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Autore: Jasmine_97    08/05/2016    0 recensioni
Le leggende narrano che i lupi sono sempre esistiti. Ma, come ogni cosa esistente, anche loro avevano, e tutt’ora hanno, una MADRE PROGENITRICE. Questa è conosciuta come Iris, per i suoi meravigliosi occhi color arcobaleno. Ella è la madre di tutti i lupi e la loro protettrice. Come ogni mamma, li tiene tutti d’occhio, li protegge e li ama e loro amano lei e la rispettano. Iris è consapevole che tra gli esseri umani esistano persone cattive, ma anche buone. Solo “i puri di cuore”, solo loro hanno, potremmo dire, l’onore di poterla osservare, anche se per poco. Lei decide quanto. Come tutti sanno, i bambini sono i custodi dei cuori più puri, e sono loro che con più possibilità riescono a vedere Iris.
Lei conosce la purezza d’animo dei bambini e, da loro, qualche volta si fa anche avvicinare.
Se l'introduzione vi ha incuriositi entrate per scoprire di più. Baci ;)
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Primo capitolo: una bimba molto allegra

Mi chiamo Aurora, ho 15 anni e sono una ragazzina come tante. Sono l’ultima figlia del capo del villaggio Vee ja maa. Mia sorella più grande si chiama Erica, di 25 anni, poi ci sono Ariet, di 23, Rayan, unico fratello, di 21, Joy, di 20 e Jasmine di 18. Mio papà si chiama Jordan e pur non essendo molto anziano è considerato un saggio. Ho perso mia mamma quando avevo solo un anno e mezzo per un malore di cui non si conosce la causa, e quindi non ricordo quasi nulla di lei. Il nostro villaggio è situato tra le montagne e un fiume che finisce in un grande lago e una foresta. Di solito per poter mangiare cacciamo o peschiamo, ma solo lo stretto necessario. Crediamo che non sia affatto giusto uccidere dei poveri animali solo per il piacere di farlo, è decisamente una cosa crudele!
Penso che la gente qui, compresa io, siamo molto fortunati. Abbiamo l’onore di vivere vicino agli esseri più belli e misteriosi che Madre Natura abbia mai potuto creare: i lupi. Ed è proprio con loro che la storia, che vi voglio raccontare, inizia.
La gente del mio villaggio è solita narrare storie, per la maggior parte di ragazzini, che hanno avuto la fortuna di vedere e chi, addirittura, incontrare colei che protegge tutti i lupi. Molte storie ora vengono conservate anche per iscritto. Alcune storie sono molto brutte, perché narrano la brutalità dei lupi, spesso capeggiati da un enorme, dopo che alcuni componenti del branco sono stati feriti o addirittura uccisi. L’enorme lupo di cui parlano le storie è la madre, Iris. Lei è bellissima. I suoi occhi vengono descritti come un arcobaleno. E’ molto diffidente con gli uomini proprio per la crudeltà che spesso hanno e che hanno dimostrato in tutti questi secoli uccidendo poveri animali, anche cuccioli. Il pelo dei lupi ha un valore enorme se venduto, quindi è oggetto di uomini avidi che farebbero qualunque cosa per poterlo avere.
Ma, Lei, che sa tutto, fa pagare a caro prezzo un gesto del genere.
La mia storia comincia quando ancora io avevo 9 anni.
Mio papà aveva deciso che dovevo andare con le mie sorelle Erika, ed Ariet ed altri ragazzi al fiume per prendere l’acqua per il villaggio, mentre mio fratello andava a caccia, le altre sorelle stavano a casa e mio padre svolgeva il suo lavoro da leader.
Ero ancora nella mia stanza che mi stavo preparando, quando sentii mia sorella gridare che dovevo scendere.
<< Sì sorellona, sto scendendo >> le gridai dalla mia stanza.
<< MUOVITI >> mi gridò di risposta lei.
<< Certe volte è proprio fastidiosa >> dissi a me stessa a bassa voce.
Scesi di corsa le scale e presi il secchio che era già preparato vicino la porta e tutta contenta per la mia prima “missione”, con il mio secchio abbracciato al petto, quasi più grande di me, sbucai fuori dalla porta di casa, con un sorriso grande grande. Mia sorella
mi guardava dall’alto verso il basso con uno sguardo di rimprovero e le mani ai fianchi.
<< Sbrighiamoci, è tardi >>. Disse semplicemente prendendo il secchio dalle mie e mettendolo sul carretto trainato da un pony, anzi dal mio pony, era un regalo di mia mamma.
<< Agli ordini >> dissi io mettendo il broncio e dirigendomi verso il pony così che lei mi prendesse in braccio e per farmi salire sulla groppa.
<< Sei una lentona, mi fai sempre fare tardi >> si lamentò prendendomi e mettendomi sul pony.
<< Scusa >> dissi io ancora col broncio e sistemandomi per partire. Non volevo tenere le redini, avevo paura che il pony ad un certo punto partisse e mi facesse cadere.
<< Su, non preoccuparti >> mi sorrise << andiamo >> disse con tono solenne. E così partimmo, gli altri erano già poco più avanti, sul vialetto, che ci stavano aspettando. Durante il tragitto parlavamo e scherzavamo tutti e mia sorella mi spiegò nel dettaglio cosa dovevamo fare e come era il posto e io ascoltavo molto bene. Ero contentissima ed entusiasta. E non vedevo l’ora di arrivare.
   
 
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