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Autore: Pancake_2309    07/05/2016    1 recensioni
Sono successe tante cose dopo la fine della Grande Guerra durata cent'anni.
Così come anche i rapporti, spesso cambiano.
Ma l'amore e l'amicizia, sono per sempre.
ZukoxKatara
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aang, Katara, Sokka, Toph, Zuko | Coppie: Katara/Aang, Mai/Zuko, Suki/Sokka
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Chi lascia andare via una stella in un cielo d'estate si ritroverà a raccogliere delle lacrime dalla terra d'inverno


Generale Iroh


1. Il Giglio Rosso


Ogni volta che Katara sorpassava quelle imponenti porte dorate ecco che improvvisamente l'insicurezza prendeva il sopravvento su di lei.

Aang le stringeva la mano, cercando di rassicurarla ma era tutto inutile.

Toph nonostante le sue maniere impetuose e i suoi cambi d'umore repentini riusciva in qualche modo a trovarsi in perfetta sintonia con quell'ambiente che invece all'amica stava fin troppo stretto così come anche Suki e Sokka.

Cosa non andava in lei?

Ma ecco che il peggio doveva venire, sorpassarono il lungo corridoio arrivando nella Sala del Trono.

Le domestiche cominciarono a lanciarle occhiate ambigue e a fare commenti acidi sul suo abbigliamento e sulla sua acconciatura, la diciassettenne si toccò i capelli a disagio, le lacrime minacciavano di uscirle da un momento all'altro.

“ Va tutto bene, amore?” Aang la fermò con il proprio corpo, molto più alto del suo rispetto a tanti anni addietro.

Certo” gli sorrise, mascherando il turbamento interiore.


Le porte di legno massiccio si spalancarono di colpo, rivelando due figure al centro della stanza.

Zuko e Mai li stavano osservando, entrambi sorridenti.

“ Benvenuti” proclamò la mora, “ ora scusatemi ma devo proprio andare, così vi lascio da soli a rivangare i vecchi tempi, mi spiace ma la cosa mi mette il voltastomaco” lo disse tranquilla.

“ Mai sono passati solo quattro anni” mormorò il Signore del Fuoco esasperato, alzando gli occhi al cielo e stringendosi la punta del naso.

La ragazza gli posò una mano sulla guancia, “ mph, come vuoi tu. Sai dove trovarmi dopo” gli altri la guardarono basiti da quell'atteggiamento ma per niente stupiti tranne Katara che cominciava seriamente a domandarsi cosa trovasse il suo amico in quell'impermeabile umano.

Zuko le sorrise, spostando la sua mano, “ va bene, a dopo” e lei uscì dalla stanza.


Appena Mai varcò la porta, Zuko si tolse il simbolo imperiale lasciando ricadere i capelli scuri appena sopra le spalle e anche il mantello, mostrando lo yukata verde scuro pieno di decorazioni più chiare e dorate quello che di solito metteva nelle occasione informali, ovvero, quando di soppiatto andava alla Sala da The di suo zio, comportandosi come un qualsiasi ragazzo e cittadino di Ba Sing Se.

Gli altri lo guardarono sconvolti, il ventenne sembrò non curarsene, ripiegando con cura il mantello e posandovi sopra il simbolo lo nascose dentro una cassapanca infondo alla stanza.

Spense il fuoco davanti al trono con un gesto delle mani e si rivolse agli amici.

“ Cosa c'è?” domandò stizzito.

Tutti risero di gusto.

“ Caspita, a volte mi dimentico perfino io che nonostante tutto sei ancora quello che si è presentato a noi con il viso da cucciolo bastonato a chiedere scusa e di potersi unire a noi” sghignazzò Sokka.

“ Già, bei tempi!” Toph gli diede una gomitata sul braccio.

“ E se non fosse stato per te non avrei mai potuto scoprire quanto possa far comodo avere un migliore amico che è anche il Signore del Fuoco” sentenziò Aang sorridendo a trentadue denti.

“ Ah-ah, spiritosi” disse Zuko fintamente divertito anche se un sorriso sghembo apparve sul volto di quest'ultimo.


Tutti guardarono Katara con curiosità tranne Zuko che la stava implorando di non metterlo ancora più a disagio interiormente di quanto non lo fosse già.

“ Sì...allora?” chiese lei come risvegliatasi da un sogno, stava ancora riflettendo sui commenti di poco prima delle donne delle pulizie.

“ Katara, tutto bene?” Zuko si accorse dello sguardo assente dell'amica e le si avvicinò, posandole una mano sulla spalla apprensivo.

“ Certo, Zuko” lo rassicurò con due pacche sulla sua mano che era posata su di lei “ chi vuole un the?” domandò sentendosi come risposta dei vivaci – io.

Dopotutto, non si era mai troppo vecchi per quello.

Ma il ragazzo non se le bevette e sospetto che c'era qualcosa di più grosso che lei si preoccupava di tenere ben nascosto e che turbava il suo sguardo celeste.


Appa ruggì salutando il moro con una mega leccata.

“ Anche io sono felice di rivederti, amico” disse di rimando, pulendosi dalla saliva.

Saltarono tutti e sei in groppa al bisonte volante, puntati malamente da un irritata Mai.

Decise che prima o poi doveva far quattro chiacchiere con il suo irresponsabile fidanzato.


Arrivarono davanti alla graziosa villa e Iroh rimase di sasso a vederseli arrivare tutti e sei, era da tanto che non vedeva il nipote, sempre occupato dietro una scrivania a governare.

“ Ma guarda un po' chi viene a far visita ad un povero vecchio” esclamò allegro, salutandoli non appena varcarono la soglia.

Ma Zuko non passò inosservato, le persone smisero di fare i loro comodi e s'inchinarono a terra così come anche per Aang.

“ Vi prego, non c'è ne bisogno davvero” bofonchiò quest'ultimo, imbarazzato.

“ Ascoltatemi, oggi non avete davanti un Avatar o il Sovrano della Nazione del Fuoco ma solo due semplici ragazzi di città quindi vi prego alzatevi” dichiarò Zuko e così fu, tutti tornarono ad ignorarli.


Iroh li salutò uno ad uno come si deve, li fece accomodare ad un tavolo circolare e chiese cosa poteva offrire ai suoi ospiti preferiti.

“ Decidi tu, zio. Qualsiasi cosa per me va bene” furono tutti d'accordo con il giovane.

L'anziano s'inchinò con un sorriso e li ringraziò.


La Sala si riempì di allegre risa, Toph continuava a rimpinzare Suki di domande su come procedeva la relazione con Sokka, quest'ultima di tanto in tanto si intrometteva con foga e per il resto del tempo giocava con Momo mentre Aang partecipava interessato.

Katara ignorata da tutti o almeno così credeva, incominciò a far roteare il the dentro la tazzina con la mano ma Zuko gliela fermò.


“ Non sembri di buon umore” constatò, lasciandole la mano,quasi dispiaciuto.

“ In effetti, mi capita spesso quando veniamo a trovarti”.

“ Oh...” s'intristì.

“ Cioè! Non fraintendermi sono felicissima di vedere come te la passi, ma...ogni volta che metto piede nel tuo Palazzo le persone, cioè i tuoi domestici...mi criticano”.

“ Cosa? Sei la persona più adorabile di questo pianeta, una volta che ti si conosce meglio ovviamente” le diede una scherzosa spallata.

Lei sorrise un po' rincuorata da quel sincero complimento anche se era stato detto in tono semi-serio, tornando a fissare le foglie che galleggiavano nella tazzina.


“ Zuko...”.

“ Sì?”.

“ Tu...insomma, non ti senti mai fuori posto?”.

Lui posò la sua tazzina sul tavolo, voltandosi con metà busto verso di lei, posò un braccio sul tavolo posandovi la guancia sopra.

“ Ogni giorno, Katara. A volte sinceramente, non vorrei mai aver accettato di diventare quello che sono, certo, ha i suoi pregi...però. Mi sento...anzi non mi sento me stesso. Devi sempre fare attenzione a tutto quello che dici e soprattutto fai, è un incubo a volte ma diciamo che attingo la forza di sopportare la cosa da molte fonti, come Mai e voi, il mio popolo” spiegò pragmatico.

“ Quindi è per questo che vieni spesso qui di nascosto?” lo stuzzicò.

“ Come...” si bloccò, certo suo zio, “ lo sai solo tu?” sembrava ansioso.

“ Sì, stai tranquillo. Me lo ha confessato un mese fa quando io e Aang eravamo passati a salutarlo”.

Sospirò sollevato e lei sorrise divertita.


“ Non essere paranoica comunque, se troverai problemi basta solo che tu venga a dirmelo e ci penso io”.

“ Ti ringrazio” ma non sembrava essersi tranquillizzata del tutto.

Zuko avvicinò il viso al suo, facendola arrossire ma lui sembrava indifferente al disagio che aveva creato alla ragazza.

“ Katara, non c'è nulla di sbagliato in te. Ricordati sempre la persona...che sei” sembrava volesse aggiungere qualcosa ma si bloccò.

Fu Aang che ad un tratto osservò la scena e afferrò la ragazza per le spalle attirandola a sé.

“ Cosa stavate combinando, volevate baciarvi?”.

Diventarono entrambi due pomodori e inveirono contro di lui.

Il ragazzo mise su lo sguardo da cerbiatto per farli smettere.

“ Io...stavo solo scherzando, lo so che non lo fareste mai” si giustificò con un sussurro spezzato.

Gli altri presenti risero.

Iroh passò a raccogliere le stoviglie sporche ritrovandosi a pensare che in realtà quei due pomodori maturi insieme, dopotutto, come coppia non sarebbero stati niente male.


Il pomeriggio passò in un battibaleno e calò la sera, era l'ora dei saluti.

Toph distrusse tutte le articolazioni dei presenti prendendo sotto braccetto Sokka e Suki, portandoseli dietro verso Appa.

Rimasero solo più Aang, Katara e Zuko.

“ Ti ringrazio per averci dedicato un po' del tuo tempo, amico mio” lo salutò inchinandosi e posizionando le mani nel saluto della Nazione del Fuoco.

Katara gli gettò le braccia al collo, “ stammi bene e fai attenzione” gli mormorò all'orecchio, lui annuì.


Li guardò volare via su Appa e lui e Katara si scambiarono un ultimo sorriso.

Iroh mise un braccio intorno alle spalle al nipote, “chi lascia andare via una stella in un cielo d'estate si ritroverà a raccogliere delle lacrime dalla terra d'inverno” dichiarò solenne.

“ Cosa stai farfugliando, zio?” gli domandò senza capire.

“ Oh, niente” alzò le spalle e continuò a ramazzare l'ingresso.

Zuko lo salutò e tornò a Palazzo.

Sicuramente, Mai non sarebbe stata contenta.


Difatti, appena varcò l'ingresso trovò una carrozza e la sua fidanzata davanti a essa con il mantello da viaggio.

“ Sei in partenza?” le chiese andando per abbracciarla, lei lo fermò.

“ Dovrai dirmelo tu”.

“ Che cosa?” si stava arrabbiando, odiava quel tono secco.

“ Sono stufa Zuko. Io ho bisogno di un uomo, un uomo vero che mi dia sicurezze e non che prende e se la va a spassare con una banda di scapestrati, dimenticandosi chi è e qual'è il suo posto”.

“ Quella – banda di scapestrati – sono miei amici” la imitò, era quasi al limite, “ Mai...io tengo davvero molto a te, ti prego, non discutiamo” cercò di baciarla ma lei si scansò.

“ A volte credo preferisci loro a me “ sentenziò, il tono si fece cupo.

“ Cosa?Non è assolutamente vero...tu”.

“ Io cosa, Zuko? Ma non ti vedi? Sei su di giri e stai cercando di trattenerlo a stento, almeno ammettilo che questa vita non ti va più a genio e vuoi tornare a fare quello che facevi una volta, il traditore codardo che mi ha mollata per seguire chi?L' avatar che fino a pochi istanti prima voleva catturare, sei infelice. E se lo sei tu lo sono anche io. Non ti sto chiedendo molto dopotutto, solo che sei arrivato ad un punto di non ritorno e devi scegliere. O loro. O me”.

“ Mi stai chiedendo di non rivederli più? Di pugnalare le uniche persone a cui devo tutto?”.

“ Detesto tutti loro, specie quella Katara” fece il gesto.


Finalmente, capì.

Tu non hai mai amato me, ma hai amato solo quello che rappresento” sibilò.

“ Volevo arrivare anche a quello ma mi hai tolto le parole di bocca”.

“ Non abbiamo più nulla da dirci, addio”.

Bene, addio”.

Bene” ma prima che lei salisse sulla carrozza, lui le afferrò il polso, “ e comunque Katara è cento volte migliore di quanto lo sia tu, così come tutti loro” e la lasciò andare.


Aang posò la pelliccia su Katara, erano rimasti solo loro due seduti su Appa ad ammirare le stelle nel cielo.

Lei si accoccolò di più vicino a lui, e le baciò la testa.

“ Sei la mia stella più preziosa” le mormorò lui e si scambiarono un tenero bacio.

Ad un tratto Katara sentì una fitta sulla spalla che ore prima Zuko le aveva posato la mano.

Aang avrebbe dovuto riaccompagnarla alla Tribù dell'Acqua e poi dirottare verso il Paese della Terra per affari politici che richiedevano la massima attenzione.

La dominatrice però sentì che doveva ritornare alla Nazione del Fuoco, in qualche modo.

Aveva come un presentimento.

Zuko aveva bisogno di lei.

Chiese a Aang di tornare indietro, gli spiegò ogni cosa della loro conversazione e lui accettò, informandola che per almeno un mese non sarebbe tornato a riprenderla.


Zuko era furibondo, come aveva potuto Mai fargli una cosa simile?

E lui che stupido si era fatto illudere, forse era meglio Jin, se solo avesse risposto a quel bacio con più intensità.

Era come se gli avessero bruciato il cuore e si sentiva tremendamente vuoto e solo.

Si tolse la parte superiore della casacca rimanendo a torso nudo e incominciò a sferrare il suo dominio a destra e a manca.

“ Stupido!Stupido!Stupido!” esclamava tra un colpo e l'altro, ruggì una vampata enorme di fuoco.

Era esausto e voleva piangere.

Aveva un groppa alla gola che non ne voleva sapere di sciogliersi.

Si lasciò cadere a terra, osservando il firmamento sopra di lui.

“ Una stella in un cielo d'estate, eh zio?” incrociò le braccia sulle fronte, nascondendosi a quella vista mentre calde lacrime gli rigarono il volto.

Ad un tratto un pensiero si fece largo tra i suoi già confusi e carichi di risentimento.

Voleva che Katara fosse lì con lui.


“ Così ti prenderai un accidente” una voce acuta lo raggiunse.

Aprì gli occhi e vide una figura china su di lui con difficoltà mise a fuoco, rendendosi conto che era la persona che mai si sarebbe aspettato di rivedere ed inoltre che era quasi l'alba.

“ Katara...come, cosa ci fai qui?”.

“ Hai un aspetto orribile” si sedette vicino a lui, sull'erba del prato.

“ E' successo tutto così in fretta, Mai mi ha lasciato, definitivamente” dichiarò, mettendosi seduto.

“ Mi dispiace...” gli posò una mano sulle sue.

“ E' tutto apposto, credo che nel mondo esistano ragazze mille volte migliori di lei e prima o poi troverò quella giusta”.

“ Sei ottimista, non è da te, devi essere distrutto. Vuoi parlarne?”.

“ No. Ma grazie lo stesso”.

“ Allora, Aang mi tornerà a prendere tra un mese e nel frattempo ti farò compagnia”.

“ Sono lusingato” scherzò.

Guardarono il sole colorare il cielo di un vivace arancione.

“ E' bellissimo” mormorò la ragazza al suo fianco, Zuko la guardò.

Era davvero l'opposto di Mai in tutto e per tutto, sentì una fitta al cuore ma passò subito dopo le parole intrise di veleno che lanciò in riferimento della giovane al suo fianco.


Nel frattempo che i due continuavano a osservare quello spettacolo maestoso una donna anziana li controllava già da diverso tempo dietro un pilastro, aveva un cappuccio scuro che copriva la sua figura.

Senza che nessuno la vedesse uscì dalle alte mura, attraversando i vicoli stretti e arrivando ad una vecchia capanna diroccata, scostò la tenda sulla porta e notò un fiore rosso disegnato sulla stessa.

Bussò in un certo modo due colpi, poi uno, poi due.

Un uomo con una tunica rossa, calvo e con un espressione perennemente granitica le aprì.

“ Ama” sbottò, “ cosa ci fai qui?”.

La sottoscritta sorrise mesta, “ credo che al Giglio Rosso farà piacere sapere che esiste ancora una dominatrice nella Tribù Meridionale dell'acqua”.

“ Non ci vediamo da molto, ti prego, entra pure”.


  
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