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Autore: merrow_star    10/05/2016    4 recensioni
Era una notte di luna piena, quando tutto è iniziato, anche se in realtà nessuno ancora lo sapeva.
Sarebbero arrivati Voldemort, la guerra, la morte. Ma anche la vittoria, la pace, l'amore.
Il Prescelto e il ragazzo che ha fatto tutte le scelte sbagliate, sul campo di battaglia, Potter e Malfoy per la Società Magica, Harry e Draco per loro stessi.
Impareranno a esprimersi attraverso la musica, per poi capirsi con le parole e i gesti. E il mondo sarà il loro spartito.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, George Weasley, Harry Potter, Teddy Lupin, Theodore Nott | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Come aveva previsto, il suo padrino non si era fatto vivo per pranzo e gongolò tra sé e sé per averci visto lungo. Andromeda gli chiese perché avesse stampato in faccia quel sorriso trionfante ma il ragazzino non disse una parola né su Draco Malfoy né sul fatto che Harry fosse da lui in quel momento. “Oh, è solo perché ho iniziato il tema di compito per Trasfigurazione e mi sta venendo molto bene”
“Adoravo e adoro tuttora questa materia! Me lo dovrai assolutamente far leggere, allora”
“Certo che sì, appena sarà finito” sorrise di più; avrebbe chiesto ad Harry una mano, oppure avrebbe invitato la sua migliore amica nonché la cocca della sostituta della McGonagall per farlo insieme.
“Ci conto” e dopo uno sguardo un po' più penetrante si concentrò di nuovo sul suo piatto di lasagne; Teddy non sperò neanche per un momento di avergliela data a bere, ma in quel modo era riuscito a focalizzare l’attenzione della nonna su di lui e sulla scuola anziché sul padrino; inoltre era certo che Andromeda stesse già facendo congetture sul vero motivo di quel sorriso. E infatti…
“Sei sicuro che sia per Trasfigurazione e non per… una ragazza?”
“Non c’è nessuna ragazza” sbuffò divertito – che le congetture della nonna fossero corrette era tutto un altro paio di maniche, “è così strano?”
“Io alla tua età avevo già il fidanzatino...”
“A me avere una fidanzatina non importa” disse, ed era vero; non perché non ci fossero ragazze che gli facevano il filo o abbastanza carine, né perché fosse timido e temesse di essere rifiutato dopo un’ipotetica dichiarazione d’amore, semplicemente perché non gli interessava proprio. Finire a dire cose sdolcinate ogni due per tre con una costante faccia da ebete non gli interessava proprio.
“Adesso dici così, ma appena poserai gli occhi su quella giusta vedrai come cambierai idea”
“Se ne sei convinta, nonna...” e lasciò cadere il discorso con un lieve sorriso.
Finito di sparecchiare la tavola, Andromeda si offrì di restare lì con il nipote fino all’arrivo di Harry, ma Ted scosse la testa. “Non serve, grazie, e poi mi è venuto sonno e non sarei molto di compagnia” e sbadigliò, così sua nonna tornò a casa propria ricorrendo alla Smaterializzazione.
Il più piccolo, rimasto solo, andò di sopra per prendersi il suo I-pod, ma nel farlo passò davanti alla stanza del pianoforte; entrò mettendo con calma un piede davanti all’altro e andò ad accarezzare con tenerezza il lucido legno nero dello strumento. Quello era il piano che aveva dato voce anche al defunto padrino di Harry, Sirius Black, del quale gli era stata raccontata la tragica storia: ricordava ancora molto nitidamente quel momento.
“Harry, perché piangi?” gli aveva chiesto entrando nella stanza dello strumento con un orsacchiotto stretto tra le braccia; aveva sei anni, e quella era la prima volta che vedeva il padrino piangere: era accasciato sul piano, la fronte appoggiata alle braccia incrociate sui tasti coperti, singhiozzava e si era addirittura tolto gli occhiali. Quando aveva sentito la vocina di Teddy, si era subito rialzato.
“Non… non sto piangendo”
“Sicuro? Perchè hai proprio la faccia di uno che sta piangendo”
Colto in flagrante, Harry si era asciugato le guance e si era rimesso gli occhiali. “Brutti ricordi”
“Su cosa? Sulla guerra?” aveva chiesto, delicato. Anche se era piccolo, non gli era stata indorata la pillola su niente.
“No, non proprio. Stavo pensando a Sirius”
“Sirius?” aveva chiesto, ed era stato allora che aveva appreso tutto su Felpato: chi e cosa era stato per Harry, per il Mondo Magico. “E come mai ci pensavi?”
“Per questo” e gli aveva dato in mano lo spartito di Sonata al chiaro di luna, mettendolo al corrente di tutta la storia e spiegandogli quale fosse il suo significato.
“Quindi questo era il piano che Sirius suonava al tuo papà?” aveva chiesto, ed Harry aveva annuito; così lui aveva stretto dolcemente il proprio orsacchiotto al petto mormorando “Quando crescerò, tu per chi lo suonerai?”
“Continuerò sempre a farlo per te, che domande fai?”
“Intendo, per chi lo suonerai qui dentro” e aveva puntato il ditino sul cuore di Harry.
Teddy sorrise, ripensando a quanto si era dimostrato lungimirante a soli sei anni; accarezzò ancora i tasti, certo del fatto che non sarebbe passato troppo tempo prima che la sua domanda ricevesse una risposta.

“Teddy!” si sentì chiamare dal piano di sotto. Harry era tornato.
Scese e andò ad abbracciarlo. “Strano, e io che ti aspettavo per pranzo”
“Davvero? Ma tu avevi detto che… Non mi sarei fermato da Draco se...”
“Scherzavo” scoppiò a ridere, “e comunque… siamo arrivati a Draco, eh?” aggiunse, malizioso.
Ovviamente Harry divenne dello stesso colore di un pomodoro maturo. E si dimenticò del tutto di togliersi il cappotto. “Draco o Malfoy, non cambia nulla, sempre della stessa persona si tratta” disse cercando di darsi un tono.
“No, certo” e sorrise furbetto.
Harry sbuffò e scosse la testa. “Ti stai facendo strane idee”
“Oh, ti assicuro che per quanto strane possano essere sono perfettamente chiare”
“Senti, è solo una vecchia conoscenza...”
“Che però ti preoccupa non poco: devo forse ripeterti il nostro discorso di ieri?”
Harry rimase fermo per qualche secondo, poi si tolse in fretta il cappotto con movimenti impacciati. “A volte mi chiedo se tu non sia uno Psicomago in incognito”
Nah, ti capisco solo tanto bene, probabilmente più di quanto ti capisca tu stesso”
“Questa è magia, mica quella che insegnano ad Hogwarts” rise, seguito subito dal più piccolo. Sì, il complesso dell’eroe era evidentemente una patologia che non aveva cura.
“Ascolta, Teddy, volevo chiederti se tu avessi già preso degli impegni per Capodanno”
“Io? No. Insomma, pensavo che avremmo fatto come l’anno scorso: io, te e la nonna a cena”
“Ecco, che ne diresti di qualcosa di diverso? Potresti invitare qui i tuoi amici”
“Sarebbe fantastico” gli occhi gli si illuminarono, ma poi realizzò che… “Ma tu?”
“Io cosa?”
“Tu passeresti la serata insieme a noi?”
“Certo che no”
“E allora scusa ma non ho capito: tu che farai?”
“Vado al concerto in piazza, e poi… starò in giro” disse sul vago, ma per Ted quello era un segnale ancora più potente di venti sirene della polizia messe insieme.
“Hai chiesto a Draco di venire a sentire il concerto con te, vero?”
“Sì” rispose senza pensare, un po' come quando l’ex Serpeverde aveva rivelato i segreti del suo cuore dopo quella loro uscita al Pictures of London.
“Hai chiesto ha Draco Malfoy un appuntamento?” e la voce gli si alzò di un’ottava: Merlino, quel pranzo fuori non avrebbe potuto dare esiti migliori!
Si rese conto troppo tardi che quella era l’ultima parola da dire.
Harry si gelò sul posto. Mica aveva realizzato l’enormità di ciò che aveva fatto…
Sì, non accettava che Malfoy avesse lasciato il violino in soffitta, non poteva concepire l’eventualità che la guerra avesse portato via al giovane figlio di Lucius la propria voce, una voce che lui, Harry, aveva casualmente finito per ascoltare; era come se il destino avesse fatto sì che Draco lo fermasse fuori dal piano bar la sera della Vigilia, come a dirgli che tutti meritavano una seconda possibilità. Sì, aveva anche realizzato che non fosse proprio una così grama compagnia come credeva ai tempi di Hogwarts, ma d’altronde allora c’era uno spesso muro tra di loro, un muro che aveva lasciato il suo segno sul candido braccio di Draco, un muro che nessuno dei due voleva venisse ricostruito, per un motivo o per un altro. Sì, aveva capito che con Draco poteva nascere un’amicizia, un qualcosa di nuovo, su una nuova pagina bianca. Ma da lì a chiedergli un appuntamento… Che gli era saltato in mente? Sicuramente Draco gli avrebbe detto di no, anzi non gli avrebbe proprio detto niente! Aveva superato un confine senza nemmeno rendersene conto, e chissà ora che cosa stava pensando quella serpe, sicuramente stava ridendo di lui insieme a quel pittore… E adesso perché si stava facendo le paranoie come una ragazzina alla sua prima cotta?
Ted lo guardava ridendo sotto i baffi, il viso di Harry aveva passato tutti i colori dell’arcobaleno nel giro di pochi secondi e ora stava quasi annaspando cercando qualcosa da dire in sua difesa, qualcosa che dimostrasse che no, non aveva chiesto alcun appuntamento a nessuno, peccato che di elementi a suo favore non ce ne fossero proprio...
“Non… non è un appuntamento” balbettò, poteva almeno provare a negare l’evidenza, no?
“Ah, no? E allora cos’è?”
“Andremo solo a sentire insieme un concerto”
“Mh, e dimmi, ci saranno altre persone con voi? O sarete solo voi due?”
“Tutte le altre che verrano in piazza a Capodanno, ovvio che non saremo soli!”
Ted ghignò furbetto, adorava quando Harry si arrampicava sugli specchi. “Intendo, l’invito a venire a sentire il concerto con te è esteso a qualcun altro oltre a Draco?”
“Beh, no, ma...”
“E allora questo, almeno a casa mia, si chiama appuntamento. Devo ricordarti anche che casa mia è anche casa tua?”
Harry si sentì molto Neville, quando era stato pietrificato da una Hermione undicenne il loro primo anno a Hogwarts. Non potè far altro che abbassare la testa e capitolare. “L’ho seriamente fatto?”
“Mi dispiace darti questa ovvia notizia, ma sì, lo hai fatto”
“Devo essere uscito di testa”
“No, non lo sei, è perfettamente da Harry Potter fare questo genere di cosa”
“Questo genere di cosa, cosa?”
“Dare un’altra possibilità sapendo che c’è sempre un modo di far andare tutto meglio”
Harry tacque, riflettendo su quelle parole. Aveva invitato Draco al concerto per farlo avvicinare alla musica di nuovo, per dargli la forza di riprendere con il violino, sì, principalmente per quello. Teddy però non sapeva del talento nascosto di Malfoy, era logico che pensasse che quell’invito fosse una seconda possibilità per il loro rapporto e non per il legame di Draco con la musica… Ma se avesse potuto essere entrambi?
“Io e lui non ci sopportavamo, a scuola. Ho pure rischiato di ucciderlo”
“Questo potrebbe rendere il tutto un po' più complicato...”
“Però ci siamo anche salvati la vita a vicenda”
“Perfetto, allora non avrai problemi a farlo tuo” sorrise furbetto.
Harry arrossì furiosamente. “C-cosa?”
“Intendevo che non avrai problemi a dargli questa seconda possibilità” spiegò, con aria fintamente innocente, “pensi sempre male” concluse ridacchiando.
“Sei tu che non ti spieghi bene”
“È proprio vero che non esiste peggior sordo di chi non vuol sentire!” sospirò teatralmente. “Harry, non c’è nulla di strano se vuoi riallacciare i rapporti con lui”
“Sì, invece, contando che lui è lui e che io sono io”
“Così sì che è chiaro” commentò, ironico.
“Io combattevo per Silente, lui per Voldemort, non ci siamo mai potuti vedere”
Teddy aveva studiato bene la Guerra Magica durante le ore di Storia della Magia, per cui capì in che modo tutta la situazione angustiasse Harry. “Il passato è passato, ora viviamo in un mondo migliore in non ci sono più né Silente né Voldemort. E poi, non siete più ragazzini, una vostra testa ve la siete fatta senza l’influenza di quelle potenti forze magiche che vi hanno sconvolto la vita, o no?”
Harry si strinse nelle spalle. “Tutto dipende da se accetta o meno il mio invito...”
“Lo accetterà, vedrai. Anche lui avrà voglia di novità, di andare avanti”
“Io e Draco Malfoy amici… Davvero è un futuro possibile?”
Teddy si trattenne dal dire che i futuri possibili erano tanti altri, ci teneva alla sanità mentale del suo padrino, quindi si limitò ad annuire. “Hai detto che stai attendendo che ti risponda, no? Potremmo aspettare insieme e nel mentre” lo guardò con occhioni da cucciolo, “mi aiuti con Trasfigurazione?”
“Certo, che cosa devi fare?”
“Un tema sulla Trasfigurazione Umana”
“Quindi Animagi e lupi mannari”
“Già…”
Teddy andò a prendere tutto l’occorrente nella sua stanza e passarono un paio d’orette a studiare e a scrivere, finché non arrivò un Messaggio di Fuoco per Harry.

Potter.
Ho parlato con Theodore, il quale ha gentilmente accettato di anticipare la cena per permettermi di venire con te al concerto.
Non so dove sia questa piazza di cui tu mi hai parlato, per cui arriverò a casa tua per le otto e mezza circa, sempre se non è un problema e se nel frattempo non ti sei rimangiato l’invito. Fammi sapere,
D.L.M.


“Harry, azzardati a chiedermi cosa devi rispondere e giuro che ti metto della Polvere Urticante nel letto”

*

Theo era appena andato via, e lui si era seduto sul divano a leggere: conoscendo Potter, la risposta sarebbe arrivata a sera tarda, o addirittura il giorno dopo, e quindi aveva ripreso in mano The Great Gatsby. Era quasi alla fine, mancavano solo poche pagine…
Il Messaggio di Fuoco arrivò all’improvviso, stupendolo non poco. Di già?, pensò.

Malfoy.
No, non mi sono rimangiato l’invito. Alle otto e mezza va benissimo. Ci vediamo,
Harry


Si sarebbe aspettato un fiume di parole inutili per dire una semplice affermazione o negazione, non un’essenzialità del genere.
Lui non era un tipo che si stupiva facilmente, e si chiese con un lieve sorriso quanto tempo fosse passato dall’ultima volta che qualcuno ci era riuscito.
E Potter lo aveva stupito per l’ennesima volta.



NdA
Ehm… Ciao a tutti ^^” *si protegge dietro uno scudo dalla frutta marcia che sa di meritarsi*
Lo so, è passato molto tempo da gennaio e dall’ultimo capitolo di questa storia – chissà se ve la ricordate ancora, la speranza c’è – e forse qualcuno ha pensato che avessi deciso di interromperla o cose simili: la risposta è no, purtroppo ho solo avuto un periodo parecchio intenso e pesantuccio su vari fronti e ciò non mi ha permesso di scrivere come avrei voluto. Scusatemi, davvero…
Ho lavorato molto su questo capitolo, e spero possa compensare un po' il silenzio: personalmente, mi sento soddisfatta, ma mi rimetto completamente al vostro giudizio :)
Ringrazio tantissimo chi ha recensito lo scorso capitolo, chi è diventato nostro compagno di viaggio da poco e chi, invece, è sempre rimasto qui ad aspettare che mi rifacessi viva. Grazie, di cuore <3
Un bacione,
merrow :*

   
 
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