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Autore: Focanna    15/05/2016    0 recensioni
9 . 10 . 2002
Donofalù, Gordon Street.
Uno dei vicoli più malridotti della città, un paese molto piccolo, con una popolazione di circa 7000 abitanti e famoso soprattutto per i suoi quartieri malfamati.
Un luogo sconsigliato per viverci dunque, per abbandonare qualcuno. Non si direbbe sia la stessa idea di chi, due anni prima, abbandonò due bambine, le stesse bambine che adesso si ritrovavano da sole a combattere contro le deiezioni che tutti i giorni accadevano in quello stesso vicolo e riservava la vita.
Le due si erano ritrovate così, alle rispettive età di sei e quattro anni, tra le strade di Donofalù. Le loro rivali erano state la fame, la sete e soprattutto i malviventi che avevano cercato spesso di abusare e di approfittare dell’ingenuità delle due.
Tuttavia fino ad oggi erano sempre riuscite a cavarsela in qualche modo, continuando a lottare contro quel mondo che sembrava tanto ostile nei loro confronti, governato da un Dio del quale a un certo punto iniziarono persino a dubitarne dell'esistenza.
Nonostante tutto ciò le due non persero mai la speranza e l’aspettativa di un futuro migliore.
Ed infatti, un giorno non così troppo lontano alla loro felicità alla fine arrivò.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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M
ichael e Matteo avevano finalmente trovato la persona per la quale erano andate a Los Angeles, il suo nome era Emanuele, un presunto compagno di studi di Rowen. Questa volta la missione delle due ragazze era quella di rintracciare tale persona per poter avere maggiori informazioni sulle sue ricerche riguardo un certo farmaco e, nel caso si fosse rivelato utile, averne qualche dose da parte di quest’ultimo. Peccato solo che adesso Federica e Vittoria si trovavano distese su di un letto, svenute a causa dell'ennesima riapertura delle loro ferite.

“Quell’Emanuele sono io! Di che ha bisogno Rowi?”

“Tu saresti Emanuele?”


“Ci prendi per il culo?!”

Chiese prima Matteo, seguito poi da Michael. Entrambi erano giustamente diffidenti, dopotutto Los Angeles era una città così grande, come potevano aver trovato così in fretta la persona che stavano cercando? Nonostante tutto ciò, i dubbi cessarono immediatamente quando Emanuele avvicinò ancora una volta a loro il diploma che attestava la laurea all’Università di Donofalù, insomma, chi altri in tutto Los Angeles avrebbe potuto averlo?

“Accidenti, come siete diffidenti.”

Dopo aver detto ciò Emanuele si avvicinò all’orecchio di Matteo, per incentivare le sue affermazioni, per poi bisbigliargli qualcosa, probabilmente riferito proprio a Rowen. Nell’udire quelle parole il ragazzo non potè che riconoscere qualcosa a lui familiare, infatti sgranò gli occhi, per poi tornare composto.

“Si tratta senza alcun dubbio di lui…”

“Non voglio neanche sapere che ti ha detto. In ogni caso, la nostra missione è completata, ora dobbiamo solo aspettare che le due principesse sul pisello si sveglino e chiasso finito.”

“Principesse sul pisello a chi?”

“Che mal di testa.. dove cazzo ci troviamo? Questo posto puzza e fa schifo.”

Risposero prima Vittoria e poi Federica all’affermazione di Michael, che le aveva per l’appunto interpellate un attimo prima. Adesso all’appello non mancava più nessuno. Non appena entrate nella stanza, le due sorelle si erano ritrovate in un ampio spazio che comprendeva sia cucina che sala da pranzo e soggiorno, era arredata piuttosto malamente con mobili per la maggior parte rovinati, su di essi inoltre vi erano farmaci di ogni tipo, siringhe ancora impacchettate e non. Il commento della maggiore era infatti dovuto a questo, ma anche all'aria che si respirava lì dentro, si poteva notare, nella parete opposta a loro, una finestra ben chiusa, oltre a quella non vi erano altre prese d'aria e questo era la causa dell'aria irrespirabile lì dentro. Insieme a quel disordine le due avevano inoltre notato una porta malridotta che doveva sicuramente portare al bagno, ma malgrado i loro bisogni decisero che tenevano di più alla loro igiene. Emanuele, nonostante fosse evidente quanto l'appartamento fosse malmesso, si offese ugualmente tanto da rispondere alla più grande.

“Alla faccia delle damigelle in pericolo...”

“E questo tizio chi diavolo è?”


“Qualcuno ci vuole degnare di una risposta?”

Federica e Vittoria avevano risposto a tono, per poi voltarsi in direzione dei loro tutori, nella speranza che finalmente le considerassero per sapere che era successo e perché ora si trovassero lì. Finalmente a dar loro una risposta fu Matteo, seppur vagamente.

“Avete presente quell'uomo di cui vi aveva parlato Rowen?”

“Siamo venute qui per lui, certo che lo abbiamo presente, genio.”

“Si ma se non ricordo male entrare in casa di un drogato qualsiasi non rientrava nelle cose da fare, sbaglio?”

Avevano ancora una volta risposto prima la maggiore e poi la minore, con la differenza che quest’ultima si era poi avvicinata ad Emanuele, poggiandogli una mano sulla spalla e sussurrando:
“A proposito… hai qualcosa anche per me?”

Michael che si trovava a pochi passi aveva sentito tutto, lanciando un'occhiataccia che al suo posto avrebbe impietrito chiunque. Vittoria che si era accorta della sua espressione aveva compreso di aver in qualche modo esagerato, cercando quindi di rimediare.

“Ok… forse è meglio di no…”

Sotto gli sguardi incuriositi di tutti era poi tornata al fianco della sorella.

“Come stavo dicendo… L’uomo che avete davanti è la persona di cui Rowen e Ludovica vi hanno parlato, Emanuele.”

Matteo si era fermato solo per poter vedere le ragazze annuire, una volta fatto riprese il suo discorso.

“Siete svenute lungo la strada e lui vi ha aiutate, non so come avremmo fatto senza il suo aiuto. Adesso che lo abbiamo incontrato non resta che chiedere spiegazioni su quanto ha detto Ludovica riguardo quel farmaco di cui vi ha accennato prima della partenza, poi sarete voi a decidere cosa fare.”

Le due annuirono nuovamente, volgendo poi lo sguardo verso lo scienziato.

“Credo tu abbia capito di cosa stiamo parlando, puoi aiutarci e spiegarci cosa riguarda?”

L'uomo in questione quasi contento della domanda di Federica corse nella stanza dove aveva ricucito entrambe, ne uscì poco dopo con diverse provette, capsule e fogli pieni di calcoli e scritte che poggiò sul tavolo a fianco. Poi invitò tutti a sedersi attorno a quest'ultimo per cominciare a esporre le sue ricerche.

“Quelle che vedete sono il frutto di anni di ricerche, tutto nacque quando frequentavo ancora l’università di Donofalù assieme a Rowen. A quei tempi ero un ragazzo molto solitario e trovavo conforto solamente attraverso l’uso di droghe. Così ho pensato: perché non crearle io stesso e far provare a tutti lo stesso piacere? Da allora iniziai i miei studi e sviluppai quelle che vedete oggi. Purtroppo però ben presto fui scoperto dalla polizia e costretto quindi ad abbandonare il mio paese, ecco perché oggi mi trovo qui a Los Angeles, dove tutto è possibile.”

“Aspetta aspetta aspetta. Perché ci stai raccontando la storia della tua vita? Che cosa c’entra con noi?”

Disse Vittoria, interrompendo l’uomo che stava continuando il suo racconto.

“Infatti, se mi lasciassi finire… Ehm-ehm, stavo dicendo, una volta arrivato qui pensai bene di farne una professione, iniziai anche ad ampliare la mia attività visto le varie richieste da parte dei miei clienti; uno di questi rivelatosi un criminale mi chiese se potevo sviluppare qualcosa di utile per delle ferite da armi da fuoco ad esempio. Così espansi le mie ricerche anche verso il campo medico.”

Concluse Emanuele indicando il frutto del suo lungo lavoro.

“Bene, direi che è proprio per questo motivo che siamo venuti. Ragazze, avete delle domande in merito?”

Domandò Matteo alle due ragazze, le quali avevano senz’altro mille dubbi a riguardo, dopotutto dovevano decidere se assumere queste sostanze o meno.

“Bè, direi di si, e molte anche. Ad esempio… vediamo, quali sono i pro nell’utilizzo di questo farmaco?”

“Ottima domanda. Tanto per iniziare l’assunzione dell’HG-520 aumenta in modo straordinario la prontezza di riflessi, annienta la percezione del dolore e potenzia incredibilmente la capacità rigenerativa delle piastrine. Donando inoltre alla mente di chi lo assume un incredibile senso di onnipotenza.”

La domanda di Federica ebbe prontamente risposta da parte dell’ideatore della suddetta sostanza, una così rapida risposta che diede vita ad una nuova domanda, questa volta da parte di Vittoria.

“Sembra essere una figata, però… tutto ciò che è figo ha sempre dei risvolti negativi. In questo caso quali sono?”

“Di solito preferisco non rivelare gli effetti collaterali, la gente ha sempre il timore delle conseguenze… Ma visto che me lo avete chiesto… L’HG-520 ha una durata, che equivale a due ore, terminato questo lasso di tempo hanno inizio gli effetti collaterali. Il principale di questi è la percezione immediata del dolore fino a quel momento accumulato, che può portare alla perdita dei sensi. Ma vi è un rischio ancora più grande: l’assunzione di una dose eccessiva può portare ad un arresto cardiaco immediato. Tutto qui, o almeno fino ad adesso sono stati riscontrati solo questi… magari tra un paio d’anni se ne scopriranno degli altri.”

“T-Tutto qui? Ah, serio? Sembra agile, al massimo possiamo solo morire, giusto, Vittò?”

“Scherzi? Sarà una passeggiata camminare tra questo e l’altro mondo!”

Le due si voltarono poi all’unisono verso il loro interlocutore con espressione di incredulità.

“CI PRENDI IN GIRO?! CHI E’ IL COGLIONE CHE PRENDEREBBE MAI QUESTA ROBA?!”

“Voi? E poi tranquille, i miei topi da cavia sono ancora vivi, o almeno quasi tutti.”

“E questo ci dovrebbe tranquillizzare?! Voi che ne pensate, Michael, Matteo?”

Esclamò Vittoria puntando poi lo sguardo in direzione dei due supervisori, che fino ad ora erano rimasti in silenzio per ascoltare attentamente i pro e i contro del farmaco.

“Fate come preferite, se volete fare la stessa fine dei topi non è affar mio, non voglio avervi sulla coscienza.”

“Ah. Certo che ci tieni molto a me.”

Ribattè Vittoria all’affermazione di Michael, il quale volse lo sguardo altrove. Adesso era il turno di Matteo di dare una risposta, che si era voltato in direzione della sua allieva, con la quale aveva passato senz’altro più tempo rispetto alla minore.

“Se devo essere sincero, questa cosa del farmaco non mi convince molto, insomma, per me sei ancora la mia allieva, ho ancora tante cose da insegnarti e non voglio vedere il tuo nome su una lapide accanto a quello di tua sorella.”

“Oh, che cosa carina, magari adesso ti dichiarerai a me e ci sposeremo? MA VAI AL DIAVOLO, NON DARMI GIA’ PER MORTA.”

Rispose sarcasticamente Federica all’altro. Nel frattempo Vittoria sembrava essersi isolata dal restante gruppo per mettersi d’accordo con Emanuele sulle dosi da somministrarle.

“No raga, ma tranquilli, se mi cercate io sto prendendo il farmaco eh.”

“MA CHE CAZ- ASPETTA COGLIONA, PRIMA DOBBIAMO PARLARNE INSIEME.”

Peccato solo che la minore stesse cercando di ingoiare la pasticca che si trovava già all’interno della sua bocca.

“GUARDA CHE STAVO SCHERZANDO, NON L’HO MANDATA MICA GIU’!”

“Suvvia ragazze, non litigate!”

Emanuele scherzosamente diede una pacca sulla schiena di Vittoria, che involontariamente mandò giù la capsula. La castana iniziò subito a tossire, sotto lo sguardo allarmato di tutti i presenti, soprattutto del responsabile che si allontanò con passo lento.

“ODDIO, CHE CAZZO FAI?! SPUTA QUELLA ROBA!”

“NON VOLEVO FARLO PER DAV-“

La ragazza non riuscì a dare una risposta alla sorella che cadde a terra a peso morto. In seguito a ciò Michael si alzò di scatto, lasciando cadere alle sue spalle la sedia su cui era seduto poco prima, avvicinandosi per poi chinarsi verso Vittoria e scuoterla. Quest’ultima tuttavia era come incosciente, con lo sguardo vitreo.

“CHE CAZZO LE HAI FATTO PRENDERE?! SCIENZIATO UN PAR DI PALLE!”

Il rosso sembrava essere più agitato del solito, alzandosi da terra per afferrare il colletto della camicia di Emanuele, il quale riuscì in qualche modo a scivolare via dalla presa, iniziando poi a correre intorno al tavolino. Tuttavia per Michael non sembrava essere un grande problema dato che non esitò a spostare via anche questo, arrivando stavolta a prendere l’uomo per il collo. Fu in quel momento che intervenne Matteo, che cercò di calmare il compagno e di farlo ragionare. Nello stesso istante un colpo di tosse destò tutti, la ragazza si era ripresa con grande sorpresa da parte dei presenti. Quest’ultimi infatti si erano voltati nella sua direzione, come se avessero visto un fantasma.

“Vittoria, sei viva…?”

Chiese Federica alla sorella, che si stava ora rialzando da terra barcollando qua e la. Nel frattempo Michael lasciò andare la presa su di Emanuele, che una volta libero si risistemò il colletto della camicia e proferì parola.

“Visto? Tutto apposto, proprio come dicevo.”

“Tutto apposto un corno! Vittoria, come ti senti? Il farmaco sta facendo effetto?”

La domanda posta da Federica non ebbe tuttavia una rapida risposta, difatti Vittoria sembrava essere ancora intontita dato che si soffermò a guardarla per un paio di secondi, per poi annuire semplicemente con la testa.

“Fantastico, adesso mia sorella è un handicappata.”

Evidenziò la maggiore, che aveva già dato per scontato l’insanità dell’altra. Quest’ultima sembrò riflettere un po’ su queste parole, per poi darle una risposta in qualche modo sensata.

“Sto bene, stranamente. Anzi, mi sembra di non sentire più lo stesso dolore di prima, come se le mie ferite si stessero rimarginando.”

“FUNZIONA! Ah, ehm, voglio dire, cioè, certo che funziona!”

Esclamò Emanuele come se fosse stupito del risultato ottenuto.

“Davvero stai bene? Ti senti in qualche modo diversa?”

“Mi sento bene, ho solo una leggera emicrania. Dovresti prenderlo anche tu.”

“Chissà perché ma la cosa non mi convince più di tanto… però visto che l’hai presa tu e sei ancora viva, farò un tentativo.”

Così dicendo Federica afferrò l’HG-520, per poi mandarlo giù e ripetere la stessa cosa accaduta poco prima con Vittoria. Una volta risvegliatasi sembrò avvertire gli stessi sintomi della sorella, fu a quel punto che Emanuele prese parola.

“Bè, adesso è meglio che vi sediate e stiate per un po’ tranquille, essendo la prima volta che assumete l’HG-520 vi darà indubbiamente fastidio, si tratta solo di una sorta di forma di rigetto del vostro organismo, ma vedrete che la prossima volta sarà già meglio, fino a quando non proverete più nulla.”

Entrambe erano per l’appunto impallidite, provocando una certa ansia e agitazione nei confronti dei loro accompagnatori, che quel giorno non avevano fatto che preoccuparsi per le due. Inoltre queste avevano iniziato a sudare e a sentire una certa nausea ed il pensiero che si sarebbero sentite ancora peggio non le allettava per niente, al punto che decisero di tornare all’albergo dove alloggiavano per poter riposare adeguatamente.

“Credo possa bastare per oggi, torniamocene in hotel.”

“Hai ragione, inizio ad essere stanco anche io. Emanuele, ci potresti lasciare qualche altro farmaco nel caso dovessimo averne bisogno? Inoltre, potresti togliermi una curiosità? Sai, anche io frequento la stessa Università che avete fatto tu e lo zio Rowen, che cosa hai messo all’interno di questa pillola?”

Dissero prima Michael e poi Matteo per potersi congedare. La risposta di Emanuele a quella domanda non tardò ad arrivare, mentre stava provvedendo a dare loro ciò che avevano richiesto.

“Hmm, fammici pensare un attimo. Allora, direi che è composto da un diverso quantitativo di nootropics, ognuno di essi ha una propria funzione e unita al CPH4 sintetico aumenta le capacità di recupero e annienta il dolore come vi ho detto.”

“Che cos’è il CPH4 sintetico? E i nootropics?”

“Solamente un enzima prodotto dalle madri in gravidanza per mettere in moto lo sviluppo del feto, mentre i nootropics derivano da alcune parti di piante o alimenti, che lavorano aumentando il rilascio di agenti neurochimici, migliorando l'apporto di ossigeno al cervello o stimolando la crescita nervosa.”

“Che cazzo hai detto?”

“Torniamo in albergo, devo vomitare.”

La rivelazione da parte dell’uomo aveva lasciato tutti i presenti di stucco, senza contare Federica e Vittoria, che avevano ingerito un intruglio simile e che adesso se ne pentivano amaramente.

“Micheal, Matteo, da domani inizieremo gli allenamenti, voglio smaltire questa merda.”

   
 
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