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Autore: LorasWeasley    07/05/2016    10 recensioni
AU [Solangelo|Caleo|Percabeth|Frazel|Jasper]
"-Prima di iniziare voglio ricordarvi che questo non è un gioco, non vi state allenando, qui se sbagliate siete morti. Siete i migliori ragazzi in addestramento che siamo riusciti a trovare, venite da diverse parti del mondo, ma ci servite tutti.
...
Spero di non aver sbagliato a fidarmi di voi. Riuscite a portare a termine questa missione e tutto il mondo vi ricorderà come degli eroi."
Genere: Azione, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Frank/Hazel, Jason/Piper, Leo/Calipso, Nico/Will, Percy/Annabeth
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'CIA'
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34.Semplice


C’erano voluti esattamente 17,03 secondi prima che Leo riuscisse ad aprire la porte, che avevano bisogno di un codice d’accesso, hackerando il sistema centrale.
Nessuno aveva detto una parola, ognuno sapeva qual’era il suo compito.
Sempre in silenzio si separarono seguendo le indicazioni che aveva dato precedentemente Annabeth.
Leo e Will andarono a destra, seguendo il percorso tracciato nei loro orologi.
Procedettero velocemente e silenziosamente per diversi metri, poi iniziò lo scontro.
Will scostò la testa di qualche centimetro per fissarsi il polso, cercando di capire se avessero preso la direzione corretta.
Fu questo che gli salvò la vita.
La pistola fece partire un colpo silenzioso, diretto proprio alla sua testa.
Con quel piccolo movimento involontario, Will aveva fatto in modo che la pallottola gli sfiorasse l’orecchio e i capelli biondi.
Il biondo urlò – Giù! – E Leo non se lo fece ripetere due volte, mentre cercava qualcosa dentro le sue tasche.
Si nascosero mentre rispondevano al fuoco, non vedevano a chi stavano mirando, ma un mugolio di dolore gli fece intuire che uno dei due aveva colpito qualcuno.
Will finì le pallottole, quando infilò le mani in tasca Leo era certo che stesse prendendo le ricariche, ma uscì una boccettina rotonda e trasparente. Aveva le dimensioni di una palla da tennis e conteneva un liquido viola.
-Che cosa…- provò a chiedere, ma Will lo anticipò.
Lanciò la boccettina in aria, creò un arco perfetto andandosi a infrangere ai piedi dei loro tre inseguitori.
Il liquido viola si sparse sul pavimento, un secondo dopo prese fuoco creando una barriera tra di loro, gli uomini iniziarono anche a indietreggiare per il troppo calore.
Leo fischiò ammirato, guardò Will con uno strano luccichio negli occhi – Figo! Mi piace il fuoco, poi mi insegni questo trucco!
Will gli lanciò solo uno sguardo di sottecchi –Meglio di no- rispose semplicemente.
Si alzò spazzolandosi i jeans e annunciò –Non dura molto, dobbiamo correre, adesso.
Leo lanciò un veloce sguardo a una grata di un condotto dell’aria quasi sopra di loro, sorrise mentre si infilava una mano nella tasca del giubbotto.
Sicuramente stava pensando a Calypso.
Will ne ebbe la certezza quando uscì una piccola bomba, ancora più piccola della boccettina che aveva utilizzato lui, ma che avrebbe fatto abbastanza danno. Il biondo era più che certo che l’avessero progettata insieme.
-Si, dobbiamo decisamente correre.
Mentre lo diceva Leo tolse la sicura alla bomba e la lanciò oltre la barriera di fuoco.
I due ragazzi iniziarono a correre a perdifiato, imboccando quasi all’ultimo secondo le indicazioni dei loro orologi.
Esattamente 3 secondi dopo, sentirono il suono dell’esplosione.
 
Hazel, Frank e Jason stavano camminando a passo veloce.
Si fermarono quando il suono di un’esplosione, non proprio lontanissima, attirò la loro attenzione.
-Leo- commentò Hazel. I due ragazzi annuirono, assolutamente convinti che fosse il loro amico la causa di ciò.
L’esplosione però non attirò solo la loro attenzione.
Sentirono i loro passi ancor prima della voce che dettava ordini.
-Preparatevi- sussurrò Hazel uscendo la pistola dalla cintura.
Il gruppo era formato da cinque uomini armati e con le giuste protezioni.
Hazel sparò al cuore di quello davanti, il colpo ravvicinato lo fece volare all’indietro, ma non lo uccise per via del giubbotto antiproiettile.
Frank, nel frattempo, aveva evitato elegantemente una pallottola indirizzata alla sua testa. Prima che l’uomo potesse ricaricare la pistola, il ragazzo ci fu sopra iniziandolo a tempestare di pugni.
Hazel stava intrattenendo un secondo uomo, entrambi evitavano le pallottole che si lanciavano a vicenda. Hazel era certa che l’uomo non ci stesse mettendo tutta la sua volontà. Uno strano dubbio si insinuò nella sua mente.
Jason invece stava combattendo contemporaneamente con gli ultimi due uomini rimasti.
A uno aveva lanciato un coltello, così rapito che l’uomo non si accorse di nulla, fino a quando un pezzo del suo orecchio cadde a terra.
All’altro aveva sparato al braccio, non l’aveva preso in pieno, ma la ferita che iniziò quasi subito a sanguinare era abbastanza profonda.
I ragazzi si presero un secondo per respirare. Frank si rimise in piedi, l’uomo ai suoi piedi ormai svenuto.
-Penso sia il caso di scappare adesso.
Hazel, Frank e Jason iniziarono a correre, quasi in contemporanea, verso la loro meta.
La ragazza fissò dietro di se per un solo attimo, nessuno li stava seguendo.
Era strano, non era normale. Degli uomini ben addestrati non si sarebbero mai fatti fermare da un semplice graffietto.
Era stato tutto troppo semplice per non esserci qualcosa di losco sotto.
Ma si tenne quei pensieri per se e accelerò il passo per raggiungere gli altri due.
 
A Calypso facevano male le ginocchia, ma mai un suono uscì dalla sua bocca. Aveva anche silenziato il suo respiro, niente affanno né un sospiro di troppo.
Continuava a gattonare in completo silenzio, al buio, l’unica luce proveniente dalle grate poste a intervalli regolari e dall’orologio digitale che le indicava la strada.
Il suo percorso era quello privo di pericoli, ma anche il più scomodo e decisamente noioso.
La prima cosa a interrompere quella monotonia fu il suono di un’esplosione che fece anche tremolare il condotto dell’aria.
Calypso si bloccò per qualche secondo, mentre un sorriso gli increspava le labbra. Tutti i suoi pensieri erano rivolti a Leo.
Quell’esplosione era opera sua. La ragazza lo sapeva bene.
Sapeva anche che non gli sarebbe successo nulla di grave, sarebbe tornato da lei, doveva, glielo aveva promesso la sera prima. Le aveva promesso che sarebbe andato tutto bene e Calypso non poteva far null’altro che credergli, perché lasciarsi andare alla disperazione e all’ansia non li avrebbe portati da nessuna parte.
Diversi minuti dopo stava passando accanto a all’ennesima grata, quando sentì delle voci.
Si bloccò di colpo, si nascose meglio, trattenne il respiro e ascoltò attenta.
-… non erano questi i piani!- Stava dicendo uno.
-Non siamo morti, smettila di lamentarti.
-Potrei morire dissanguato per tutto quello che sto perdendo dall’orecchio.
-Jack è messo decisamente peggio di te.
-Mi sto lamentando anche per lui. Il patto non era questo e lo sai benissimo anche tu …
Calypso non sentì più nulla, i due uomini si erano allontanati troppo.
La ragazza non si mosse per qualche secondo, fissando un punto impreciso della parete in acciaio. Patto? Di quale patto stavano parlando?
 
Annabeth e Percy furono quelli che non incontrarono nessun problema.
Sentirono come un’eco lontano l’esplosione di Leo e qualche secondo dopo i passi degli uomini che si dirigevano in quella direzione.
Ma al contrario di Hazel, Frank e Jason loro non li affrontarono, si nascosero in tempo. Gli uomini erano inoltre troppo impegnati a dirigersi alla loro meta per far caso a ogni particolare.
Più che nascondersi fu Percy a gettarsi su Annabeth facendo in modo che rotolassero entrambi a terra.
La ragazza gli avrebbe anche imprecato contro se la sua bocca non fosse subito stata tappata dalla mano del moro. Ma i suoi occhi erano più che eloquenti.
Percy ringraziò il fatto che gli Dei li avessero creati senza la possibilità di uccidere con uno sguardo.
Quando gli uomini furono lontani Percy si scostò lentamente.
-Hai già dimenticato dei miei calci?- Gli ringhiò contro la bionda.
-Pensavo che non avresti più cercato di rovinare qualcosa che ti piace così tanto- rispose lui tranquillamente mentre si rimettevano in piedi.
Altro sguardo assassino –Stai mettendo davvero a dura prova la mia pazienza, Jackson.
-Buffo… L’altra notte Will mi ha ringhiato contro una frase simile.
-Notte? Fammi indovinare, l’hai svegliato per qualche stupidaggine?
Silenzio.
-Come immaginavo.
Annabeth terminò in un sospiro e riprese a seguire la loro strada.
Percy ebbe il buon senso di stare in silenzio.
Ci misero solo altri pochi minuti prima di arrivare all’imbocco dell’ultimo corridoio, si accovacciarono a terra e attivarono il trasmettitore al loro orecchio.
Annunciarono a Calypso, quasi in contemporanea con tutti gli altri, che erano in posizione.
La ragazza disse loro di stare pronti.
Liberò la boccetta che aveva creato Will e rilasciò il sonnifero.
Le guardie erano una dozzina. Più della metà caddero subito addormentate, l’altra parte fu pronta ad attaccare al pericolo imminente, ma anche loro erano abbastanza storditi.
I ragazzi intervennero in contemporanea e in pochi secondi avevano messo al tappeto tutti quanti.
Calypso scese dal condotto dell’aria con un abile salto, poi si stiracchiò i muscoli.
Leo invece stava inserendo una serie di codici per aprire l’ultima porta.
Questa volta ci mise solo 5,8 secondi. Il ragazzo rimase spiazzato, conosceva le sue capacità, sapeva di essere bravo, ma non fino a questo punto.
Annabeth fissò Leo, poi tutti gli altri e finalmente disse quello che tutti avevano solo ipotizzato.
-Nessuno di noi ha neanche un semplice graffio- Fissò le mani di Frank –Perché suppongo che quel sangue non sia tuo.
Il ragazzo diede conferma, lei continuò.
-Perché ho come la sensazione che tutto quanto sia stato troppo semplice?
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Hola!
Ed eccomi qui con un capitolo abbastanza movimentato.
Forse vi aspettavate più sangue, ma c'è un motivo se è stato tutto "troppo semplice" ;)
E lo so, manca di nuovo anche Nico, chiedo venia.
Alla prossima! Deh
 
  
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