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Autore: _apefrizzola_    08/05/2016    5 recensioni

«Sei più pettegolo della buon’anima di Bertha Jorkins, Ramoso»
«Ma come ti permetti, canide perfettamente riuscito?»
«Bertha Jorkins è morta!?»
«No, Peter... era per dire... visto che non è più a scuola...»
«Cosa te ne frega cosa si dicono Bones e McKinnon, James?»
«Se solo ci fossi stato, quel giorno davanti alla porta chiusa dell'ufficio di Silente, adesso staresti origliando dietro quello scaffale come il segugio quale sei»

«Barty, parlo sempre di te a Bella»
«Ma non l'hai ancora convinta! Così come non ho convinto del tutto voi, soprattutto da quando mio padre ha dato agli Auror il permesso di uccidere! Lo vedo nelle vostre facce, non sono stupido. E sappiate che lui non si fermerà, è sempre più pazzo. Svegliati, Regulus, sono quello messo peggio tra voi!»


«Stavo salendo le scale, lui è sprofondato da solo in quel gradino» esordì Liv per mettere subito in chiaro le cose come ogni volta che si ritrovava lì, a spiegare il motivo per cui aveva usato la bacchetta.
"Il Prefetto Malfoy ha detto che ho un cognome da Sanguesporco";
"Mulciber ha attaccato Mary";
"Rosier ha chiamato Dirk Cresswell mancato Magonò";
"Piton ha insultato Lily, l'ha chiamata schifosa Sanguesporco."
Genere: Commedia, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio, Regulus Black, Severus Piton | Coppie: James/Lily
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I Malandrini'
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Capitolo 16
 

 

NELLA BUONA E NELLA CATTIVA SORTE

 

 
 



Solleticando la pera del quadro, Sirius sentì un piccolo urlo da dietro il muro: la trappola della tazza Mordinaso doveva essere scattata. 
Cominciò a ridere prima ancora di entrare nella grande stanza riscaldata dall’enorme camino e quando mise piede dentro la Cucina vide Liv seduta ad uno dei lunghi tavoli in legno con una tazza aggrappata al naso e una macchia di cioccolata sulla larga felpa grigia.
«Tu!» ringhiò furiosa con voce nasale. La risata di Sirius richiamò una dozzina di piccoli elfi domestici, compresa Blinky. 
«Io cosa?» fece lui, angelico, osservandole il naso arrossato appena liberato dai piccoli denti della tazza incantata. 
Liv lo fulminò con uno sguardo assassino prima di puntare il dito contro l’elfa che pensava essere sua alleata.
«Perchè l’hai fatto, Blinky!?» le chiese massaggiandosi il naso. 
L’elfa spalancò i grandissimi occhi azzurri torturandosi con le sottili mani la veste stracciata.
«Blinky ha solo eseguito gli ordini, signorina! Il signor Black aveva detto...»
«E ti ringrazio, Blinky! Sei stata bravissima» la lodò allegramente lui lasciandosi cadere sulla panca dall'altro lato del tavolo, di fronte a Liv.
L’elfa, però, continuò ad osservare con aria colpevole la ragazza che nonostante tutto le sorrise, facendole un veloce occhiolino. Blinky sorrise a sua volta, raddrizzandosi in direzione di Sirius.
«Blinky, signore, può portare un vassoio di dolci se lei lo vuole» esclamò, già pronta ad andare a prenderlo.
«Perchè no? Va bene. Mai rifiutare i dolci» acconsentì gioviale lui tamburellando sul tavolo con le magre e lunghe dita. «E con la cioccolata ci stanno benissimo. Vero, Olivia?» aggiunse, beffardo, rivolgendosi a Liv che finse ostilità trattenendo il sorriso furbo sotto al naso rosso. Ci stanno alla perfezione, Black, specialmente quelli Singhiozzini. Ci stanno alla perfezione con Gazza, Mrs Purr e Pix nei corridoi silenziosi, la notte.
Blinky, con i due grandi occhi luccicanti, ci mise davvero pochissimo a portare un vassoio colmo di gustosi e soffici dolci.
La cioccolata era sulla felpa, eppure la piacevole sensazione che Liv si sentiva addosso era la stessa di quando quella dolce bevanda le finiva dritta nello stomaco. 
Black, con evidenti segni violacei sul collo che doveva avergli lasciato Susan come souvenir, stava spiluccando un pasticcino davanti a lei, ignaro del dolce pericolo che l'attendeva.

«Prima, Olivia, hai disturbato uno splendido momento» farfugliò Sirius con due bignè a riempirgli la bocca.
«Era quella la mia intenzione, Black» lo informò lei rigirandosi la tazza Mordinaso tra le dita.
Quanto ci metteva a scegliere i dolci Singhiozzin? Che li avesse riconosciuti?
Prima che potesse allungare una mano per afferrare un innocente muffin in modo tale da lasciare a Sirius quelli incantati, lui parlò di nuovo.
«Le ragazze con cui esco non dovrebbero essere vittime della nostra guerra di scherzi. Susan era distrutta» spiegò distrattamente spolverandosi le mani sporche di zucchero a velo.
«Anche Jane lo era, in Sala Comune» sbottò Liv portando lo sguardo sul suo viso disteso ed insolente. Sogghignavail lurido cretino. 
«Ecco perchè sei venuta a disturbare. Volevi vendicarla? Ma non è la stessa che ti tormenta da un anno?»
«Volevo vendicare tutte, Black»
«Tutte?»
«Tutte» 
«Gesto molto nobile da parte tua» commentò sarcasticamente lui afferrando finalmente un dolce Singhiozzino con grande sollievo di Liv che sorrise seguendo con sguardo avido il pasticcino infilarsi in bocca a Sirius. 
In un attimo la Cucina si riempì di sonori singhiozzi che fermavano un Sirius totalmente sconvolto e stupito ogni volta che apriva le labbra per parlare.
«Tutto bene, Black?» infierì malignamente Liv osservandolo diventare paonazzo di rabbia, i pugni serrati con forza sul tavolo.
«Sei... una...»
«Lascia stare i complimenti. Piuttosto, pensa ad un modo per tornare in dormitorio senza farti sentire da Gazza. Buonanottelo salutò divertita Liv alzandosi altezzosamente dalla panca per raggiungere il quadro ed uscire con i lunghi capelli scuri ad ondeggiarle sulla schiena sotto gli ardenti occhi grigi.
«Sei proprio... un' ingenua... Olivia!» le urlò dietro Sirius faticando a tenere a bada il fastidiosissimo singhiozzo.
Tirò fuori la Mappa, controllò che Gazza e la sua gatta non fossero nei paraggi ed attraversò il ritratto della natura morta con l’intenzione di raggiungere la prima scorciatoia al secondo piano e una voglia inaudita di baciare quella ragazza che cominciava a farlo impazzire sul serio.
 
 




 

*

 
 
 



I passi leggeri di Lily sulla scala che scendeva in Sala Comune fecero sollevare la testa di Remus, seduto sul divano davanti al camino con libri e pergamene sparsi tra le mani e sulle gambe.
«Remus, hai visto Liv?» esordì Lily fermandosi sullo stipite della porta con aria preoccupata. L’amica mancava da un’ora ed era strano perchè era uscita dalla camera soltanto per prendere un libro.
«No» rispose tranquillamente Remus. La seguì con gli occhi mentre avanzava tra le poltrone in cerca di qualcosa.
«É scesa qui un’ora fa per prendere questo» spiegò la ragazza afferrando il libro di Trasfigurazione di Liv dal piccolo tavolo vicino. L’espressione sempre più angosciata sul suo viso mise in allerta Remus che mollò la piuma tra i cuscini.

«Sarà andata nelle Cucine» provò a rassicurarla.

«Sai che Liv va in cucina?» sbottò lei spalancando gli occhi verdi. Remus si irrigidì, ripescando la piuma per rimettersi a scrivere frettolosamente.

«Be', ci vanno tutti, no?» bofonchiò dandosi dello stupido sottovoce.
Lily sbuffò, troppo presa a pensare all’amica per accorgersi del rossore sulle guance del ragazzo. «Non ci vanno tutti. Forse i Tassorosso che sono a due passi. Comunque, non aveva nessun motivo per andare lì»

«Non c’è bisogno di preoccuparsi così tanto, Lily. Vedrai che sarà qui a momenti» continuò a tranquillizzarla Remus, sussultando leggermente quando sentì il divano sprofondare al suo fianco. Lily si era seduta accanto a lui, silenziosa e pacata.

«Come mai studi qui a quest’ora?» gli chiese dopo aver scrutato il tema di Trasfigurazione sul quale Remus era concentrato.

«James e Peter stavano discutendo per una cosa stupida, in camera, mi serviva un po’ di silenzio» le rispose intingendo la piuma nel calamaio.
 

“Chiedile di uscire, Remus!”
“Sta’ zitto, Pete. Non vedi che sto studiando? Dovresti farlo anche tu. Ti sei dimenticato che anche questo fine mese avremo un compito in classe?”
“Sei un fifone, mio caro”
“Guarda da che pulpito, James. Perchè non ti dichiari in modo serio e responsbile a Lily?”
“Macdonald potrebbe farsi avanti, comunque...”
“Non cambiare discorso per salvare James, Peter” 
“L’ha rifiutata due volte, Codaliscia, ovvio che lei non si fa avanti. Spetta al nostro Lunastorta fare il primo passo, ormai”
“Ma a Remus serve una tipa che prenda l’iniziativa! Una che lo assilli senza vergogna per convincerlo e che non molli la presa!”
“Oh... sai che hai ragione, Pete?”
“Ok, state degenerando. Me ne vado in Sala Comune”
 
Sì, la cosa che aveva fatto discutere i suoi due amici era stata decisamente stupida.
Lily sorrise, capendo benissimo il bisogno di Remus. Molte volte anche lei si isolava per trovare un attimo di pace e tranquillità.
Il silenzio che calò subito dopo mise in imbarazzo entrambi, se non ci fosse stato lo scoppiettare del fuoco e il soffiare del vento tra gli spazi degli infissi in pietra delle antiche finestre medievali, nessuno dei due avrebbe faticato a sentire i piccoli sospiri dell’altro.
Lily tamburellò con le dita sul bracciolo rosso del divano, osservando la Sala Comune deserta ed illuminata dalla calda luce delle candele nelle lampade. Più volte notò Remus sistemarsi con piccoli movimenti misurati sui cuscini al suo fianco, schiudendo le labbra come per parlare per poi serrarle subito dopo. Che volesse parlare del suo piccolo problema peloso? Lily ne sarebbe stata davvero felice, ma non voleva forzarlo in alcun modo perciò rimase in silenzio, ignorando le labbra di Remus di nuovo socchiuse e indecise.
Nella mente indecisa di Remus, che non faceva più caso alle parole della McGranitt appuntate sulle pergamene, l’unica frase presente era infatti: Diglierlo o no?

Il no era sempre l’unica risposta. Le labbra si serrarono un’altra volta anche se la voglia di portare alla luce il suo segreto era tanta ed era Lily, la ragazza che l’aveva già accettato, quella seduta accanto a lui senza nessun altro attorno, tranquilla e per niente spaventata di essere lì da sola con una creatura mostruosa e pericolosa.
Lily era la ragazza spigliata e gentile che alla prima riunione da Prefetti con i Capiscuola, sul treno, aveva allungato una mano verso di lui con un sincero sorriso e gli occhi verde chiaro limpidi, presentandosi come se non si conoscessero e non si fossero mai parlati nei quattro anni precedenti.
Ciao, sono Lily. Assomigli a quel ragazzo che gira sempre con quegli idioti di Potter e Black, sai? Ma tu sembri molto più intelligente e simpatico di lui”.
Lily era la ragazza che durante le riunioni successive le era rimasta affianco facendolo ridere, parlandogli, ascoltandolo e restando perfettamente in silenzio lasciandolo in pace, quando la luna cominciava a renderlo nervoso e distante da tutti.
Lily era una ragazza fuori dal comune, con una gentilezza e una sensibilità fuori dal comune.
«Lily» la chiamò incoraggiato da quel pensiero, voltando la testa verso di lei che ricambiò lo sguardo con espressione speranzosa.
«Mh?» lo incitò in un sorriso rassicurante.
Lui sospirò, schiarendosi piano la voce prima di parlare. «So che lo sai» cominciò sentendosi immediatamente ridicolo. Non si iniziava un discorso così importante in un modo così stupido, lo sapeva benissimo, ma in quel momento il suo vocabolario mentale si era ridotto a quello di James quand’era ubriaco.
Fece un altro sospiro indugiando sul viso di Lily che continuava ad osservarlo con i suoi incoraggianti occhi verdi, ignara che di lì a qualche secondo qualcuno avrebbe sovrastato la bassa ed insicura voce di Remus.
«Io sono un...»
«Ma quanto ci mette, Sirius? Oh, Evans, anche tu qui»
«Potter».
Lily l’avrebbe potuto polverizzare con lo sguardo, la sua espressione radiosa e speranzosa si trasformò in un muso di drago infuriato e James fece un passo indietro, poggiando di nuovo un piede sul gradino della scala a chiocciola. Quel viso rosso come tutta la Sala Comune e come i capelli che lo contornavano faceva davvero paura.
«Ho disturbato un momento intimo, per caso?» sbottò ironicamente James spostando lo sguardo da quel drago che un tempo era Lily Evans a Remus, arreso e frustrato.
«Cosa vuoi, Potter? Stiamo studiando» mentì Lily.
«Ah, sì? Con un solo libro e una sola piuma?» ridacchiò lui allungando il collo per vedere oltre la spalliera del divano. Lily scattò in piedi, sollevando e sventolando per aria il libro di Trasfigurazione di Liv in direzione di James che sorrise, guardando di sottecchi Remus scuotere leggermente il capo.
Aveva sicuramente interrotto qualcosa.
«E bravi i nostri studenti modello, complimenti» commentò divertito vagando con lo sguardo su divanetti e tavolini. «Questo però non mi vieta di sedermi qui, su una poltrona a caso, per aspettare Sirius».
A quella frase, Lily raddrizzò il collo come se avesse appena messo in funzione delle antenne.
«Perché, dov’è Black?»
«Sirius è dove gli pare, Evans, e non iniziare con le solite storie del Caposcuola che non fa il suo dovere e...» cominciò James sforzandosi di non guardarla negli occhi. Essere innamorati era uno schifo, continuava ad essere uno schifo, lo era sempre di più.
«Il problema non è Black che è fuori, Potter, ma che anche Liv non è nella torre» spiegò Lily, interrompendo il suo monologo.
A drizzarsi furono le orecchie di James. Era uno scherzo? Sirius aveva inventato la bugia delle fossette di Jane e Susan per sviare tutti ed incontrarsi con McAdams senza scocciature varie?
Per un attimo la cosa gli sembrò credibile, conoscendo Sirius e ciò che si ostinava a nascondere da anni.
«Cosa c’è da ridere, Potter?» esordì Lily. James sorvolò la domanda e le rispose con un’altra.
«Perchè per te è un problema se McAdams non è in dormitorio così come Sirius, Evans? Non penserai mica che quei due si vedano di nascosto?»
Lily s'irrigidì, rendendosi conto di aver sbagliato alla grande. Se Liv era con Black era un problema, bello grosso pure, ma Potter non poteva certo sapere della cotta adolescenziale della sua migliore amica.
Lo sguardo indagatore e curioso di Remus la stava mettendo così a disagio tanto da istigarla a tirare fuori lei stessa l’argomento ‘Lupo Mannaro’ senza nessuno scrupolo.
«Un problema nel senso che entrambi sono fuori dalla Sala Comune ed entrambi sono della nostra Casa. Se verranno sgamati da Gazza, noi due saremo doppiamente colpevoli» se ne uscì con la prima scusa che riuscì a trovare.
«La responsabilità è loro non nostra, cara Evans»
«No, carissimo, la responsabilità è dei Capiscuola... e quelli siamo noi»
«La punizione la prenderanno loro, non noi»
«La punizione! Stai pensando solamente alla punizione? Vedi, Potter, è questo il tuo problema: non ti prendi mai le tue responsabilità. Mai. Se non si parla di quelle da Capitano, ovviamente»
«Oh, quindi ho soltanto un problema, Evans? Tutto il resto è ok?»
«Smettila! Sii serio per una volta! E guardami in faccia quando ti parlo! Ecco altri due problemi: la maleducazione e l’essere infantile! Potrei fare una pergamena lunga chilometri con i tuoi problemi, Potter!»
«Sono un Lupo Mannaro» sussurrò Remus con così tanta enfasi da arrivare lo stesso alle orecchie di Lily che si voltò di scatto verso di lui, gli occhi verdi spalancati.
Il silenzio che calò improvvisamente gelò l’intera Sala Comune deserta a quell'ora della notte.
Sono un Lupo Mannaro. L’aveva detto, l’aveva tirato fuori in un sussurro nervoso che però voleva farsi sentire a tutti i costi. Remus si sentiva più rigido del ceppo che scoppiettava nel camino.
Si concentrò sugli occhi nocciola sorpresi di James che lo fissavano, scintillando da dietro le lenti degli occhiali rotondi. Alla fine era stato un bene che il suo amico fosse arrivato lì, se le ginocchia non erano ancora cedute dal terrore che sentiva crescere dentro era soltanto per merito della presenza di James.
Non osò guardare Lily perchè, anche se per lei non era una novità, da quel momento in poi tutto sarebbe stato diverso e quel diverso a lui faceva davvero paura.
Riuscì a vedere il sorriso smagliante di James prima che un ammasso morbido e profumato di capelli rossi gli invase la faccia. Lily lo stava abbracciando e l’unica cosa che Remus sentiva era calore e amicizia.
«Sono così felice che tu me l’abbia detto, Remus» mormorò Lily con un radioso sorriso, sciogliendo l’abbraccio per rimettersi dritta sui cuscini accanto a lui.
«É un fifone. Noi glielo abbiamo sempre detto» s’intromise James beccandosi in pieno un’occhiata ammonitrice da parte di un Remus completamente rosso in viso.
«Non cominciare, James»
«Tiene nascosto questo suo piccolo problema anche alle persone a cui tiene, come se fosse qualcosa di abominevole anche per la gente a posto che ha vicino» continuò invece lui, avvicinandosi a loro senza prestare attenzione alla supplica del suo amico.
«James»
«Guardalo, Evans! Adesso che puoi parlare, diglielo anche tu che tutte queste sue preoccupazioni sono insensate! Noi non lo sopportiamo più!» esclamò imperterrito e scherzoso sedendosi sulla poltrona accanto al divano su cui Lily si mise a ridere, facendolo sentire improvvisamente leggero.
«Per quanto mi costi ammetterlo» cominciò lei con ancora un piccolo sorriso sulle labbra che James trovò irresistibile. «Potter ha ragione, Remus. E finalmente posso sgridarti come si deve»
«Sgridarmi?» fece lui sconvolto sotto l’occhio ridente e ancora frastornato di James.
«Oh, sì, sgridarti. Perchè sei una persona meravigliosa che tutti dovrebbero conoscere e invece ti nascondi per paura- adesso lo so- di mettere nei guai gli altri a causa del tuo piccolo problema» spiegò Lily con sicurezza e una punta di rimprovero.
«Lily... sono un Licantropo. Non è proprio un... ‘piccolo problema’, non per tutti almeno. Voi che lo chiamate così siete un’eccezione» mormorò Remus cercando di non raggiungere la gradazione di rosso successiva a quella ciliegia matura che aveva sulle guance.
«Sei una persona, Remus» lo corresse lei, amareggiata dal pensiero che le ultime parole di Remus fossero vere. Purtroppo, la maggior parte della gente non chiamava ‘problemino’ la situazione di un Lupo Mannaro, soprattutto negli ultimi anni.
«Una persona meravigliosa che ha tantissimo da offrire e che si merita tantissimo dagli altri» continuò, lanciando una veloce occhiata a James che annuiva deciso. Anche Potter era un’eccezione in quel caso, su quello Lily non aveva avuto dubbi da quando aveva scoperto cosa fosse Remus e in che modo James lo accoglieva e difendeva sempre.
Soltanto per i Malandrini, Potter sembrava abbassare al cresta, comportarsi in modo serio come quando aveva bloccato lo sproloquio di Mary e trasformare il ghigno arrogante in un sorriso normale come quello che aveva adesso. Solo per loro sembrava prendere le cose sul serio e in modo responsabile. Sorrise per quei pensieri, trattenendo le labbra come si era ritrovata a fare spesso in quasi due anni, più di quanto riusciva ad ammettere a se stessa.
Remus non poté che sentirsi totalmente accettato con quei due luminosi e profondi occhi verdi che continuavano a fissarlo con fiducia. Lily era rassicurante tanto quel rilassante verde chiaro*, ecco cos'era.
«Certo, meglio se in quella notte del mese tu non offrissi e non prendessi niente da nessuno» aggiunse lei in tono scherzoso facendo ridere di cuore James.
Lily era anche divertente e straordinaria nel significato stretto del termine, si disse proprio James stupendosi nel vedere le guance della ragazza leggermente rosse al suono della sua risata.
Lily era fuori dall’ordinario e lo sarebbe stata sempre; con i capelli perfettamente pettinati o orribilmente scarmigliati, con il piccolo naso illuminato dal sole di Maggio o nascosto da una sciarpa a Dicembre; con gli occhi socchiusi dall’ira o spalancati dalla sorpresa. Quello che rendeva Lily straordinaria non si poteva solo vedere, si sentiva dentro, precisamente lui lo sentiva scaldargli lo stomaco e il petto.
«E sgridarti anche perchè la scusa del ‘non posso’ che hai propinato a Mary per ben due volte non regge. Sono più che sicura che se la trasformassi in Non posso perchè sono un Lupo Mannaro’ tutto si sistemerebbe al meglio. Anche Mary è una persona meravigliosa, sai?» riprese Lily tutto d’un fiato senza però diventare aggressiva. Aveva notato benissimo il rossore sulle guance pallide di Remus e il suo braccio pronto a raggiungere la nuca per grattarla che fece sorridere James.
«Oh, oh, oh! Beccato in pieno, amico»
«Piantala, Potter, non siamo ancora a Natale» lo sgridò scherzosa Lily, tenendo a bada un piccolissimo sorrisino divertito, di nuovo.
Cambiò subito argomento per togliere dall’imbarazzo Remus, completamente rosso come il divano.
«Ero così preoccupata. Dove vai ad ogni luna piena?»
Remus sospirò lanciando un’occhiata a James che annuì brevemente, incoraggiante. Era la prima volta che quel segreto usciva dalle labbra di qualcuno, oltre la cerchia ristretta dei Malandrini, ma tempo prima si erano messi d'accordo sul non tirare in ballo l'altro segreto, quello decisamente più illegale.
«Nella Stamberga Strillante, un’idea di Silente» cominciò a raccontare in un sussurro emozionato Remus scrutando per bene ogni reazione sul viso attento di Lily.
«C’è un passaggio segreto che dal Platano Picchiatore arriva proprio sotto la Stamberga. Sto lì per tutta la notte, da solo... ma almeno così non rischio di far del male a qualcuno. La  gente di Hogsmeade quindi sente me, non i fantasmi. All’alba, Madama Chips viene a prendermi e... » si fermò un attimo, indeciso se continuare o meno perché il viso contratto e pensieroso di Lily cominciò a preoccuparlo.
Spostò lo sguardo su James, completamente concentrato sul viso improvvisamente oscurato della compagna.
«Tutto bene, Evans?»
Lily parve risvegliarsi dai suoi pensieri anche se lo sguardo rimase corrucciato e perso in chissà quali ragionamenti.
«Un passaggio segreto sotto al Platano?» ripeté lei, guardando James che sembrò non capire a cosa si stesse riferendo.
«Sì, percorrendo un tunnel da sotto al Platano si finisce sotto la Stamberga Strillante poco fuori Hogsmeade. Perché quella faccia?» le diede conferma James e in un attimo Remus capì: La quasi morte di Piton che aveva fatto parlare tutta la scuola per un mese intero. Nessuno aveva collegato quell’evento a lui, tutti avevano pensato che Piton si fosse spinto troppo in là con quello stupido gioco che facevano tutti sotto i rami impazziti di quell’albero maledetto, ma Lily doveva aver appena fatto due più due.
«C’eri tu alla fine del tunnel sotto al Platano, quella notte?» chiese lei, infatti, con i suoi occhi verdi più penetranti che mai puntando un Remus boccheggiante e muto tanto quanto James, lo sguardo nocciola colpito dietro le lenti rotonde degli occhiali. «Piton non ti ha detto niente, quindi» commentò James, scioccato, riuscendo a sbloccarsi grazie alla sorpresa riguardo Piton e il suo aver davvero tenuto la bocca chiusa. Lily si voltò di scatto a guardarlo, i tratti del volto increspati da diverse emozioni indecifrabili. «No, non mi ha detto niente*» confermò Lily, sconvolta. «Io pensavo che sotto a quel tunnel ci fosse uno di quegli Ammazzamaghi sfuggiti a Kettleburn! Tutta la scuola ha pensato a qualcosa del genere!»
«Lily…» tentò di mettere subito una pezza, Remus, con il cuore in gola. Lily, però, era così confusa e scioccata da non sentirlo nemmeno.
«Non pensavo che le due cose fossero collegate. Piton non mi ha detto… lui… Immagino che Piton ti abbia visto entrare là sotto, Remus, non faceva altro che spiarti per accertarsi del tuo segreto, il tuo sparire ad ogni luna piena. Aveva una teoria, sapete, era ossessionato… »
«Ti ha detto che Remus era un lupo mannaro. Quando? Dopo la ‘’disavventura’’ con me?» indagò subito James, deciso a non credere alla lealtà di Piton verso il preside.
Lily restò a scrutarlo guardinga, sul viso sottile di James c’era impressa malcelata rabbia, severa accusa.
«Mi aveva detto la sua teoria, sì, di Remus come possibile Lupo Mannaro» rispose in un mormorio quasi inaudibile nonostante la Sala Comune deserta; soppesando le parole, ma dicendo la verità. «Non dopo il platano, no. Dal terzo anno, dalla lezione sui lupi mannari».
James sembrò sgonfiarsi e negli occhi pensierosi assorti con attenzione su di lei brillava qualcosa che Lily non riuscì a collegare a nulla, ma le diede la sensazione di crescente stupore, forse anche senso di colpa.
«Tu lo sai dal terzo anno?» esalò invece Remus, pallido.
«Be’, no. Lui me l’ha detto pochi mesi prima della fine del terzo anno, credo abbia fatto passare diverse lune piene dopo la lezione di Difesa sulle “bestie notturne” per accertarsi, prima di rivelarmi la sua idea. Ma io non gli ho dato ascolto, non mi piace farmi gli affari degli altri. Solo che, all’inizio del quarto anno, ho fatto caso alla luna e al calendario...» ammise sottovoce Lily che fin da piccola era sempre stata fin troppo curiosa, a detta di Petunia.
Remus deglutì, pensando che lei gli era stata affianco per ancora più tempo, con il segreto dentro di sé.
«Lui non lo sa… voglio dire… fino all’uscita ad Hogsmeade dell’altro giorno non sapeva che avevo controllato il calendario» rivelò Lily dimostrando tutto il suo tatto. «In tutti gli anni non volevo fomentare il suo entusiasmo, non mi piaceva per niente quel suo ghigno ad ogni luna piena, al suo vederti un… ibrido. Gli dicevo sempre che qualunque cosa fossi, Remus, non era affar suo. E poi, al quinto anno...»
«Ti ha detto cos’aveva visto sotto il platano» riattaccò James, disgustato dalla parola “ibrido” sentita più volte uscire dalle labbra di Piton, Avery e Mulciber.
«No, non mi ha detto proprio nulla. Ho sentito le voci di Hogwarts, è così che ho scoperto che l’avevi salvato da qualsiasi cosa c’era là sotto» disse Lily. «Giorni dopo quel fatto, ha ritirato fuori il fatto che Remus era strano e io ho continuato a non dargli corda, nella speranza smettesse. Gli ho detto che dicevate sempre che Remus era malato e lui ha ritirato in ballo la luna piena e il fatto che avesse controllato. Era peggiorato, a metà del quinto anno, era ossessionato da voi...»
«Lo sappiamo bene» ringhiò piano James, la mascella serrata.
«Voleva capire cosa facevate, tutti e quattro, uscendo la notte. Diceva che nascondevate qualcosa e che non eravate straordinari come pensano tutti» disse Lily sollevando gli occhi verdi al soffitto come aveva sempre fatto di fronte alla gelosia del suo ex amico nei confronti dei Malandrini.
«A proposito, Potter» fece poi, abbassando lo sguardo improvvisamente allarmato ed indagatore. «Perché sei andato a salvarlo?»
«Perché, per quanto lo odio, è un essere umano» rispose James in un tono e un modo così genuini da farla arrossire. «E perché, come hai capito, c’era Remus là sotto senza la capacità d’intendere e di volere» aggiunse. Gli occhi verde chiaro di Lily sembrarono farsi così assorti e profondi su James, tanto da far sentire Remus di troppo su quel divano.
«Volevo dire... intendevo» si corresse Lily percependo il cuore accelerare. Non si chiese il perché, ma il cervello le rispose lo stesso: Hai sempre avuto ragione su di lui, è una persona buona, quella che speravi ci fosse sotto tutta quell’arroganza. Non si chiese nemmeno perché aveva sperato che sotto l’arroganza di Potter ci fosse una persona buona. Il cervello le rispose ancora una volta: Perchè lo trovavi simpatico e molto attraente.
«Come hai fatto a sapere che Piton stava andando lì?» chiese Lily forse fin troppo dura, rivolta però più al suo cervello che alla domanda per James, già con le labbra aperte per rispondere.
«L’ho visto seguire Remus e Madama Chips nel parco» mentì. Remus lo guardò di sottecchi, per niente stupito da quel suo proteggere Sirius.
«Io, Sirius e Peter lo accompagniamo fino a metà parco, lasciandolo a Madama Chips. Ho visto Piton spiarli e seguirli fino davanti al Platano, per capire come fermare i rami violenti ed entrare nel tunnel» proseguì con lo sguardo attento di Lily incollato addosso. Remus strinse i pugni sulle gambe, scacciando via il ricordo; a volte risentiva la ferita emotiva che Sirius gli aveva ‘regalato’ per stupida impulsività.
«Mi sono precipitato a salvarlo appena madama Chips è tornata al castello e lui si è infilato sotto le radici... »
«E perché Piton mi ha detto che tu non l’hai salvato, ma stavi salvando te stesso e i tuoi amici?» chiese Lily puntando James con un’aria strana a fargli brillare il verde degli occhi. Si ritrovò assetata di sapere la verità, Lily, il cuore sempre più veloce e il cervello sempre più saccente.
«Lui mente, sempre» soffiò James in tono amaro e sprezzante; il senso di colpa per lo stare mentendo a sua volta, proprio in quel momento, gli strinse lo stomaco. Aveva salvato anche i suoi amici, era vero, ma non per il motivo che credeva Piton.
James non aggiunse altro perché era stato solo Sirius a fare quel casino e non aveva intenzione di rivelarlo a nessuno, non aveva nessuna intenzione di mettere in cattiva luce suo fratello nonostante la sua grave colpa.
«Lo so che Piton mente sempre» lo stupì Lily. «Per questo non gli ho creduto, quel giorno»
«Quindi te l'ha spifferato?»
«No, ti ripeto che non mi ha mai detto nulla. Sono io che ho tirato in ballo la cosa, l’avvenimento che tutta Hogwarts sa e cioè che Potter ha salvato Piton dal mostro sotto il tunnel. Stava continuando a dire che nascondevate qualcosa e che non siete meravigliosi e allora gli ho detto che era un ingrato, che tu gli avevi salvato la vita. Lui si è infuriato, dicendo che non era vero, che hai soltanto voluto salvare te stesso e i tuoi amici come se si fosse trattato di uno scherzo fatto apposta per fargli incontrare Remus e non perchè la sua troppa curiosità l’ha cacciato nei guai. Sarebbe troppo anche per voi, uno scherzo simile».
La mascella di James si gonfiò ed un angolo delle labbra si sollevò, ma non disse una parola.
Remus notò i suoi occhi nocciola brillare, forse per quello che Lily aveva detto su di lui già al quinto anno. Era una scoperta bella e buona, quella.
Abbassò la testa castana per nascondere un sorriso, quello abbozzato ed emozionato di James invece restò sotto lo sguardo verde particolarmente colpito ed intenso.
 
 
 
 



 

*

 
 
 




Liv era arrivata al settimo piano con un sorriso sornione stampato in faccia: Black avrebbe fatto visita alla McGranitt in vestaglia e magari avrebbe anche spolverato sul serio le coppe e i trofei utilizzando uno strofinaccio e non la gonna di una ragazza.
Delle voci in fondo al corridoio attirarono la sua attenzione, davanti al quadro della Signora Grassa John Owen stava gesticolando furiosamente. Eliminò l’incantesimo di Disillusione su se stessa e restò un attimo ad ascoltare, prima d'intervenire.
«La prego, soltanto per adesso. Devo parlare con una ragazza, tutto qui»
«Giovanotto, non mi convincerai. Non vedo nessun rosso o oro nella tua divisa e non mi sai dire la parola d’ordine, perciò...»
«Le sto chiedendo un enorme favore, infatti»
«Io non faccio favori. Torna nel tuo dormitorio, non dovresti vagare per il castello a quest’ora»
«Ma è una cosa importante che posso fare solo adesso!»
«John» lo chiamò Liv avvicinandosi a loro con passo deciso. Lui parve illuminarsi voltandosi verso di lei.

«Oh, Liv! Che fortuna!» esclamò, speranzoso. «Potresti chiamare Lily?»
Liv sollevò un sopracciglio, perplessa ma curiosa. «Perchè? Non puoi parlarle domattina a lezione?» gli chiese scrutandolo con attenzione.

«É urgente. Posso soltanto adesso perche non c’è nessuno in giro» fece John, serissimo, lanciando una fugace occhiata in direzione di un angolo buio.
Per un istante, guardando in quell’ombra, Liv pensò di aver visto una figura evanescente muoversi come un velo accarezzato dal vento. Era di sicuro un fantasma.
«Sparisci, Owen» esordì la voce scocciata di Sirius prima di essere spezzata da un sonoro singhiozzo. Liv restò sbigottita vedendoselo arrivare al fianco.

«Sorpresa... Olivia?» le chiese in un sorriso, singhiozzando di nuovo.
«Non intrometterti, Black» scattò John infastidito.
«É di James... che si parla... non è vero? Delle tue ‘prove’, lo so. Quindi... non mi sto affatto intromettendo perchè... è affare mio. Quando si parla di James... è come se si stesse parlando di me... soprattutto per le offese». Nonostante il singhiozzo, Sirius risultava credibile. L’intenso sguardo duro e deciso lo era, come ogni volta che difendeva a spada tratta il suo amico, notò Liv pensando subito dopo che Lily doveva sapere.
«Dammi un minuto, John» disse per poi fare in tempo a mormorare solo mezza parola d’ordine in direzione della Signora Grassa prima di essere bloccata da Sirius.
«Non ci siamo capiti, Olivia. Owen... se ne deve andare e.... Evans non deve uscire da lì»
«Lily deve sapere la verità. Anche se da questo tuo comportamento posso benissimo intendere che Potter ha usato quel filtro»
«Il mio comportamento... non è affatto una prova, Olivia»
«Appunto, per provare quello che suggerisce il tuo comportamento, Owen deve parlare»
«Scoprirete... le prove domattina...»
Domattina, come no. Sirius non aveva nessuna intenzione di far parlare Owen, non adesso che James aveva ammesso di essere innamorato; non adesso che mancavano poche settimane alla partita. «Sempre se saranno valide» aggiunse lanciando uno sguardo di sfida al Corvonero che cominciò ad agitarsi sul posto.
«Domattina non posso» spiegò John evasivo.
«E perchè? Sei per caso un vampiro?» lo sbeffeggiò Sirius, sogghignando tra i singhiozzi che cominciavano ad infastidire tutti, compresa la Signora Grassa sempre più sconcertata e Nick-Quasi-Senza-Testa appena sbucato dal soffitto con espressione guardinga.
John sbuffò, avvicinandosi meglio a Liv per parlarle a bassa voce nell’orecchio. 
«La Dama Grigia è la mia prova ed è già troppo se ha acconsentito a parlare con qualcuno che non è un Corvonero. La mattina non le piace svolazzare per i corridoi affollati».
 Liv spalancò leggermente gli occhi scuri capendo chi c’era in quell’angolo buio.
«Sì, beh, sai quanto me ne importa?» sbottò Sirius che era riuscito a sentire tutto aguzzando l'udito. «Colpa tua... che hai un fantasma... così timido ed altezzoso».
John fece per ribattere ma con un gesto della bacchetta Sirius trasformò la sua espressione da decisa e furiosa in confusa e stralunata.
«Come mai sei qui, Owen? É tardi, c’è il coprifuoco e tu sei fuori dal tuo dormitorio» lo stuzzicò osservando quegli occhi azzurri spalancarsi in modo esagerato. 
«Merlino, cosa...? Io...» balbettò spaesato il Corvonero guardandosi attorno con crescente ansia. 
Il suo borbottare preoccupato si continuò a sentire anche una volta che sparì oltre il corridoio e Sirius non perse tempo: puntò la bacchetta verso Liv dando il via ad un veloce e silenzioso duello che la Signora Grassa e Nick osservarono allibiti.
“Obliv... Olivia doveva assolutamente dimenticare la rivelazione di Owen.
Protego!” Black dava i numeri? Era impazzito. Lo scudo ricacciò via l’incantesimo di memoria di Sirius e senza sprecare altro tempo Liv si rivolse alla Signora Grassa. «Geranio Z...»
Silenc...” Col cavolo che la lasciava entrare prima di averle modificato la memoria.
Expelliarmus” Non sarebbe stato di certo Black a fermarla.
«Insulsa bacchetta, Black» constatò Liv rigirandosi la bacchetta di Sirius tra le dita.

Lui ghignò avvicinandosi così tanto a lei da sentire il suo lieve respiro sul mento; una delicata ventata di profumo lo colse di sorpresa.

«Stanne fuori, Olivia» le mormorò con quella che Liv ipotizzò essere la profonda e seducente voce che utilizzava ‘tra i trofei’: bassa, roca e penetrante.
Gli scoppiò a ridere in faccia allontanando la bacchetta dalla mano tesa del proprietario.
«Io non ci casco, Black. Con me non funziona»
«Sì, come no» ribattè Sirius fintamente scettico ritrovandosi ad accarezzarle con occhi sinceramente assorti ogni lineamento, ogni sfumatura del marrone intenso tra le lunghe ciglia nere. 
Fintamente scettico perchè, in fondo, quella risposta al piccolo test che le aveva appena fatto gli aveva lasciato un’amara confusione addosso. 
Ad Olivia lui non faceva alcun effetto, ok, nulla di male. Andava bene così.
O forse no.
«Perchè tanto accanimento per nascondere queste prove?» cambiò repentinamente discorso Liv reggendo quello sguardo perforante anche se con qualche difficoltà per quell'invadente vicinanza che Black non mancava mai di frapporre tra loro e che ogni volta la faceva sentire tutt'altro che indifferente.
«Potter non ha niente da perdere se la verità verrà fuori. Quante volte ha fatto incavolare Lily senza che gli importasse qualcosa? Continuava a fare lo stupido come se niente fosse»
«Tu fatti gli affari tuoi, Olivia»
«Sono affari di Lily e quindi mi interessano. E sono anche affari miei visto che Potter è il mio Capitano e la squadra fa pena. Cosa gli è successo, Black?»
Per quanto quell'insistenza lo stesse innervosendo, Sirius non riuscì ad allontanarsi da lei, soggiogato dallo sguardo battagliero e caldo incatenato al suo, da quella fragranza che rendeva Olivia ancora più attraente. 
«Sei una rompiscatole» le sussurrò quasi sfiorandole il naso con il proprio. Liv, scossa ed improvvisamente senza fiato, provò ad allontanarlo spingendogli una mano sul petto senza riuscire a smuoverlo.

«Non è successo niente a James e anche se fosse non andrei di certo a dirlo a te» continuò Sirius sfilandole la bacchetta dalle dita con un gesto fulmineo prima di assecondare la spinta di quella mano affondata sul maglione che lo fece indietreggiare contro la sua volontà, bramosa di continuare a contemplare quegli occhi e di riempirsi della persistente essenza fiorita che sembrava regalare la pace dei sensi.
«Ragazzi miei» s’intromise Nick aleggiando tra i due con la testa traballante sulla gorgiera. «Credo sia arrivato il momento di andare a letto. Non vorrei che Gazza vi trovasse qui fuori»
«Ah, lasciali stare, Nicholas. Non hanno paura di beccarsi una punizione. Non imparerebbero la lezione nemmeno se li portassero ad Azkaban» fece la Signora Grassa sistemandosi l’abito rosa con gesti assonnati.
«Ok» sbottò Liv rivolta ad un Sirius piuttosto serio mentre entrambi cercavano di ignorare il senso di scombussolamento e il fremito dei loro corpi vicini. «Visto che Potter non ha niente non vedo perchè nascondere a Lily la verità. Geranio Zannuto!»
Con un sospiro di sollievo la Signora Grassa si spostò di lato lasciandola passare. Sirius la seguì a ruota, decisamente scocciato.
«Voi due!» esclamarono in coro James e Lily saltando giù dalla poltrona e dal divano. Liv si bloccò al centro della sala, confusa.

«Cosa ci fate tutti qui a fare salotto?» chiese stranita osservando il trio mal assortito. Lo sguardo smeraldino dell’amica la centrò in pieno per poi centrare in pieno anche la macchia di cioccolata sulla felpa.
«Dov’eravate, si può sapere?» esordì James, lo sguardo insinuante ed indagatore a scintillare dietro le lenti rotonde degli occhiali.
«Ci stavamo sbaciucchiando nella Torre di Astronomia, va di moda» rispose Sirius infilandosi le mani in tasca con noncuranza. Remus spalancò gli occhi quasi quanto James.
«Come scusa, Felpato?»
«Ti sembra una cosa possibile, Potter?» fece Liv prima di accorgersi del tipico ammonimento con gli occhi della sua migliore amica che insisteva a rivolgerle occhiate interrogatrive a proposito della macchia sulla felpa.
«Con Sirius tutto è possibile, Liv» fece Remus osservando l’amico ghignare al fianco della mora che incrociò le braccia al petto con fare risoluto.
«Con me invece tutto è impossibile, Remus, quindi nessun problema. E visto che stiamo parlando di cose possibili e non... Lily, devo riferirti...» Vuoto. Un vuoto mentale improvviso colse Liv di sorpresa. Sbatté più volte le palpebre, le sopracciglia scure aggrottate cominciando a guardarsi attorno chiedendosi perché fosse in Sala Comune, e non nelle cucine con i dolci singhiozzini in bocca a Sirius.
«Liv? Ti senti bene? Cosa devi riferirmi?» la richiamò Lily sconcertata dal comportamento anomalo.
«Non ne ho idea» bofonchiò lei continuando a guardanrsi attorno, spaesata.
 







 


 

 

 



Note:

In un'intervista, la Rowling ha ammesso che Remus era molto affezionato a Lily (facendo capire fosse proprio infatuato), ma per Lily c'era solo James che "non poteva essere superato".
Ci sono rimasta secca appena l'ho letto, non me l'aspettavo. Come ha fatto nella mente della Rowling (ha detto che non c'era nessuna rivalità tra i due amici, probabile che James non sapesse nulla), anche qui Remus non farà niente anche perché sappiamo tutti che carattere ha per colpa della sua condizione e soprattutto non mi sono mai piaciuti i triangoli in generale e tra i Malandrini ancora meno (penso non siano mai accaduti visti i caratteri e le personalità di ciascuno).
 

*La questione Lupo mannaro- Lily-Piton.
Ho riletto più volte l'unico ricordo di Piton che ne parla, nel settimo libro.
Nel terzo libro, Remus dice che Piton ha scoperto di Remus come Hermione, ovvero al terzo anno dopo la lezione sui lupi mannari.
Harry quella lezione la fa prima di Natale solo perché Piton ha anticipato l'argomento nel tentativo di dare indizi agli studenti (Hermione dice che le ''bestie notturne'' in realtà sono molto più avanti nel programma dell'anno).
Quindi ho immaginato che Piton avesse scoperto il segreto di Remus più avanti durante il suo terzo anno, senza "un Piton rompipalle". Dubito che non abbia detto nulla alla sua migliore amica d'infanzia Lily (anche perché Lily, nel ricordo del quinto anno, dice che conosce la sua teoria.


"Escono di nascosto, di notte. Ha qualcosa di strano quel Lupin. Dov'è che va sempre?"
"Dicono che è malato"
"Tutti i mesi con la luna piena?"
"Conosco la tua teoria. Ma perché sei così fissato con loro? Che t'importa dove vanno di notte?"
"Sto solo cercando di farti capire che non sono meravigliosi come tutti pensano"
"Ma non usano Magia oscura. E tu sei un ingrato. Ho sentito cos'è successo l'altra notte. Ti sei infilato in quel tunnel vicino al Platano Picchiatore e James Potter ti ha salvato da quello che c'è la sotto, qualunque cosa sia"
"Stava salvando se stesso e anche i suoi amici!"



Nel ricordo Lily e Piton sono al quinto anno, giorni dopo la scampata morte di Piton e prima (non sappiamo di quanto) della lite dopo i G.U.F.O. di Difesa.
Piton sa già cosa cos'è Remus con certezza perchè pochi giorni prima l'ha visto alla fine del tunnel. Eppure fa finta di essere ancora incerto davanti a Lily, cercando in tutti i modi di farle capire che è un lupo mannaro.
Lily sembra non sappia nulla, ma è strana... molto "gelida" (parola della Rowling) perché conosce la sua teoria e soprattutto è infastidita dall'ossessione di Piton perché sa che opinione ha lui dei lupi mannari.
Secondo me Lily sapeva anche perché la Lily bambina degli altri ricordi è super curiosa (legge la lettera che Silente ha inviato a Petunia, frugando nella camera della sorella con Piton). Dubito non abbia controllato con dioscrezione il calendario dopo che Piton, al terzo anno, le ha detto i suoi dubbi e la sua teoria.
Lily, però, non sembra nè impicciona e nemmeno desiderosa di assecondare Piton, sembra piuttosto decisa a non dargli corda per fargli smettere di seguire i Malandrini e Remus (proprio come se, sapendo cos'è, volesse lasciarlo in pace).
Si capisce che non ha collegato la scampata morte di Piton con il lupo mannaro, nessuno sa che Remus va' lì sotto a trasformarsi... a parte Piton che però non può dirlo, per via di Silente.
Si capisce anche che tutti sanno che vicino al Platano c'è un tunnel, dato che Lily parla di un tunnel.
Remus, sempre nel terzo libro, dice che tutti facevano un gioco stupido avvicinandosi al Platano nel tentativo di arrivare al tronco (Davey Gudgeon ha rischiato di perdere un occhio! Ricordatevi questo nome perché vedrete questo tizio fare altre cazzate... aspettate la fine dell'anno, provate a capire il perché).
Secondo me, lui o qualcun'altro è riuscito ad arrivare al tronco per dire a tutti del tunnel. Altrimenti non si spiega perché Lily sappia del tunnel (non è Piton a dirlo, Piton non accenna nemmeno allo ''scherzo'', è Lily che lo tira in ballo perchè ne parla tutta la scuola).
Altra cosa è che Piton non parla di scherzo, ma dice che James ha salvato se stesso e gli amici (facendo solo intendere uno scherzo, perdenod la pazienza davanti a Lily che gli dice che James Potter l'ha salvato ed è un eroe. Piton, innamoratissimo e pieno d'odio per James, va praticamente nel panico).
Lily non ci fa caso, dopo, sa che Piton è geloso marcio dei Malandrini e di James, come se avesse sentito quei discorsi anti-Malandrini e anti-James per anni. Sa che potrebbe inventarsi di tutto contro di loro, la Lily del settimo anno ancora di più.

Unica cosa che non ho capito è che Piton vedeva i Malandrini uscire la notte. Mi chiedo se con la luna piena o no. Erano già animagus o no? Oppure accomagnavano Remus alla Stamberga.
Sicuramente non sapeva che fossero Animagus: alla fine del quarto libro, Piton entra in infermeria e solo quando il cane nero diventa Sirius (alla fine dei discorsi) non salta di spavento, ma ha gli occhi pieni d'orrore e grida: "Tu!".




   
 
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