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Autore: Gamora96    12/05/2016    3 recensioni
Talula è una semplice guaritrice, che ha dedicato la sua vita ai malati e agli infermi. Preoccuparsi per gli altri le riesce naturale, ma questo la porta spesso a trascurare se stessa. Quando la sua città verrà distrutta davanti ai suoi occhi, la giovane guaritrice si ritroverà a dover affrontare situazioni del tutto inaspettate
Dal testo: "Riuscì a sentire i forti muscoli sotto le sue squame, il vento che accarezzava le ali sottili ma robuste, il cuore stranamente pacifico della creatura che guardava il cielo con meraviglia, come se lo vedesse per la prima volta. Quella meraviglia crescente, l'amore che l'animale provava per l'aria e la libertà la commosse"
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mia aveva guardato con orrore la Città Imperiale cadere vittima dei propri nemici. Un demone era rimasto all'interno delle mura, trovando il modo di abbattere le loro difese, per permettere ai propri compagni di farsi strada all'interno della città.
Molti soldati arretrarono, le armi ben salde tra le mani, per impedire a quelle immonde creature di avanzare, e ce la misero davvero tutta, frenando l'avanzata dei demoni più che poterono, continuando a combattere senza lasciarsi intimorire.
Molti di loro perirono velocemente, permettendo ad alcuni demoni di entrare, ma la maggior parte dei soldati non si lasciò sopraffarre.
Il cavaliere era fiero di tutti loro. Sapeva bene che, per quanto potesse essere incredibile in battaglia, non ce l'avrebbe mai fatta a vincere quella guerra da sola, e che il gioco di squadra era fondamentale quando si affrontavano imprese di quella portata.
Per un momento pensò a Talula, che si trovava chissà dove all'interno di quel terribile campo di battaglia. Sperò con tutta se stessa che stesse bene, che fosse stata in grado di difendersi grazie alla propria lama.
Qualcuno avrebbe potuto pensare che la sua preoccupazione fosse dovuta al ruolo che la giovane guaritrice aveva in quello scontro, ma la realtà era che vedere tutti quei compagni morire la stava distruggendo, e non voleva veder perire anche la ragazza.
Aveva fatto finta di nulla, continuando a combattere, a fare a pezzi i propri nemici con colpi sicuri e precisi, eppure il suo cuore era in continuo fermento.
Guardare tutto quel sangue sul campo di battaglia la faceva stare male, e desiderava con tutta se stessa che lo scontro finisse al più presto, per non veder più morire altri uomini innocenti.
Bloccò il fendente di un nuovo nemico incrociando le lame davanti al corpo, strattonandolo con forza e costringendolo a lasciar andare la propria spada.
Non appena questa cadde a terra, la donna affondò la propria lama nel petto del demone, utilizzando la seconda per recidergli la testa dal collo, spingendo via il suo corpo privo di vita con un calcio deciso, poi si voltò in fretta, avvertendo alle proprie spalle una nuova minaccia.
Incrociò le lame di fronte al viso, sorpresa, ritrovandosi faccia a faccia con un nemico sconvolgente.
Il suo corpo era nero come la pece, gli occhi vuoti e la forma indistinta. Assomigliava molto ad un demone ombra, col corpo sottile ed allungato e le braccia sproporzionate rispetto al resto del corpo. Rimase ad osservarlo per qualche secondo, strabuzzando gli occhi sorpresa quando il fisico della creatura iniziò a mutare, assumendo sembianze a lei terribilmente familiari.
L'altezza del demone diminuì, il fisico si snellì, assumendo curve tipiche femminili, con fianchi morbidi e un seno appena visibile sotto il tessuto della casacca.
Corti riccioli incorniciarono un viso dai lineamenti decisi ma delicati, sul quale spiccava un elmo sottile e raffinato, inciso sui lati.
Mia sussultò, allontanandosi dalla creatura, arretrando scioccata.
La figura davanti ai suoi occhi ... era lei!!
Perfetta quasi in ogni dettaglio. I lineamenti del viso, i vestiti scuri, le lame luminose sporche di sangue, sulle quali spiccavano, nell'antica lingua, due stupende incisioni: Forza e Coraggio.
Il demone sorrise, facendole venire i brividi. L'unico particolare che non era riuscito a riprodurre, erano gli occhi di Mia, grandi e luminosi, di uno splendido color nocciola che, nel caso del demone, appariva spento e crudele.
Quando la sua gemella si fece avanti, fendendo l'aria con le lame affilate, Mia si irrigidì, parando con notevole difficoltà i colpi infertile dalla sua avversaria, constatando con orrore che non solo le somigliava incredibilmente nell'aspetto, ma anche nello stile di combattimento.
La creatura si muoveva con incredibile maestria, danzando sul terreno col corpo snello e sottile, mettendo tutta se stessa in colpi rapidi e precisi che puntavano pericolosamente ai punti vitali della donna.
Questa si muoveva in fretta, più in fretta di quanto avesse mai fatto in passato, rendendosi conto che quello probabilmente, era il nemico più forte e pericolo col quale si fosse mai scontrata. Se stessa.
Le lame cozzavano, unendosi al caos del campo di battaglia, dando origine ad uno scontro senza precedenti che, in una qualsiasi altra occasione, avrebbe richiamato molti spettatori, curiosi di assistere ad un duello di simile portata.
Per quanto fosse assurdo e difficile affrontare se stessi, a Mia scappò un sorriso mentre la sua gemella la colpiva ad una spalla, nello stesso momento in cui la donna cavaliere colpiva la sua, disegnando un segno vermiglio sulla sua pelle abbronzata - un segno nero nel caso del demone.
Si ritrovò ad apprezzare quella situazione, dimenticando per un momento ciò che le accadeva intorno.
Quella era un'opportunità che non capitava molto spesso. Poteva confrontarsi con se stessa, superare i propri limiti. Qualunque cavaliere, in un simile momento, si sarebbe sentito lusingato, impegnandosi al massimo nel corso della battaglia.
Il demone rise osservando l'espressione felina di Mia, fermandosi ad una certa distanza, le armi ben strette in pugno.
"Questa non me l'aspettavo" quando parlò la donna si rese conto che era più di uno il particolare che la distingueva da quell'essere. La voce della creatura era indubbiamente femminile, ma il timbro non somigliava affatto a quello del cavaliere. Era una voce molto più roca, quasi maschile, ma che tuttavia sembrava imitare perfettamente quella della donna, così come il suo sguardo, colmo di sfida.
"È la prima volta che un guerriero reagisce in questo modo alla mia presenza. Di solito mi guardano tutti con un certo disprezzo ... e non amano molto l'idea di venir uccisi da se stessi"
Mia fece spallucce, ridendo a sua volta
"Io invece lo trovo ironico, e trovo che sfidare me stessa sia un modo per migliorare"
Le due donne si fronteggiavano con lo sguardo, camminando in circolo, lentamente, distanti l'una dall'altra, senza interrompere il contatto visivo.
"Si sei una donna decisamente molto strana" disse il demone annuendo "Assumendo le tue sembianze, mi è venuto quasi da vomitare. Buoni propositi, ottimismo, amore per il prossimo ... non dev'essere semplice abbatterti"
"Senti anche i miei pensieri?" chiese Mia sinceramente incuriosita da quella strana creatura
"Non quelli che hai in mente in questo momento, ma sento quello che hai passato. Avverto le tue esperienze, i tuoi affetti passati ..." si fermò per un momento, guardandola con malizia "Come quell'uomo ... Alec" Mia si irrigidì leggermente sentendo pronunciare il suo nome "Niente male davvero. L'unica persona che sia mai riuscita a farti del male" rise. Una risata forte ed inquietante, che le gelò il sangue nelle vene "Un cavaliere così forte che si lascia abbattere da un sentimento così banale come l'amore. Ironico! Voi esseri umani siete una specie davvero inutile. Lo hai persino perdonato. Dopo tutto quello che ti aveva fatto! E soprattutto dopo quello che aveva fatto a questa città. Dalle mie parti lo avrebbero smembrato e avrebbero infilato la sua testa in un palo per farne un esempio"
Mia si accigliò
"Prima di tutto ... è davvero rivoltante" disse con un accenno di ironia nella voce e una smorfia di disgusto sulle labbra "E comunque non mi aspetto che una come te possa capire"
"Lasciami indovinare" rispose la mutaforma restando impassibile "Io sono un demone, un mostro, una creatura senza sentimenti. Come potrei mai capire le azioni commesse dagli esseri umani, che invece sono creature che mettono il proprio cuore in ogni cosa che fanno?"
Mia sorrise tristemente "Non credo affatto che siate senza cuore ..."
Queste parole lasciarono il demone interdetto per qualche secondo, senza capire cosa la donna volesse dire.
"Ho potuto conoscere uno di voi e mi sono resa conto che non siamo poi così diversi gli uni dagli altri. Semplicemente, abbiamo pensieri e abitudini completamente differenti. Per voi probabilmente è una cosa normale sventrare i vostri nemici e dare i loro resti in pasto ai corvi ..."
La mutaforma sorrise, divertita
"Cerchi forse di farmi deporre le armi? Mi tendi la mano in segno di pace?"
Mia sgranò gli occhi sorpresa
"Certo che no! Perchè mai dovrei?" si guardò attorno, osservando tristemente la battaglia che ancora imperversava fuori dalle mura della città "Penso solo che ogni essere vivente su questa terra agisca pensando di fare la cosa giusta, persino l'individuo più spregevole, ed è difficile capire chi sia davvero dalla parte della ragione" guardò di nuovo il demone negli occhi, e stavolta vide solo decisione nel suo sguardo "Ma se c'è una cosa che non smetterò mai di fare, è proteggere gli innocenti, e se il vostro obbiettivo è quello di uccidere tutte queste persone, allora passerò volentieri sul vostro cadavere"
Il demone rise di nuovo, sollevando le proprie lame
"Non cantare vittoria troppo presto"
Si lanciò su di lei a grande velocità, affondando la lama in direzione del viso della donna, che si spostò appena, piegando il collo di lato, e contrattaccando con forza, incontrando immediatamente la resistenza della propria avversaria.
Rimasero immobili per qualche secondo, le lame premute una contro l'altra, in una lotta alla pari per la supremazia.
Decisero quasi nello stesso momento di ritirare le proprie spade, facendole cozzare ancora e ancora con nuovi attacchi sempre più rapidi e potenti, con l'intento di stancare la propria avversaria.
Mia, dal canto suo, iniziava ad avvertire il peso della battaglia già da diversi minuti, e quello scontro non fu affatto semplice per lei da sostenere. La sua avversaria, invece, non sembrava affatto in difficoltà. Era perfettamente rilassata e concentrata sulla battaglia, e non lasciava mai nulla al caso.
Quando la colpì allo stomaco, sollevando la gamba piegata verso l'alto, la donna cavaliere si ritrovò senza fiato, e maledisse se stessa quando le lame sottile le sfuggirono di mano, cadendo sul terreno.
Il demone la colpì ancora, stavolta sul viso, e Mia inarcò la schiena all'indietro, per evitare un nuovo affondo diretto alla sua gola.
Afferrò il braccio del demone, ancora teso nell'affondo, e sollevò la gamba destra, colpendo la sua gemella al viso e facendola sbilanciare di lato, la guancia dolorante e l'elmo premuto contro la pelle morbida.
Si mise di spalle, forzando il polso della mutaforma, costringendola ad abbandonare la propria lama, voltandosi poi di nuovo velocemente per colpirla al viso con un pugno.
Il demone rimase senza fiato. Per un momento non trovò la forza di reagire mentre l'avversaria, ormai a mani nude, la colpiva al viso e al petto, senza frenare la sua furia per un solo momento. Provò a contrattaccare ma i suoi tentavi furono tutti inutili. Si ritrovò distesa a terra quando Mia la colpì alle gambe, facendole perdere del tutto l'equilibrio.
L'ultima cosa che sentì prima di essere trafitta all'altezza del cuore, fu la voce della donna, alquanto divertita, che le parlava.
"Alla fine non eri altro che una volgare imitazione"
   
 
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