Film > Labyrinth
Segui la storia  |       
Autore: Jareth01    15/05/2016    2 recensioni
«Se solo… li avessi io, i tuoi dannati poteri! Vorrei controllare il tempo, vorrei mettere sottosopra il mondo intero! Così capir…» non fece in tempo a finire la frase, che la vista le si appannò; si sentì cadere, sprofondare sempre più in basso, finchè non perdette completamente i sensi.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jareth, Nuovo personaggio, Sarah, Toby
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAP. 4
 
Incontri
 
 
 
How does it feel
to treat me like you do?
I thought I was mistaken
I thought I heard your words
Tell me how do I feel
Tell me now how do I feel?
 (New Order - “ Blue Monday”)
 
 
La fitta nebbia, silenziosa, unica compagna dello sfidante, cominciava a diradarsi, pur non cessando di offuscare il cammino. Jareth non doveva essere –a suo avviso –lontano dai giardini del labirinto, quando i rumori e i versi uditi in precedenza divennero più intensi, distinguibili: la cosa doveva trovarsi in prossimità di quei muri, ora più che mai vicina a lui. Si fermò a guardarsi intorno. Per un momento, il silenzio: forse avrebbe potuto proseguire senza problemi. Ma, subito dopo, un rumore sordo, accompagnato da un sibilo, lo fece sussultare.
Dalla parete destra si erse la testa di un enorme mostro, alto almeno il doppio del fae, che lo scrutava con occhi incandescenti. Jareth cercò subito di nascondersi dietro una parete. Il mostro, buttata giù una colonna, era ora sulla sua stessa strada, rivelandosi nella sua interezza: aveva l’aspetto di un gigantesco serpente alato, di colore verdastro, ricoperto di squame e piume; sulla testa triangolare, simile a quella di una vipera, spuntavano pennacchi dorati, mentre le possenti ali sfoggiavano un piumaggio variopinto, dove spiccavano il blu e il rosso.
Da dove diavolo spuntava una creatura del genere? Protetto dal muro Jareth, non potendo far altro per capire la natura della bestia, gli lanciò addosso una pietra raccolta lì vicino: il mostro, infastidito, indietreggiò di un passo per poi sputare una lunga fiammata verso il luogo di provenienza dell’oggetto.
Riparatosi appena dal pericolo grazie al tramezzo del suo nascondiglio, dovette decidere sul da farsi. Ebbene, si trovava di fronte a un drago, un essere mai apparso nel regno dei piccoli goblin, troppo pericoloso per l’incolumità dell’intero labirinto. A quanto pare, notò con rammarico, aveva sottovalutato Sarah, evidentemente capace di gettarlo nelle fauci di quel mostro senza nemmeno la cortesia di un’arma per difendersi; eppure doveva trovare il modo per, quantomeno, oltrepassare l’ostacolo senza rimetterci le penne. Le tue aspettative nei miei confronti non sono affatto diminuite, sussurrò.
Avrebbe forse dovuto sentirsi perso, ma l’adrenalina prese, fortunatamente, il sopravvento, donandogli una grande lucidità mentale: doveva trovare qualcosa per affrontarlo o una strada diversa da prendere senza essere visto. Tra le macerie della colonna demolita vide fuoriuscire un pezzo di metallo: lo estrasse con forza, ritrovandosi tra le mani una vecchia lancia abbandonata da un goblin. Beh, credo di non poter pretendere di meglio, pensò, fiondandosi contro il drago. Lo attaccò ad un fianco, incastrando la lancia nelle carni del mostro; evitando i colpi d’ala ed usando l’arma come punto d’appoggio per il proprio corpo, nonostante il continuo dimenarsi della bestia, riuscì a salirgli in groppa; da lì cercò di continuare a trafiggerlo, mentre l’altro cercava disperatamente di farlo cadere. Jareth era intenzionato a colpire al collo o alla testa per rendere l’attacco fatale ma, tentando l’impresa, sfortunatamente perse l’equilibrio, cadendo a causa dei continui scossoni subiti; si ritrovò a terra con la lancia spezzata in due e pochi secondi di vita prima di essere abbrustolito.
Fulminea, un’idea gli attraversò la mente: per avere una speranza di salvarsi, doveva portare il drago fino alla foresta lì vicino. Lanciò ciò che era rimasto dell’arma in uno degli occhi della bestia, trafiggendolo: mentre questo urlava dal dolore, lui velocemente si alzò, correndo in direzione della foresta e cercando di acquistare, in quei secondi di vantaggio, più metri di scarto possibile. Non passò molto tempo prima che il drago, ferito e mezzo cieco, iniziasse a inseguirlo, più furioso che mai: lui, però, era già arrivato alla foresta, sì, la foresta! E non aveva intenzione di fermarsi proprio ora.
Inoltrandosi rapidamente tra gli alberi, urlò con tutto il fiato che aveva in gola: «Clash! Charlie! John-Ju! Bodkin!» più volte; dovevano arrivare, sarebbero sicuramente arrivati presto!
Ecco, infatti, un disordinato sghignazzare risuonare nella foresta: erano loro, la folle compagnia del fuoco.
«Ci hai chiamati? Vuoi unirti a noi? Ti divertirai! Ha,ha,ha!» fece uno di loro.
«C’è un giocatore» rispose Jareth, indicando alle sue spalle, «c’è un nuovo tipo che vuole giocare con voi».
I fireys osservarono la creatura. «Ohhh, sarà un magnifico portiere!» «Lo voglio nella mia squadra!» «Stacchiamogli la testa!» decretò il capo.
Jareth si nascose dietro ad un vecchio tronco caduto, non smettendo di fissare la compagnia nemmeno per un momento, finché non fu sicuro di averli visti staccare la testa al drago e portarsela via come se fosse un pallone da calcio. Rimasto solo, con la camicia a brandelli e qualche taglio sul corpo, si sdraiò sull’erba fresca, sfinito, sospirando profondamente.
 
 
Non tornerai mai a casa. Queste parole, dapprima ignorate, con il passare del tempo riuscirono ad invadere la mente di Sarah, opprimendola, simili alla goccia che riesce a scavare la pietra. Se Jareth non avesse mentito? La sola, minima possibilità che fosse vero la mandava nel panico: bramava la sua vita nel sopramondo molto più della vendetta, se questo era il termine giusto per definire la situazione in cui si trovava. Non riusciva a credere, però, che Arthur potesse averla ingannata: era l’unico essere dalle sembianze umane che le era parso gentile e affabile, in quell’assurdo labirinto. Il suo viso angelico, la risata e le parole limpide e cristalline, unite a quel guizzo negli occhi… era lui a controllare che tutto andasse secondo le regole in quel mondo –così le aveva detto. Forse era una specie di “poliziotto” dell’Underground. Nonostante ciò, aveva un aspetto talmente giovane e innocente da cozzare con i discorsi affrontati e la magia da lui usata – che fosse un portavoce, un inviato di chissà quale vecchio saggio?
Dall’altra parte, invece, c’era il comportamento di Jareth, sempre misterioso e prepotente: come faceva a sapere di Arthur? E perché, anche semplicemente nominandolo, sembrava odiarlo –invece di volgere tale risentimento verso lei, che era la persona che aveva usurpato il suo trono?
La ragazza diventava sempre più confusa a riguardo e le due figure cambiavano velocemente nella sua testa: Arthur diventava un terribile manipolatore, Jareth un fae pronto a salvarla, per poi invertirsi i ruoli, continuando incessantemente quell’orribile, oscillante danza tra opposti, bianco e nero, amore e odio, bene e male.
A momenti pensava al mostro mandato nel labirinto, vergognandosene: che fosse troppo anche per Jareth? Quando un goblin, come un bambino, scosse un lembo della gonna a mo’ di campana per avvisarla che il drago era stato ucciso tirò, senza volerlo, un profondo sospiro di sollievo.
Non passò molto tempo, che un altro goblin si presentò al cospetto della regina: «signora, c’è un nano alla porta, le vuole parlare!» -che fosse Gogol? Sarah diede l’ordine di farlo entrare.
Era proprio lui, il suo amico! Che bello vedere una faccia nota in quel posto! Gli corse incontro, abbracciandolo forte.
«Hey, hey, niente smancerie!» esclamò il nano, pur contento di vederla. «Sarah» disse poi, scuotendole le spalle, «sei in pericolo!»
«Co…cosa? Io in pericolo?»
«Se non riconsegnerai al più presto il trono a Jareth sarai vittima di un potentissimo mago! Sarà la tua e la nostra rovina!»
Sarah si accigliò. «Chi è questo mago?» Tutto ciò che aveva pensato era forse vero?
«Io… non conosco il nome, ma so che è mille volte più potente di Jareth».
«Jareth non ha alcun potere, ora» fece seria. «Un momento, tu come fai a saperlo? Te l’ha detto lui, non è vero?»
Gogol andò in preda al panico. «…No, tsk! Ma che dici? Certo che no!»
Sarah, vedendolo in difficoltà, fece un sorrisetto: «sì, è così!» e, per farlo confessare, gli rubò i gioielli che aveva legato alla cintura, facendoli ciondolare davanti i suoi occhi.
Il nano andò su tutte le furie: «i miei gioielli! Ridammeli subito! Fermati! Oh, Jareth non sarà felic…ops» si portò una mano davanti alla bocca.
«Ecco, lo sapevo!» esclamò soddisfatta. Gogol, invece, brontolava. «Sgrunt!»
Restituiti i gioielli, s’intristì, diventando più confusa che mai. Si era fidata di Arthur, ma voleva anche fidarsi del suo amico nano, che in questi anni l’aveva sempre aiutata. E Jareth? Che pensare di lui? Identificare il suo ruolo diventava sempre più difficile.
«E ora? A chi dovrei credere, Gogol?» sospirò.
«Beh Sarah, come successe la prima volta, si dà il caso che tu debba scegliere…»
 
 
Jareth, ripreso il cammino, ebbe la forza di procedere a grandi passi, incontrando varie creature del reame: Ceppo di Legno, il burbero albero parlante, Dhaelkìn, la piccola e dolce marmotta blu alata scappata dal regno degli elfi, il goblin falegname ed un coprisaggio (accuratamente evitato –non sopportava quegli esseri sibillini!), tutto questo dopo aver attraversato la foresta, i giardini del labirinto ed essere arrivato alla radura oltre la Gora dell’Eterno Fetore. A quel punto doveva, se non ci fossero stati altri cambiamenti o complicazioni, aver fatto più di metà strada, trovandosi in discreto orario sulla tabella di marcia: aveva passato nel labirinto poco più di sette ore.
Proseguendo lungo la radura, la sua attenzione fu catturata dal rumore del cadere di un oggetto. Osservando meglio vide al suolo, tra la terra e le sterpaglie, il medaglione reale, sporco e abbandonato. Un gesto del genere rappresentava alto oltraggio alla corona: senza parole, corse a raccoglierlo, quando fu preceduto da un’altra creatura: Bubo, il bestione amico di Sarah! Questo prese il medaglione e cominciò a giocherellarci con le zampe, per poi metterselo al collo con atteggiamento fiero.
Jareth, alla vista di tale comportamento, andò su tutte le furie: «brutto gorilla, ridamm…» -voleva cantargliene quattro, ma si interruppe. Non era una buona idea trattarlo in quel modo, finchè era in possesso del suo medaglione; inoltre era “amico” della ragazza –pensarlo lo infastidì– e non voleva farsi odiare più di quanto non lo fosse già: perciò decise di tentare un approccio diverso, cercando di ottenere con le buone ciò che gli apparteneva.
«Ehm… ciao cucciolone, come ti chiami?» se lo avessero sentito i suoi goblin!
Bubo, confuso, lo squadrò dalla testa ai piedi, rispondendo dopo un po’: « io… Bubo…tu?»
«Jareth», fece sorridente.
Il bestione s’immobilizzò. Jareth… dove aveva già sentito quel nome? Suonava familiare, ed ebbe l’impressione che si trattasse di un nome importante: avrebbe sicuramente dovuto ricordarsi qualcosa a riguardo, ma non gli veniva in mente proprio nulla. Pazienza, pensò, non importava.
«Io… re Bubo!» esclamò felice, guardando il medaglione appena trovato.  
«No Bubo, quello l’ho perso io…» rispose il fae, assumendo un’aria triste e tendendo la mano verso di lui.
«Oh…tuo?» fece Bubo, con una tenera espressione sorpresa e dispiaciuta; si tolse il medaglione e lo diede subito a Jareth.
«Grazie Bubo!» il medaglione non gli avrebbe ridato i suoi poteri, per ora, ma averlo con sé lo faceva sentire meglio. Si chiedeva chi l’avesse lasciato lì, in balia del caso: trovò una sola risposta: Arthur. I nervi gli salirono a fior di pelle.
«Jareth… amico?»
«Ehm, sì, certo, ma ora devo andare...»
«Bubo va con amico!» rispose, illuminandosi di gioia. Jareth, poco entusiasta della decisione, cercò in tutti i modi di liberarsene in modo delicato: non ci riuscì, rassegnandosi ad avere un nuovo compagno di viaggio. Insieme camminarono a lungo, fino ad arrivare alla fine della radura: da lì, il Castello poteva essere ammirato in tutta la sua magnificenza. Jareth, alla vista dell’edificio, tirò un sospiro di sollievo, Bubo, invece, cominciò a lamentarsi per i piedi doloranti, andando a riposarsi all’ombra di un albero. Anche il fae fece una sosta, sedendosi vicino al bestione e osservando il suo riflesso in una pozza d’acqua.
Fu in quel momento che arrivarono, dal castello, due delicate, esili bolle di sapone in direzione di Jareth: Sarah? Un’allucinazione… per lui? Era una mossa che non si sarebbe mai aspettato: non essendo drogato da nessun frutto o sotterfugio magico, avrebbe benissimo potuto non entrare in quelle bolle, ma l’idea non lo sfiorò neanche: nonostante l’esperienza passata col drago, non temeva questa nuova prova, ed aveva l’impressione che quelle bolle non fossero arrivate fin lì per nuocergli; anche se fosse, ne sarebbe valsa la pena: nelle allucinazioni si può parlare senza essere sentiti, agire senza esser visti, vivere senza esistere…
 
 
NdA: eccoci di nuovo qui! Spero vi sia piaciuto questo nuovo capitolo. Sono curiosa di sapere se apprezzerete la scena del drago, che credo sia un po’ atipica rispetto al resto, ma è ciò che mi ha dettato l’ispirazione! Ho continuato, inoltre, con la scelta di usare, quando possibile, la versione italiana dei nomi dei personaggi: dopo Gogol, ecco Bubo – dopotutto, anche il titolo della fanfiction è italiano…  I nomi dei fireys, invece, li ho ottenuti giocando con i nomi dei loro doppiatori originali; Dhaelkìn è una veloce descrizione di una delle creature disegnate dal nostro Brian Froud ( http://data.whicdn.com/images/131447620/large.jpg)! Infine, prima di lasciarvi, voglio anticiparvi che dal prossimo capitolo il racconto cambierà un po’ di cose: entrerà in gioco tutta quella parte “sentimentale” che fin’ora, per motivi di trama, non si è vista, per la felicità di chi aspetta dei momenti più romantici o sofferti – o entrambi! Grazie a chi leggera e (si spera sempre) recensirà!
Giusi
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Labyrinth / Vai alla pagina dell'autore: Jareth01