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Autore: Zikiki98    12/05/2016    3 recensioni
2018: LA STO CONTINUANDO E REVISIONANDO. LA POTETE TROVARE SUL MIO PROFILO WATTPAD E EFP (la nuova versione, per l'appunto), SEMPRE SOTTO IL NICKNAME: Zikiki98
Il titolo della storia è lo stesso: The Wolrd of Demons - Il Portale dei Demoni
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Clan Cullen, Isabella Swan, Jacob Black, Nuovo personaggio | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Carlisle/Esme, Emmett/Rosalie
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Twilight
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CIAO A TUTTI. MI SCUSO CON VOI PER L'INCREDIBILE RITARDO, CHE INVECE DI DURARE POCHE SETTIMANE, E' DURATO MESI, LETTERALMENTE. E' STATO UN PERIODO UN PO' DIFFICILE, E NON SOLO PER LA SCUOLA. HO DOVUTO AFFRONTARE UN LUTTO IN FAMIGLIA E SINCERAMENTE NON AVEVO MOLTA VOGLIA DI SCRIVERE. SE SONO TORNATA E' GRAZIE ALLE VOSTRE RECENSIONI, CHE IN UN MOMENTO DI NOSTALGIA, MI SONO MESSA A RILEGGERE, FACENDOMI TORNARE LA VOGLIA DI SCRIVERE.
PERCIO' GRAZIE <3 VI LASCIO AL CAPITOLO, ANCHE SE E' CORTO.
(LEGGETE IN FONDO, E' IMPORTANTE)

THE WORLD OF DEMONS

°IL PORTALE DEI DEMONI°


CHAPTER FIFTEEN - DEPARTURES.

I biglietti disponibili per il viaggio erano soltanto quattro e ne avremmo usufruito io, Carlisle, Jasper e Alice. Emmett, Rosalie ed Esme sarebbero rimasti a casa di vedetta, insieme ai licantropi, che sicuramente erano già stati avvertiti da qualche ora dell'accaduto. Ovviamente, Emmett aveva esternato tutto il suo dissenso per non essere stato scelto per il viaggio, ma il mio istinto mi diceva che sarebbe stato meglio lasciarlo a casa. Non mi sembrava una buona idea far tornare un ex Cacciatore ad Idris, sopratutto perchè se ci avessero scoperti, avrebbe dovuto rispondere a molte domande sul suo passato e sugli avvenimenti della notte della sua trasformazione. Avrebbe dovuto ammettere di essere riuscito a raggirare le protezioni di Alicante, e questo avrebbe portato molti guai.
Io e Jasper avevamo deciso chi portare con noi di quella numerosa famiglia di vampiri, perché noi due eravamo quelli necessari affinché il piano procedesse al meglio. Avevamo scelto Carlisle per la sua saggezza ed esperienza, Alice per il suo potere, anche se non sarebbe servito a molto nè ad Idris, considerando che il potere delle Torri contrastava quello dei Nascosti, nè con Rashida. Infatti, lo stregone di Alicante, l'unico di cui i Cacciatori si siano mai fidati in queste centinaia di anni, era in grado di creare soltanto  dei portali, che permettevano a noi Shadowhunters di uscire dalla città.
Il potere delle Torri era così potente, per la nostra protezione, da azzerare l'efficacia di altri incantesimi. Quindi, nemmeno il potere di Jasper sarebbe stato utile, e quello di Edward non avrebbe potuto aiutarlo in alcun modo a sopravvivere durante la sua permanenza ad Idris. Erano passati solo dieci minuti da quando ci avevano fatti imbarcare sull'aereo. Non avevo mai volato in vita mia, e non posso negare di non essere stata assalita dal nervosismo, almeno un po'. Mi dovetti ripetere più volte nella testa che tutto quello che stavo facendo era per Edward e che, per questo, valeva la pena soffrire un po' su uno stupido veivolo.
Seduto al mio fianco, nella fila centrale, si era accomodato Carlisle. Aveva tutta l'aria di un padre modello che, da lì a poco, sarebbe partito per fare una breve vacanza con i suoi figli. Nei sedili dietro, invece, erano seduti Jasper e Alice, che si scambiavano tranquillamente delle dolci coccole. Non so se per salvare le apparenze e farci risultare normali agli occhi degli altri, oppure perché ne avevano bisogno.
Distratta dai miei stessi pensieri, posai lo sguardo sul maglione color lilla che mi aveva comprato Alice poco prima in Aeroporto. Mi aveva fatto una "testa così" sul mio pessimo aspetto e sul fatto che non potevamo rischiare di farci scoprire, a causa dei miei strani tatuaggi.
Per andare in Aeroporto, mi aveva dato alcuni dei suoi vecchi vestiti. Una volta arrivati, mi aveva fatto fare il giro di metà negozzi, finché finalmente il nostro volo non fu chiamato. Nei panni che indossavo sembravo una qualsiasi brava ragazza e, probabilmente, la vicinanza di Carlisle mi faceva risultare ancora più innocente.
- Nervosa? -  mi chiese ad un certo punto, con un sorriso gentile, mentre si allacciava la cintura di sicurezza, anche se avrebbe potuto benissimo farne a meno.
- Un po' -, ammisi titubante - ma non per il volo - .
- Per Edward? - .
Annuii abbassando lo sguardo sulle due estremità della cintura ancora slacciata. Sembrava un meccanismo abbastanza complicato; questa non somigliava per niente alla cintura di una normale automobile.
All'improvviso, sentii la sua mano fredda ma confortante, posarsi sul mio avambraccio - Penso che andrà tutto bene - .
Gli feci un sorriso tirato - Lo spero - .
- Dovresti imparare ad essere più positiva, sai? - disse istintivamente per smorzare la tensione - E anche a sorridere di più. Ti conosco da poco tempo, è vero, e non in circostanze che sicuramente ci farà piacere ricordare in futuro, ma Edward quando mi parla di te ti descrive come una ragazza triste - .
Ero felice che avesse usato il presente e non il passato per dire quello che mi stava dicendo. Mi faceva sentire un po' meglio il fatto che lui confidasse che suo figlio fosse ancora vivo. Mi dava più speranza in più e un'estrema voglia di cercarlo e trovarlo.
- Non sono triste... E' solo un "periodo no", come voi lo definite - .
- Sono a contatto con gli esseri umani da più di trecendo anni -, mi sorrise paterno - penso di saper riconoscere uno sguardo spento - .
E in quel momento mi chiesi come facesse ad essere così gentile e cordiale, mentre mi stava appena conducendo in un discorso decisamente indiscreto, alla scoperta della vera me. E la cosa più assurda era che non lo faceva nemmeno pesare. Sembrava così naturale.
- Vuoi parlarne? - domandò, nello stesso istante in cui dei piccoli televisori si abbassarono dal soffitto dell'aereo.
Partì un video che indicava tutte le procedure da seguire in caso l'aereo fosse precipitato, ci fosse stato un incendio o una fuga di gas durante il volo, sulle cose da fare e non fare e su come allacciare la cintura.
Quando capii, unii immediatamente le due estremità della cinta, finché non sentii un "click". Carlisle, che a quanto pare stava ancora aspettando che gli rispondessi, tossì come se volesse attirare nuovamente la mia attenzione. Non ero ancora sicura di volerne parlare. La ferita che si era aperta dentro di me, era ancora troppo fresca e profonda per riuscirne a parlare senza essere sicura di non scoppiare a piangere. Non aveva avuto ancora abbastanza tempo per cicatrizzare, o forse ero io a non aver avuto abbastanza tempo per realizzare l'accaduto di quella sera, la sera che ero stata costretta a dire la verità alla mia famiglia.
Dato che non ricevette ancora alcuna risposta, Carlisle aggiunse - Non voglio costringerti. Voglio solo che tu sappia che, se vorrai, io sarò qui ad ascoltarti - .
Mi voltai verso di lui, facendogli un sorriso sbilenco, ma riconoscente, e guardandolo negli occhi - Lo so, grazie - .
Ricambiò velocemente e senza esitazioni il sorriso, per poi guardare dritto davanti a sè. L'aereo aveva già iniziato a muoversi sulla pista, finché non iniziò a prendere velocità e a staccarsi dal suolo.
Come riflesso, cercai di aggrapparmi di più ai braccioli del sedile, fino a far diventare le mie nocche pallide, ancora più bianche. All'improvviso, sentii la mano di Carlisle posarsi sulla mia, come un padre che prende la mano della propria figlia piccola per intimarle coraggio e che non c'è nulla da temere. Quel gesto, quel semplice gesto, che mai, nè mio padre biologico, nè Jonathan avevano fatto per me, mi commosse, e a stento riuscii a trattenere le lacrime.
Carlisle Cullen aveva fatto davvero tanto per me in questi giorni, più di quanto i miei genitori avevano fatto in tutta la loro vita, e per una sconusciuta che stava rischiato di distruggere la sua famiglia. Sicuramente, qualsiasi cosa sarebbe successa, quel nome non lo avrei mai scordato, ma lo avrei ricordato con un tenero e malinconico sorriso sulle labbra.
PS: A CHI INTERESSASSE, HO DECISO DI CORREGGERE TUTTI I CAPITOLI. PER CHI VOLESSE FARE UN SALTO, IL PRIMO L'HO RIPUBBLICATO. IL PROBLEMA E' CHE HO PERSO 40 MINUTI PER PUBBLICARE ENTRAMBI I CAPITOLI. PERCHE'? PERCHE' IL MIO COMPUTER E' PIENO DI STUPIDA PUBBLICITA' CHE MI RALLENTANO A DISMISURA INTERNET. COMPAIONO PAGINE SU PAGINE, FACENDOMI SALIRE LA VOGLIA DI SFONDARE LO SCHERMO. PERCUI, LA MIA IDEA SAREBBE, SE NON E' UN PROBLAMA PER VOI, ALTRIMENTI DITEMELO, DI RISCRIVERE LA STORIA SU WATTPAD, DOVE, PER ORA, NON MI SI APRE NESSUN TIPO DI PUBBLICITA' FASTIDIOSA (ME LA SONO GUFATA, PERFETTO). SE NON SIETE D'ACCORDO, CONTINUERO' A SCRIVERE QUI. BESOSSSSS.

  
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