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Autore: Doctor Nowhere    11/05/2016    1 recensioni
Cinque figure, flagellate dalla tempesta. Quattro uomini, una bambina. Non hanno un posto dove andare, non hanno un posto dove tornare. Hanno solo qualcosa da cui scappare.
Axel Schmidt, un tedesco grande e grosso ma costretto a sorreggersi su una stampella.
Florin Dragan, un gentiluomo rumeno, raffinato ed egoista.
Theodore Winston Starkey, un americano dotato di grande senso pratico.
Francesco Leone, un piccolo, gobbo e codardo scienziato italiano.
Jackie, una misteriosa bambina dagli occhi color smeraldo.
Genere: Horror, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Verso le quattro si ritrovarono a casa Muller. Schimdt li attendeva, ansioso. Aveva un nuovo bastone, che aveva trovato con l'aiuto della moglie del commissario. La stessa Alice era stata poi tanto gentile da procurargli dei vestiti della sua taglia. Ora indossava una polo nera a maniche lunghe, calzoni e giacca marroni, e sulla testa portava un cappellaccio dello stesso colore.

Il primo ad arrivare fu Dragan, che portava in mano un paio di pergamene ingiallite. Poi fu il turno di Starkey. Infine, giunsero anche Leone e la bambina, accompagnati da Herbert, che si era allontanato dalla centrale con un pretesto.

"Molto bene" fece il gobbo "Direi che possiamo cominciare condividendo le informazioni che abbiamo trovato. Osservando gli ultimi due casi, confrontandoli anche con la sventurata disavventura di ieri sera, ho avuto modo di delineare l'obiettivo e i metodi propri di questi... esseri. Le vittime dei rapimenti sono sempre bambini, maschi, di dodici anni, capelli biondi, di famiglia almeno benestante."

Starkey prese la parola "E' la descrizione tradizionale del terzogenito Stromhager, Aurelius."

Leone annuì e riprese: "I testimoni, solitamente i genitori, sono stati trovati in stato di shock, e hanno raccontato di aver udito suoni spaventosi, ma questo dato è sempre stato trascurato, a quanto ho avuto modo di vedere."

Muller si accese una sigaretta "Eravamo convinti che fossero stati suggestionati dalle leggende..."

"Comprendo" mormorò Starkey "Io ho scoperto qualche dettaglio interessante sugli Stromhager. A quanto pare, esiste una versione della leggenda per cui il piccolo Aurelius non sarebbe morto ucciso dalla folla. Alcune fonti dicono infatti che, presi a compassione, i popolani abbiano adottato il piccolo Stromhager, che sarebbe cresciuto gentile e onesto, fino a morire di vecchiaia... o di qualche malattia. Cause naturali, comunque"

"Interessante" mugugnò Schmidt, che tentava di seguire come meglio poteva.

A quel punto, Dragan aprì uno dei rotoli che aveva preso "Questa è la pianta del castello Stromhager. Per fortuna vostra, ho una certa esperienza. Ho studiato a lungo questa carta, e ci sono diversi punti in cui potrebbero essere situati dei passaggi segreti. Visto che cerchiamo una vera e propria stanza..." indicò un punto nei sotterranei "Questa è la zona più probabile. Non saprei dire bene come ci si possa entrare... d'altra parte, se entriamo nel castello è probabile che il proprietario, Meinwald, venga... a fare gli onori di casa."

"Cioè a farci fuori" commentò Axel. Florin annuì "Esatto. Il problema è che io so qualcosa anche riguardo alle leggende sui fantasmi. Se le cose qui funzionano come da noi, i fantasmi hanno molto più potere nei luoghi con cui avevano molta familiarità in vita... soprattutto in quello in cui sono sempre vissuti... e in cui sono morti e sepolti."

"Il che significa?" chiese Starkey

"Significa che non ci troveremmo a lottare solo contro uno spettro, com'è stato con il suo fratello maggiore. Dovremo scontrarci con tutto ciò che c'è nel castello... se il fantasma è abbastanza potente, potremmo trovarci contro il castello stesso."

Francesco si grattò la testa "Come sarebbe possibile lottare contro un... contro un castello? E come potremmo vincere?"

Il conte scosse la testa "Sul come sarebbe possibile lottare ho qualche idea... sul come vincere, no"

I compagni si scambiarono un po' di sguardi preoccupati. Allora prese la parola Muller "Sentite, signori, apprezzo i vostri sforzi, ma non c'è bisogno che vi preoccupiate tanto. Da questo momento sarà la polizia a prendere in mano la situazione."

Dragan lanciò una tipica occhiata da “ve l'avevo detto”, Starkey scosse la testa e guardò Herbert dritto in faccia "Signor Muller, mi rendo conto che lei sia sconvolto, mi rendo conto che lei voglia salvare suo figlio... ma cosa pensa di dire ai suoi agenti? Pensa di raccontare loro che la storia dei fantasmi era vera? Non le crederanno mai... e se non glielo dicesse... non avrebbero nessun modo di prepararsi a quello a cui andrebbero incontro."

"Cosa dovrei fare allora?" chiese il poliziotto, mentre i suoi occhi diventavano lucidi "Dovrei restare qui a non fare niente mentre mio figlio, il mio Alphons, magari sta morendo proprio in questo momento? E poi voi, che tanto parlate, come fate a sapere tutte queste cose sui fantasmi e sui mostri? Come avete fatto a sconfiggere Ludwig Immanuel ieri notte?"

Schmidt sospirò, poi, facendo leva sulla sua nuova stampella, si alzò e poggiò la sua grande mano sulla spalla dell'uomo che lo aveva ospitato quella notte. "Ascolti, Herbert, lei è un brav'uomo. Ci sono questioni, diciamo... in cui un brav'uomo non dovrebbe entrare. Noi non possiamo rispondere alle sue domande, ma... la prego, mi creda se le dico che l'unica cosa che vogliamo è liberare suo figlio e poi andarcene."

Il commissario scostò il braccio di Axel "Mi sta forse minacciando, signor Schmidt?"

"No, affatto" ribattè quello "Non è assolutamente mia intenzione farle del male. Lei è stato molto gentile con noi, senza di lei probabilmente saremmo morti. Le saremo eternamente grati per questo, ma... deve crederci. Noi sappiamo qualcosa di quegli orribili esseri. Non è dipeso da una nostra scelta... ci siamo rimasti attaccati contro la nostra volontà. Le direi di più..." Dragan tossicchiò, e il tedesco gli lanciò un'occhiataccia "...Ma ogni cosa che dico potrebbe metterla in pericolo. E non si tratta del genere di pericolo contro cui la polizia può fare qualcosa."

Starkey si avvicinò "Lei ha una famiglia, signor Muller. Noi faremo tutto ciò che è in nostro potere per mantenerla intera. Sappiamo tutti che non c'è tempo da perdere. Noi ora andremo al castello e affronteremo Meinwald Stromhager. Forse riusciremo a sconfiggerlo, forse no. Ma le promettiamo che faremo tutto il possibile."

"Lasciatemi venire con voi" quasi implorò Herbert. L'americano scosse la testa "E' meglio di no, signor Muller. Lei deve restare qui, con la sua famiglia. Però... se vuole aiutarci, forse può fare una cosa per me."

Il commissario lo guardò supplicante "La prego, signore. Mi dica cosa posso fare"

Theodore Winston lo fissò per qualche secondo, poi tese la mano "Mi dia la sua pistola. Sono un eccellente tiratore, e un'arma da fuoco potrebbe aumentare le mie possibilità di vittoria in uno scontro con lo spettro di Stromhager."

Per un istante lo sguardo di Herbert si fece sospettoso, ma poi il pensiero del figlio rapito lo costrinse a cedere la sua arma all'americano. Starkey soppesò l'arma, esaminandola fin nei minimi dettagli con grande competenza. Poi si rivolse ai suoi compagni e fece un segno col capo "Direi che è ora"

Dragan guardò il cielo "Il Sole sta iniziando a volgere a Ovest... temo che, quando arriveremo al castello, sarà quasi il tramonto... e di notte gli esseri dell'oscurità sono più forti"

Axel mugugnò "Ma non possiamo aspettare domani" e si incamminarono.

 

   
 
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