Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Ceccaaa    14/05/2016    1 recensioni
~DALL'ULTIMO CAPITOLO~
E poi quella parola, che aveva cominciato ad odiare. Corpuscontroller. Aveva un suono aspro sulla sua lingua e un profilo oscuro nella sua mente. Era l’insieme di amicizia e terrore. Una paura troppo terribile per essere vera, ma che esisteva senza il minimo dubbio. E poi, come colpita da un attimo di lucidità, un colpo al cuore: casa mia. Sono andati a casa mia. Lo sapevano. Sapevano chi era.
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Dursley, Famiglia Potter, Famiglia Weasley, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Natale

La mattina di Natale arrivò come se le ore avessero deciso di passare cento volte più veloci. La vigilia era trascorsa in una calma sonnolenza che aveva trascinato la Tana nel silenzio più assoluto: la nonna aveva spedito i ragazzi a dare una sistemata alle camere, ma i più si erano addormentati tra le coperte.
Quindi la mattina di Natale la casa si animò verso le 5:30; la nonna dormiva ancora, mentre i nipoti decisero di farle una sorpresa addobbando per bene il salone.
“Scorp passami quella ghirlanda, ti spiace?” Scorpius Malfoy, il migliore amico di Albus, era arrivato quella mattina perfettamente sveglio, lasciando tutti di stucco vista l’ora. “Ecco. Sta’ attento: quella roba trema.” Albus se ne stava in piedi su una pila di scatoloni malmessi che minacciavano di rovinare a terra da un momento all’altro. “Da dove viene tutto questo interesse per la mia incolumità?” chiese fissando la ghirlanda al muro. “Da nessuna parte: se cadessero mi arriverebbero addosso. Chissenefrega di te?” rise il suo migliore amico intercettando Rose di ritorno dal bagno. Si allontanò lasciando Al in preda all’equilibrio.
“Ciao.” Salutò. “Scorp! Vieni, questa non te la puoi perdere.” Lo trascinò in giardino e si accovacciò dietro la siepe. Scorpius conosceva quel posto: era il loro posto. Ma qualcuno gliel’aveva rubato, e quel qualcuno erano Jo e Mila, abbracciati in un bacio appassionato. Scorp sorrise pensando che quel ragazzino tanto timido si fosse fatto avanti così velocemente. Doveva essere fiero, forse, ma in effetti il bacio stava diventando un po’ troppo violento ed era il caso di intervenire.
“Credo sia abbastanza, ragazzi.” Commentò alzandosi. I due si staccarono improvvisamente e vide una furia crescere negli occhi di Jo. “Ciao.” Salutò Mila, e corse via. Il ragazzino invece gli dedicò uno sguardo infuocato e corse oltre la staccionata, verso la fine della strada.
Non ci credo. Pensò con lacrime di rabbia e dolore a scaldargli le guance chiare. Non smise di correre fino al limitare del bosco, che penetrò fino ad arrivare a un albero che conosceva bene. Si arrampicò usando la corda pendente e male assicurata e raggiunse uno spiazzo che la corda non superava. Si sedette e lascio le lacrime salate scendere lente lungo il collo, fino al petto.
Non possono avermi umiliato così. Pensò sentendo un fuoco crescere dentro di lui. Poi la sua mente si concentrò su un altro dettaglio, il viso si distese in un’espressione stupita. Non posso aver reagito così. In effetti, se tutto quello fosse accaduto un anno prima avrebbe seguito Mila con le guance paonazze e lo sguardo basso. Certo, la vergogna c’era, ma non nei confronti di ciò che aveva fatto: nei confronti del modo in cui Scorpius si era intromesso. Eppure non se ne capacitava. Quel bacio era stato tanto intenso da dargli la forza di correre a perdi fiato senza in realtà perderlo davvero. Forse quella era la ragione: lui non voleva che finisse.
Estrasse il diario dalla tasca interna del giaccone e lo aprì con un colpo secco.
 
25 Dicembre 2023
Caro diario,
UCCIDERÒ SCORPIUS MALFOY! Insomma: io stavo solo dando il buon Natale a Mila e lui ci ha interrotti. OK, forse stava diventando un po’… eccessivo… ma non ho fatto niente di male. Non sa nemmeno che lo spio quando è con Rose: a se stesso non fa problemi!
E quindi niente: quando ci siamo staccati sono corso verso il mio albero e sto meditando vendetta. Che ne dici di una pasticca vomitosa nella zuppa di Natale?
Ti aggiornerò più tardi.
 Jo
 
Vide una testa violetta aggirarsi sotto di lui e seppe che era ora di scendere. Atterrato nella piccola radura che ospitava il suo albero e si trovò di fronte un ragazzino sui dieci anni, con occhi blu notte e capelli viola. Aveva un piccolo naso a punta e dritto. Tuttavia era caratterizzato dalla solita bellezza, dono della madre.
Jo alzò un sopracciglio e chiese: “Cambiato look?” Sammy cambiava aspetto un volta l’anno. Teddy diceva che era una specie di muta, visto che un Metamorfomago non sapeva il suo vero aspetto, per via del dono.
“Carino, no? Però penso che cambierò colore.” Rispose il ragazzo accennando ai capelli. Chiuse gli occhi in un’espressione sofferente e i suoi capelli si tinsero di verde, mentre gli occhi – che Sammy non riusciva a controllare – divennero di un arancione acceso. “Decisamente meglio.” Commentò cercando di scorgersi il ciuffo da sotto la fronte. “Mah, a me piacevi di più prima. Ricordavano tua nonna.” Rispose Jo con un ghigno canzonatorio. “Va beh. L’anno scorso erano bianchi, mi hanno preso in giro finché non ho imparato a cambiarli.” Scoppiarono a ridere: l’anno prima Sammy era diventato un vecchietto, per un errore durante la metamorfosi, e suo padre aveva dovuto insegnargli a trasfigurarsi in modo permanente.
“Ne vuoi parlare?” chiese all’improvviso Sammy. “No. Lo sapevo che ti avevano mandato per questo.” Jo si voltò e si sedette su un tronco giocando con una foglia raccolta da terra. “In realtà volevo dirti che Mila non ha avuto il coraggio di entrare in sala. In realtà non ha il coraggio di vedere nessuno.” Il Serpeverde si alzò. Non ci aveva pensato: certamente anche Mila doveva essere imbarazzata. S’incamminarono per la strada mentre i primi raggi freddi dell’alba gli colpivano le caviglie proseguendo per il resto del corpo imbottito nei giacconi. Doveva essere passata circa mezz’ora dalla fuga di Jo e faceva decisamente freddo, cosa di cui si resero conto loro malgrado.
Entrarono dalla cucina ed ebbero subito gli occhi di tutti addosso. Sammy si sedette vicino a Roxanne, mentre Jo attraversò la stanza dopo aver scrutato il tavolo. Salì le scale con le mani in tasca. Il giaccone gli allargava le spalle, rendendo insulse le magre game che spuntavano al di sotto. Raggiunse il piano della sua stanza dove era stata aggiunta una camera per ospitare le gemelle e vi entrò. Mila era sdraiata sulla schiena e fissava il soffitto sopra il suo letto. Era ancora molto rossa e appena lo sentì entrare lo divenne completamente. “Vieni a fare colazione?” chiese lui avvicinandosi. Il ciuffo che ricadeva sulla fronte sembrava insulso, nell’enormità di quel vestiario. “Non è un po’ presto?” chiese lei. Erano le 6.05. “Beh, ci siamo alzati alle 5. Dai vieni, prometto che non ci saranno battute.” “La fai facile. Non ho molta fame, comunque.” Il suo stomaco tradì quell’affermazione. Jo si sedette sul letto dopo essere uscito da quell’abominio e la invitò ad alzare la schiena. “Solo la colazione, poi ti prometto che torni qui almeno fino all’arrivo di tutti.” Lei lo guardò incerta. “Va bene, ma se parte una sola battuta torno su.” Jo ghignò: “Voglio vederli toccare una questione del genere.” Sapeva che per quanto i suoi cugini fossero fastidiosi, sapevano capire quando darsi un freno.
Dopo essersi scambiati un bacio a fior di labbra, si fiondarono giù dalle scale per non arrivare a mangiare solo i resti e, ignorando gli sguardi di chi non si era ancora stancato di pettegolare, si fiondarono affamati su tutto ciò che gli capitasse di afferrare. “Gli adulti arriveranno per l’una, quindi direi che le camere vanno riordinate. Tutti devono preparare le valigie e fare il letto, poi scendete o riposate. Fate ciò che volete, ma non toccate i regali!” Aggiunse Rose lanciando uno sguardo a James, Fred, Louis e Vernon, che già stavano sgattaiolando in sala. Si alzarono rumorosamente e cercarono di entrare tutti insieme nella piccola porta per accedere alle scale. Ci vollero dieci minuti perché tutti fossero nella propria stanza a fare le valigie per tornare a casa. Si era stabilito che dopo il Natale, ognuno avrebbe festeggiato di conto proprio il capodanno, visto che, nonostante continuasse a negarlo, la nonna era ormai troppo vecchia per dare luogo a due feste così vicine.
Passarono la mattinata a correre su e giù per le scale, causando scontri tra persone che cercavano di rintracciare ogni oggetto, che fosse libro o merendina canarina, disperso in ogni angolo del pian terreno, delle camere altrui e del sottoscala, non che qualcuno se ne facesse problemi.
“Allora: Cioccorane, Tutti i Gusti, Color Vits, DoubleU Gums, Christmas Specials e le care vecchie Pasticche Vomitose. OK, ho tutto.” Affermò Sammy chiudendo il suo baule su un centinaio di pacchetti di dolci magici. “Sicuro che i tuoi te li faranno portare tutti via? Comunque sono quaranta galeoni.” “QUARANTA??” Fred e James stavano facendo dei conti – incredibile, ma vero – per calcolare il costo delle merendine che stavano vendendo al cugino “Quaranta galeoni e tre falci, sgancia cugino.” Il più piccolo della famiglia era a bocca aperta. Insomma quaranta galeoni? Non potevano fargli uno sconto?
“Tanto non li compra. Finirà come al solito: Teddy controllerà il baule e vorrà indietro i soldi.” Disse Jo ridendo mentre Sammy consegnava quella montagna di soldi. “Oppure un uccellino gli dirà di controllare il baule.” I due ormai uomini lo guardarono minacciosi. “Oh, no. Io ero piccolo, da quella volta l’ha fatto sempre. Ah… che vi dicevo?” dei passi attraversarono il pianerottolo e Victoire Weasley spalancò la porta per puntare gli occhi minacciosi su Fred e James. “Aspetta, tesoro. Non entrare…” Teddy apparve dietro alla moglie e i suoi capelli divennero di un leggero viola alla radice. Aveva questa particolarità: non arrossiva, avviolava. “James, Fred! Ma che siete, scemi? Restituite i soldi e riprendetevi i dolci. E guai a voi se lo rifate.” Jo sorrideva vincente mentre lo scambio avveniva. “Peccato, era grand’affare. Alla prossima.” Commentò Fred facendo scomparire anche l’ultimo pacchetto. Jo decise che era meglio lasciare Victoire sfogarsi senza spettatori, anche temendo per la propria incolumità, e lasciò la stanza sapendo che avrebbe comunque potuto sentire tutto dal salone.
 
“BUON NATALE A VOI! OH, OH, OH!” Dudley dovette tapparsi le orecchie appena uscito dal camino della cucina della Tana. Il Babbo Natale in cima alla credenza sembrava dare di matto: oltre a correre di qua e di là per scendere, gridava sempre la stessa frase con volume crescente. Naturalmente non aiutavano affatto le voci dei ragazzi che cercavano di aggiustarlo. “Eccolo! Louis, viene verso di te!” “Oh, no! Al fermalo!” “Piantala di muoverti, Scorp!” “E voi come ci siete finiti lassù?” Chiese Rose con i pugni ai fianchi. Louis e Dominique erano accovacciati sulla credenza, cercando di non cadere e, allo stesso tempo, bloccare il Babbo Natale impazzito. Albus era in piedi sulle spalle di Scorpius, che sembrava avere un’urgenza al livello della vescica. “Uno scherzo di Hugo.” Mentre Rose ragionava e Dudley per l’ennesima volta si chiedeva come facesse Molly a tenere quei ragazzini per una settimana, qualcuno gridò: “Finitem Incantatem!” il Babbo Natale si fermò all’istante. “E ora, dov’è mio figlio?” Hermione era tra il divertito e l’arrabbiato. “Ehm… zia?” “Può aiutarvi uno dei vostri tanto qualificati cugini. Ora devo recuperare quel ragazzo che usa la magia a caso!”
La guardarono allontanarsi mentre anche suo marito li raggiungeva dando una pacca Dudley. “Lasciali fare Duds. Direi di andare a rilassarci prima che arrivi quel guastafeste di Percy.” Lasciarono Rose, Albus e Scorpius a trovare un modo per tirare giù i cugini dalla credenza e si sedettero su uno dei numerosi divani della sala. “Scricciolo, ti sei conciato in modo orribile. Capisco sia Natale, ma non conosci colori più sobri? O almeno che si intonino con i tuoi capelli?” Jo e Sammy entrarono, il primo ridendo come un pazzo, l’altro con un sorriso fiero mentre mostrava una divisina da elfo di Babbo Natale di un verde fosforescente decisamente equivoco. “I tuoi capelli sono verde scuro! Non centra assolutamente niente.” Si votò e sorrise a suo padre arrossendo un poco. “Ciao pa’!” salutò correndo ad abbracciarlo. “Ti prometto di non aver fatto assolutamente niente, lo giuro! Chiedi a chiunque…” “Pure a me?” chiese Scorpius entrando mano nella mano con Rose. Il ragazzino rispose con una linguaccia.
“Mi spiegate cosa è successo in cucina? Vostra zia sta letteralmente dando di matto.” Chiese Claire entrando. “Hugo ha trasportato Louis e Dom sulla credenza.” Rispose Jo lasciandole guardandola sedersi vicino alla coppietta nel suo magnifico vestitino giallo sole. “Tra l’altro: papà, questa è Claire Feliz, la mia migliore amica.” Presentò ricordandosi all’improvviso di quella presenza. “Piacere. Mila si sta vestendo, vuole essere più bella di me, credo.” Informò provocando un sorriso imbarazzato sul viso del ragazzo, sicuramente scopo dell’affermazione.
“A dire il vero credo sia impossibile, Clary.” Disse la diretta interessata entrando vestita alla Babbana: dei jeans aderenti e una felpa aperta sopra una maglietta decisamente estiva. “Pensavo ti vestissi elegante.” Sua sorella parve contrariata. “Non è nel mio stile. Ah, buongiorno signor Dursley.” Salutò stringendogli la mano e poi sedendosi vicino a Jo che non riusciva a toglierle gli occhi di dosso. “HUGO WEASLEY! ESCI SUBITO DA LÌ O GIURO CHE TI AFFATTURO!” “Oh, no. Credo sia un po’ fuori controllo.” Rise Rose stringendosi di più a Scorpius. Ron sorrise: quel ragazzo si era guadagnato la sua approvazione dal primo momento in cui l’aveva conosciuto, e questa non era vacillata nemmeno dopo aver scoperto il suo cognome. “La nonna sta per far esplodere la porta: giuro che tra lei e zia Hermione non so chi sia più infuriata.” Informò Victoire entrando per sedersi vicino a suo figlio che le scoccò subito un bacio sulla guancia. “Hanno ragione, mami.” Fece il bimbo dolce. “Non fare tanto l’angioletto! Sei ancora in punizione.” Lo sgridò la donna assottigliando gli occhi. “E anche Fred e James dovrebbero esserlo. Credo che informerò gli zii.” Sammy alzò gli occhi al cielo mentre Victoire notava che Dudley e Ron improvvisavano una conversazione senza un argomento ben definito. “Perché, voi cosa ne sapete? Non ditemi che ero l’unica a non sapere dello spaccio di dolcetti.” I due arrossirono sorridendo preoccupati. “Davvero? Volete dirmi che voi approvate questa cosa?” chiese incredula. “Certo che no! Ma a volte non fa male qualche caramella.” Rispose Ron procurandosi un’occhiataccia. Victoire stava per aprire bocca, ma fu bloccata dall’ingresso di Julia e Vernon che parlavano del lavoro che quest’ultimo voleva intraprendere una volta lasciata la scuola. “Ha solo sedici anni, Julia. Io credo che potrebbe ereditare il negozio di George. Insieme a Fred e James, ovviamente.” Propose Harry dietro di loro, ma lei lo ignorò osservando Mila e Jo che sedevano mano nella mano e rossi in viso: sapevano che Dudley non avrebbe fatto problemi per quella relazione precoce, ma cosa avrebbe detto sua moglie? “Hem… mamma questa è Mila Belle, sai te ne ho parlato nelle lettere.” La donna annuì continuando a osservare la ragazza con sguardo inquisitore. “Beh, piacere cara.” Disse infine cordialmente. Jo tirò un sospiro di sollievo consapevole di avere ancora molto lavoro da fare prima di convincere completamente sua madre, ma per il momento era abbastanza anche così. “Oh e tu sei…” chiese Julia dopo aver rimbalzando vedendo la gemella perfetta di Mila. “Claire, signora. Claire Feliz.” “Che strano: avrei giurato foste gemelle.” Sussurrò pensierosa la donna. “Beh, in realtà lo siamo, ma siamo state separate a un anno.” Annuì Claire con un sorriso incerto.
Dopo una lunghissima ora in cui tutti erano troppo felici per non guardare l’orologio ogni due minuti, l’intera famiglia Weasley e le sottofamiglie che la alimentavano erano riunite nel salone. Quando finalmente anche Charlie fu presente, tutti si fiondarono sui regali che riempivano più di metà della stanza.
“Questo è per te, Mils.” Disse Claire porgendo un regalino a sua sorella. “È bellissimo, grazie.” Ringraziò Mila alzando gli occhi al cielo di fronte al kit di trucchi waterproof. “Almeno non sembrerai più una che si è appena alzata dal letto.” Commentò la sorella. “Non lo sembra mai.” Sospirò Louis un po’ troppo forte. Le due lo guardarono con un’identica espressione accigliata. “Sì… cioè. Intendevo…” Hugo lo salvò tirandogli in testa un pacco. “Però non ha torto. Mila, Jo ti cerca.” Informò questo controllando che il cugino fosse svenuto per evitare la sua furia.
 
“Jo! Eccoti.” La ragazza gli sorrise mentre Jo cercava di scollarsi una fastidiosa Sciarpa Semipermanente dal collo, regalo di zio George con l’originario scopo di resistere al vento per un tempo determinato.
“Hey Milly. Tu sai il controincantesimo?” chiese indicando il serpentone che non accennava a staccarsi. “No, e non chiamarmi Milly!” lui sorrise soddisfatto mentre si arrendeva lasciando la sciarpe penzoloni. Adorava Mila, ma era pur sempre una serpe! “Volevo darti il mio regalo.” Si erano nascosti nell’ampio sottoscala in cui nessuno entrava mai per la comune paura dei ragni e gli aracnidi in generale.
“Pensavo fosse quello di stamattina.” Sorrise lei facendolo arrossire anche più di quello che avrebbe fatto normalmente. “Non credo fosse proprio un bacio da regalo.” Si avvicinò e la baciò una terza volta. Quello era il bacio più dolce che la ragazza avesse mai ricevuto. Anche più dolce di quello che lei stessa aveva deciso di regalare quella sera nella Sala Comune. Sorrise mentre lui le accarezzava i lunghi capelli biondi e lui se ne accorse. Si divisero guardandosi negli occhi. Entrambi osservarono con acceso interesse ogni sfumatura degli occhi dell’altro. Jo aprì la bocca per dire qualcosa.
Un tonfo sulle scale li riportò alla realtà e senza smettere di guardarsi negli occhi uscirono da quella stanza buia.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Ceccaaa