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Autore: L1107    11/05/2016    2 recensioni
“In che cosa non sarei brava, Malfoy?” stavolta la voce le uscì ferma e adirata, il disprezzo per quel Serpeverde le aveva dato la forza necessaria.
“Non sei brava nel Quidditch, non sei brava nell’evocare un Patronus, e non sei brava…” e qui si avvicinò lentamente a lei, costringendola ad indietreggiare contro il muro, bloccandola con il proprio corpo.
“… a fingere” concluse.
Genere: Fantasy, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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CAPITOLO 18: NARCISSA

Dopo la fine di quello scontro storico tra Lucius e Hermione, dopo la morte di quello schifoso Mangiamorte che aveva ucciso lo stesso figlio, Hermione era scivolata a terra, senza più forze, svenendo a terra. Non l’aveva trovata nessuno dei suoi amici, Ginny era stata impegnata a combattere contro un altro Mangiamorte che non era riuscita a identificare a causa della maschera che indossava, per questo Hermione era stata trovata, svenuta, da Narcissa Malfoy. A differenza del marito Narcissa possedeva lo stesso cuore di Draco, un cuore sensibile e capace di amare, un cuore però più debole rispetto a quello di Draco o forse un cuore che sapeva solo amare, senza sapere odiare. Forse era per questo motivo che non era riuscita a opporsi al marito, alla crudeltà di esso, fosse era davvero il troppo amore ad averla resa debole, non voleva ferirlo. Si era tenuta in disparte il più possibile da quella battaglia, evitando di combattere lanciando, solo quando era stato strettamente necessario, piccole fatture che non avrebbero provocato eccessivo dolore. Aveva assistito allo scontro del marito con suo figlio, aveva visto la forza di suo figlio nel difendere quella Mezzosangue e aveva esultato nel vederlo così forte, senza però essere sprezzante come il padre. Lucius era un uomo forte, non aveva mai provato  grandi emozioni e per questo motivo era sempre stato difficile colpire il suo cuore, ma la donna non aveva mai potuto pensare che il cuore dell’uomo che amava potesse essere così freddo, così crudele da uccidere il suo stesso figlio. Non aveva potuto credere alla crudeltà di quel gesto, all’empietà appena compiuta dal marito, mentre il lampo di luce verde illuminava il volto del ragazzo, di suo figlio, il suo unico figlio, sereno e tranquillo, mentre proteggeva la donna che amava, e d’istinto la madre aveva chiuso gli occhi, sapendo di non poter sopportare di assistere alla morte del figlio. Avrebbe voluto intervenire, salvarlo con la sua stessa vita, ma era stata così fermamente convinta, fino all’ultimo, della bontà del cuore di Lucius, che quel pensiero che lui potesse ucciderlo non l’aveva nemmeno scalfita per un momento eppure… eppure avrebbe dovuto saperlo.
Il giorno della nascita di Draco lei aveva pianto di pura gioia, vedendo il volto del figlio, così simile all’uomo che amava ed aveva esultato di quella somiglianza. Lucius invece, suo padre, era rimasto freddo alla vista del figlio, non l’aveva nemmeno voluto tenere in braccio, sostenendo che così sarebbe cresciuto viziato e coccolato, circondato da emozioni e quindi da deboli. Perciò la madre, da quel giorno, quando Lucius non era in casa, cercava di donare tutto il suo amore e d’insegnarli il rispetto verso gli altri, di credere sempre in sé stesso e di seguire il proprio cuore. Quando infine Lucius aveva detto che il ragazzo sarebbe diventato presto un Mangiamorte, la donna aveva pianto a lungo, di nascosto, tenendo stretto al petto il proprio figlio, sapendo di non potergli evitare quel triste destino. Aveva visto Draco crescere sano e forte, ma senza sentimenti, come il padre e quella somiglianza, che all’inizio aveva adorato in lui, con il padre, l’aveva poi terrorizzata, perché sapeva che non sarebbe mai stato veramente felice. Aveva cercato di parlargli ma il ragazzo l’aveva allontanata bruscamente, sostenendo che aveva tutto sotto controllo e che sarebbe stata fiera di lui, che avrebbe svolto il proprio destino a testa alta, rendendo orgogliosa lei e il padre.
Ma Narcissa era già orgogliosa di suo figlio, lo aveva sempre sostenuto come solo una madre sapeva fare, e lo aveva amato più che mai anche quando lui aveva respinto il suo affetto, quando aveva cominciato a chiudersi in sé stesso. Aveva avuto paura di perderlo, come aveva perso il marito ma poi era arrivata lei…
Abituata come sempre alla solita indifferenza mostrata da Draco aveva esultato quando lui, il primo anno di scuola, era tornato durante le vacanze di Natale, raccontandole di come quella “sudicia Mezzosangue” si ritenesse superiore a lui, lui, che era un Purosangue. Aveva saputo, forse grazie al sesto senso che solo una madre possedeva, che lei era riuscita a scaldarlo, sebbene il suo primo sentimento fosse la rabbia. Durante il periodo scolastico Draco era ritornato a vivere, infervorandosi a causa di quella Granger che lo faceva tanto arrabbiare, poi avvicinandosi al quarto anno aveva cominciato a cambiare atteggiamento. Parlava del ballo del ceppo e di quando l’aveva vista scendere le scale con eleganza, e con quel sorriso così timido e impacciato, e di come avesse suscitato in lui un sentimento che non aveva mai provato: tenerezza. Allora Narcissa lo aveva incoraggiato, sempre con molta moderazione e tatto, inculcandogli, a sua insaputa, dei pensieri con la speranza di sciogliere il ghiaccio del suo cuore. C’era riuscita,alla fine del quinto anno, il ragazzo aveva trascorso un’estate intera a studiare, nella speranza di ottenere l’attenzione della Mezzosangue, organizzando ovviamente, come solo una Serpe sapeva fare, una serie d’inganni per conquistarla e c’era riuscito.
Era risorto,
Il ghiaccio si era sciolto,
il sorriso era nato,
lo sguardo si era illuminato,
e lui, lui si era innamorato.
Il dialogo era ripreso tra madre e figlio, l’affetto era tornato e Narcissa era stata profondamente grata ad Hermione, anche se inizialmente era stata gelosa delle attenzioni che il ragazzo le aveva riservato. Aveva compreso il dolore di Draco quando, a causa di quell’incarico, l’aveva guardata negli occhi e appena erano stati lasciati soli, era corso da lei, per cercare conforto. Lei stessa gli aveva suggerito di seguire il suo cuore, e di fare la cosa che secondo lui era giusta fare, perché per amore si deve fare tutto, qualunque cosa e ad ogni costo. Draco quindi si era alzato ed era tornato a Hogwarts, dalla sua Mezzosangue, per dirle addio sebbene gli lacerasse il cuore.
Narcissa s’inginocchiò davanti al corpo caldo della ragazza svenuta a terra, guardò il cadavere del figlio a pochi passi di distanza e le lacrime le rigarono le guance.
“Perdonami Draco, se non sono riuscita a proteggerti da tuo padre” sussurrò per poi prendere Hermione fra le braccia.
L’unica cosa che poteva fare era portarla in un luogo sicuro, l’unica cosa che poteva fare era proteggere il sacrificio del figlio, proteggere l’oggetto del suo amore. La portò da Ginny Weasley, la quale era accanto a un Colin svenuto, e lanciava schiantesimi tentando di proteggerlo, come una vera Grifondoro. Ginny la vide arrivare e le puntò la bacchetta addosso, ma notò quasi immediatamente il corpo svenuto di Hermione fra le sue braccia, perciò abbassò la bacchetta e andò, senza timore, incontro a lei.
“Grazie” le disse la ragazza, adagiando Hermione accanto a Colin ma Narcissa scosse la testa, prima di abbracciarla saldamente.
Ginny fu’ sorpresa, era sempre stata convinta che Narcissa l’odiasse, tuttavia ricambiò l’abbraccio, provava compassione per quella donna che in quel giorno aveva perso suo figlio e suo marito, quella donna che aveva incontrato un destino crudele.
“Grazie a te, per aver tentato di proteggere mio figlio” rispose la donna, lasciandola, e asciugandosi gli occhi colmi di lacrime.
“Non ho fatto nulla, lui alla fine è…. morto”
Era stata indecisa se dirlo o meno, non voleva ferirla ancora, ma alla fine aveva deciso che una bugia le avrebbe fatto più male, Draco era morto ed era inutile negarlo ancora.
“Tu e la Granger avete fatto tanto per lui, ha scoperto il valore dell’amore e dell’amicizia, non è morto invano, è morto per combattere contro un mondo così crudele” rispose la donna.
Ginny non rispose, quindi Narcissa si congedò elegantemente, andandosene da quel castello e smaterializzandosi. Voldemort probabilmente l’avrebbe uccisa ma forse, per una donna che aveva perso in una sola notte, suo figlio e suo marito, la morte sarebbe stata l’unica fonte di felicità. E Ginny pregò per lei, pregò perché trovasse la serenità e la felicità, e soprattutto la forza per combattere un lutto così grande.

Questo capitolo è abbastanza lungo, perdonatemi. Ho voluto concentrare la vistra attenzione sulla madre, analizzando più a fondo le sensazioni di Narcissa, come avrete notato non ho parlato del dolore di Narcissa, solo un breve accenno, ma mi sono focalizzata sui ricordi che lei ha di Draco, c'è un voler nascondere la propria realtà, forse per sfuggire al dolore, il dolore più grande è quello di un genitore che sopravvive al figlio. Spero che vi sia piaciuto, fatemi sapere.Ah, non mi odiate troppo per la morte di Draco e.e
Alla prossima :)
L1107
   
 
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