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Autore: Alyeska707    09/05/2016    4 recensioni
Duncan vedeva ogni regola come un filo, e i fili o si spezzano o si rompono.
Ma alla fine tra loro due non c’era poi tanta differenza: nessuno avrebbe mai permesso di appartenere a qualcuno.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney, Duncan, Gwen, Trent | Coppie: Duncan/Gwen
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Contesto generale
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Addicted to blue hair and blue eyes
Chapter 8: Trent

Quella sera Duncan se n’era andato appena dopo essersi staccato dal bacio. Aveva sogghignato come suo solito, facendo trasparire una vaga aria da bravo ragazzo, e aveva lasciato Gwen sola col suo orgoglio che, come una vocina pretenziosa e insaziabile, le ripeteva che non era riuscita a rifiutarlo, che avrebbe dovuto replicare, chiedere spiegazioni, dirgli di allontanarsi perché avvicinarsi così tanto non gli era concesso. Gwen non si dava pace perché quel suo acconsentire era stata una muta richiesta di aiuto, e lei non lo chiedeva mai. Era anche spaventata del fatto che, magari, Duncan l’avesse capito. Oppure, nell'ottica peggiore, che si fosse lasciato trasportare dal suo ego. Allora pensò che avrebbe dovuto incontrarlo al più presto per chiarire il tutto. Poi si corresse: non incontrarlo più, definitivamente, sarebbe stato decisamente meglio, considerando che tutto era cominciato a precipitare nel momento stesso in cui aveva conosciuto il punk.

Gwen non l’avrebbe mai data vinta così facilmente a Duncan. Lei non sarebbe mai stata un giocattolo nelle sue mani, perché, da come le era sembrato di capire, il ragazzo amava giocare. Certo, non saltava difficilmente all’occhio: già il suo aspetto non tradiva il costante desiderio di rompere ogni regola. Obblighi, divieti, sì, ma anche norme morali. Perché in fondo Duncan vedeva ogni regola come un filo, e i fili o si spezzano o si rompono. Per lui i legami umani non esistevano, le relazioni non erano un’eccezione. Lui non era di nessuno e agiva solo a impulso del suo istinto.
Ma Gwen non ci stava, no. Il solo pensiero di poter esser manovrata da qualcun altro la inorridiva, la faceva tremare. Sì, perché alla fine viene difficile fidarsi di qualcuno che afferma di essere tuo amico fino a un attimo prima di baciarti. E la cosa peggiore era che la dark non poteva negare che tutte le sue ansie si erano fatte più leggere e futili, quando le labbra del punk erano state a contatto con le sue.
Alla fine tra loro due non c’era poi tanta differenza: nessuno avrebbe mai permesso di appartenere a qualcuno.

Il telefono di Gwen era accanto alla sua mano e, sul momento, forse data la bizzarria della situazione, forse per l'attimo di scarsa lucidità, decise di azzardare.
E chiamò Trent.
 
«G-Gwen?» La voce era sempre la sua; sull’attimo stupita, confusa, ma sotto sotto con un barlume di speranza, un accento sulle ultime lettere come un luccichio nei suoi occhi. Gwen serrò i suoi, pensando che stava facendo una cosa totalmente priva di senso, probabilmente solo un tentativo per liberarsi dalle catene.
«Già… Sai, stavo pensando che… forse ho avuto una reazione eccessiva.»
Trent sospirò, e la sua voce si fece più bassa. «Credo sia stata del tutto normale, ho fatto un casino… credo che non riuscirò mai a perdonarmi per quello che ho fatto… soprattutto per aver dovuto mentire a te.»
«No, non devi. Sarà stato un periodo duro per te, immagino, e io non sono riuscita a comprenderti…»
«Non illudermi Gwen, so che non mi stai davvero perdonando.» Trent sorrise arrendevole. «Non pretendo che le cose tra noi tornino come prima, sarebbe troppo inverosimile, lo so, ma se così accadesse… io non sbaglierei più, Gwen. Desidero solo che tu mi creda, non chiedo altro.»
Era vero, la dark non stava scusando il suo comportamento e, a maggior peso, non sentiva di doversi scusare con lui. Ma c’erano altre vie d’uscita? Quello era l’unico spiraglio. Così respirò a fondo, e liberò la parola seguente tutta d’un fiato.
«Incontriamoci.»
 
Gwen e Trent si diedero appuntamento quello stesso pomeriggio in un bar della zona. Quando la ragazza era arrivata nel locale prestabilito, aveva trovato Trent già seduto ad un tavolino. Gli aveva rivolto un sorriso tirato da lontano e si era avvicinata a lui mantenendo la testa alta e un ateggiamento insondabile. Si era accorta della custodia scura della chitarra del ragazzo solamente dopo essersi seduta. Le rivolse una lunga occhiata, riflettendo sul motivo per cui Trent avesse deciso di portarla con sé, e a quel punto anche il ragazzo seguì lo sguardo di lei, per poi ridere nervosamente e spiegarsi. «È… è squallido dire che l’ho portata per suonarti qualcosa, vero?»
Gwen rialzò il viso e pose l’attenzione su di lui, davanti a lei, che sorrideva con aria imbarazzata.
Quindi si sforzò di ridacchiare. «Sì, sì… è un po’ squallido.»
Trent sembrò rilassarsi un poco.
«Ce l’hai ancora, un debole per i lunatici?» asserì.
Gwen venne colta alla sprovvista con quella domanda, così l’unica cosa con cui potè replicare fu un: «C-Che cosa?»
«Ti ho chiesto se… sì, insomma, se hai ancora un debole per i lunatici.»
Cercò di sviare la risposta. «Perché me lo stai chiedendo?»
Trent abbassò il viso. «Curiosità. Mi domandavo quante possibilità mi fossero restate.»
«Trent… non credo di essere in grado di riuscire a…»
Il ragazzo la interruppe. «Ti sta bene la nuova pettinatura.»
«G-Grazie…»
La verità era che Trent era spaventato. Non voleva far cadere il discorso su argomenti che, già sapeva, non sarebbe riuscito a digerire. Non voleva star senza Gwen e non voleva sentirle dire che avrebbe dovuto farsene una ragione, accettando le conseguenze di ciò che aveva fatto.
«L’avevo notata già l’altra sera… però non ho detto nulla. Non mi aspettavo di vederti lì, non c’ero molto con la testa.»
«Tranquillo. È tutto a posto
«Vedi, il punto è che…» cominciò Trent, «se davvero fosse così, non potrei che essertene grato e cercare di riparare a tutto quello che ho fatto. Ma so che non è a posto. Tu non vuoi tornare con me, lo capisco, sto capendo tante cose in questo periodo… ti chiedo solo di non dirmi cose del tipo “va tutto bene” per poi stroncarmi. Vorrei attutire il colpo di te che te ne vai senza voltarti indietro…» Quindi Trent rialzò il viso e si fece coraggio per non distoglierlo da quello di Gwen, così inespressivo da intimorirlo quasi, da lasciar che ogni speranza che stesse covando si allontanasse da lui senza più tornare. L’ottimismo che nutriva da quando aveva ricevuto la chiamata della ragazza si era spento veloce, ed ora si sentiva vuoto e senza obiettivi, senza un’ambizione da rincorrere. Senza Gwen non ne valeva la pena di avere sogni, perché lei era  quello che di più grande aveva mai avuto. Non aveva mai avuto intenzione di lasciarla. Pensava di andarsene momentaneamente, rimettersi in sesto per poi tornare da lei. Come poteva però esigere che lei lo avrebbe aspettato? Contava sulla profondità dei suoi sentimenti senza sapere realmente cosa questi celassero. Il cuore di Gwen era come uno scrigno sigillato e neanche lei stessa riusciva a interpretarlo. Era una persona contraddittoria e impulsiva, infondo.
Ma la dark non riusciva proprio a vedere falsità negli occhi verdi di Trent; non ci era mai riuscita.
Deglutì. «Però potremmo vederci… qualche volta, come ora e… parlare» disse, a bassa voce, come per paura di essere sentita.
Il viso di Trent si illuminò.
Gwen provò a ricambiare la sua espressione, ma sapeva che niente era più come quando stavano insieme.
Non lo sarebbe mai più stato, probabilmente.
 
 

N/A
Ho paura di star degenerando… STO DEGENERANDO? Vi prego di rispondere perché, insomma, mi ritrovo ad avere dubbi sul procedimento della storia. Effettivamente non ce n’è ancora uno, non ci ho ancora riflettuto. Quindi chiedo a voi di dirmi sinceramente che ne pensate. Del capitolo e di tutta la storia in generale. Intendiamoci, lasciare a metà una storia è l’ultima cosa che voglio, però sto perdendo l’ispirazione (e la soddisfazione) per questa long e beh, se a voi piace tanto prometto di impegnarmi per andare avanti a scriverla e, un giorno, concluderla in qualche modo, ma ho paura che per quel giorno le vostre aspettative saranno deluse. (in ogni modo mi è venuta un’idea che per ora trovo molto carina per una nuova long) ^.^
Data, appunto, la mancanza momentanea di ispirazione, se così possiamo chiamarla, non so dire quando potrebbe uscire il prossimo capitolo. Invece di pubblicare a brevi pause capitoli che potrebbero rivelarsi buttati lì in qualche modo, preferirei pensare bene alla trama che a questo punto intendo seguire.
Quindi vi chiedo di dirmi cosa ne pensate e, ripeto, se già così la storia vi sta piacendo, continuerò a pubblicare capitoli come faccio ora, come se questo piccolo "avviso" non fosse mai esistito. Quindi (sarà l'ottantesima volta che lo scrivo, lol) a voi la scelta :) <3
Alyeska
(e sì, lo so che avrei dovuto intitolare "Trent" il capitolo n°9, giusto per restare in tema di lunatici xD )
   
 
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