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Autore: TheManiae    14/05/2016    2 recensioni
In un regno oscuro e maledetto, tre signori dei demoni si sfidano in un eterno gioco di guerra e potere.
Ora, una nuova pedina scende in campo.
E il suo arrivo, sconvolgerà per sempre quel mondo.
Genere: Azione, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I tre corsero rapidamente verso la finestra più vicina, e osservarono con orrore il terrificante spettacolo che avevano d'avanti.

Centinaia di torce illuminavano la collina oltre le mura, sorrette da altrettanti e ancor più numerosi soldati invasori. Erano di ogni razza, ma vestiti con colori e simboli sconosciuti: Armature di acciaio scuro con vesti grigio scuro, con incisi su spallacci e stendardi spazzati dal vento tre triangoli in campo bianco: Uno rosso, uno verde e uno viola.

Gli invasori stavano salendo sulle mura con grosse scale di legno e metallo, combattendo all'ultimo sangue con le guardie della fortezza. Ovunque spade e asce mordevano la carne di entrambe le fazioni, mentre le frecce fischiavano d ogni parte, e il sangue a poco a poco iniziò a sporcare le mura, rendendole scivolose.

"O Cheeya...."

La regina fissò con orrore un punto oltre le mura, e il marito e il figlio assunsero la stessa espressione quando fissarono anche loro l'enorme e scura nube che saliva dal villaggio, che oramai era diventato soltanto un'enorme pira.

Mentre Ashara restava a fissare l'enorme muro di nubi e fiamme all'orizzonte con le lacrime agli occhi e la mano sulla bocca, il re si rivolse ruggendo alla guardia che li aveva informati poco prima.

"Corri in caserma e dì al comandante di portare tutti i Pretoryan nel cortile interno! VAI!" Al ruggito finale le fiamme che formavano la chioma del regnante si ingigantirono di colpo e assunsero sfumature rosso scuro, e questo fece tremare la guardia che corse via verso le caserme.

"Mia cara, porta la servitù al sicuro nelle cantine e sbarrate la porta." disse muovendosi verso il portone principale, ma fu fermato dalle braccia della moglie strette al suo braccio.

"St-stai attento...." disse lei singhiozzando con le lacrime agli occhi, e il pyrus le alzò il mento con un dito e la baciò, mentre le fiamme della chioma diventavano azzurrine.

"Non preoccuparti, Moon of my life" disse staccandosi da lei, e la osservò correre via e sparire dietro una porta.

"Forza Jack, andiamo a prendere a calci quei pezzi di lerciume"

Nessuna risposta.

"Jack?"

Magnus si voltò confuso, ma dietro di lui non c'era nulla, eccetto la finestra spalancata e un paio di pezzi di tela strappati a terra.


 

 

 

"Morite cani!"

Lucius piantò la lama nel petto di un'altro pyrus, estraendola e infilzandolo ancora tre volte, per poi gettarlo dalle mura e lanciandosi contro altri soldati urlando la sua rabbia.

Non gli interessava di uccidere altri demoni della sua specie. Quella era la sua casa, la sua terra, e in nome del suo sovrano avrebbe ucciso ogni invasore e avrebbe piantato le loro teste sulle picche lasciandole in mostra sui bastioni.

Il soldato parò gli attacchi di due nemici con lo scudo, per poi spingere il primo oltre il bordo col medesimo strumento, e con un rapido fendente decapitò il secondo, la cui testa rotolò con ancora l'espressione sorpresa incisa sul viso.

Fu allora che un dolore acuto lo prese al fianco.

Cadde a terra tossendo sangue e tenendosi la ferita con la mano, mentre sopra di lui un soldato semplice stava con la spada sporca di sangue pronta a calare su di lui e trafiggerlo.

"E' la fine...." Pensò Lucius chiudendo gli occhi, aspettando con calma la morte.

L'unica cosa che sentì fu un rantolio sordo e un suono di ferro sbattuto.

Aprendo gli occhi, vide il nemico che fissava terrorizzato e pieno d'orrore la punta di una lama nera che spuntava al centro del petto. Cercò di urlare, ma le urla erano soffocate dal sangue che gli invadeva la gola e si mescolava alla rossa sostanza che usciva dal petto. Dopo alcuni secondi che sembravano anni, il demone infine si fermò con le braccia a penzoloni e gli occhi vitrei.

Osservando la scena con la bocca spalancata e un po confuso, Lucius osservò la lama ritirarsi all'indietro finché il corpo senza vita cadde oltre il bordo con un sacco di patate. Senza più il cadavere a bloccargli la vista, la guardia osservò il suo salvatore in volto, e non poté evitare di portare la mano al petto in segno di saluto.

Davanti a lui, con lo sguardo serio e freddo, si ergeva figlio del nobile Magnus e principe del castello: Jack Nightmare. Un'armatura nera come il vuoto gli copriva il petto, due spallacci pieni di scalanature affilate stavano ai lati del collo e dei gambali simili gli coprivano le gambe. In mano reggeva un'immensa contorta lama d'ossidiana con riflessi gialli, con una sfera simile a un'occhio affilato che levitava in una conca all'interno di essa. Infine, dalla schiena spuntavano un paio di immense ali da pipistrello simili a cuoio teso e scure come il carbone.

"M-Mio signore...."

"Presto, torna al mastio e curati."

Il principe disse solo quella semplice frase, per poi tendere le ali e lanciarsi in volo nelle nubi causate dal fuoco, sparendo alla vista di Lucius. Il demone rimase a guardare ancora il punto dove il suo salvatore era sparito, fissandolo con aria indecisa, per poi alzarsi a fatica stringendo i denti e dirigendosi verso il mastio a passo lento.


 

 

 

Jack volò lungo l'esterno dei bastioni sulle correnti d'aria, colpendo gli invasori con la spada e evitando nugoli di frecce dalle piume grigie. Lo spettacolo dall'alto era incredibile e orribile. Centinaia di fiaccole splendevano in un mare di grigio, sorrette da altrettanti demoni assieme a lance, spade e asce. Decine di stendardi sventolavano nel vento recanti lo strano simbolo mai visto prima, mentre i comandanti, grossi demoni con armature pesanti e decorate e spadoni pesanti sbraitavano ordini a destra e a manca.

Nelle retrovie, il corvino vide pesanti bestie cornute trainare grosse catapulte di legno e ferro. Sapendo che dopo poco più di tre salve il castello avrebbe ceduto, scattò con rapidità verso di loro con le possenti ali.

Fu talmente veloce che il primo gruppo di operai dell'arma vide solo un'ombra nera calare su di loro, prima di ritrovarsi a terra in una pozza di sangue. Tagliò anche le catene che trattenevano i due grossi animali, che liberandosi corsero tra le linee degli invasori causando panico e caos.

Continuò lanciandosi contro la seconda delle 5 catapulte, impalando rapidamente il primo inserviente sulla lama e quasi decapitando il secondo. Mentre tagliava le catene di questa catapulta però, avvertì una sensazione orribile alle sue spalle e si voltò.

I due inservienti erano di nuovo in piedi, uno incurante della ferita e l'altro con la testa a penzoloni sulla spalla. Entrambi lo fissavano con gli occhi illuminanti di una malata luce verde. Alle loro spalle, un'alta figura pallida fissava il giovane levitando a mezzo metro da terra.

Le lunghe braccia scheletriche terminavano con lunghe dita adunche, mentre una veste nera con sopra tre teschi di rettile copriva il petto e le gambe, in netto contrasto con la pelle cadaverica. Il viso era coperto da una maschera bianca rappresentante un teschio stilizzato, incorniciata da capelli lunghi corvini dai quali spuntavano un paio di corna ricurve da ariete. Dalla maschera si intravedevano solo gli occhi, verdi splendenti e terribilmente inquietanti.

"Ecco il famoso principe Jack, detto anche BlackMatar." Ridacchiò lo stregone con voce cadaverica, mentre i due guerrieri morti caricavano il corvino urlando versi mostruosi e animaleschi.

Il primo finì di nuovo impalato sulla lama nera, stavolta però, con un movimento rapido, il non-morto finì tagliato in due dal ventre in su. Il secondo stava per calare l'ascia sul collo del giovane, quando dalla mano di quest'ultimo esplosero fiamme dorate che inglobarono lo zombie del tutto. Esso si mise a urlare in modo disperato con una voce demoniaca, agitandosi e cadendo a terra mentre le fiamme lo consumavano lentamente. Alla fine, di esso rimase solo un corpo annerito col teschio cornuto bruciato e ancora urlante.

Il corvino fissò lo stregone, che a sua volta lo osservava leggermente stupito.

"Uhm... Avevo sentito che l'Occhio del freddo possedeva poteri magici." Disse esaminandolo con curiosità.

"Occhio del freddo?" mormorò Eris confusa, condividendo quello che pensava lo stesso Jack. Che diavolo significava Occhio del freddo?

Il necros non gli diede nemmeno il tempo di pensarci che dovette scansarsi per evitare una sfera di fulmini smeraldini simile a un teschio. Provò a contrattaccare con una fiammata, ma l'avversario non gli lasciava tregua.

"Che fai Occhio? Scappi!?" urlò lui ridendo in modo maniacale, continuando a lanciare contro il moro teschi di fulmini che l'avversario evitava rapidamente. Mentre schivava l'ultimo colpo, Jack si nascose dietro la catapulta, e mentre cercava un modo per sfuggire a quella situazione vide alcuni cristalli neri che spuntavano dal terreno.

"Avanti, vieni fuori e muori!" disse lo stregone creando con le mani una grossa sfera di fulmini nei quali si intravedevano volti urlanti. La lanciò con forza contro l'arma, che esplose in un mare di schegge di legno, ma il demone rimase confuso non vedendo nessuno.

"Ma dov-AAAHHH!!!"

Coperto dall'esplosione della struttura, Jack si era rapidamente spostato al lato del demone e gli aveva lanciato contro una lama di cristallo nero creata con la magia, colpendolo al petto poco sotto la spalla destra. La ferita non era grave, ma fu abbastanza da distrarre lo stregone dal suo incantesimo di levitazione, facendolo cadere a terra.

"Tu brutto basta-"

Il necros non riuscì a terminare la frase che si trovò la lama nera piantata nel petto fino all'elsa, e riuscì solo a emettere qualche rantolio soffocato dal sangue prima che diventasse immobile e con lo sguardo vitreo fissando il nulla. Il principe gli mise un piede sul petto e estrasse la lama in una fontana di sangue blu scuro.

Dopo la morte dello stregone il principe si tuffò sul resto delle catapulte, massacrandone gli inservienti senza pietà e evitando che le mura crollassero del tutto. Per essere sicuro diede fuoco alle strutture, creando grosse pire di fiamme dorate.

Fu allora che sentì una serie di corni provenienti dalla foresta, seguiti da alcuni tamburi e un ruggito in lontananza che fece tremare la terra. Sapendo che stava arrivando qualcosa di davvero pericoloso, Jack scattò in aria e tornò rapidamente al castello.


 

 

 

Evitando frecce e lance, atterrò nel cortile interno proprio mentre le grandi porte della fortezza si aprivano, e molte grosse figure avanzarono verso di lui. Erano grossi pyrus in armatura pesante, muscolosi e possenti, armati di grosse spade e asce a due lame assieme a scudi rettangolari con grossi spuntoni. Sulle teste coperte dai grossi elmi spuntavano un paio di corna nere rivolte verso l'alto.

Alla testa di questi guerrieri avanzava il re Magnus, coperto da una grossa armatura scura con venature rosso acceso simili a pietra incandescente. Aveva un paio di spallaci acuminati ricurvi verso l'alto, mentre in mano reggeva un grosso spadone con scanalature affilate sul filo. Un'elmo di metallo gli copriva la testa e il viso ai lati, lasciando scoperti le enormi corna contorte e la chioma di fiamme vive. Sulla schiena infine, spuntavano un paio di grosse ali rosse, le cui membrane controluce assumevano il color del vino.

"Vedo che ti stai divertendo" disse il demone osservando la lama ancora gocciolante di sangue blu scuro, ridacchiando soddisfatto.

"Ho distrutto le catapulte, ma qualcosa sta arrivando dalla foresta" disse il principe, e un forte ruggito in lontananza confermò le sue parole, assieme alle grida delle guardie sulla porta. "UN BEHEMOTH DEL FUOCO!"

"Soldati! Pronti al combattimento!" urlò il re, stringendo l'elsa dello spadone e preparandosi al duro scontro che stava per accadere. Dall'altra parte della porta si sentirono pesanti passi e artigli che grattavano la terra, seguiti da versi animaleschi e leggeri ringhi. All'improvviso qualcosa di possente colpì la porta, facendo sussultare dallo spavento i soldati.

Un'altro colpo fece vibrare la porta, scheggiando il legno.

Un terzo colpo aprì una breccia, dalla quale si intravide una grossa zampa nera piena di venature rosso acceso, con enormi artigli lunghi più di un braccio. Dall'apertura nella porta entravano braci accese che davano fuoco alle schegge di legno a terra e alla porta.

"Ora ci sarà da divertirsi" disse il re sorridendo.

A quel punto, con un'ultima spinta, la porta praticamente esplose verso l'interno in una tempesta di legno e braci, e un'immensa figura avanzò nel castello.



 

 

 

 

 

Angolo Kishin

Salve gente!

Eeeeee, ecco il capitolo d'azione promesso.

Inutile dire che il prossimo sarà davvero AZIOLOSO!(?)

Alla prossima

 

"Would to serve in Heaven, Or rule in the Hell?"

 

   
 
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