Anime Prescelte
“Infine , le Anime Prescelte.
Sono anime che hanno stretto un patto antichissimo tra loro.
Poniamo che una abbia deciso di incarnarsi nell'esperienza del perdono.
La sua prescelta prenderà l'impegno solenne di vessarla,
così da metterla in condizione di perdonare.
E viceversa...
Accanto all'anima prescelta ci si sente a disagio, quasi in soggezione.
Sono storie dolorose, che quasi sempre finiscono male,
anche se sarebbe più corretto dire che che non finiscono mai.”
Massimo Gramellini
***
“Allora
che ci fai qui?”
“Non volevo che stessi solo.”
Solitudine.
Una
sensazione che lo divorava da anni, probabilmente anche mentre si
ritrovava inconsciamente ibernato sotto le acque artiche.
Steve
si era sempre sentito solo, fortunatamente nella sua vita ha avuto la
più unica che rara occasione di avere al suo fianco un amico leale
come Bucky, ma anche con lui quel vuoto che percepiva nel petto si
affievoliva senza mai colmarsi del tutto.
Inutile
sottolineare come la sua perdita accentuò quel buco.
Sorrise
amareggiato, ripensando, infine, a Peggy.
La
sua fidanzata, la donna della sua vita, portategli via da anni di
minuti e secondi sciupati.
L'idea di avere la possibilità di creare
una famiglia con lei l'aveva portato a credere che prima o poi
sarebbe riuscito a chiudere definitivamente quella voragine nel
petto; ma anche lì il fato si era preso gioco di lui, lasciandolo
perduto e solo.
Ritrovarsi
per poi perdersi di nuovo faceva ancora più male.
Tuttavia,
mentre stava per rassegnarsi a quella solitudine, quasi secolare,
ricevette un abbraccio.
Un abbraccio di quelli sinceri e spontanei che non ti riscaldano solo la pelle.
E difatti tra quelle due braccia molto più esili delle sue, si
sentì inaspettamente protetto, compreso e rassicurato.
A casa.
Steve
si sistemò gli occhiali da sole, mentre la osservava da lontano, si,
perché poi era arrivata lei.
La
donna più cocciuta, diffidente, coraggiosa e brillante che avesse
mai conosciuto.
Natasha, il motivo per cui in quel momento era
preoccupato e in tenuta da vero e proprio fuggitivo.
Faticava
a spiegare la natura del loro legame, sapeva solamente che dopo la
fine dello SHIELD si era trovato così spesso a scherzare, dialogare,
a confidarsi con lei da non poterne più fare a meno.
Era
diventata la sua famiglia.
Imprevedibilmente,
senza sognarlo o desiderarlo.
Steve,
senza mai distogliere lo sguardo dal suo obiettivo, estrasse il
telefono dalla tasca, scorse i nomi della rubrica e non appena
raggiunse “Nat” sorrise.
Si
sentiva già meno solo.
***
“Se
adesso tu fossi al posto mio e toccasse a me salvarti la vita,
sii
onesto con me, tu riusciresti a fidarti?”
“Ora mi fiderei.”
Diffidenza.
Una
parola come tante altre, ma che per lei riassumeva al meglio la sua
indole caratteriale.
Girava
tutto intorno a quello, tanto che riuscì ad etichettarla come sua
virtù.
Natasha
si mordicchiò il labbro inferiore, dovendo ammettere che dati gli
ultimi avvenimenti era stata addirittura capace di mandare all'aria
l'unica dote “positiva”, se così la si poteva chiamare, del suo
addestramento al KGB.
Diffidare
del prossimo era per lei diventato così naturale, quasi un suo punto
di forza, un'armatura immune all'affetto e la delusione.
Mai
avrebbe creduto possibile che un giorno sarebbe riuscita a fidarsi di
qualcuno.
Completamente e incondizionatamente, tanto da rinnegare se
stessa e ciò per cui combatteva.
Eppure
era accaduto, a causa di Steve Rogers e la sua inesorabile fiducia
verso l'umanità.
Era combattuta, sorpresa e confusa, ma non si
pentiva affatto di aver lasciato scappare Steve; nemmeno le parole di
Tony erano riuscite a tangerla come avrebbero dovuto: non aveva fatto
alcun doppio gioco, nessuna abilità da spia, tutt'altro, aveva
seguito forse per la prima volta in vita sua l'istinto o.. beh,
altro.
D'altronde
quando c'è di mezzo la fiducia l'armatura cade e l'immunità sparisce.
***
“Stare insieme è più importante di come stiamo insieme.”
“Cosa stiamo sacrificando?”
Angolo Autrice
Well,
well. Sono riapparsa dopo un anno circa.
Sempre
con i miei romanogers.
So
che avevo iniziato una long, ma il tempo e soprattutto l'ispirazione
sono venuti a mancare.
Vi
chiedo infinitamente scusa, non è detto che non la continui, però
ammetto che le possibilità sono piuttosto basse.
Sulla Fic
Dunque
la citazione è un estratto del libro “Avrò Cura di Te”, una
lettura semplice, ma che mi ha emozionato molto.
Dopo
aver visto Civil War non ho saputo resistere alla tentazione di
applicare la teoria delle anime a loro, aiutandomi anche con i loro
dialoghi.
Nel libro in questione si parla di tre
tipologie di anime: quelle affini, complementari e infine quelle
prescelte.
E'
vero che Steve e Natasha possono essere collocati nella seconda
categoria: sono opposti e sotto certi punti di vista si completano,
tuttavia io credo ci sia molto di più.
Mi
spiego, personalmente credo Steve sia l'impersonificazione di tutto
ciò con cui Natasha abbia da fare i conti, e viceversa.
La
loro conoscenza penso possa non solo completarli, ma portarli ad
essere loro stessi.
Ho
cercato di analizzare i due personaggi a lungo e ho trovato le due
“situazioni-ostacolo” passeggere sopracitate.
Può
essere che abbia cannato alla grande, fatemelo sapere in caso ;)
La
battuta finale si riferisce sempre al famoso dialogo in chiesa di CW,
è parecchio ambigua e mi ha dato l'input per questa pazzia di
fanfiction.
Forse non staranno mai insieme effettivamente come coppia nel mcu, ma,
tralasciando la chimica di Chris e Scarlett, il legame che hanno questi
due personaggi è così raro e profondo che è
impossibile non notare, va ben al di là dell'amicizia e
perfino dell'amore, sono, appunto, anime prescelte. :)
Spero vivamente di non aver traumatizzato nessuno, recensite se si va e vi ringrazio infinitamente per la lettura.
Alla prossima!