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Autore: Videlbra    08/05/2016    1 recensioni
Questa è la prima fanfiction che scrivo dopo circa 8-9 anni di assenza su Efp, ed è anche la prima che scrivo su Shadowhunters.
Vi anticipo che la storia è principalmente una MALEC (ci tenevo a rendere omaggio alla coppia che più amo dei libri di Cassandra Clare) e che più o meno si svolge tra la fine di Città di Cenere e l'inizio di Città di Vetro (se non avete letto Città di Ossa forse non è il caso che leggiate questa storia, contiene qualche spoiler).
Tratto dal primo capitolo:
"Alec divenne rosso in viso e non proferì parola. Sarebbe voluto andare con Magnus ma cosa avrebbero pensato gli altri? Mentre prendeva una decisione i tre stregoni avevano già attraversato il portale, lasciandolo lì in piedi in preda a un grandissimo senso di colpa. Magnus gli aveva appena salvato la vita e si era ferito per proteggerlo, e lui invece di interessarsi alle sue condizioni e seguirlo era rimasto lì come uno stupido solo per proteggere la sua immagine di ragazzo etero e ligio alle regole. "
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il party stava giungendo al termine e il loft si stava via via svuotando. Erano rimaste poche persone tra cui qualche vampiro, Isabelle e Simon che parlavano in un angolo e si sorridevano, Alec e Jace che si sostenevano a vicenda, l’uno aggrappato alle spalle dell’altro; parevano entrambi molto ubriachi. Clary era andata via qualche ora prima.
“La festa è finita, andate in pace” proclamò Magnus, con l’intenzione di buttare fuori i suoi invitati.
I vampiri rimasti si incamminarono velocemente verso l’uscita, non volendo scatenare l’ira dello stregone.
Jace e Alec si avvicinarono a lui, ridacchiando e parlando a vanvera, come fanno gli ubriachi. Jace stuzzicava Magnus, che diplomaticamente cercava di non rispondere alle sue provocazioni, fino a quando Jace non iniziò a toccare in modo seducente il corpo di Alec, il quale con il braccio intorno al suo collo si sorreggeva a lui.
“E’ inutile che continui a stuzzicarmi, shadowhunter, so benissimo che ti stai solo prendendo gioco di lui.”
“Tu dici? In verità sono molto attratto da Alec” rispose avvicinando il viso a quello del suo parabatai.
“Da-davvero?” chiese Alec rosso in viso, visibilmente sorpreso.
Intanto Isabelle dietro Magnus seguiva la scena con sguardo interessato e infastidito.
“Certo. Vorrei sentire le tue labbra sulle mie…Cos’aspetti a baciarmi?” disse Jace guardandolo negli occhi.
Alec lo fissava scandalizzato, senza riuscire a spiccicare una sillaba. Il suo viso, già molto rosso, si infiammò all’improvviso. Si girò per guardare Magnus che osservava la scena con le braccia incrociate e lo sguardo impenetrabile.
“Stai aspettando il mio permesso? Sai che non ne hai bisogno…Fai quello che credi” disse lo stregone con voce gelida.
Alec, senza pensare a quello che stava facendo, baciò il suo parabatai che rispose al bacio tenendogli il viso con le mani. Isabelle li fissava a bocca aperta senza riuscire a proferire parola, anche Simon era piuttosto sconcertato da quello che stava succedendo in quella stanza.
“Direi che ora potete anche liberarmi dalla vostra presenza” disse Magnus dopo qualche minuto e schioccando le dita, dalle quali fuoriuscirono brillanti scintille azzurre, buttò tutti fuori dalla porta di casa sua. Si diresse verso il suo letto e si lasciò cadere sulle coperte. Il viso sprofondò sul cuscino che lentamente si riempiva di lacrime.

 
Una folata di vento azzurro aveva spinto Isabelle, Simon, Alec e Jace fuori dalla porta del loft dello stregone, giù per le scale e infine sulla strada buia e semideserta. La ragazza dai lunghi capelli mori prese il fratello per le spalle e dopo averlo scosso gli urlò contro “Che diamine hai fatto?? Alec sei impazzito?”.  Il ragazzo dagli occhi blu però sembrava in trance e dopo essersi portato una mano alla bocca, vomitò sul marciapiede davanti al portone del loft di Magnus.

Fu una lunga nottata. Alec non fece altro che vomitare nel bagno adiacente alla sua camera, mentre Isabelle dolcemente gli stava accanto accarezzandogli la testa e sussurrandogli parole di conforto. Aveva trattenuto la rabbia che provava per come si era comportato suo fratello da Magnus e l’aveva conservata che per un altro momento, in cui il ragazzo sarebbe stato capace di darle una spiegazione. Anche Jace dal canto suo trascorse la notte a vomitare in bagno come il fratello.

 
I raggi del sole filtravano dalle tende della camera di Alec, attraversando la stanza, il bagno adiacente e posandosi sul viso di Alec. Egli aprì lentamente gli occhi e si trovò, con sua sorpresa, seduto contro la parete del bagno. Vide che sua sorella era lì affianco a lui, accoccolata sul suo petto, e dormiva profondamente.
“Izzie…cos’è successo?” sussurrò piano.
“Alec, non ricordi?” rispose lei con la voce ancora impastata dal sonno, aprendo gli occhi e guardandolo.
“Ricordo che eravamo da Magnus…ho bevuto uno strano drink…e poi”
“E poi hai baciato Jace davanti a Magnus”
“COSA?” ululò lui spalancando gli occhi e diventando improvvisamente rosso come un pomodoro.
“Alec…Ero così furiosa con te. Avresti dovuto vedere la faccia di Magnus…Era distrutto”
Alec era scioccato ma volle sapere tutto per filo e per segno dalla sorella, la quale raccontò al fratello quanto era accaduto quella sera. Lo shadowhunter faticava a credere di aver davvero fatto tutto ciò, non era assolutamente un comportamento da lui. Una cosa però era certa: ora Magnus non l’avrebbe davvero mai perdonato.
“Alec…Ti senti attratto da Jace?” chiese Isabelle improvvisamente.
“Certo che no Izzie, cosa dici?” rispose subito il fratello senza esitazione mentre le sue guance continuavano a non voler cambiare colore. Tuttavia, in cuor suo non era tanto sicuro di questo. Era ancora molto confuso riguardo ai suoi sentimenti. Provava qualcosa per Jace ma quello che provava per lui era completamente diverso rispetto a ciò che provava per Magnus. Doveva ancora capire però cosa questo significasse.
“E per Magnus invece che cosa provi?”
“Io…Non ne sono sicuro…”
Per fortuna Isabelle non continuò a lungo con le sue domande. Dopo averlo abbracciato dolcemente ed essersi assicurata che stesse bene, andò nella sua stanza per farsi una doccia e lasciò Alec da solo a disperarsi per la situazione in cui si era cacciato. Il pensiero di aver ferito in questo modo il suo stregone lo distruggeva; in condizioni normali non avrebbe mai agito in quel modo. Aveva il terrore di averlo perso per sempre. Quel pensiero gli fece venire le lacrime agli occhi. Non poteva arrendersi, doveva provare in ogni modo a riprenderselo. Senza indugiare oltre si alzò dal freddo pavimento del bagno e si fece una doccia veloce. Si vestì con le prime cose che gli capitarono in mano: una maglietta nera e un paio di jeans. Si diresse verso l’uscita dell’istituto, ma poco prima di aprire la porta si ritrovò davanti l’ultima persona che avrebbe voluto incontrare.
“Buongiorno fratello, come stai? Io sono stato da schifo tutta la notte”
“Jace…Sto bene…” rispose Alec imbarazzato.
“Izzie mi ha detto che ci siamo ubriacati con qualche strano drink delle fate e che abbiamo detto assurdità tutta la notta…Ma io sinceramente non ricordo proprio nulla”
“Davvero non ricordi nulla?” chiese il ragazzo moro con un barlume di speranza negli occhi.
“Nulla di nulla…Tu ricordi qualcosa?”
“Niente anch’io…”
“Speriamo di non aver combinato qualche casino…Izzie non ha detto nulla a riguardo. Stavi uscendo?”
“Io…Beh…Si…Andavo a fare un giro” mentì lui
“Beh allora vengo con te” disse Jace sorridendo.
“Ecco io…Volevo rimanere un po’ da solo…”provò a dire lui, sperando che il fratello non insistesse.
“Va bene. Ci si vede dopo in palestra allora” .
 
 
Magnus aprì gli occhi e con fatica si alzò dal letto. Guardò la sveglia: erano le 12:40. Si sentiva senza forze e non aveva voglia di fare nulla. Avrebbe dovuto mangiare, fare la doccia e sarebbe dovuto uscire per incontrare alcuni clienti quel pomeriggio, ma proprio non ce la faceva. Si lasciò cadere di nuovo sul letto disfatto e i suoi pensieri si affollarono sul bellissimo ragazzo dagli occhi blu che gli aveva spezzato il cuore non molte ore prima. Gli occhi gonfi si riempirono di nuovo di lacrime che non aveva la forza di contenere. Pensava al suo sorriso, alle guanciotte dolci che con le sue battute maliziose riusciva sempre a rendere rosse, ai suoi capelli neri morbidi e disordinati, alle sue mani forti che lo facevano sempre sentire al sicuro, alle sue labbra morbidi e dolci che si incastravano sempre perfettamente con le sue. Quel ragazzo gli aveva rubato il cuore in poco tempo, lo aveva illuso che il suo sentimento fosse ricambiato, che sarebbero stati insieme e felici, e poi con facilità aveva calpestato il suo cuore innamorato e lo aveva ridotto a brandelli e ora lui sentiva un grande vuoto dentro di sé. Il problema era sempre il solito: concedeva il suo cuore e il suo amore con troppa facilità. Si era lasciato soggiogare da quei teneri occhioni all’apparenza ingenui. Aveva sempre pensato che Alec fosse diverso, speciale. Improvvisamente qualcuno interruppe i suoi pensieri bussando alla porta del loft. Con grande fatica si alzò dal letto e andò ad aprire la porta. Fortunatamente colei che si trovò di fronte non era uno shadowhunter moro con gli occhi blu, ma la sua amica Catarina che lo guardò strabuzzando gli occhi.
“Buongiorno Magnus, ero venuta a vedere come stavi….Ma…Magnus…Cosa diavolo ti è successo? Anzi no…Non me lo dire…Non è la prima volta che ti vedo così…Occhi gonfi, trucco sbavato, capelli disordinati, vestiti del giorno prima, umore infernale…Il tuo shadowhunter…Hai rotto con lui vero?”
Magnus non rispose. Si spostò per lasciarla entrare e insieme si diressero verso la cucina. L’amica gli preparò da mangiare e si prese amorevolmente cura di lui, come ormai aveva imparato sempre a fare in quelle situazioni. Gli cambiò le bende nella ferita alla spalla, che si stava lentamente rimarginando, e dopo avergli rimboccato le coperte restò lì accanto a lui seduta in una sedia affianco al letto accarezzandogli i capelli come una mamma fa col suo bambino per farlo addormentare. Quando si fu addormentato uscì dalla camera e si sedette sul divano preoccupata e pensierosa. Qualcuno bussò alla porta.
Non appena la ragazza aprì la porta, lo shadowhunter dagli occhi blu si precipitò dentro il loft e chiuse la porta.
“Sei qui per lui immagino” constatò la stregona.
“Devo vederlo assolutamente”
“Sta dormendo. Non è esattamente in forma. Ma questo lo immaginerai considerando che la colpa è tua” disse la ragazza senza mostrare alcuna delicatezza.
“Non avrei mai fatto una cosa simile se fossi stato in me…” cercò di giustificarsi Alec.
“Non ti devi giustificare con me. Non sono io la persona ferita. Io sono solo la persona che regolarmente si occupa del suo amico col cuore spezzato. Devo ammettere che stavolta sono sorpresa, pensavo che con te le cose sarebbero andate diversamente.”
Alec non pensava che fosse possibile sentirsi ancora più in colpa di quanto già si sentisse, invece constatò con sorpresa che Catarina stava riuscendo a farlo sentire ancora peggio. Prima che avesse il tempo di replicare, la porta del loft si spalancò e cadde a terra in mille pezzi. I due ragazzi si girarono con uno scattò. Alec prese subito in mano la sua spada angelica e sussurrandone il nome la fece illuminare di una luce intensa. Due uomini alti e muscolosi entrarono nell’appartamento di Magnus impugnando due lunghe spade angeliche, come quella che impugnava Alec. Fu allora che lo shadowhunter capì che dovevano essere due uomini di Valentine, e che probabilmente cercavano Magnus.
“Siamo qui per lo stregone. Consegnatecelo e non vi sarà fatto alcun male” disse uno di loro.
“Dovrete passare prima sul mio cadavere” rispose Alec.



Angolo dell'autrice.

Come sempre ringrazio tutti quelli che seguono la storia e soprattutto coloro che recensiscono dandomi degli ottimi suggerimenti e spronandomi a scrivere!
Grazie mille :)
kiss

 
  
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