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Autore: TheBarefootGirl    06/05/2016    0 recensioni
{Modern!AU}{Clexa, accenni Bellarke}
Siamo nella malconcia periferia di LA, tra i marciapiedi sconnessi e le catapecchie che accolgono i rifiuti di una metropoli scintillante. Una guerra tra bande scuote la squallida monotonia del posto, due gruppi di giovani disperati e reietti, gli Skycrew e i Grounders, si battono per difendere la loro appartenenza a quella desolazione. Ma cosa succede se una minaccia li costringe a serrare i ranghi, a guardarsi le spalle l'un l'altro? E se Clarke, capo degli Skycrew, fa breccia oltre il sospetto che spinge l'indomita Lexa, "regina" dei Grounders, a non fidarsi di lei? La pace tra le due bande scoppierà loro in faccia o riusciranno a mantenere la tregua?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Bellamy Blake, Clarke Griffin, Lexa, Un po' tutti
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Il contrattacco

Los Angeles, periferia est
Quartiere della Torre,
ore 2.15 am

 

Lexa, a cavalcioni della vecchia Harley, fissava il cielo scuro, i lunghi capelli mossi dal vento. Il grattacielo abbandonato svettava davanti a lei, una torre scura, senza pareti, senza pavimenti, di cui rimaneva solo la fredda struttura di cemento vivo e che rappresentava il centro di ritrovo dei Grounders, il simbolo del suo potere.
Dal punto in cui si trovava non riusciva a scorgere nessuno all'interno della struttura, eppure sapeva che gli altri erano lì, in attesa. Sospirò, portando la mano alla tasca dei pantaloni di pelle per assicurarsi che il coltellino svizzero che portava sempre con sé non fosse scivolato durante il tragitto in moto, quindi, con un movimento agile, scese dalla Harley e si inerpicò su per la piccola collinetta di macerie oltre la quale si poteva accedere al grattacielo. Solo una volta raggiunta la cima riuscì a scorgere i primi Grounders che montavano il turno di guardia. Alla sua vista quelli si irrigidirono, mettendo mano all'assortimento di armi che si portavano dietro: coltelli, per la maggior parte, e qualche pistola.
Lexa non si scompose e con un movimento fluido e veloce scese dalla collinetta di macerie. Non aveva bisogno di dire qualcosa per farsi riconoscere: ogni Grounder sapeva riconoscere i lunghi capelli castani, gli occhi verdi cerchiati di nero e l'immancabile giacca di pelle nera che la caratterizzarono. Infatti, come si aspettava, i ragazzi attorno a lei abbassarono la testa in segno di reverenza e la lasciarono passare. La ragazza si avviò dunque verso il grattacielo.
Lo spiazzo di cemento che costituiva il piano terra era pressochè vuoto, eccetto per alcune grosse macerie che le guardie trascinavano lì per sedersi nei momenti di noia. Sulla destra le scale, di cemento, grezze e senza protezioni, si aprivano sul vuoto. Lexa iniziò a salire a passo svelto, abituata ai ventiquattro piani da salire per arrivare alla cima, dove i suoi secondi la aspettavano. Più saliva, più il vento fresco le scompigliava i capelli castani e quando arrivò in cima i capelli erano completamente arruffati ma nessuno dei presenti osò ridere.
Sulla sommità del grattacielo, illuminate dalla luce della luna, c'erano due figure silenziose. Lexa sapeva che l'avevano aspettata senza dirsi una parola. Era una sorta di segno di rispetto nei suoi confronti: qualsiasi cosa si fossero potuti dire, poteva aspettare l'arrivo di Lexa. In fondo tutti sapevano che, anche se diversi membri si riunivano per prendere le decisioni, in fondo a decidere era sempre e solo lei.
“Lexa.” La salutò Indra, facendo un passo verso di lei. Alla luce della luna le numerose collane che portava al collo luccicavano.
Lexa le rispose con un cenno, andando a sedersi sul parapetto del grattacielo, a pochi centimetri dal vuoto di tutti quei ventiquattro piani.
“Non avremmo dovuto attaccarli così.” Esordì la seconda figura, nascosta dalle ombre del muro che sorgeva in mezzo allo spiazzo dell'ultimo piano per sostenere una rampa di scale che non sarebbe mai stata costruita.
“Tu sei solo una spia, Lincoln.” Disse Lexa, monocorde, guardando Indra. “Non hai voce in capitolo.”
Eppure mentre pronunciava quelle parole, la ragazza sapeva che era vero: poteva solo immaginare le conseguenze di quanto avrebbe potuto succedere ora che l'irreparabile era stato fatto. La morte di quel ragazzo bruciava e lei, Lexa, che stava a comando dei Grounders non poteva permettersi un altro passo falso se non voleva che la sua banda, dopo essersi rivoltata contro di lei, venisse arrestata.
“Lexa...” Fece Indra, la mano tesa nella direzione di Lincoln, come ad indicare che avesse ragione. Lexa si limitò a fissarla dall'alto del parapetto e lei tacque.
“Conosco bene le conseguenze delle nostre azioni e non ne dubito la gravità.” Guardò Lincoln. “So ammettere i miei sbagli e so trovarvi una soluzione.”
Un momento di silenzio, interrotto solo dallo scattare dell'accendino di Lincoln, che si accese una sigaretta.
“Indra,” Continuò Lexa. “dirai al resto della banda di disperdersi, andare fuori città, se possono. I Grounders non si riuniranno più per qualche tempo, sperando che questo basti a far perdere le nostre tracce. Sceglierò una squadra di pochi membri e ci concentreremo su una nuova tattica.”
“Quale?” Fece Lincoln, il tono carico di malcelata ironia.
Questa volta, invece di zittirlo, Lexa rispose: “Sei una spia per una ragione.” Poi rivolgendosi a Indra: “Distruggeremo la Skycrew dall'interno. Voglio degli infiltrati e voglio che raggiungano la cerchia più stretta e che la smantellino tassello dopo tassello.”
Nel dirlo la ragazza aveva stretto le mani a pugno, le unghie affondate nel cemento vivo del parapetto.
“Lexa,” Ingiunse allora Indra. “ma se la Skycrew contrattacca...”
“Non lo faranno.” Questa volta a parlare fu Lincoln. Si alzò, uscendo dall'ombra del muro e lasciando che la luna gli illuminasse i muscoli pieni del torace. Fece un ultimo tiro dalla sigaretta e la lanciò oltre il parapetto. “Le mie fonti dicono che non voglio no rispondere al fuoco col fuoco: temono di venire scoperti.”
“Bene.” Fece Lexa, dando il discorso per concluso. Scese dal parapetto con un balzo agile e tornò ad incamminarsi verso le scale. “Ti farò avere i dettagli.” Disse ad Indra, che la affiancò nella discesa. “Tu inizia ad ordinare agli altri di disperdersi. E tu...” Si voltò verso Lincoln che le aveva seguite a pochi gradini di distanza.
“Sei stato bravo fino ad ora, ma voglio di più..” E detto questo accelerò il passo, lasciandosi sia il ragazzo che la sua seconda alle spalle. Aveva tanto a cui pensare.



N.d.A; Lo so, sono passati secoli dal mio primo- e ultimo- aggiornamento, ma sono tornata con tanta nuova voglia di scrivere e tante nuove idee. Insomma, mi prostro ai vostri piedi e chiedo perdono. Colgo l'occasione per ringraziare quelli di voi che hanno letto, recensito, seguito, preferito e ricordato.
Ma parlando del capitolo: è corto, lo so, ma volevo che fosse un'introduzione simile a quella che ho fatto per la Skycrew: dal prossimo capitolo entreremo nel vivo della storia e i capitoli saranno più lunghi, promesso.
Spero inoltre che vi sia piaciuta la mia versione moderna di Lexa, non ho resisistito a farla un po' punk, con giacca di pelle e tutto.
Spero vi sia piaciuto,
a presto!
TBG

 
   
 
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