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Autore: MoiSelf    02/05/2016    2 recensioni
Bella, fotografa ventisettenne e nerd inside, vive la sua vita tra lavoro, casa, gatto ed una comitiva di amici che ha conosciuto ai tempi del college.
E' single convinta ma, un'inaspettata partecipazione di matrimonio, le farà crollare il mondo addosso e le farà ricordare che ha un rimpianto troppo grande per lei: quello di aver lasciato, cinque anni prima, l'unico uomo che era capace di amarla.
Tra risate, battute e qualche lacrimuccia..Bella riuscirà a trovare un nuovo amore?
Magari..proprio al ricevimento di nozze del suo ex?
- Storia folle..esattamente come me! -
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Potresti, che ne so..fare come Julia Roberts, no? Sai “Il matrimonio del mio migliore amico”..provare a rimetterti con lui e..”

<< Ma sei tutta scema, Vicky? >> la interrompo << Non ho mai pensato ad una cosa del genere, diamine! E’ l’unico che amo, ok..ma distruggergli quello che ha costruito con Esme? No, non posso fargli una cosa del genere! >>   

Se hai bisogno di aiuto sono qui, cuginetta.”
Che aiuto, eh..

<< Grazie tesoro..ma con tutta la gente che conosco giornalmente non mi verrebbe difficile trovarne uno.. >>

“Cinque anni sono tanti, per una che conosce gente ogni giorno.”

<< Che sostegno, cugina. >> sospiro sarcasticamente, mentre giro con la sedia girevole a destra e sinistra ed armeggio con la tavoletta grafica, operando un fotomontaggio dei due sposi con un parente defunto.
Il bello del mio lavoro è che posso anche portarmi avanti da casa, tanto allo studio c’è Mark.
Ah.Ah.Ah.

Ad ogni modo..sai..Jim è fantastico! Mi ha regalato..”

Disattivo mentalmente l’attenzione da Victoria, continuando ad elaborare le foto, dicendo ogni tanto un “ah” ed un “oh, certo” giusto per non sembrare totalmente assente (anche se dubito che se ne accorgerebbe, dato che è entrata in loop parlando del suo “fabuloso” fidanzato James).

“..ad ogni modo devo andare, ciccia. Fammi sapere se sei viva il giorno dopo il matrimonio!”

<< Ok. Ciao, ciao. >> e chiudo con un gesto deciso del dito, premendo il tastone rosso del touchscreen per interrompere la chiamata.
Dio sia lodato, ha smesso di rompere.

Sposto lo sguardo verso la parte destra del mio desktop e non l’avessi mai fatto: manca solo una settimana al matrimonio e non ho ancora pensato al regalo!
Caspita, come passa il tempo..fortuna che ho già il vestito!

<< Ma che palle! >> esclamo, mentre mi sbilancio per colpa della sedia girevole e finisco a faccia in giù sul divano.
Un musetto umido si avvicina alla mia guancia e sento il respiro di Merry dritto nell’orecchio.
<< Mimmy, amore, cosa c’è? La tua amica umana è scema, vero? >> le chiedo mentre mi rialzo e lei risponde con un miagolio pieno di fusa. La prendo in braccio e mi dirigo in cucina.
<< Sono buona, oggi, Merry. Ti darò una fogliolina per giocare, ok? >> Merry sembra aver capito e miagola esultando.
Apro il mio enorme frigo, rovisto nel cassetto con su scritto “carote” e prendo una foglia, lanciandola alla gatta.
Questa la prende con un balzo e comincia ad annusarla e strusciarsi contro come se fosse chissà quale cosa buona ed emette delle fusa tali che sembrano rimbombare per tutta la casa. Poi, all’improvviso, comincia a predarla e, tendendogli un agguato, la prende in bocca e la trasporta in giro per tutta la zona living.
Bene: Merope è sistemata.

Adesso tocca a me.
Risalgo le scalette mentre Merry miagola alla foglia di carota in tono aggressivo, mi fiondo in doccia e mi preparo per uscire.
Devo comprare un regalo decente a Carl ed Esme quindi..mi tocca la gioielleria per la lista nozze.
Mi rifiuto di truccarmi – non ho mai amato imbellettarmi come le mie amiche Rosalie ed Alice – e la raggiungo a piedi.
Stranamente è vicino casa, magnifique.
 
Non appena entro in gioielleria, vengo investita dal profumo di cose costose che alberga nell’aria e, nemmeno due secondi dopo il mio ingresso, un commesso si avvicina a me e, con finta cordialità eccessiva, mi chiede cosa voglio.
In effetti cosa potrebbe mai volere in una gioielleria una ragazza struccata, con i capelli rigorosamente non piastrati e vestita con una tuta ed una felpa extralarge?
Prendo la partecipazione e gliela sventolo sotto gli occhi con malagrazia – che villano! – e lui mi invita mellifluo, a seguirlo.
<< Questo è il tavolo preposto, signorina. >> mi dice il commesso, schifato, dopo avermi condotta attraverso stanze e corridoi con tutta roba brillante super illuminata da faretti bianchi che mi sta facendo lacrimare gli occhi.
Fortuna che non ho messo eyeliner e matita, se no sai che “effetto panda” si creava!
Addio cordialità forzata, eh, commesso stronzo? Ti faccio vedere io chi sono!
<< Puoi andare, grazie. >> dico senza guardarlo, passando direttamente al tu, mentre gli faccio “sciò-sciò” con la mano.
Quello non risponde, si limita a guardarmi male, ma me ne sto altamente fregando: sono in missione e niente mi può fermare!
Mentre osservo la tavola piena di argenterie inutili e costose, la mia attenzione viene calamitata da una cornice in argento.
Sebbene sia lavorata e molto grande non è pacchiana..ed è attinente con il mio lavoro!
Sto già immaginando quale mia foto paesaggistica posso inserirgli perché è..perfetta!
<< Commesso? >> chiamo con sufficienza, mentre lui mi raggiunge << La cornice. La prendo. >>
Il ragazzo mi guarda ancora, prende un foglio da chissà dove e mi dice, con voce contrita: << E’ stata già presa. >>
<< Da chi?! >> esclamo sconvolta. Quello è il mio regalo, la mia cornice, la mia..
<< Da quell’uomo laggiù. >> e me lo indica con un cenno del capo. Sta guardando uno di quei cosi brillanti, forse un bicchiere, ed è nauseantemente vestito in giacca e cravatta.
<< Ok, “l’uomo laggiù” cambierà idea. >> dico al ragazzo che, sorridendomi stranito, si mette in attesa a braccia conserte accanto al tavolo di Carl ed Esme.

Challenge Accepted.

<< Ehi? Ehi! >> raggiungo il tizio, sempre intento a rimirare questo bicchiere, che sembra non accorgersi di me << Scusi! Ehi! >> e gli
afferro la manica della giacca.
<< Prego? >> si volta verso di me, con gli occhi più verdi che l’universo abbia mai creato, sinceramente stupito dalla mia presenza.
<< Non può. >> dico semplicemente, guardandolo negli occhi.
<< Non posso..cosa? >> ed inarca un sopracciglio.
<< Quello..quello è il mio regalo! >> esclamo, indicando più volte il tavolo con la lista nozze di Carl.
<< Non capisco, signorina, cosa mi stia suggerendo di fare. >>
<< E’ semplice: cambi regalo. La cornice è mia. >> ribatto, mettendomi nella stessa posizione del commesso: braccia conserte ed espressione di sfida.
<< E perché mai dovrei cambiare un regalo che costa diecimila dollari? >>
Ammazza..potevo prima chiedere a quell’idiota di dirmi il prezzo!
<< Perché..perchè..ho i miei buoni motivi. >> mica posso dire a questo tizio la mia vita e perché voglio la cornice!
<< Certo..così adesso dovrei prendere ordini da una tizia sconosciuta che è anche vestita in tuta, eh? >>
<< Senta, le ho solo chiesto un favore: se ha diecimila dollari per una cornice in argento li avrà anche per comprare qualcos’altro! >>
<< No. >> e posa sulla mensolina il bicchiere brillante che aveva in mano con una tranquillità sovrumana.
<< Cosa? >> chiedo, allibita, sgranando gli occhi.
<< Ho detto no. >> ribatte << Se ha diecimila dollari anche lei saprà certamente che esistono altri regali possibili e tanto, tanto carini, con quella cifra. >> e, con un sorriso smagliante quanto prepotente, gira i tacchi e va a parlare con il commesso del tavolo di Carl.
Sono inebetita: è tanto bello quanto stronzo.
Lo osservo mentre indica qualcosa sul tavolo ed il commesso scrive, depenna, porta via la scheda. Poi ritorna dopo un minuto, gli consegna un foglietto e gli porge la mano, sorridendogli ampiamente.
Lo stronzo-con-i-capelli-ramati ricambia la stretta con vigore e si reca alla cassa, ghignando.
Sono sconvolta: gli ho solo chiesto un favore, caspita!
Poi esce, non prima di aver dispensato sorrisoni a tutti i membri dello staff della gioielleria.
Mentre osservo rapita, dall’immensa vetrata che dà sulla strada, la sua figura accomodarsi in taxi con eleganza, il commesso di prima mi raggiunge, interrompendo il mio spettacolo voyeuristico.  
<< Signorina, la cornice è tornata disponibile. >>
<< Co..sa? >> chiedo, inebetita.
<< Mi ha sentito. >>
Grandissimo stronzo..hai lasciato la cornice per me quando mi avevi detto di no?
Ma come diamine ragioni?
<< Si..beh..Segni Isabella Swan. >> dico, ancora stranita da tutto questo comportamento << E si ricordi che è mia e basta. >> e lo ammonisco con lo sguardo.
<< Sarà fatto, signorina Swan. >> e china la testa.
Tanto servilismo commisurato a quanti soldi spendo lì dentro.
E, mentre vado a pagare alla cassa, porgendogli la mia American Express, mi accorgo di sorridere come un’ebete.

***

Quindi fammi capire..il ragazzo alto, bello, occhi verdi e capelli ramati con cui hai litigato..ti ha fatto il favore che ti aveva negato?”

<< Giusto, Rose. Giusto. >> sospiro, portandomi la mano sul volto in un facepalm epocale.

Ha rinunciato al suo regalo per le nozze di Carl..per te??”

<< Si, Rose. E’ così..e non cambia versione se lo chiedi diecimila volte al secondo: mi ha fatto questo favore. >> esclamo.
Ormai sto ammattendo, sul serio.

Ma Bella questo è un MIRACOLO! – urla lei, neutralizzando il mio timpano – Significa che lo rivedrai il giorno delle nozze e..”

<< Calmati, Rosalie: non significa niente. E smettila di pensare a queste sciocchezze! >>

“Chiamale sciocchezze!! Sai almeno il suo nome? Potrei chiedere ad Emm..”

<< No, non ne ho idea! Ma non chiedere nulla ad Emmett, ti prego! >>

Ok, ciccia..oh, merda! – sento rumori indistinti e varie imprecazioni – Kyle sta gattonando in soggiorno insieme al cane! Devo lasciati IMS, o quel bambino mi crescerà deviato!”

<< Ok, Rosie! Un bacio e..salva il mio nipotino da un futuro terrificante da gattonatore seriale! >> e, ridendo, entrambe stacchiamo la comunicazione.

Non ho voglia di lavorare oggi, e poi è domenica..quindi perché stressarsi inutilmente?
Mi reco al pc, lo accendo e faccio partire il mio amato Need for Speed.
Seleziono multiplayer e cerco Mark.
So che è online..lui è sempre online.
Scorro i nominativi dei miei possibili sfidanti e trovo il suo nick: PorcheLover.
Quando gli ho fatto notare che è un nick quasi pornografico è sbottato in una risata e mi ha detto che “sì, è proprio questo quello che voglio”.
Ho preferito non indagare oltre su quello che vuole, non sono affari miei – voglio solo distruggere la sua amata porche giallo canarino – e lo seleziono.
 
PorcheLover: Bella?
Lambo_Girl: Con questo nick chi volevi che fossi? ;)
PorcheLover: Online anche tu. Bene. Pronta a farti massacrare? XD
Lambo_Girl: Con la mia Lamborghini ti ucciderò, caro il mio Marcus. ;) ;)
PorcheLover: Mmmmmm..poliziotta sexy.. :P
Lambo_Girl: Stai attento a quello che dici, PornoNick, che ti licenzio in tronco :(
PorcheLover: Ai suoi ordini CAPO LOL
 
Avvia la partita – finalmente – e tra varie acrobazie (alcune mooolto cattive – come piazzargli le strisce chiodate prima delle curve) metto fine in dieci minuti, com’era ovvio, alla sua bellissima Porche gialla.
 
Lambo_Girl: Ehm..Ho vinto. Di nuovo.
                    Domani mi porti la colazione, PornoNick..
PorcheLover: Si, capo.. :’(
Lambo_Girl: Bravo. Bye! XD
 
E chiudo la chat proprio mentre il mio telefono suona.
“Accessory” di Jordyn Taylor, che novità. Dico sempre che devo cambiarla ma finisco per dimenticarmene.

<< Alice.. >>

Bellaaaaaa!! – a volte risponde come in Scary Movie, lo fa da quando avevamo quindici anni – Racconta, raccontaaaa!!”
Nessuno, ascoltandola e vedendola, potrebbe pensare ad una stilista stimata ed ultra premiata, sposata e madre di un bambino di sei anni.

<< Ha già fatto tutto Rosalie, mi pare di aver capito.. >> ribatto sarcasticamente.

E no, mia cara! Le cose ri-raccontate non mi piacciono..parla, su..”
E cosi, per l’ennesima volta, mi ritrovo a raccontare cos’è successo in gioielleria.

Fantastico..E’ un invitato, non c’è dubbio! Bene..posso chiedere a Carl..”

<< NO! >> urlo, interrompendola << Non farmi questo, Alice! Non chiamarlo.. >>

Potrebbe dirmi chi è..così cerchiamo su facebook se Mr.Sexy ha un profilo e, magari, casualmente gli chiedi l’amicizia! E’ fatta, è fatta! Aaaaaaaaahhhhh!”
Allontano il ricevitore dall’orecchio, sentendomi assordata, e lo riprendo dopo aver sbuffato ampiamente.

<< Tesoro caro..non se ne parla proprio! >>

“Mr.Sexy ti ha lasciato la cornice, Bella..lo hai colpito!”
Evito di dirle che lo stavo per colpire io con il primo coso luccicante a tiro, data la sua maleducazione.

<< Cortesemente..lascia che le cose facciano il loro corso. E non ti mettere a fare l’Emma della situazione, grazie. >>

Un Cupido ci vuole sempre, BabyGirl.”
Dio..da quant’è che non mi chiamava così?

<< E’ vecchio questo soprannome, CrazyB. >> rimarco, sorridendo. Odiavamo entrambe questi soprannomi, all’università.

Ok, basta soprannomi. Adesso sono felicemente sposata!”
Come se non lo sapessi..
Sospiro.
<< Ok, MAB, io vado..ho una chiamata in attesa. >> dico, mentendo, sperando che smetta di rompere.

Bye..Baby..e non dimenticare che il matrimonio è sabato..”

<< No, no..non lo dimentico. >>
Come potrei?
Poi, tra un bacio ed un altro chiude la chiamata, finalmente, ed io posso abbandonarmi al mio riposino pomeridiano domenicale.
Non prima di aver messo il cellulare in modalità Aereo.

***

Odio i lunedì.
Mi alzo dal letto, riluttante, lasciando Merope acciambellata e sonnacchiosa ai piedi, ed apro le pesanti tende scure, beandomi del temporale che impazza sullo skyline di Chicago.
<< Per tutti i disastri dei Maya! >> esclamo, disperata << Ed adesso come vado a lavoro? >>
Mi fiondo scalza al piano di sotto, con una Merry sbadigliante alle calcagna, e afferro la borsa dove so che ho inserito l’agenda.
<< AAAAH! >> urlo << Compleanno pomeridiano, diamine! >>
Bel guaio, davvero un bel guaio!
Risalgo al piano di sopra con l’agendina in mano – per puro miracolo non picchio i piedi negli spigoli degli scalini – afferro il cellulare e chiamo Mark.
 
Pronto?”

<< Mark ciao, sono io. Oggi compleanno pomeridiano per te, ricordi? >>

Non era tuo?”

<< Te lo cedo volentieri. >> sghignazzo << E’ Aubrey Tall: la bambina che, l’anno scorso, mi ha fatto penare per farle solo un ritratto. Felice? >>

Una Pasqua. A che ora?”

<< Diciassette. Ti invio le coordinate su Telegram. >>

“Ok, Bella ma ricorda: voglio un dannato aumento per Aubrey.”

<< Fifty-fifty ti va bene? >>

Naturale! Domani ti porto le Compact in studio.”

<< Thank you, Mark. Vedrai..Aubrey rimarrà incantata dal tuo fascino e sarà la modella perfetta! >> ovviamente lo spero per lui, ma l’unico motivo per cui ho accettato questo lavoro è perché Mr.Tall paga bene e senza fiatare cosa che, con la maggior parte dei clienti, non capita.

Dopo aver chiuso la telefonata con Mark mi sento più serena, posso poltrire ancora un po’ sul mio lettone, al calduccio, circondata dalle guerriere sailor.
Afferro il mio costosissimo tablet dal comodino e mi collego su facebook.
La prima cosa che faccio, da cinque anni a questa parte, è andare sul profilo di Carlisle per osservare la coppietta felice che tanto mi nausea.
La foto del profilo è già tutta un programma: l’ha cambiata pochi minuti fa – guarda caso – e ritrae lui ed Esme abbracciati e sorridenti. Scorro velocemente tutte le foto pubbliche che ha caricato precedentemente e noto un unico comune denominatore che le contraddistingue da quelle che aveva scattato con me: il suo sorriso è quello di una persona felice, adesso.
Passo al settore album e, andando avanti, noto quasi per caso una foto di noi due ventenni innamorati e serenamente abbracciati, quella che ci ha scattato Jasper a tradimento sette anni prima alla festa di compleanno di Rosalie, quando mi ero tinta il giorno prima i capelli di biondo per “sembrare un’altra”. Ricordo benissimo quando mi vide Carl: mi disse che non dovevo somigliare a nessun altro che a me stessa, perché ero uno spettacolo e mi avrebbe amata per tutta la vita, qualunque strada avessimo intrapreso da grandi.
E quella foto è stata scattata pochi minuti dopo esserci baciati, convinti che saremmo stati insieme per sempre.
Silenziose lacrime mi scorrono sulle guance, e nemmeno Merope riesce a consolarmi, strusciando il suo musetto umido sulla mia mano in cerca di carezze.
<< Perché l’ho lasciato, Mimmy? Perché? A quest’ora..Dio, non posso crederci! >> mi asciugo rabbiosamente le lacrime e noto qualcosa che prima non avevo visto: lo stronzo-con-i-capelli-ramati , visibilmente più giovane, sullo sfondo dietro di noi.
E’ così lontano che non ci avevo mai fatto caso, ma adesso mi sembra così presente..
Clicco sulla foto per vedere se è stato taggato ma no, nulla.
In compenso, però, noto la didascalia che ha inserito Carl come accompagnamento alla foto: “La persona più importante della mia vita.”
Dannato Carlisle e la sua perfezione!
Con gli occhi appannati dalle lacrime scorro i commenti, tra cui quelli dei miei ex colleghi d’università, e tutti dicono, a grandi linee, che eravamo la “coppia perfetta”. Forse fin troppo: non litigavamo mai, nemmeno sui costumi da cosplay che sceglievo io, per il cinema avevo carta bianca ed era tutto fottutamente perfetto. Solo che, alla lunga, la perfezione stanca. Avevo ed ho bisogno di qualcuno che non mi assecondi in tutto quello che faccio, ma di qualcuno che mi sappia contrastare. Uno che, insomma, sappia dire “NO!” e tenermi testa. Possibile che, in sei anni di fidanzamento, qualunque cosa che decidevo gli andava bene?

Il cellulare squilla, e mi interrompe dalle mie elucubrazioni mentali.
Numero sconosciuto, chi sarà mai?

<< Swan. >>

Ciao, Swan. Mi è mancata la tua voce.”
Il mio cuore perde un battito.

<< Che vuoi? >>

“Rivederti.”

<< Assolutamente no, Jacob. Non sono in vena di litigate. >>

“Avevo prenotato in quel bel posticino che ti piaceva tanto..karaoke..”

<< Buona serata, Jacob. E smettila di googlare il mio numero, grazie. >> e, senza aspettare una risposta, premo il tasto di chiusura.

Jacob Black, l’incubo di ogni ragazza: il mammone.
Il cellulare suona nuovamente, ma questa volta non rispondo. Anzi, stacco la chiamata e metto il cellulare in modalità Aereo, mentre mi ritorna in mente, con la leggiadria di una tegola caduta in testa dal ventordicesimo piano, tutto quello che mi ha fatto soffrire quel maledetto deficiente.
Ci siamo conosciuti all’università, qualche mese prima che l’abbandonassi (un annetto dopo aver chiuso con Carl), ed eravamo nello stesso gruppo di studio di Statistica. Io adoro la statistica, forse avrei dovuto lavorare per una società di statistiche e non scattare foto perdendo la ragione con dei clienti completamente folli, ma la vita si sa, a volte, vira verso altri lidi. Jake, fin da subito, ha cominciato a farmi una corte spietata dapprima solo con lo sguardo, poi con i fatti..sulla chat privata di Facebook. Sono stata io, però, a mettere dei paletti, così ci siamo scambiati il numero ed abbiamo cominciato a sentirci telefonicamente e, velocemente, siamo diventati una coppia, scoppiata in meno di sei mesi. Era il classico mammone, di quelli che lavorano e non pensano alla fidanzata, quello che ti porta al cinema e ti fa pagare entrambi i biglietti, quello che ti chiede i soldi della benzina, quello che dice di prendere “una coca da 33cl divisa in due” perché la bottiglia da un litro costa troppo, quello che non ti regala mai nulla se non una rosa quando avete litigato..potrei andare da così all’infinito, e già mi rode il solo pensiero che tutti i soldi che lui guadagnava finivano in tasca a sua madre, non lasciandogli agio nemmeno di portare fuori la sua ragazza a S.Valentino.
Comunque non si è lasciato abbattere dal mio rifiuto: tre anni dopo – pur avendo continuato a mandarmi messaggi e chiedermi perdono – si è fidanzato con una donna di dieci anni più grande di lui e si è pure sposato!
Naturalmente anche quella quarantenne lo ha abbandonato – santo Facebook che mi rende edotta su tutto – ed adesso si sente in dovere di richiamarmi?

Sono passati dieci minuti buoni, sicuramente avrà smesso.
Tolgo la modalità Aereo e mi godo di nuovo la schermata del pin.
Speriamo che abbia capito!
Mi rimetto a guardare le foto di Carl, quelle vecchie dove eravamo tutti felici e, di nuovo, sento il cellulare squillare.
Lo afferro e sono pronta anche a cambiare nuovamente numero se dovesse essere uno sconosciuto quando, invece, noto che c’è il mittente.
Speriamo sia un cliente!

<< Swan. >>

Non chiudere, ti prego.”

<< Mi stupisce com’è che tu non mi abbia fatto addebitare la telefonata per ben due volte, Jake. >>

Lo so, sono stato uno stronzo e..”

<< “Sono stato” o “Sei”? >>

Al passato. Voglio rimediare.”

<< Mi stupisce che tu sappia i verbi, Black. Quando stavamo insieme li sbagliavi tutti.. >>

Ho studiato, per te.”

<< Si, per me, certo. Che fa, Emily ti ha mollato? >>

Non c’entra Emily in questo. Ti volevo proporre una cosa..”

<< Bah, sentiamo. Posso sempre chiuderti il telefono in faccia come ai bei vecchi tempi. >>

Sabato c’è il matrimonio di Carl, giusto?

<< E quindi? >>

Lo ami ancora..perchè non provi a farlo ingelosire?”

<< Ma che ne sai tu di quello che provo per lui! E poi proprio con te dovrei farlo ingelosire? Ma scherziamo! >>

Provare non costa nulla.”

<< Lo so che stai facendo tutto questo per mangiare gratis al suo ricevimento di nozze. E, comunque, non m’interessa dargli problemi giusto il giorno più bello della sua vita! >>

Come sei diventata altruista, baby..”

<< Ti conviene sparire, Jake. E non mandarmi messaggini su Whatsapp che ti blocco. >>

Ma perché..”

<< Perché si. I ritorni di fiamma servono solo per fare le grigliate, lo sai come la penso. Quindi adesso mettiti il cuore in pace: mi vedo con qualcuno. >>
Ok, io ci provo..magari smette..

Perfetto..allora ci si vede sabato, ok?”
Ma è scemo o cosa?

<< Ti ho detto che sono impegnata! >>

Oh..ma io sono stato invitato da Esme..sono suo cugino di terzo grado, ricordi?”
Merda.
Mi parte automaticamente un epic facepalm.

<< Ok. Con tutto quello che vedo giornalmente non mi stupisce più nulla. Addio, Jake. >> e richiudo la chiamata.

Cugino di terzo grado.
Ma quanto posso essere sfigata?
Getto il cellulare con un gesto stanco sul piumone e mi addormento accanto a Sailor Moon.
A volte mi farebbe proprio comodo, il cristallo di luna.
Per scomparire.

***

<< AAAAAAAARRRRGGGHHHHHHHH!!!! >>

Potresti, che ne so, smettere di urlare? Ti ho solo chiesto se avevi fatto la ceretta e..”

<< Alice, per favore, non infierire! Io odio la ceretta, odio visceralmente tutto quello che ha a che fare con cera, strisce, coltellini di dubbio uso e mousse depilatorie. Ah, si: odio anche i rasoi. Quindi no, non mi sono depilata ed il matrimonio è domani! >>
Porto le mani sulla faccia, vorrei solo scomparire piuttosto che farmi martoriare le gambe.

Dimmi perché hai scelto un vestito che ti lascia scoperte le gambe, allora!”

<< Perché mi piaceva, MAB! >>

“Sto arrivando.”
E chiude misteriosamente la chiamata.
 
Due ore, mezzo contenitore di cera e millemila strisce depilatorie dopo, ho le gambe lisce come le modelle delle pubblicità.

<< Non dimenticare di passare l’olio di mandorle, Bella. >> mi ammonisce severamente Alice, sopracciglio alzato ed indice accusatorio.
<< No, no. >> replico distrattamente, accarezzandomi la pelle senza peluria quasi in estasi mistica. Sembrano sexy, wow!
<< Bella, non sto scherzando! – e mi guarda male – Se non metti l’olio anche stasera e domani dopo la doccia si vedranno i puntini rossi post depilazione anche sotto i collant! >>
<< Sai che dramma.. >> commento, soprappensiero.
<< Ma tu sei un attentato alla moda! >> esclama esasperata, crollando sul divano.
<< Sono una persona normale, MAB. Che odia la ceretta e che metterebbe i pantaloni per il resto della sua inutile esistenza! >>
Alice mi guarda, com’era prevedibile, con l’espressione più sconvolta dell’universo, ma non ha il tempo di replicare che Merope le salta addosso, richiamandola all’ordine.
<< Cucciolotta bella! – esclama la pazza con la voce più stridula – Vuoi le coccole? >>
Merry, ovviamente, le porge la testolina e si becca tutte le carezze che vorrei io come ricompensa per essermi fatta brutalizzare le gambe.
<< Adesso Bella è più bella, vero? >> continua Alice, rivolta alla gatta, senza degnarmi di uno sguardo.
<< Ma la smetti di parlare a Mimmy? >> sbottò, stufa, alzandomi dal divano ed afferrando la bottiglietta con l’olio di mandorle << Mi hai torturata talmente bene che adesso sembra che le mie gambe non abbiano mai visto un bulbo pilifero! Adesso vado in bagno e mi passo questo schifo, così sei felice e te ne torni a casa, ok? >>
<< Va bene, Bella. Nel frattempo mi faccio una chiacchierata con Merope, che è assai più partecipativa di te nelle discussioni. >> e, come a sostegno della sua tesi, la gatta emette un miagolio soddisfatto e pieno di fusa.
Il mio naturale ringhio di frustrazione è poco, considerato quello che devo sopportare ogni giorno con questa banda di pazzi.

***

Oggi è il gran giorno.
Dio mio, quanto vorrei cancellarlo dal calendario.
E pensare che non ho nemmeno dormito, questa notte.
Facciamo finta che non esiste, ok Bella?
Hai sopportato la depilazione stoicamente senza urlare a squarciagola ad ogni pelo che ha abbandonato la sua naturale sede, hai addosso un abito stupendo che non ti è costato una fortuna solo perché conosci la proprietaria del negozio che lo vendeva, ti sei appena inguainata in un paio di collant che ti fanno il sedere più sodo, hai fatto la piastra ai tuoi capelli così bene che hai scoperto che Rapunzel si può solo mettere da parte per la lunghezza della chioma e ti truccata in modo così elaborato che le finaliste di Miss Mondo sembrano a confronto scialbe e struccate.
Su, ce la puoi fare!

Macchè, inutile girarci intorno: sono una nerd sfigata travestita da donna in carriera che sta per assistere al giorno della disfatta finale della propria vita sentimentale.
Ad essere sinceri non riuscirei nemmeno ad andare da Carl qualche minuto prima del matrimonio a confessargli i miei sentimenti come ha fatto Jennifer Garner con Mark Ruffalo in “30 anni in 1 secondo”.
Sono proprio senza speranza.

<< Merruccia, tesoro, io esco. Se sopravvivo a questo matrimonio..torno tardi. >> e le invio un bacio con la mano dopo averle adeguatamente riempito le ciotole con acqua e croccantini.
Prevedibile come le previsioni del tempo che toppano alla grande, Merope nemmeno mi guarda, acciambellata com’è sul divano. Incredibile come reagisca solo all’udire l’apertura della scatoletta di tonno al naturale (perché quella all’olio d’oliva non le piace).
Alzo gli occhi al cielo, sospiro, afferro i tacchi ed esco.
Ce la farò.
Ce la posso fare.
Aiuto.

***

Chiesa stracolma di gente, ovviamente e, come se non bastasse, ho dovuto fare due chilometri a piedi, correndo per il ritardo, dal parcheggio di fortuna con i tacchi.
Con. I. Tacchi.
Quelli che uso una volta al secolo, che odio più della ceretta per la scomodità.
Sento che indosserò presto le mie fidate ballerine e chissenefrega di Alice e Rosalie che volteggeranno leggiadre sui trampoli e che mi guarderanno male per il resto del tempo.
Sono una fotografa, sono abituata alla comodità!

Riesco a malapena a reggermi in piedi con questi cosi a spillo così, quando vedo Rosalie farmi un cenno con la mano – Dio grazie! – indicandomi un posto accanto a lei in seconda fila, caracollo in modo molto femminile fino a sedermi sgraziatamente sulla panca.
<< Ufffffff….! >> sbotto, facendomi aria con la mano. Emmett, sorridendo, mi porge il libretto della messa ed io lo afferro subito per potenziare l’aria. Sicuramente sta pensando che sono un uomo mascherato da donna.
<< Ho sempre pensato che tu sia un travestito. >> mi dice infatti, confermando i miei sospetti.
<< Ed io ho sempre pensato che tu non sia un uomo. >> replico, non appena riprendo facoltà di parlare liberamente senza tossire anche il polmone che mi è rimasto dopo la corsa.
<< Ah, e cosa sarei? >> chiede, reggendomi il gioco.
<< Uno scimmione, lo sai. >> sospiro, prima di gettare indietro la testa.
<< Come mai i tuoi capelli sono spettinati e camminavi come un t-rex in procinto d'estinzione? >> Rosalie mi guarda in modo sospetto e, quando dico loro le mie disavventure, lei ed Emmett devono sforzarsi per non scoppiarmi a ridere in faccia.
<< Potevi chiedere a noi un passaggio! >> continua Rosalie, ed il mio istinto omicida vira verso il livello nazista.
<< Va bene così. >> replico a denti stretti.
Chi glielo spiega che ho fatto leva sulla mia indipendenza solo per poter fuggire via il prima possibile?
<< Come desideri. >> accorda Emmett. Ma, mentre sto per rispondere, veniamo interrotti da Alice e Jasper che si siedono accanto a noi e mi chiedono – anche loro! – che cosa mi sia capitato.
Il tutto mentre il prete da il via alla celebrazione.
Ed io non vedo che Carl, bellissimo come al solito, che prende la mano di Esme e la guarda come vorrei che guardasse me.
Ed al suo “Lo voglio” il mio cuore cessa di battere.




NDA: Buonasera a tutti voi, lettori del mio cuore!
Non credevate sul serio che vi avessi abbandonati!

Se mi seguite anche per le altre storie, sapete già che sono stata parecchio impegnata tra riabilitazione post-tendinite, lavoro, ed impegni personali.
Aggiungete anche un paio di stalker, una causa in corso contro un soggetto che si è permesso di rubarmi una foto e pubblicarla come sua e due persone che mi hanno fatto completamente perdere tempo e ragione.

Ebbene, a questo proposito, tutti i personaggi di questa storia hanno delle psicosi/tratti distintivi di alcune persone realmente esistenti.
Ma ci tengo a sottolineare che non saranno riconoscibili e facilmente riconducibili alle reali personalità cui sono ispirati.

Ad esempio, il personaggio di Jacob è il mio ex ragazzo.
Non ha solo un tratto distintivo, è proprio lui.
Ma siccome la nostra storia è durata cinque mesi e siamo stati così bravi da riuscire nasconderla a tutto il mondo..posso serenamente scrivere di lui.

Per gli altri personaggi non potrò fare lo stesso.

Cooooooomunque...ecco le precisazioni del capitolo!

- Odio davvero la ceretta. Mia cugina mi ha torturata qualche anno fa con le strisce depilatorie e, per quanto sia stata brava, non mi è molto piaciuto stare lì a farmi strappare i peli. Ho usato la Veet, ma zero, non agisce nemmeno dopo mezz'ora di posa ed alla fine, mannaggia a me, uso sempre il rasoio. Me sfigata.
- Che dire su Jacob? E' quel degenerato del mio ex. Purtroppo non ho inventato nulla..nemmeno la storia della "lattina di coca da 33cl divisa a metà". Questa è la parte che ancora mi fa sganasciare dalle risate e, quando la racconto, i miei ascoltatori passano velocemente dallo stato incredulo allo sconvolto alle risa di cuore. Beh..immaginatevi me, a festeggiare il primo mese insieme, che avevo prenotato in un localino karaoke tanto bellino (dove spesso andavo ad esibirmi..quindi mi conoscevano tutti LOL) e con tante belle speranze sul futuro con cotanta arca di scienza..non vi dico la faccia del cameriere e lo sguardo compassionevole che mi ha rivolto. Me sfigata II - La vendetta.
- Odio anche i tacchi. Li ho odiati profondamente quando, al matrimonio di mia cugina, mi è rimasto inspiegabilmente il tacco della scarpa sinistra in mano. Ci avevo speso un botto per questi cosi infernali + borsa coordinata e mi è finita con le ballerine cambiate in fretta e furia in macchina. Avevo quindici anni, e queste sono esperienze che segnano. Me sfigata III - Il ritorno della vendetta.


Alloraaaaa..abbiamo conosciuto Edward! 
Ho già intenzione di inserirgli una o due psicosi tanto tanto carine di una persona che ho frequentato in questi ultimi sei mesi, anche se ancora sono indecisa. 
Il prossimo capitolo sarà ambientato al ricevimento di nozze di Carlisle ed Esme.
Sorry: forse sto dedicando poche menzioni ad Esme ma..in questa storia lei è solo un contorno. 
Se mai dovesse diventare qualcosa di più..ve lo farò sapere.

Cosa ne pensate? 
Siete felici del mio ritorno?
Vi ricordo che il mio gruppo "Le NDA pazze di Moi Self" aspetta solo voi quindi..aggiungetevi!

Piccola proposta..volete vedere una foto di Merope (ovvero la VERA protagonista di questa storia)? 
Fatemelo sapere tramite recensione - commento breve!

Naturalmente ringrazio tutti quelli che leggeranno, quelli che mi hanno aspettata, i superstiti, i redivivi, quelli nuovi e chi ha inserito ed inserirà questa storia tra le seguite/ricordate/preferite.
E ringrazio anche chi mi ha inserito nella sua lista di Autori Preferiti.

A prestissimo!

Vostra Giuly :D 



 
   
 
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