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Autore: HatsuneNMiku    04/05/2016    2 recensioni
Quando la pazzia divora il tuo essere, diventi un vero e proprio pazzo psicopatico.
E se questo pazzo fosse anche un padre?
Sarebbe... un padre pazzo.
Aya è una ragazzina di undici anni, che vive insieme al padre e la sua assistente in una grande villa. Una notte, un urlo disturba il riposo della piccola, e ad urlare era proprio suo padre.
~Un viaggio tra bambole che camminano, tizi senza un occhio, persone inquietanti che parlano da sole, corpi mutilati che ti inseguono,pazzi psicopatici, mogli gelose e molto altro ancora!
Divertitevi!~
||Versione scritta del gioco Mad Father di Sen||
Genere: Avventura, Drammatico, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alfred Drevis, Aya Drevis, Dio, Maria, Un po' tutti
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 5- MARIA

 

Mise tremando una mano sulla porta del laboratorio.

Fece un grosso respiro, ed entrò.

-Maria!-

La giovane donna era seduta contro il muro, sembrava soffrire.

-Signorina....-*

-Sei ferita...-

-Ah... ma sto bene... dimenticami. Scappa da qualche parte, al sicuro... è pericoloso qui...-

-Dov'è papà? Ho sentito un suo urlo dalla mia camera...

-AH! Devo salvare il dottore!- esclamò Maria sgranando gli occhi.

Cercò di alzarsi ma cadde nuovamente contro il muro.

-Oof...-

-Non puoi andare con questa ferita!-

-Ma...-

-Maria, cos'è successo a papà?-

-Il dottore è dentro... Sua moglie, lei...-

-Sua moglie....? Mia madre? Cosa stai dicendo?! Maria!- urlò scuotendo la ragazza.

-Maria..!-

-Cara, sembra sia svenuta...-disse una voce elegante.

-Di nuovo tu...- disse Aya rivolta ad Ogre, l'uomo d'affari vestito di nero.

-Sembra che tuo padre sia lì dentro.- (Non sono sicura della traduzione)

-Disperso nel labirinto sotterraneo...-

-Cos'ha visto Maria? La mamma è morta, giusto...? Cos'è successo? Non dirmi che è la maledizione...-

-Sei l'unica che può confermare i tuoi sospetti, no?-

disse Ogre entrando nella stanza successiva.

-Che uomo strano...-

Si inginocchiò nuovamente accanto a Maria.

-Uh? C'è qualcosa sotto la sua gonna...-

Era una chiave.

Uscì dal laboratorio e vide uno spirito alla sua destra, dai capelli verdi, allontanarsi lentamente.

-Quella persona... sembrava così triste...-

Continuò a seguirlo fino ad arrivare nell'archivio, la cui porta si spalancò per farla entrare.

Davanti alla stanza che aveva visto chiusa l'ora prima vide lo spirito che l'aveva guidata che cercava di aprire la bocca.

-Um...- sussurrò Aya.

Lo spirito sparì nel nulla.

-Penso stesse provando a dire qualcosa...-

Allungò una mano e spinse la porta.

L'ambiente era rettangolare, e molto piccolo. L'arredamento era molto semplice: un letto al centro, un grezzo tavolo di legno ad un angolo e una piccolissima liberia all'altro angolo. Alcune ragnatele si erano fatte strada sul tetto e le pareti. Aya si avvicinò alla liberia e trovò un diario.

-Questo è... il diario di Maria?-

 

"Dottore, è passato un anno dal giorno in cui mi hai portata in questa villa. Non dimenticherò mai quel giorno..."

 

 

-Per favore... cibo...-

Una ragazzina era distesa sul pavimento di un marciapiede, accanto ad un secchiello.

Era ridotta allo stremo, non mangiava da giorni.

-Cibo...-

Un uomo spuntò da dietro l'angolo. Era alto, castano e portava gli occhiali.

-Qualcuno...- sussurrò la ragazza -Cibo...qualcuno...-

L'uomo si girò e si inginocchiò accanto a lei.

-Una barbona...?- mormorò. "Potrebbe essere un soggetto perfetto per qualche lavoro..."

-E' pietoso vedere qualcuno così magro... vieni a casa mia, per favore. Ti darò dei vestiti e dei pasti deliziosi-

La ragazzina alzò lo sguardo guardandolo con gratitudine.

 

 

Finalmente, finalmente stava mangiando qualcosa.

Una volta finito il pasto, l'uomo la accompagnò in una stanza che sembrava una cella.

-Rimani qui per un po'. Racconterò alla mia famiglia di te-

-Famiglia...?- mormorò la ragazzina con sguardo assente.

-Ho una moglie e una figlia di sette anni. Sono sicuro che ti daranno il benvenuto- affermò l'uomo sistemandosi gli occhiali sul naso.

-Famiglia...- mormorò ancora una volta la ragazzina.

L'uomo si voltò e se ne andò.

-Ah...ooh....oogh...-

Un lamento proveniva dalla brandina.

"E' una persona come me...?" pensò avvicinandosi al povero ragazzo ferito.

-Oof... ugh...-

"Quante lesioni terribili... deve far male... Forse posso fare qualcosa..."

Rovistò nello scaffale all'angolo, ma non trovò nulla che faceva al caso suo.

Intanto il ragazzino continuava a lamentarsi.

Così strappo' il suo vestito ricavandone delle bende.

"Questo vestito non sarà poi granché... ma l'unico altro vestito che indosso sono..."

 

 

Aveva bendato per bene il ragazzo, e adesso sedeva sul pavimento, mentre l'uomo, tornato con indosso un camice bianco, stava fissando il ragazzo sulla brandina.

"Sono sorpreso...stava per morire, ma si è rimesso in sesto durante la notte...Sembra che abbia ricevuto un eccellente trattamento."

-Sei stata tu?-

-...Sì-

-Che mano... sei molto talentuosa-

-Per favore, io...-

"Non posso lasciare andare questa occasione..." pensò l'uomo.

Si voltò verso la ragazzina che si copriva a disagio.

-Come ti chiami?-

-Ah...? Uh...Io... io sono..- abbassò gli occhi -Maria...-

-Maria, hm? Un nome appropriato- si inginocchiò -Maria, vuoi diventare la mia assistente?-

La ragazzina lo fissò sorpresa.

-Oh...?-

-Non voglio perderti. Per favore, resta con me-

Maria sgranò gli occhi.

-Quindi..? Vuoi affidarti a me per il resto della tua vita?-

Per la prima volta dopo tempo, Maria sorrise.

-Sì...-

 

"Ero così felice...così felice, perché tu mi hai salvata. Ero sola, ma tu mi hai dato ciò di cui avevo bisogno. Mi hai dato amore. Finché sarò necessaria, rimarrò con te. Come potrei vivere senza di te... Ti amo, dottore..."

 

 

Aya posò il diario tra gli altri libri.

-...Non ho mai saputo nulla di Maria, dopo tutto... Anche Maria ama veramente papà...-

Tornò indietro solo dopo qualche minuto di silenzio. Scese nei sotterranei e si fermò a fissare Maria.

Poi si avvicinò alla porta, dietro la quale, secondo Ogre, si trovava suo padre.

 

 

 

 

 

Note

*Maria è solita a chiamare Aya “Mistress”.

Questo capitolo è più corto degli altri, ma ho preferito lasciarlo così perché qui si capisce davvero chi è Maria, insomma è una delle mie parti preferite.

E sì, Maria era rimasta in mutande.

*Rovina momenti: ON*

Comunque, adesso conoscete la verità su Maria, e nel prossimo capitoloh andremo finalmente nei sotterranei veri e propri!

TROPPI FOTTUTI DIALOGHI CHE FINISCONO/INIZIANO CON “…”

SONO.TROPPI.PORCA.COIN!

 

 

 

 

 

 

   
 
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