Io Non Ti
Sposerò – Marco Masini
Note.
Ambientata in occasione del matrimonio di
Valerio.
«L’ho
visto un po’ titubante.»
«Ma che
dici.»
Malosti
sistemò la stola di Cristiana, scivolata giù
dalla
spalla. Lei gli sorrise, con la sicurezza del viso leggermente nascosto
dal
cappello.
«Sì,
insomma, sposarsi così, dopo neanche un anno.»
«Tu non lo
faresti mai, non serve ricordarmelo ogni giorno.»
Cristiana abbassò lo sguardo e si avviò verso la
macchina. Niente rinfresco,
niente ristorante; l’umore, sebbene fino a poco prima fosse
sufficientemente in
linea con l’aria di festa, si era rabbuiato. Al contrario del
cielo, ora più
limpido, che si preoccupava di bagnare gli invitati con le ultime gocce
di
pioggia.
«Vai a
casa» la sua non era una domanda.
«Sì»
confermò lei.
«Non
resti» riformulò lui.
«Fate un
po’ di baldoria anche per me.»
«L’ultimo
matrimonio a cui sono andato era il mio.»
«Quindi?
Non vuoi prendere spunto per il tuo prossimo? Ah
no, scusa.»
«Mica ci
si sposa così, da un giorno all’altro, solo
perché
si sta bene insieme.»
«Ah no,
infatti» Cristiana gesticolò, le chiavi della
macchina in mano. «Di quanti mesi – o anni
– di prova avresti bisogno?»
«Da
quant’è che ci conosciamo io e te?»
«Ma che
c’entra?»
«Per
capire. Siete voi donne che tenete il conto delle cose.
Compleanni, anniversari, appuntamenti dal
dentista…»
«Che
romantico che sei. Il dentista.»
«Magari
è più bello del marito. Con la scusa di
un’otturazione…»
«Sei
anni» tagliò corto lei.
«Mh.»
«Suppongo
ancora troppo pochi. Non mi sposeresti mai, sono
salva.» Gli volse le spalle con finta disinvoltura e
indifferenza, e girò la
chiave nella serratura. Due volte su tre si bloccava. Quella volta,
quell’unica
volta che avrebbe voluto lo facesse, ruotò silenziosa, e la
portiera si sbloccò
senza fatica. Quand’erano state le altre due? Certo: quella
mattina presto
partendo da casa, e un paio di ore prima, al parcheggio del Morandini. Merda.
«Cristiana.»
«Non si
apre.» Adesso
siamo passati alle bugie?
Riccardo si
avvicinò e si sostituì alle sue mani.
«Per
forza, è già aperta.»
«Ah.»
Complimenti per
la sceneggiata.
«Comunque
hai ragione, non ti sposerò.»
Cristiana
appoggiò una mano aperta al finestrino, senza
respiro, come se qualcuno le avesse inferto un pugno allo stomaco. Perché faceva così male? Non
era niente che
non ti aspettassi.
E
l’avevi voluto tu.
Lui quasi non se ne
accorse. «Non se ti presenti come questa
sposa, con quell’orribile vestito e con
quell’orribile pettinatura.»
«Allora
verrò in camice.» Salì in fretta in
macchina, riprendendo
a respirare. Forse la situazione non era così
irrecuperabile. Mise in moto e si
allontanò con un rapido gesto di saluto.
Troppo rapido per
vedere il sorriso divertito sul volto di
Malosti. Troppo in fretta per potersi accorgere della sua mano in tasca
a
cercare il cellulare.
“Potrebbe
essere un’idea.”
E poi
schiacciò invia.