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Autore: MandyCri    09/05/2016    1 recensioni
Syria, figlia di Emmanuel detto l'antico, il capostipite della razza vampirica è tornata per ottenere una vendetta che cova da venticinque anni.
Deve uccidere Lucas, il Re dei vampiri nobili che ha assassinato suo padre per l'appunto venticinque anni prima.
Lei è l'unica discendente diretta ancora in vita di Emmanuel e per questo diversa dagli altri vampiri che siano nobili o dissanguatori.
La sua strada si incrocerà con André figlio di Lucas e Alice e con quello degli altri “prediletti”, nome con cui vengono nominati André, Annette, Abbie Ann e Thomas, i quattro primogeniti delle prescelte.
Syria otterrà la sua vendetta?
Per capire fino in fondo la storia è assolutamente necessario leggere le prime tre della saga.
Questa storia appartiene alla saga “La maledizione del sangue e della luce”.
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La maledizione del sangue e della luce'
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Ciao e grazie a chi segue ancora questa storia.
Lo so, sono molto in ritardo, ma il tempo ormai è davvero limitato per scrivere.
Ah bei vecchi tempI!
Grazie a tutti coloro che seguono, ricordano e preferisco questa storia.
Grazie alle ragazze che hanno recensito.
Grazie di cuore, questo capitolo è per voi.
Vi sono molto grata per le vostre parole e devo dire che è grazie a voi che ho deciso di continuare questa storia.
GRAZIE.
Se avete voglia di leggere altre mie storie, cliccate sul mio profilo.
Aspetto la vostra opinione con ansia.
Un bacione MandyCri

 
§§§
 

CAPITOLO 3

 

- Grazie Thom! Mi hai salvato la vita! - disse André, salendo in macchina e sistemandosi davanti, nel posto del passeggero.

Thomas alzò le spalle e si aggiustò la cintura – Ringrazia la tua gemella. È stata lei a mandarmi da te. L'ha visto! - disse, sgranando gli occhi color ambra e facendo un grande cerchio con le mani, senza dimenticarsi di spiarla dallo specchietto retrovisore.

André sorrise: Thomas ed Annette non andavano per niente d'accordo. Nonostante fossero complementari l'uno con l'altra, il più delle volte, litigavano, anche se...

Thomas era il suo migliore amico, benché più giovane di lui di cinque anni, probabilmente perché era il maschio più vicino a lui per età.

Avevano vissuto sempre insieme ed era l'unico con cui riusciva a confidarsi.

Il ragazzo, nonostante sembrava fosse uno scapestrato, era, invece, emotivamente solido e sapeva mantenere i segreti.

André si fidava di lui ciecamente e non capiva come gli altri non si accorgessero di quanto fosse speciale, soprattutto Annette che lo derideva e accusava sempre e gli dava la colpa di qualsiasi cosa andasse storta.

Dalla sua bocca non era mai uscito nulla, anche se era un giocherellone e, tante volte, prima parlava e poi pensava.

Era l'unico che sapeva della ragazza del locale. Aveva cercato anche di incoraggiarlo, ma non era riuscito a convincerlo.

André non sapeva perché fosse attirato così tanto da quella sconosciuta.

Non gli era mai capitato prima.

Fisicamente gli piaceva molto. Aveva capelli neri cortissimi, tagliati alla maschietto e due occhi grandi e allungati di un verde scuro che gli ricordava molto il muschio.

Era minuta e magra, ma ben proporzionata e la sua pelle era di un tono più scuro al bianco, tanto da fargli pensare che fosse d'origine araba.

Probabilmente se l'avesse avvicinata non gli sarebbe arrivata nemmeno al petto da quanto era piccina.

Non sapeva neanche se fosse maggiorenne, perché sembrava piccola anche da quel punto di vista.

L'aveva osservata molto, cercando di non farsi scoprire da nessuno e aveva notato, a malincuore che non beveva mai alcolici, per questo aveva dedotto che non avesse raggiunto ancora la maggiore età.

André sperò con tutto il cuore che non fosse così, anche se per i vampiri la differenza d'età non era un problema.

Non avevano lo stesso metro di misura degli umani. Chiunque fosse sotto i duecento anni e non avesse ancora espiato gli anni bui, era un poppante, per cui qualche anno di differenza non creava nessun problema, si era praticamente coetanei.

Tuttavia esistevano anche le leggi umane e dovevano rispettarle.

I loro genitori erano stati molto chiari su questo.

Magari frequentava il primo anno di università, d'altronde bazzicava in un pub di studenti e, forse, le sue origini o la sua religione le impedivano di prendere alcolici.

Questa era l'unica scusa che aveva trovato a suo discapito.

Lo intrigava il fatto che fosse sempre sola.

L'aveva annusata per bene, aiutandosi con il suo fiuto vampirico e con qualche vasca su e giù per il locale, di tanto in tanto, facendo finta di andare al bagno, per capire se era o no una vampira e non aveva dubbi: era un'umana, anche perché, se fosse stata della sua razza anche i suoi amici l'avrebbero riconosciuta come tale.

Sicuramente se fosse stata una dissanguatrice, Thomas o Zosim l'avrebbero già fatta fuori.

Thomas si era rivelato un grande guerriero, al contrario di lui.

Frequentava l'università, però il suo sogno era seguire le orme paterne.

Zosim c'era sempre quando c'era Abbie Ann nei paraggi.

Inventava qualsiasi scusa per avvicinare la biondina dagli occhi viola e quest'ultima sembrava gradire parecchio le attenzioni del guerriero dai lunghi capelli marroni.

Se solo zio Christopher ne fosse venuto a conoscenza, sarebbe scoppiato il fini mondo.

Così tutti se ne stavano zitti e cercavano di coprire la simpatia nata tra quei due.

Purtroppo era così nel loro mondo.

I vampiri erano prettamente maschilisti e possessivi, sembrava che questi sentimenti venissero moltiplicati all'infinito non appena si passava dallo stato umano e quello vampirico e i dentacci la facevano da padrone, figurarsi per chi era diventato padre!

Sua madre, Amanda ed Aza erano le prescelte.

Dallo studio del libro dell'antico e della maledizione del sangue e della luce, André aveva appreso che per ogni vampiro buono e dedito al Re, c'era da qualche parte una donna capace di dargli una progenie.

Tuttavia dopo Aza, nessun'altra prescelta era comparsa.

La cosa era stata tenuta segreta, finché si era potuto.

Solo i membri del consiglio dei vampiri nobili e i guerrieri più vicini al Re erano a conoscenza di queste donne speciali.

Suo padre, il Re, aveva preferito evitare la divulgazione della notizia, in un primo tempo, nonostante fosse stato un compito arduo tenere questo segreto.

Poi le cose erano sfuggite un po' di mano.

Le tre prescelte avevano tutte avuto dei figli e restavano giovani, ma i vampiri sentivano che erano ancora umane dall'odore del loro sangue, diverso comunque da quello delle persone semplici.

Loro, i figli, erano cresciuti e proprio lui e Thomas erano quasi la fotocopia dei loro padri.

Era difficile mentire e spacciarli per bambini nati in provetta.

Le voci e i pettegolezzi si erano propagati in tutto il popolo vampirico, così il consiglio aveva deciso di rivelare il segreto.

In pochi sapevano, però, che ciò che era stato finalmente reso pubblico non era la verità nella sua totalità.

Su consiglio di zia Vivian, Lucas aveva annunciato le prescelte come un caso unico.

Solo il Re, Peter e Christopher erano gli unici beneficiari, perché baciati da Dio.

In tutta la faccia della terra non ne sarebbero esistite altre.

Questo per fermare nel nascere, una ricerca estrema da parte di quei vampiri che, saputa la verità, avrebbero potuto iniziare le ricerche della loro anima gemella, colei che avrebbe potuto dare loro dei figli.

Si era taciuto sul potere dei primogeniti, come sulla loro capacità di poter generare altre vite.

Nessuno lo sapeva e questo doveva restare un segreto, almeno finché si poteva.

Il fatto che il vampiro dovesse avere determinati requisiti e che l'amore dovesse essere puro, era stato un elemento a loro favore.

Tuttavia, non appena Lucas aveva dato l'annuncio, come si era temuto, si era scatenata lo stesso una specie di caccia alle streghe.

Molti vampiri non avevano creduto in pieno a ciò che il loro Re aveva comunicato ed erano partiti alla ricerca della loro donna speciale, avevano abbandonato tutto, per poi tornare con la coda tra le gambe, soli e sconfitti.

Questa era stata l'unica nota che aveva scoraggiato quelli dubbiosi o paurosi che non avevano ancora intrapreso la loro esplorazione.

La caccia alle streghe era finita.

Tuttavia era solo questione di tempo.

Prima o poi i prediletti avrebbero trovato una compagna o un compagno di vita e loro erano in grado di generare figli, anche senza il vincolo dell'amore ed era un pericolo enorme, soprattutto per Annette ed Abbie Ann, essendo femmine.

Amanda con l'aiuto di Vivian studiava il loro apparato riproduttivo da quando erano nati.

Le due donne erano arrivate alla conclusione che era del tutto identico a quello degli umani, quindi erano tutti e quattro fertili.

Erano convinte che, sicuramente, se loro si fossero accoppiati con degli umani, avrebbero potuto avere dei figli, ma si riservavano di esprimersi su un loro eventuale rapporto con vampiri, perché in ogni caso erano quest'ultimi che non potevano generare vite, anche se la stessa dottoressa era dubbiosa per via dello stesso “enzima dei fiori”, presente nel loro sangue e che avevano anche le prescelte.

Camille, la sua sorellina più piccola e Gabriel fratellino minore di Abbie Ann erano diversi da loro anche da quel punto di vista.

Secondo Amanda entrambi sarebbero stati in grado di riprodursi, ma solo con degli umani, infatti il loro sangue era esattamente come quello delle persone comuni e non presentava lo stesso enzima tipico delle prescelte, ma la risposta sarebbe arrivata tra qualche anno, quando entrambi si sarebbero sviluppati completamente, essendo ancora due preadolescenti.

- A cosa pensi? - la voce profonda di Thomas lo riportò alla realtà.

André fece un cenno con la mano evasivo.

A Thom non piaceva parlare di certe cose, nonostante fosse particolarmente acuto e intelligente, evitava come la peste l'argomento “prediletti”.

Non gli piaceva essere diverso ed André, in più di un'occasione, aveva sospettato che il ragazzo vivesse male la sua situazione speciale.

Era convinto che Thomas avrebbe pagato tutto l'oro del mondo per poter essere un semplice umano.

Aveva vissuto sempre con un certo disagio la sua particolarità, probabilmente perché era evidente che i suoi poteri erano più forti di quelli degli altri.

Sapeva che il suo amico si allenava di nascosto da quando era piccolo a gestirli, più di quanto avessero fatto gli altri, lui compreso. L'aveva scorto svariate volte, ma non aveva mai approfondito l'argomento e aveva mantenuto il suo segreto.

I grandi non si spiegavano ancora perché Thomas appariva il più pertinente e il più attivo con i suoi poteri, dato che nessuno sapeva che lui li combatteva fin dal principio.

André si era sempre un po' disinteressato su ciò che poteva e sapeva fare.

Era divertente vedere crescere una piantina da un seme, nel giro di qualche secondo, era uno spasso illuminarsi e circondare di luce tutti gli altri, sapeva di poter fare molto di più, sapeva che usati diversamente i suoi poteri erano letali, ma non l'aveva mai messo in pratica con nessun essere umano, al massimo aveva polverizzato con la luce qualche insetto fastidioso, quando sua madre o qualche altra femminuccia si arrampicavano sulle sedie spaventate, ma, a parte queste piccole eccezioni, non aveva toccato nessun altro essere vivente.

Thomas invece, anche se era più piccolo, aveva già ucciso.

- Secondo me c'è! - disse Thomas, con un grande sorriso.

André arricciò il naso e gli fece cenno con l'indice di stare zitto. Ci mancava solo che...

- Chi dovrebbe esserci? - chiese per l'appunto Annette, affacciandosi e facendo spuntare la lunga chioma nera, in mezzo ai due sedili anteriori.

- Nessuno! - rispose, lanciando un'occhiataccia all'amico.

Annette emise un risolino divertito – Dimmelo! - ordinò.

- Taci femmina! - l'apostrofò Thomas che quando voleva sapeva dare ordini meglio della sua gemella.

Annette lo guardò storto e poi gli mollò una sberla sulla testa – Antipatico! Ti sembra il modo di parlarmi? - protestò.

- Ahi! Mi hai fatto male. Sei tanto brava con i tuoi poteri, guarda il futuro e scoprilo da sola. - ribatté l'altro.

André alzò gli occhi al cielo, esasperato.

Eccoli che ricominciavano!

Annette si infuriava sempre quando qualcuno rimarcava il limite dei suoi poteri ed era l'unica, perché tutti e quattro sapevano che questi erano nulli se rivolti agli altri prediletti, ma sua sorella non riusciva ad accettarlo.

Aveva mandato Thomas a salvarlo dalle grinfie del padre, solo perché aveva avuto una percezione su Lucas e non su di lui.

- C'è una ragazza che mi piace. - si confidò alla fine, per evitare altri battibecchi tra i due.

La chioma bionda di Abbie Ann si affacciò vicino a quella nera di Annette – Davvero? - chiese con grande stupore.

André le sorrise – Un po', sì... ma è da tanto che non si fa viva al pub e io spero sempre di vederla, soprattutto di questi tempi... - lasciò la frase sospesa, sapendo con certezza che i tre ragazzi avevano capito a cosa si riferiva.

Annette ritornò ad appoggiarsi al sedile posteriore – Se ti sei innamorato perfino tu che non stacchi gli occhi dai libri, allora c'è speranza anche per il piccoletto! - esclamò in tono dispregiativo, riferendosi a Thomas.

L'amico sbuffò, ma non disse nulla.

André si sentì avvampare – Ho detto che mi piace. Non sono innamorato! Possibile che se dico che una mi piace, dobbiate subito mettermi in bocca parole che non ho nemmeno pensato? Sei peggio di papà Annette! Veramente!

La sorella rise, poi si rivolse sottovoce alla sua vicina di posto - È innamorato! - e scoppiò a ridere.

André fece finta di non sentire, guardò Thom che stringeva troppo forte il volante e guardava la strada con un'espressione cupa.

Gli diede una pacca sulla spalla per tranquillizzarlo, non voleva certo che prendesse fuoco anche questa macchina, dato che all'amico cominciava già ad uscire dalle mani un piccolo fumo sospetto.

Annette proprio non capiva che non era il caso di provocarlo!

L'amico gli sorrise, ma l'espressione indiavolata non era scomparsa del tutto.

Thomas odiava quando sottolineavano il fatto che fosse il più giovane di tutti ed André aveva anche un sospetto sul perché di questa cosa.

Quando finalmente arrivarono, André tirò un sospiro di sollievo.

La prossima volta sarebbero andati con due auto diverse: le due ragazze con una e loro due con un'altra.

Non sopportava più i continui battibecchi tra il suo miglior amico e la sua gemella.

Era proprio il caso di dirlo quei due erano opposti, proprio come l'acqua e il fuoco!

Entrarono nel locale in fila indiana. Thomas guidava il gruppo: era sempre così. L'amico era il primo ad entrare per controllare e dare il via libera agli altri.

André ispezionò il pub da cima a fondo, proprio come gli avevano insegnato, annusando l'aria come un cane da tartufo.

L'odore acre dei dissanguatori non c'era.

Quando la vide, il suo cuore accelerò i battiti: era seduta al solito tavolo da sola e stava sorseggiando una bibita scura, probabilmente una coca.

Un sentimento di pace gli invase tutto il corpo, almeno finché non vide Thom dirigersi a grandi falcate proprio verso la ragazza.

André cercò di sorpassare la sorella e l'amica, visto che di prassi lui era sempre quello a chiudere il gruppo, ma quel giorno il locale era più affollato del solito.

Imprecò e lo raggiunse, solo quando Thomas era già seduto allo stesso tavolo della sconosciuta.

André si passò una mano sui folti capelli neri e lanciò un'occhiataccia all'amico che non lo considerò di striscio.

- Ciao io sono Thomas. - le disse, come se nulla fosse – Era da un po' che non ti vedevo in giro. Che fine hai fatto? Questo baccalà imbalsamato è il mio amico André, loro due sono Annette ed Abbie Ann. - continuò, facendo segno a tutti di sedersi, poi si grattò il mento e la guardò dubbioso – Ti dispiace se ti facciamo compagnia? - domandò, fissandola con i suoi due occhioni gialli, da orsacchiotto bastonato.

La ragazza sorrise e gli tese la mano – Syria. - rispose, goffamente.

André la guardò e alla fine si sedette accanto all'amico, maledicendolo e ringraziandolo, al tempo stesso, mentalmente.

Allungò la mano e gliela tese – Piacere, André.

Syria gliela strinse delicatamente e ripeté il suo nome.

Il primo contatto fu come una folgorazione per lui.

La mano di Syria era la metà della sua e quella sensazione di piccolo si fece ancora più intensa dentro di lui, rimase così, inebetito, arrossendo come uno stupido, finché Annette li divise con poca grazia e si presentò a sua volta – Annette, sono la sorella di questo secchione. - disse, indicandolo.

Syria si girò verso di lui e lo fissò stupita.

Era talmente chiaro che era rimasta interdetta dalla frase della gemella che André sospettò che la ragazza avesse pensato che il loro rapporto fosse tutt'altro.

Lui che, al contrario di ciò che pensavano i suoi amici, era sempre stato un osservatore, ci restò piuttosto male.

Era talmente evidente che lui ed Annette fossero fratelli, soprattutto perché era un'altra la persona che gironzolava intorno a sua sorella come un moscone impazzito...

Cercò di scacciare ogni pensiero.

Possibile che fosse sempre così attento alla reazione degli altri e non si godeva quello che arrivava giusto per lui?

Syria era lì davanti, seduta al suo stesso tavolo e lui si faceva le pippe mentali!

Alzò la testa e le fece un sorrisone – Bene, cosa beviamo ragazzi?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
   
 
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