa: -quindi, quando ti prometto che li farò a pezzi, puoi credermi-

Lei respira di nuovo normalmente: -Ti credo- dice solo.

Restano abbracciati ancora per un po', tutti e due con gli occhi puntati sulle macchie di colore dei cespugli di fiori che li circondano. Nel silenzio del giardino, si sentono i rumori rilassanti degli uccelli, degli insetti, il calore del sole.

-Ti rendi conto che non so neppure chi tu sia?- mormora Lis ad un certo punto, con un tono sognante e un sorriso sulle labbra che Draco non vede, e si chiede quanto amaro nascondano.

Sogghigna: -Non dovrei essere io a dirlo?-

-No, sul serio- insiste lei, sorridendo e cercando di alzare gli occhi abbastanza per vederlo, ma senza muoversi dalla posizione in cui sono: -So soltanto il tuo nome, perché me lo ha detto tua madre, e il tuo cognome, perché lo ha detto la guaritrice. Beh- aggiunge con un sorriso sarcastico: -che tu sia un ragazzo ricco lo posso capire anche da sola, visto che sono smemorata, ma non stupida-

Draco, non negando quello di cui ha passato l'infanzia a vantarsi, lascia salire il sogghigno insolente fino a diventare un sorrisetto: -Già- dice: -cosa vorresti sapere?-

-Uhm, vediamo- Lis dondola le gambe oltre il fianco di Draco: -Hai fatto Hogwarst, vero? La scuola che ricordo. Eri un Serpeverde, se no non avresti potuto sapere come è fatta la Sala Comune... Uh, ecco, sì. Parlami di te. Giocavi a quidditch? Mi ricordo il Quidditch-

Draco sgrana gli occhi e li punta sulla testa nera e la punta del naso che vede: -Sul serio? Ti ricordi il Quidditch? Tra tutto quello che c'è da ricordare?!-

-Ehi, non faccio mica apposta- si difende lei, scrollando le spalle con un sorriso.

Draco sbuffa: -Sai, c'è una certa teoria di cui dopo devo proprio parlarti-

Decisamente è stata un uomo.

-Comunque, vediamo.... Sì, giocavo a Quidditch. Nella squadra della scuola, ma non ho giocato tutti gli anni-

-No? Perché?-

-Beh, ho iniziato il mio secondo anno. Ho smesso il sesto-

-Il sesto? Sei andato al settimo?-

Annuisce.

-Perché hai smesso, scusa?-

-Eh, avevo delle cose da fare-

Quando si dice minimizzare...

-Capisco-

Non credo, sai.

-Che ruolo avevi?-

-Cercatore-

-Davvero?- chiede Lis con curiosità, per poi immobilizzarsi e sedersi dritta con la schiena sulle ginocchia di Draco, occhi a cercarlo sgranati aperti: -Anche io-

Oh no.

Oh no, oh no, oh no.

Il fatto è che le donne cercatrici sono state davvero poche, e Lis è più giovane di Draco, ma non abbastanza perché lui non ricordi chi siano state. E se le ricorda tutte. Quella che assomiglia di più a Lis è la Chang, ed è sicuro al cento per cento che Lis non sia affatto Cho Chang.

-Draco, mi ricordo qualcosa!- esclama estatica Lis, occhi verdi spalancati, entusiasti e terrorizzati allo stesso tempo: -Come è possibile? La guaritrice ha detto che non potevo ricordare, hanno spazzato via tutto... ma mi ricordo! Draco, mi ricordo di avere giocato! Ero un cercatore! Cioè, -si ferma, fa una smorfia e ridacchia: -Una cercatrice. Oh, Merlino, mi ricordo! Sono sicura!-

'Oh, Merlino', hai detto bene.

Lis è... Lis è Potter?

Oh, no. Oh ti prego, no.

É vero, ne ha già parlato con il Fuoco, della possibilità che Lis sia Potter, ma...

Qualcosa gli muore in petto, e si accorge che è la speranza si scoprire che Lis fosse una donna vera, tramutata in speranza che fosse un uomo non intenzionato a tornare uomo, e adesso è diventato consapevolezza che, molto probabilmente, Lis è stata Potter.

Che vorrà tornare ad essere Potter.

Oh beh, almeno, non c'è più bisogno di chiedere a Blaise e Theo.

No, aspetta, col cazzo. Eccome se c'è bisogno. Voglio esserne sicuro.

Si morde l'interno di una guancia, guardandola passare dalla sorpresa allo spaventato, al dubbioso, di nuovo al felice, al sicuro, allo scettico, di nuovo ancora al felice: -Mi ricordo... Mi ricordo che avevo una Firebolt. E prima di quella una Nimbus, ma mi si è schiantata contro un albero. Oh, non ci credo. Draco, tu credi che... credi che sia possibile? Ma la guaritrice ha detto che...-

Draco alza una mano e prende le due di Lis, che stringe con fervore davanti alla bocca, tirandosele contro il petto: -Calmati, Lis-

Suona come un ordine, ma lei obbedisce.

Cerca di rilassare di nuovo le spalle e di respirare con tranquillità.

-Credi davvero che sia un ricordo?-

Di' di no, di' di no, di' di no...

-Sì- risponde lei, sicura e felice, un sorriso luminoso che fa sentire Draco un bastardo per avere messo i suoi deisderi gretti e personali sulla strada della guarigione di Lis.

-Ok. Allora... ricordi che ti ho accennato che potrei avere una teoria da esporti?-

Lei annuisce.

-Ehm, bene. Ti scoccia, se chiedo a due miei amici di venire qui? Vorrei che parlassi con loro-

-Va bene, ma... per cosa?-

-Uh- Draco esita, cogliendo la luce negli occhi di lei, che dice, 'ci sto, ma dammi un motivo'.

Non riesce a credere che sia...

Ma no, non deve dare per scontato che lo sia.

Magari si sbaglia.

“Magari tu in realtà hai i capelli blu. O magari sei tu, Potter, in realtà!”

Taci, tu!

-Ti devo chiedere scusa, perché ho parlato di te con loro senza nemmeno chiedertelo prima- inizia.

Lei non annuisce nemmeno, guardandolo con la faccia da 'pensavo fosse ovvio'.

-Perché dovrebbe darmi fastidio? Per quello che ne so, magari loro sanno chi sono-

-Ecco, diciamo che, per quanto io dubiti, uno di loro in effetti ha avanzato un'ipotesi. Questa teoria di cui ti parlavo, appunto. Forse ti abbiamo vista, a scuola. Se per te va bene, li chiamo, ci parli un po', e vediamo a che conclusione arriviamo-

Lis aggrotta la fronte: -Ma tu resti, vero?-

Draco sorride, e annuisce: -Certo-

Lei continua con quel sorriso solare che sta decimando i neuroni nel cervello di Draco e Fa' che non sia Potter, ti prego: -Allora ok!- Lis è così felice che praticamente esulta, e Draco si sente un bastardo per stare sperando che quell'unico forse-ricordo che la manda così su di giri si riveli una bolla di sapone, una costruzione mentale del tutto non corrispondente al vero.

O quanto meno che Lis sia stata un cercatore di qualsiasi altra squadra, tranne Grifondoro.

Si alzano e tornano in casa, Lis che cerca di saltellare di felicità nonostante zoppichi e debba comunque aggrapparsi a Draco per camminare.

Lui non può che mettersi a ridere perché, dai. È una scena che strapperebbe un sorriso a chiunque, e pazienza se, forse, gli salgono i cuoricini negli occhi mentre guarda la mora vestita di nero che sorride e brilla più del sole, con quegli occhi di smeraldo.

La convince ad aspettare seduta sul divano azzurro di uno dei salotti del primo piano, il più vicino, perché Lis è così felice da non potere aspettare. Nonostante sia nervosa all'idea di incontrare altri due maschi, si fida di Draco, e sta palesemente puntando tutto su quel quasi-ricordo che spera le verrà confermato.

Del resto, la teoria di Draco ancora non la sa.

Draco le da le spalle e si avvicina al camino acceso, scegliendo di accovacciarvisi di fronte, per una volta, anche se il Fuoco gli permetta di non doverlo fare.

Fa niente, pensa. Gli serve.

Qualsiasi scusa, pur di smettere di guardare quegli occhi festanti per un istante.

Deglutisce e chiama sia Theo che Blaise.

Facile, perché sono stranamente insieme, entrambi a casa di Blaise.

-Theo, che ci fai lì?- chiede Draco con un sogghigno divertito e malizioso.

-Ti piacerebbe- ribatte Theo, senza farsi tangere dalle allusioni del biondo più biondo dei tre: -Che vuoi?-

-Venite qui? Vi presento Lis. Mi serve che ci parliate un po', per... capire se quella teoria è vera- sceglie con attenzione cosa dire.

Theo alza un indice e lo punta verso draco, in un ovvio 'è lì?', e Draco annuisce.

-Ok, arriviamo. Spostati- risponde.

In un attimo, Lis si ritrova seduta sul divano a guardare le due pertiche che sono Blaise e Draco, e l'appena più basso Theo, capelli scuri, vestiti scuri, pallido e quegli occhi blu senz'anima che si posano senza pietà su di lei.

Persino un cieco vedrebbe il disagio che le cala addosso, e noterebbe il sorriso di felicità infantile ridursi ad un sorriso più cauto.

Draco non se la prende con Theodore solo perché sa che quella è la reazione normale che l'amico suscita in chiunque, alla prima occhiata, e perché sa che non lo fa apposta. Non troppo.

Blaise fa un'impressione decisamente migliore.

Nonostante l'altezza e l'ampiezza delle spalle la intimoriscano quell'attimo che le impedisce di nasconderlo, il sorriso caldo e lo sguardo gentile lo mettono decisamente in una luce migliore rispetto a Theo.

-Ciao. Tu devi essere Lis- dice Blaise, la voce profonda e una mano bene aperta verso la bella ragazza seduta.

Lis sorride e stringe la mano, gli occhi che per un istante solo cercano Draco che non passano inosservati a nessuno.

Draco, per sicurezza, le si siede accanto: -Lis, questo è Blaise. E questo è Theo- aggiunge, presentandole anche il secondo ospite.

Theo non le offre la mano, solo un sorriso piccolo e non ostile che Draco sa essere già un passo avanti rispetto al modo in cui Theodore approccia gli sconosciuti. A quanto pare gli occhi e le belle forme di Lis stanno facendo breccia anche su quel cuore di pietra di Theo.

Se ce l'ha, un cuore.

I ragazzi si siedono di fronte a Draco e Lis.

-Volete qualcosa da bere?-

-Sai che non è mai troppo presto- risponde Blaise con un sorriso sfacciato rivolto a Lis, un po' più contenuto rispetto al solito per non fare sentire la ragazza in imbarazzo.

Blaise è un donnaiolo e flirta come se respirasse, ma sa che non è il caso di flirtare con una che, oltre a piacere al suo migliore amico, ha passato quello che ha passato.

Theo la sta apertamente fissando, gli occhi blu che sono improvvisamente tornati freddi, senza che nemmeno Draco se lo spieghi.

Lis si concentra sul sorridere in risposta a Blaise, e cerca involontariamente la mano di Draco, che gliela stringe per rassicurarla: -Cosa vi offro, il solito?-

Lancia un'occhiataccia a Theodore, ma quello è troppo impegnato a fissare Lis per coglierla, o, più probabilmente, decide di ignorarlo.

-Sì- risponde di nuovo Blaise per entrambi, e due bicchieri da shot di Whisky Incendiario compaiono sul tavolino da caffè fra i due divani.

Theo si piega a prenderlo e alza il bicchiere in un muto brindisi verso Lis, gli occhi sempre freddi, un sorriso che cerca di riparare la situazione. Lis risponde con un educato cenno del capo e le labbra strette a cercare di rispondere.

Draco le si avvicina senza accorgersene e lei si appoggia al ragazzo, altrettanto inconsciamente.

Gli occhi di Theo si fanno di nuovo freddi e gelidi.

Blaise si schiarisce la voce: -Allora, Lis- cerca di spezzare la tensione e di intavolare la discussione: -Draco si è lasciato scappare che conosci Hogwarst-

Lei gli sorride: -Sì, me lo ha detto. È una delle poche cose che ricordo-

-Ti posso chiedere cosa ricordi, esattamente?- chiede il biondo più scuro in sala, e Lis riflette un attimo, prima di descrivere quello che ricorda, e che coincide esattamente con il castello, la Foresta Proibita, la capanna del Guardiacaccia, compresi anche alcuni punti del castello che Draco e Blaise non sanno onestamente dove si trovino.

La descrizione, insomma, è quella di qualcuno che al castello ci è stato, e non solo in visita. È palesemente stata ad Hogwarst, ci ha vissuto, e da studente.

Blaise le chiede della Sala Comune di Serpeverde, e Lis risponde di nuovo, ricostruendo un'immagine così precisa che solo qualcuno entrato nella sala potrebbe delineare.

-Wow- commenta Blaise: -L'hai messa persino in maniera poetica. Non avevo mai pensato che effettivamente potesse anche essere descritta così!-

-Se ricordi- si intromette Theo, la voce né fredda né calda, attenta, gli occhi incollati alla ragazza e Draco che muove la mano lungo il braccio di Lis per confortarla, perché, accidenti, Theo, possibile che non riesci a non spaventare la gente?

-Ti posso chiedere, di Hogwarst, cosa ricordi meglio di tutto?-

-Beh, prima con Draco- risponde lis, un po' esitante: -parlavamo di Quidditch. Mi ricordo il Quidditch. Mi ricordo che giocavo-

-Ma dai?- la voce di Theo sembra scaldarsi un pochino, forse perché gli sale un angolo della bocca in un sorriso sornione, che Lis, evidentemente, interpreta come un invito a continuare a parlare, e che Draco, invece, sa corrisponde all'espressione da gatto che ha messo il topo spalle al muro: -Per che squadra? Oh, aspetta, immagino che non te lo ricordi, scusa. Una domanda davvero idiota-

Lis sorride, un sorriso vero, come se credesse che Theo avesse davvero sbagliato: -Non me lo ricordo, mi dispiace. Però mi ricordo che ho giocato da Cercatore. È qualcosa, no?-

Gli occhi di Theo saettano, e l'espressione sorniona fatica a non diventare un sorriso di trionfo: -Sul serio? Pensa. Anche Draco è stato cercatore-

-Sì, me lo ha detto- annuisce Lis, girandosi a guardare Draco, che le sorride di rimando.

Blaise finge un paio di colpi di tosse e porta alla bocca il bicchiere mezzo vuoto, svuotandolo irrimediabilmente e privandosi della scusa per il futuro.

Lis si lecca le labbra e poi lancia un'occhiata a Blaise, e poi su Theo, nonostante sia, dei due, quello che le ispira meno fiducia: -Voi... ehm.. non ricordate di avermi mai vista, vero?-

Blaise si schiarisce la voce e si alza, raggiungendo in pochi, ampi passi la bottiglia di whisky che riposa, ancora chiusa e al suo posto, in uno dei mobili lungo la parete. Draco deglutisce: -Le ho detto che abbiamo una teoria-

Lis guarda di nuovo Draco con aria paziente: -Sì, e non mi hai detto quale fosse-

Theo fa schioccare le labbra e finisce il suo shot di whisky in un colpo solo: -Vedi, Lis, la teoria che abbiamo, è che ti abbiamo vista eccome. Solo, tu non avevi questo aspetto-

Blaise, bicchiere di nuovo pieno, si riavvicina ma non si siede: -Se tu potessi raccontare qualcos'altro, qualsiasi cosa, credo che potremmo capire se abbiamo ragione o no-

Lis aggrotta la fronte: -Scusate, in che senso, non avevo questo aspetto? La guaritrice ha detto che non ho addosso nessun incantesimo. Questo è il mio aspetto-

Theo fa di nuovo il sorrisetto sornione: -Lis, i tuoi ricordi sarebbero diversi, se tu fossi stata un uomo?-

Lis si incupisce: -Certo che no, ma...-

-Loro credono...- viene in suo soccorso Draco, tenendola ancora per mano e guardando in quei profondi occhi verde foresta: -Che, forse, se non ti abbiamo vista, è perché eri diversa-

-Perché, credici. Ti avremmo vista- si intromette Blaise con franchezza che fa arrossire Lis, ma non la spinge ad arrendersi: -E quindi..?-

-Quindi- continua Theo: -forse eri un ragazzo, non una ragazza. I tuoi ricordi sarebbero diversi?-

Lis, che lo ascolta attentamente, riflette: -beh... No- ammette, per poi aggrottare la fronte e sorridere con aria incerta: -ma... Non dovrei saperlo, se sono una ragazza o un ragazzo?-

Blaise scrolla le spalle, e poi si piega sullo schienale del divano: -Non voglio sollevare argomenti spiacevoli, davvero, quindi, scusami in anticipo per quello che sto per dire- premette: -ma.. se uno ti cancellasse tutti i ricordi, proprio tutti, non credi che anche quella consapevolezza se ne andrebbe?-

Lis non interrompe, ma deglutisce con aria di chi non riesce a mandare giù la faccenda.

-Se ti hanno tolto ogni ricordo- continua Draco, la voce più dolce di quella dei suoi due amici, ma comunque lucida e ragionevole, non addolcita o zuccherosa: -come fai a sapere se ad un certo punto hai cambiato sesso?-

Lis spalanca gli occhi e sospira, continuando a fissare Draco.

Riflette per un po', e poi ridacchia, imbarazzata: -Wow. Imbarazzante...-

-Perché? L'importante è scoprire chi sei- ribatte Draco, facendo spallucce.

-Prova a dirci qualcos'altro- la incita Blaise: -magari ti abbiamo vista. Magari, tra tutti e tre, riusciamo a mettere insieme abbastanza dettagli da ricordare che eri, anche se eri un maschio-

Lis annuisce: -Non è come cercare un ago in un pagliaio?- chiede, l'espressione molto più sfiduciata rispetto a quella gioiosa che Draco le aveva visto in faccia poco prima, e si sente uno stronzo per essere in parte responsabile di quella perdita di buonumore.

-Forse no. Tu prova- insiste Theo.

Lis storce la bocca e si morde il labbro, pensando, cercando di ricordare.

-Facciamo così- dice Theo, sedendosi con le spalle piegate in avanti: -Ho una teoria, ok?- spiega alla ragazza.

-Tu sei quello che se ne è uscito anche con quella vecchia, vero?- indovina lei, e Theodore, di rimando, le risponde con un sorriso sincero che stupisce onestamente sia Draco sia Blaise, perché, insomma, Theo è un po' misogino, oltre che stronzo in generale, ed è raro vedergli quelle espressioni sincere addosso, con un estraneo, e soprattutto, con una estranea.

-Già- annuisce: -So che è un azzardo, ma... Dove dormono i Grifondoro?-

-Nella torre- risponde Lis, fronte corrucciata.

-Abbi pazienza, so che sono domande stupide, ma, accontentami. Quali sono i colori delle case?-

-Uh...- Lis si concentra, sforzandosi di ricordare: -Verde... Rosso e giallo. Verde e argento. Blu e...Blu e...? Blu e qualcosa, e... giallo e qualcosa. Ma non rosso. Rosso e giallo è Grifondoro-

-Giusto- annuisce Theo: -sapresti dirmi le altre coppie di colori a che casa appartengono?-

-Uhm... Non me lo ricordo...- Lis si sforza, scuote la testa: - non me lo ricordo, davvero-

-Non ti scusare, va tutto benissimo-

-Non capisco, perché sto ricordando? La guaritrice ha detto che non dovrei ricordare...-

-Tecnicamente, non stai ricordando chi sei, quindi, credo che stiamo girando attorno all'incantesimo che hanno usato. Che, a proposito, credo fosse uno dei soliti standard- aggiunge, guardando Draco.

Draco Malfoy, fermo immobile oltre la spalla di Lis, muto e cereo, tace e non commenta. Aspetta l'inevitabilità del destino e prega con tutto sé stesso entità la cui esistenza dubita.

Il Fuoco, tra tutti i momenti in cui potrebbe torturarlo, pare avere avuto pietà, e non lo sta prendendo per il culo, almeno ora.

-Ora, potresti descrivermi quello che si vede dentro alla torre di Grifondoro?-

Senza sapere come, Lis lo fa.

Ogni singolo particolare che esce dalla sua bocca contribuisce e a dipingere un'immagine che Draco, Blaise e Theo stesso ignorano se corrisponda al vero, perché nella torre non hanno mai messo piede, ma vengono descritti con il doppio della minuzia che Lis ha dimostrato, quando raccontava della Sala Comune di Serpeverde.

L'inevitabile conseguenza, è che Lis non è stata una Serpeverde, ma una Grifondoro.

L'altrettanto inevitabile conseguenza, è che Lis è stata la cercatrice dei Grifondoro negli anni in cui anche i tre ragazzi sono stati a scuola.

Draco si sente la testa leggera.

Theo si schiarisce la voce, poi da' un colpo di tosse, gli occhi che saettano sulla faccia di Lis: -Lis, scusa... fai un secondo così- e, mimando con una mano, Theo si scosta la frangia nera dalla fronte.

Lis lo copia.

Blaise lascia cadere lo shottino a terra, macchiando il divano, il bicchiere che rotola giù dai cuscini e a terra si incrina.

Draco non ha il coraggio di girarsi.

Theo da un paio di colpi di tosse, e poi deglutisce.

-Che c'è? Che ho di strano?- chiede Lis, innocenza ed ingenuità mista a preoccupazione.

Si volta verso Draco.

Draco vorrebbe non guardare.

Vorrebbe strapparsi gli occhi per non vedere.

Vorrebbe chiuderli, vorrebbe essere improvvisamente cieco, anche a costo di non vedere mai più, di non vedere mai più nulla, né il sole, né sua madre, né Lis stessa, né le belle cose che sono al mondo, perché lì, di fronte a lui, qualche centimetro sotto il livello dei suoi occhi, c'è la fatidica, maledetta, famosissima e famigerata cicatrice a saetta che è sempre stata sulla fronte di Potter.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Aiuto, questo capitolo è stato un'impresa. Forse è troppo lungo. Spero non lo sia così tanto da dare fastidio.

Here we come! Sì, dai, lo so, lo sapevate. Eh beh, del resto, andiamo, è una Drarry! Come altro volevate andasse? ;)

Fatemi sapere cosa ne pensate. Recensite. Recensire serve a dirmi che vale la pensa continuare. Se... Se vale la pena di continuare, ovvio. Uh, Vale la pena di continuare?

 

A presto!

VQA

 

 

 

 

   
 
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