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Autore: lalluby    10/05/2016    2 recensioni
Margot Harris è una matricola dellla Columbia University con una visione innocente e una paura di cadere.
Calum Hood è il crudele, figlio di un miliardario e un senior della Columbia University con un passato oscuro e un gusto del rischio. Entrambi sono totalmente l'opposto, ma forse, sono solo ciò di cui l'altro ha bisogno.
- - -
- Tu e Calum Hood eravate amici?- Chiesi con cautela. Ma questo anticipava il fatto che io già sapessi la risposta, sorprendendo tutti, il volto di Ashton si dipinse con espressione di amarezza verso il pensiero della sua amicizia con Calum , mascherando il tutto con apatia e fastidio.
- Molto tempo fa. Sono contento che adesso non lo siamo più -
- Perchè? - Chiesi, sperando di ottenere delle risposte e di non essere troppo impulsiva.
- Lunga storia. Ma tutto sommato, lui non è il tipo di persona con la quale vorresti essere impegnata - ( … )
- Penso che ci sia del buono in tutti. Alcune cose... alcune persone, a lui importano - ( … )
Ashton mi guardò , prese un'altra boccata dalla sua sigaretta cercando il mio sguardo. (... ). Ashton portò la sigaretta nel posacenere, schiacciandola contro di esso e guardandola per un attimo.
- Ad Hood non importano le persone. Lui le brucia -
Genere: Dark, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford
Note: AU, Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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'' Everything is grey
His hair, his smoke, his dreams
And now he's so devoid of color
He don't know what it means
 And makes me blue'' 
Colors by Halsey

 




I Want You With Me



 

Quando vidi Calum dall'altra parte della sala da ballo, lui sembrava quasi una statua di marmo. Durante le conversazioni che aveva avuto con gli altri uomini, Calum era un pragmatico e informale uomo d'affari. Ma sotto, c'era qualcosa in lui, qualcosa di palpabile che lo faceva sembrare freddo e distante per tutti, così spietato a ogni bordo.

Mi ricordai quando lo conoscevo a malapena e lui sembrava così insensibile, a sangue freddo e senza cuore. Quella impassibile apatia era ancora lì. Ma in qualche modo, sembrava essere alla base di tutto ciò che potesse contenere al suo interno il lato sensibile. Quel suo lato, lo avevo visto solo in piccoli frammenti. Quando mi ritrovavo nelle sue braccia, quando eravamo seduti in riva al lago con la cassetta d'uva tra di noi e quando gli avevo insegnato a fare i pancakes.

Ma ancora non riuscivo a capire come far emergere ancora di più quel suo lato. Non sapevo nemmeno se sarei mai appartenuta al suo mondo, per cominciare. E non sapevo se gli fossi stata attorno così a lungo per veder emergere quel lato.

Quando mi sedetti accanto a lui, i sussurri delle altre persone erano ancora presenti, ma cercai di ignorarli. Volevo dimenticare questa notte.Volevo tornare a casa.

-Vuole un po' di champagne, Miss?-

Mi voltai ed esaminai per un secondo. Vidi un altro uomo e la sua ragazza avvicinarsi a questo tavolo, probabilmente volendo parlare con Calum. Forse la ragione per cui sto precipitando e ardendo stasera è perchè sono troppo ansiosa. Tutti qui stavano bevendo qualcosa, e senza pensare, annuii e presi il flute di champagne.

Calum non stava guardando, era in piedi e si aggiustava i gemelli della sua camicia.

Anche se io non avevo mai bevuto, volevo disperatamente sentirmi a mio agio. Era solo champagne. Non potevo permettere che il mio passato mi avrebbe giudicato e mi impedisse di sperimentare cose.

Così mi tuffai a capofitto e mandai giù l'intero flute prima di chiederne un'altro. Non era così dolce come pensavo che fosse stato. Ma il gusto dello champagne non era il punto. Il punto era quello di rilassarsi.

Calum mi guardò, come posai il bicchiere ormai vuoto sul tavolo, alzò le sopracciglia e tese la mano mimando silenziosamente - Solo un'altra conversazione -

Annuii, afferrando la sua mano e domandandomi quale fosse il mio scopo questa sera. Ma scacciai via quel pensiero dalla mia mente, forse per merito dello champagne.

Bevvi metà del secondo flute prima di alzarmi, non sentendo quasi più nulla.

-Stai bene?-

Sorrisi, cercando di non farfugliare.

-Si, sto bene-

Sicuramente non era solamente il pianto del bagno.

Calum mi guardò, portò la mia mano vicino alle sue labbra e lasciò un bacio sulle mie nocche.

- Un'altra e poi ce ne andiamo - Disse poi, la sua voce ritornò distante, iniziando a camminare in avanti con me al suo fianco.



* * *



Vidi attraverso la vetrata della hall l'autista di Calum tirare fino al marciapiede e sentii improvvisamente una fitta alla mia testa.

Da un'ultima conversazione eravamo finiti con una seconda e lo champagne non mi aveva fatto pesare la situazione. La prima conversazione che sostenni non era stata così male come le altre, ma comunque imbarazzante. Con la seconda invece, mi ero sentita più a mio agio, più disposta a sorridere ed a prendere parte della conversazione.

Ora invece eravamo solamente io e Calum, però, tutto era stato portato via. La felicità, l'imbarazzo e il panico spariti. Mi sentivo confusa e fuori posto come all'inizio di questa serata.

Forse tutto questo era un segno. Forse avrei dovuto lasciare tutto questo prima che sia troppo tardi.

Non sapevo più a cosa pensare.

-Pronta?-

Annuii e il fattorino dell'hotel aprì la porta in vetro per noi. La raffica di flash mi spaventò un po', non solo perchè le luci, i suoni e le grida erano schiaccianti, ma anche perchè sapevo che domani, tutti avrebbero visto queste foto.

La mano di Calum restò sulla mia schiena guidandomi fino alla macchina e gli ne fui grata. Tutto quello che potei fare fu di guardare il marciapiede.

Scivolai sul sedile in pelle color crema della vettura nera. L'aria di Novembre fece in modo di creare una condensa sul vetro, appannando così i finestrini.

Calum si sedette dall'altra parte ed io stancamente appoggiai la testa contro il finestrino chiudendo gli occhi.

Sentii Calum inspirare e poi espirare. Si spostò, inspirò nuovamente, aprii gli occhi ma non lo guardai.

-Stai bene?-

Guardai fuori dal finestrino. Me lo aveva chiesto un mucchio di volte questa sera.

-Sto bene-

Espirò e poi ci fu un lungo silenzio. Un silenzio che trascinò lo spazio fisico ed emotivo che c'era tra di noi in questa macchina.

I secondi passavano lentamente come la macchina zigzagava tra il traffico di New York . Calum premette il pulsante accanto al suo finestrino e il divisorio in vetro oscurato tra noi e l'autista salì lentamente.

-Margot- respirò - Margot, perchè ti sei chiusa nel bagno?-

Rabbrividii e sentii il mio petto stringersi, il modo in cui lo disse fece sembrare quello feci come qualcosa di infantile.

Continuai a guardare fuori dal finestrino, ma non lui.

-Mi avevi detto che ti stavi divertendo-

Lentamente mi voltai a guardarlo.

-Perchè ti interessa Calum?- La mia voce suonò così rotta.

-Beh, pensavo che ti stessi divertendo. Mi hai detto che ti piaceva la musica e... Poi ho sentito questo, voglio dire - Si affievolì- La gente parla, Margot-

La testa iniziò a farmi male e sentii gli occhi pizzicarmi, cercai di tenere insieme me stessa. In qualche modo quello che mi aveva detto mi face arrabbiare.

-Pensi che non lo sappia?- Risi amaramente scuotendo la testa, sentii una calda lacrima solcarmi la guancia - So che parlano di me. Lo vedo dal modo in cui mi guardano e dal modo in cui mi giudicano -

Calum sospirò.

-Beh, la gente con cui abbiamo parlato...a loro piacevi-

Non sarei mai piaciuta a quella gente se avessero saputo chi realmente fossi. Ogni volta che qualcuno chiedeva la mia condizione sociale familiare, cambiava argomento.

Quasi lo derisi.

- Non fare il finto tonto -

Ci stavamo avvicinando all'edificio in cui abitava Calum, non al campus. Non dissi nulla. Potevo tornare al mio dormitorio da sola , in ogni caso. Non avevo bisogno di altra gente che mi giudicasse perchè fossi arrivata al campus con un auto del genere o con Calum Hood.

- Non capisco perchè tu mi abbia portato, Calum. E' come... da una parte, io fossi uno dei tuoi gioielli più preziosi, ma dall'altra, è come se fossi in imbarazzo a stare al mio fianco -

La macchina rallentò, accostandosi al marciapiede di fronte alla vetrata della hall del suo palazzo. Aprii la sportello, afferrando le cose e uscii sul marciapiede.

- Margot, cazzo, puoi aspettare solo un secondo - Disse rudemente, seguendomi dopo aver lasciato una mancia all'autista.

Lo champagne mi stava facendo girare la testa, ma ora la stava anche ferendo facendo prendere il sopravvento dall'emozioni. Ero ancora un po' brilla e triste, non capendo davvero come mi sentissi.

Anche se non mi piaceva piangere davanti agli altri, solo con Calum succedeva. Mi sentivo così ridicola appena sentii le lacrime solcare le mie guance.

- Margot, parla con me -

Soffocai una risata, più simile ad un singhiozzo.

Calum sospirò e portò le sue mani sulle mie guance, accarezzandomi con i pollici gli zigomi.

- Margot, mi devi lasciar entrare o mi farai diventare un fottuto matto -

Era difficile aprirsi, era davvero difficile.

- Margot. Per favore -

Potevo contare su una mano il numero di volte che Calum mi disse ''per favore'' . Così obbedii ed entrammo nell'edificio dirigendosi verso il suo attico a finire il pasticcio in cui ci stavamo immergendo entrambi a capofitto.



***



Eravamo nel suo attico e dopo aver pensato, riuscii a calmarmi. Ma era così difficile.

Respirai profondamente. Ma senza volerlo cedetti.

Le parole uscirono dalla mia bocca.

-Calum, questa cosa non funzionerà. Non posso farlo-

Sentii l'interno del mio petto crollare, come se tutto dentro mi facesse male.

Lui rimase in silenzio per qualche secondo, rigido e silenzioso come una statua. Si sorresse con le braccia appoggiando le mani sul granito dell'isola e mi guardò con quegli occhi neri, freddi e penetranti.

-Allora hai intenzione di rinunciare?- La sua voce era profonda, arrabbiata e fredda intorno ai bordi.

-Mi dispiace- Soffocai fuori, arretrando all'indietro ed allontanandomi da lui.

-Noi possiamo...-

-No, noi non possiamo- Ero così frustrata e stanca - Lascia che accada, questa cosa non avrebbe mai funzionato, comunque-

-Non dire queste cazzo di cose- Era arrabbiato adesso.

-E ' la verità! Lo sai tu e lo so' anch'io- Alzai lo sguardo fermando le lacrime - Guarda, ti stai liberando di me. Ero la ragazza per questa serata e nessuno parlerà di questo e non potrà mai capire chi fossi veramente. Siamo in grado di finire tutto ciò che è questo prima che vada fuori controllo, minimizzando così i danni. Non devi più vergognarti di me-

-Non me ne frega un cazzo di quello che pensano gli altri. Non mi vergogno di te- Disse.

Ero così frustrata che avrei potuto urlare, adesso.

-Perchè mi vuoi ancora, Calum? Ho sempre sentito parlare delle altre ragazze che uscivano con te e io non capisco. Voglio dire, sono un disastro, non ho un'ottima condizione sociale e non sono nemmeno vicino alla persona con cui tu dovresti stare. Io solo... Perchè me? Perchè ti importa?-

-Non c'è nessun'altra persona con cui vorrei stare se non te. Mi rendi migliore, Margot. E io non capisco come. Ma mi rendi migliore - Prese un respiro - Mi rendi migliore, maledizione, e la cosa mi fa impazzire. Quindi solo...- Fece un passo verso di me.

-Calum, no. Non ti rendo migliore-

-Tu non capisci...-

-No! Perchè mi hai portato all'evento di beneficienza con te, stasera? Per far vedere che fossi il tuo nuovo giochino? E per deridermi come se fossi una cosa da niente? -

-Sai benissimo che non è per questo-

-Allora dimmi perchè-

-Perchè ti voglio con me-

Presi un respiro profondo. Calum camminò verso di me e avvolse le sue forti braccia intorno alla mia vita, avvolgendomi nel suo profumo di acqua di colonia e fumo.

-Ti voglio con me. Ti voglio con me-

Appoggiai la testa contro il suo petto, respirandolo. Io ancora non lo capivo. A volte Calum era tutto ciò di cui avevo bisogno e poi delle volte sapeva essere così freddo e crudele, facendomi sentire come una matta per stare al suo fianco.

Calum era quel libro che avevo voglia di leggere. Ma era un libro in cui le pagine erano con inchiostro offuscato, un libro con bruciature, strappato con pagine mancanti.

Le sue mani arrivarono fino alla mia faccia, posandole sulle mie guance ed asciugando con i pollici la traccia delle mie lacrime. Vedevo la sua mascella ben definita così i suoi zigomi, l'arco definito del suo naso, le labbra rosee e piene, i due nei che gli segnavano la sua guancia, i suoi capelli scuri che gli ricadevano sugli occhi, le cicatrici quasi andate via delle sue risse. Rigido intorno ai bordi, il dolore e la rabbia che lo attraversavano.

Non capivo come andassimo bene insieme. O del perchè fossi così attratta da lui, camminando verso la fiamma. Perchè, infondo, io ero disposta a stare con lui. Era come trasferirsi in una casa che stava lacerando e bruciando.

-Ti voglio con me - Mormorò profondamente con voce rauca - Resta. Per favore-

Non aveva alcun senso. Ma forse non doveva averne. Così, contro ogni ragione, restai.









 

Space Author

Hi, my beautiful people!!! So Im here again. YAAY
Allora che ve ne pare del capitolo?
Da come avrete letto in questo capitolo le cose tra Margot e Calum non sono tutte rose e fiori. Non solo per i loro passati ancora segreti e ma anche per via di tutti i pettegolezzi che nascono nell'elite dell'Upper Side. E quest'ultima discussione salta fuori nel momento in cui Calum chiede delle spiegazioni a Margot.  All'inizio lei non vuole dare nessuna spiegazione a Calum ma nel momento in cui emerge ancora una volta il lato non rude del ragazzo lei cede. 
E dall'ultima parte del capitolo  emergono le paure di Margot dove ammette a Calum che questa cosa di loro due non possa andare a buon fine, ma emerge un Calum differrente.
Ringrazio, come sempre, coloro che hanno messo la fanfiction tra: PREFERITI, SEGUITI e RICORDATI.
GRAZIE MILLE.
See ya soon & Stay tuned...
Baci Lalluby

 

  
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