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Autore: Elysion    09/04/2009    1 recensioni
Fabian e Gideon Prewett non avevano solo una sorella… Fabian e Gideon avevano una vita. Ho deciso di parlare di questi gemelli trascurati che trovo particolarmente affascinanti, non so neppure bene perchè... spero vi piacerà! Inizialmente pubblicata come "STORIA DI GEMELLI" !!! Aggiunto il 6° capitolo ^^!!!
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Arthur Weasley, Molly Weasley | Coppie: Arthur/Molly
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Gideon entrò nella stanza 101 come un raggio di sole al tramonto, nonostante sul fondo dello sguardo si potesse cogliere una certa tristezza la sua figura luminosa ispirava serenità. Avanzò nella camera di qualche passo senza spostare gli occhi dalla sua immagine speculare in pigiama.

Fabian teneva gli occhi puntati sulla porta ormai da più di un'ora in una speranzosa attesa di vedersi entrare da quella porta, magari solo con un'espressione un po' più matura. Finalmente le sue aspettative si realizzarono quando un sé vestito d'arancio si presentò sull'uscio.

Quando il raggio di sole dai capelli bagnati attraversò la stanza in pochi passi i due finalmente si abbracciarono, erano tornati. Erano tornati ad un pizzico di normalità. Erano di nuovo insieme. Potevano riaprire la pasticceria e rimettersi in piedi. Non importava che uno di loro avesse perso qualcosa, insieme avrebbero messo una toppa e quella storia si sarebbe trasformata in una vecchia cicatrice. Certo, forse nei giorni di pioggia avrebbe potuto dolere un po' ma non li avrebbe più trascinati sul fondo.

Perché ora erano di nuovo insieme.


Bisbigliarono a lungo, sembrava stessero complottando per uno scopo non ben precisato ma era chiaro che la loro tristezza si rifletteva senza paura negli occhi dell'altro. Fabian gli chiese scusa, era stanco, era confuso ed era arrabbiato... e non aveva saputo controllarsi.
Gideon gli disse delle vetrine distrutte, confessandosi così come si fa con un prete, gli disse della distruzione che aveva portato nella pasticceria, della disperazione che l'aveva colto al pensiero di non avere più la sua metà naturale.
Fabian gli carezzò il viso, sorridendogli rassicurante “Non è un problema... comincerà tutto da capo, sarà la nostra nuova vita...”.


La signora Prewett era uscita dalla stanza non appena vi era entrato Gideon, sapeva che i ragazzi avevano bisogno di parlare e non aveva intenzione di essere lei a disturbarli. La situazione sembrava andare migliorando e non avrebbe certo interferito.
Aveva avuto paura a sentire suo figlio così aggressivo, ma conosceva bene i suoi gemelli, Fabian era sempre stato il giocherellone impulsivo tra loro e non aveva dubbi che fosse altrettanto impulsivo nella rabbia.
Piuttosto si era preoccupata quando aveva visto andar via Gideon, lui non parlava mai quando le cose andavano male, si chiudeva nel suo dolore e lasciava che sfociasse in una disperazione distruttiva... l'aveva visto così subito dopo la nascita di Billy, e se non fosse stato per lo zio quel bambino sarebbe rimasto orfano fin troppo presto.
La storia di quella megera le faceva ancora una rabbia incredibile, era stata crudele, falsa e ipocrita, aveva trattato un ragazzo più piccolo di lei come si tratta un cagnolino da compagnia e poi l'aveva lasciato con un bambino da crescere.
Lei da madre aveva visto il suo ragazzo sedotto e abbandonato senza poter fare nulla, senza neanche riuscire ad accorgersene in tempo, non aveva mai conosciuto Leanne prima che lei rimanesse incinta e dopo era troppo tardi, le cose erano già finite prima di iniziare.
Questi erano i suoi pensieri mentre fissava con sguardo assente la porta tassativamente chiusa di fronte a lei. Il marito la tirò piano per un braccio invitandola a sedersi vicino a lui, lei si sedette docile e poggiò la testa sulla spalla di Ignatius “Staranno bene, vero?” chiese guardandolo negli occhi.


Lui seppe immediatamente che non parlava di due persone, ma di tre. Le passò sicuro un braccio intorno alle spalle e stavolta fu lui a rivolgere lo sguardo davanti a sé “Forse sarebbe il caso di tenere Billy ancora per un po', se riusciamo... Loro hanno bisogno di tempo per riposare”. La sentì annuire contro la sua spalla e poi rimasero in silenzio.
Senza lasciarla Ignatius si lasciò andare ai pensieri che non smettevano di rincorrersi nella sua mente, pensava ai funerali di Ange, era dovuto andare da solo e gli era sembrato tutto terribilmente ingiusto. Ogni volta che vedeva Angelica non poteva fare a meno di confrontarla con il mostro che aveva rischiato di distruggere la vita di suo figlio.
Angelica era dolce e gentile, aveva lunghi capelli castano scuro, gli occhi grandi e sereni, una ragazza vivace, allegra, pronta allo scherzo ma più pacata di quello scapestrato del suo ragazzo.
Stavano insieme da quattro anni e non si erano mai lasciati, anche loro avevano rischiato una gravidanza ma l'allarme era rientrato in breve tempo, risolvendosi in un'intossicazione alimentare.
Erano perfetti l'una per l'altro, la loro relazione si manteneva fantasiosa e viva perché entrambi vi si impegnavano senza riserve, con un'attenta fiducia nelle scelte dell'altro ma senza farsi scrupoli ad evidenziare gli sbagli.
Quello che aveva visto di Gideon e Leanne, invece, era una storia morbosa e melensa. Quell'arpia era falsa e acida, profittatrice, interessata ed egoista ed aveva spremuto il figlio fino all'ultimo momento del parto, pugnalandolo alle spalle un secondo dopo.
Ignatius non era neppure capace di pensare a qualcosa nella sua vita che gli facesse più rabbia di questa storia disastrosa eppure ogni sorriso del nipotino, sentirsi chiamare “nonno” ripagava sempre ogni grammo di quella rabbia, sostituendola con una felicità dolcissima.


Quando Molly ed Arthur arrivarono un paio d'ore dopo, tenendo per mano un bimbetto decisamente più vispo del giorno prima, rimasero piacevolmente sorpresi dalla scena che si trovarono davanti: Ignatius e Lucretia riposavano placidi, le teste vicine poggiate al muro candido dell'ospedale e le loro spalle si alzavano e si abbassavano allo stesso ritmo, erano davvero sereni.
Questa visione tranquillizzò anche la giovane coppia che senza preoccuparsi aprì la porta della stanza e Billy corse immediatamente verso il padre, che pure sonnecchiava con la testa affiancata a quella del fratello “Papààààà!!!” la sua vocetta allegra risuonò per la camera e Gideon si svegliò di colpo ma già col sorriso sul volto.
Senza neppure pensarci un minuto allargò le braccia verso il piccoletto e lo prese sulle ginocchia, poi rivolse uno sguardo a Fabian che continuava a dormire e mormorò tra sé “Non lo sveglierebbero neppure le cannonate... è proprio tornato...”.
Il bambino seguì lo sguardo del padre, osservò intento lo zio e poi alzò di nuovo lo sguardo su Gideon “Papà... adesso lo zio sta bene?”, il giovane mago posò gli occhi in quelli del figlio e gli rispose con un sorriso convinto e fiducioso “Sì, sta bene”.

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Ok, ok... mi vorrete uccidere ^^''''' Scusate se non ho aggiornato per tutto questo tempo ma l'ispirazione se n'era proprio andata in vacanza ç___ç Spero di riuscire a pubblicare ad un ritmo decente prima o poi >_>

Vaaaabè... mi fate sapere che ne pensate di questo capitoletto abbastanza introspettivo ^_^ ??? 

Baci, Ely

  
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