Fumetti/Cartoni americani > Avatar
Segui la storia  |       
Autore: Pancake_2309    08/05/2016    1 recensioni
Sono successe tante cose dopo la fine della Grande Guerra durata cent'anni.
Così come anche i rapporti, spesso cambiano.
Ma l'amore e l'amicizia, sono per sempre.
ZukoxKatara
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aang, Katara, Sokka, Toph, Zuko | Coppie: Katara/Aang, Mai/Zuko, Suki/Sokka
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Chi lascia andare via una stella in un cielo d'estate si ritroverà a raccogliere delle lacrime dalla terra d'inverno


Generale Iroh



2. Rapimento


Senza accorgersene entrambi, continuarono a parlare fino a mattino inoltrato.

Quando il ragazzo lanciò un'occhiata al sole se ne rese conto.

“ Oh, accidenti! La mia graziosa scrivania mi aspetta, un momento...oggi avevo anche una riunione!” sbraitò, raccolse la veste da terra e la indosso, “ devo darmi una risistemata in fretta!Katara” la ragazza lo stava ancora guardando stupita da quell'improvvisa urgenza che lo aveva trasformato in versione Signore del Fuoco negligente, non sapeva cosa dirle, “ farò preparare una stanza per te. Potresti...non lo so, aspettarmi che finisco l'assemblea. Poi, potremmo fare qualcosa insieme se ti va” oddio, il modo in cui aveva pronunciato quelle ultime parole sembrava molto un appuntamento.

“ Sai cosa? Mi piacerebbe visitare bene la città”.

“ Un giro turistico?Ti sembro forse una guida?” berciò.

“ No, per niente. Ma se lo fossi, saresti una guida molto carina e imbarazzata” scherzò, ridendo fragorosamente non appena vide la faccia del giovane.

“ Non prenderla come abitudine” fece per allontanarsi da lei.

“ Va bene, Zuzu” lo punzecchiò.

Lui grugnì qualcosa e sparì nel corridoio intorno al giardino interno.

Katara sorrise, quel ragazzo era incredibile.


La giovane decise che l'abbigliamento della tribù dell'acqua non era l'ideale per camminare per le vie della Nazione del Fuoco.

Domandò dove si trovava la sua stanza ad una donna che la guardò di storto ma poi gliela indicò.

Entrò nella camera e notò subito che era molto luminosa e semplice, un letto a baldacchino con le tende si ergeva al centro, una scrivania davanti la porta finestra e un armadio a lato.

Si avvicinò a questo aprendolo e notando subito la vasta scelta di abiti.

Prese un sari rosso, indossandone solo i pantaloni vaporosi e la maglietta a maniche lunghe che le arrivava poco sotto il seno, lasciando la pancia piatta in vista.

Mise le pantofole più scure a punta e si parò davanti allo specchio.

“ Niente male Katara, hai sempre una linea perfetta. Tranne per questi capelli” disse a se stessa toccandoseli.

Li sciolse, anche i due ciuffi che teneva fermi ai lati con dei fermagli, gli intrecciò in un improvvisato chignon voluminoso tenuto da una treccia intorno e lo fermò con un elastico con una piccola fiamma al centro, lasciando due ciuffi ai lati.

Si toccò la collana ma non se la tolse, era fiera di appartenere alla sua tribù.

Sorrise e uscì dalla stanza.


Si diresse alla Sala del Trono sentendo i generali discutere animatamente tra loro persino da fuori.

Rimase spiazzata ma si appoggiò ad una colonna, attendendo paziente.

Passò un ora e finalmente gli uomini più valorosi della regione del fuoco sfilarono davanti a lei senza vederla, tranne uno.

“ Katara” Iroh le si parò davanti con un sorriso.

“ Generale Iroh, anche lei qui?”.

“ Bè sono obbligato a parteciparvici anche se ne farei a meno, e tu cara, cosa ci fai qui?”.

“ Io sto aspettando Zuko”.

“ Puoi entrare, è seduto al tavolo che sta ancora osservando dei documenti”.

“ La ringrazio” si congedò con un inchino.

L'uomo anziano le sorrise di nuovo e se ne andò.


Quando entrò nell'imponente stanza vide il suo amico, seduto a osservare concentrato la grande Mappa sul tavolo.

Doveva ammetterlo, sembrava più grande della sua età in quei frangenti.

S'inchinò rispettosamente salutandolo con il gesto nazionale.

“ Katara! Non ti ho sentita, non c'è bisogno di tutte queste formalità, rilassati, sono pur sempre io” le regalò un sorriso.

Lei gli si avvicinò, “ qualcosa non va?”.

“ La situazione è complicata e la pace è appesa sul filo del rasoio. Devo prendere una decisione ma a molti non potrebbe piacere e inoltre, sto aspettando che Aang ritorni” lo vide turbato.

“ Una volta un principe esiliato smarrito ma risoluto venne da me e mi disse che doveva fare quello che riteneva giusto, quello in cui crede sia la scelta migliore”.

“ Credo di conoscerlo” annuì.

“ Molto bene, anche” ammise lei sorridendo.

“ Sai “ ordinò i fogli, “ ora ritengo che sia giunta l'ora di una pausa, questo può aspettare domani”.

Katara capì al volo, “ vuoi andare così?” lo indicò.

“ Ti crea problemi?”.

“ No...ma di certo darai molto nell'occhio”.

“ Daremo, nell'occhio” sfiorò il ciondolo di lei.

“ Potrebbero fraintendere” .

“ Sinceramente? Non mi interessa” le rispose alzando le spalle, “ andiamo?” le porse il braccio.

Lei lo afferrò.


Katara e Zuko non passarono inosservati, gli abitanti li guardarono sorpresi e perplessi mentre camminavano tra le strade fianco a fianco.

“ Allora, di cosa si tratta?”.

“ Cosa?”.

“ Cosa state pianificando tu e Aang, mi ha parlato di un unificazione, possibile?”.

“ Sì, è stata una nostra idea, riunire tutte e quattro le nazioni in un unica sola”.

“ Ho capito, ma bisogna valutare vari fronti”.

“ Ma spero tu non abbia fatto uscire per parlare di questioni politiche”.

“ Ti fa tanto strano pensare ad una donna immischiata in certe cose?” lo canzonò.

“ Non ho mai detto questo è solo...strano?” titubò.

Risero all'unisono.


Era piacevole per Zuko stare con Katara, nonostante le divergenze iniziali erano diventati molti amici e anche se era la classica rompiscatole-che-non-fa-altro-che-esternare-i-suoi-sentimenti a lui non dava fastidio solo lo divertiva anche se non lo avrebbe mai ammesso.

Notò anche che aveva lasciato gli abiti della sua Tribù per indossare quelli della Nazione del Fuoco, il rosso creava un contrasto strabiliante con la pelle scura così come metteva in evidenza gli occhi chiari e...la collana di sua madre?

Il giovane indugiò sul ciondolo.

“ Zuko...ehy” lei mosse una mano davanti agli occhi.

“ Pensavo che di solito la togliessi quando ti calavi nel ruolo di comune cittadina della Nazione del Fuoco”.

“ Ti crea problemi?” le fece il verso di poco prima.

Tossì mostrando l'evidente impaccio dipinto sul suo volto, “ no, è solo. Tu sei sempre così...zelante in ogni cosa che fai, quindi”.

“ Mi stai dicendo che sono una rompiscatole?” grugnì.

“ Il più delle volte, ma credo sia un bene” acconsentì timoroso.

Lei corrugò la fronte, “ in effetti hai ragione, sono pesante”.


Zuko si diede dello stupido mentalmente, quando vide una bancarella colma di fiocchi di fuoco.

“ Fiocco di fuoco!” esclamò avvicinandosi, il negoziante non appena lo vide sudò freddo.

“ Mio signore, cosa posso fare per voi?” balbettò.

“ Vorrei un cestino, grazie”.


Katara osservò l'amico porgergli il cestino.

“ Non li ho mai assaggiati” ne preso un bel pugno.

“ Vacci pian--” il viso di lei diventò colore dei suoi abiti, le sue guance si gonfiarono, li sputò.

“ Ac...acqua” soffiò, richiamandone un po' dalla fontana per bersela.

Si sedettero su questa mentre lei continuò a bere.

“ Sei troppo avventata, ti stavo giusto per dire vacci piano” si stava trattenendo dal riderle in faccia.

“ Forza, lo vedo nei tuoi occhi, ridi pure” sbottò stizzita, stringendosi le braccia al petto.


Zuko rise come un matto, aveva le lacrime agli occhi e stava per perdere l'equilibrio.

Katara ne approfittò, gli diede uno spintone sul braccio, facendolo cadere nella fontana.

“ Ehy!” sputò l'acqua dalla bocca a spruzzo sulla sua schiena.

“ Vuoi la guerra?Ti ricordo che ti stai mettendo contro una dominatrice dell'acqua” lo avvertì, voltandosi e buttandosi anche lei nella vasca.

Incominciarono a schizzarsi a vicenda, lei dalla foga gli saltò addosso da dietro cercando di tirarlo giù, ridendo come non mai.

Zuko la spintonò per poi bloccarle i polsi in alto.

Ho vinto” esordì sornione, di nuovo a pochi centimetri dal suo viso.

Qualcuno tossì per richiamare l'attenzione.

Si voltarono verso uno sconcertato Iroh.

“ Zio?” lasciò andare le mani di lei.

“ Zuko, non credi di aver scelto il posto sbagliato per fare attività acquatiche?”.

“ Noi...” in effetti le persone gli osservavano, alcuni ridendo alcuni lasciandosi andare a commenti sgarbati.

Katara si strizzò i capelli e lui le diede una mano ad uscire.


Ritornarono a Palazzo quando Iroh fermò la giovane per un braccio, facendo segno di seguirlo e l'altro non se ne accorse.

“ Lo sai, non ho mai visto mio nipote lasciarsi andare così, con qualcuno poi che non fosse sua madre e io “ disse stupito, alla ragazza che camminava al suo fianco.

“ Ora che ci penso è sempre così serio e controllato e quando ci prova a farsi sopraffare dalle emozioni o si arrabbia o è impacciato” riflette Katara.

“ Da bambino gli è stato inculcato che mostrare le emozioni è da deboli, specie se sei un membro della famiglia reale”.

Si fermarono davanti al ritratto di Ozai.

“ Lei non è qui per una visita di piacere, vero?”.

“ Temo di no” abbassò la voce, “ poco fa mi hanno chiamato dalla prigione dicendomi che un infezione ha causato la morte di Ozai”.

“ Il padre di Zuko è morto?” farfugliò scossa per poi riprendersi, una dopo l'altra.

“ Già...non so davvero come dirglielo” sussurrò sconsolato.

Lei gli toccò un braccio, “ non si preoccupi, lo faremo insieme”.

“ Sei un angelo, Katara. Accetto la tua offerta” le diede un colpetto sulla mano con un sorriso.


Zuko si asciugò i capelli con l'asciugamano indossando una casacca rossa, i pantaloni e gli stivali.

Dentro di sé sentiva qualcosa pizzicargli lo stomaco, era da tanti anni che non si sentiva così.

Era la sensazione di essere amato da qualcuno, anche se in modo diverso, rispetto all'amore per la propria madre e per il proprio zio.

Era l'essenza della felicità.

La stessa sensazione di quando sapeva di vedere Aang e tutti gli altri.

L'affetto di un gruppo, ma loro non lo erano mai stati.

Erano una famiglia, in cui, incredibilmente, anche lui ci era entrato a far parte.

Qualcuno bussò alla porta della sua stanza.

Era Katara, scura in volto al suo fianco suo zio con la stessa espressione ma più misurata.

“ Che succede?”.

“ Zuko...si tratta di tuo padre” fu suo zio a parlare per primo scansando la giovane e posandogli le mani sulle spalle.

Lui capì, si passò una mano tra i capelli sotto shock.

“ Non...non è possibile”.

Katara sentì gli occhi pizzicare e si gettò tra le sue braccia.

Gli posò una mano sulla guancia ma gli occhi di Zuko si erano scuriti diventando più vacui mentre il corpo si stava irrigidendo.

“ Guardami...” gli sussurrò ma lui non ne volle sapere, chinò la testa e i capelli scuri gli ricaddero davanti, offuscandogli lo sguardo.

Scostò la mano di lei in malo modo.

“ Lasciatemi solo” si chiuse la porta alle spalle.

Iroh sospirò, “ forse è meglio dargli retta, Katara”.


Passarono tre giorni, ma Zuko non ne voleva sapere di uscire dalla stanza.

Tutte le mattina Katara andava da lui bussandogli la porta e con il vassoio della colazione in mano, nessuna risposta, sapendo che lui era già sveglio.

Quella mattina si esercitò con il suo dominio nel piccolo laghetto all'interno del Palazzo, le piccole anatrughe scivolarono fuori andandosi a mettere su una pila di massi li vicino.

Era frustata che lei, la più vicina all'amico in quel momento, non potesse far nulla.

Quando sentì dei passi dietro di lei.


“ Generale Iroh, senta io” si voltò, per poi bloccarsi all'istante e il suo dominio cessò.

“ Katara, ma guardati, sei cresciuta dall'ultima volta”.

“ Ama “ sibilò, cercando di divincolarsi ma era impossibile sfuggire al dominio del sangue , “ come sei riuscita a evadere? Lasciami andare immediatamente e combatti vigliacca!” le urlò addosso.

“ Non così in fretta mia cara, non voglio ancora ucciderti “ un ghigno sinistro le pervase il volto trasfigurato dagli anni.

Katara smise di divincolarsi e notò il suo abbigliamento, una tunica rossa e un giglio dello stesso colore inciso sul petto.

“ Tu...ho sentito parlare di sfuggita del Giglio Rosso, il Loto Bianco lo stava cercando diversi anni fa per accettare un accordo di pace tra le due fazioni per combattere contro il Signore del Fuoco, voi li avete abbandonati!”.

“ Al contrario, noi non potevamo tradire Ozai”.

“ Lui è morto”.

“ Lo so “ Ama la lasciò andare, “ un vero peccato, ma lui era solo una pedina”.

“ Che cosa?” domandò sconvolta.

Ama rise, “ ci sono molte cose che non sai ma non preoccuparti, le pedine si stanno già muovendo. Se vuoi che non accada nulla a questo posto, ti conviene seguirmi”.

Lei a malincuore la seguì e senza farsi vedere lasciò cadere a terra la sua collana e si strappò un lembo di manica lanciandolo vicino a dei gigli a pochi passi da lei.

Fortunatamente Ama non se ne accorse.


Un ora dopo Iroh arrivò nel giardino, non trovandovi la ragazza che cercava.

Camminò fino a quando non pestò qualcosa, la sua collana era terra, il ciondolo era rivolto verso destra, trovò un pezzo di stoffa rosso dei suoi abiti vicino a dei gigli.

“ No...” raccolse la collana e la mise in una tasca della casacca, doveva avvisare Zuko, il destino dell'alleanza delle quattro nazioni era in pericolo.


  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Avatar / Vai alla pagina dell'autore: Pancake_2309