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Autore: Come What Klaine    18/05/2016    5 recensioni
Artù e Merlino sono coinquilini.Un giorno qualcosa cambia per entrambi,ma qualcosa li trattiene.Entrambi hanno in testa un'altra persona,conosciuta in un gioco di ruolo,di cui non sanno il nome e che non hanno mai visto. Artù pensa al suo Stregone,Merlino pensa al suo Re.
***
TheKing:
Forse non te lo dico abbastanza spesso, ma grazie per esserci. Sei diventato una presenza costante nella mia vita e non hai idea di quanto sia importante per me. Quanto tu sei importante. So che può sembrare assurdo dal momento che ci parliamo da poco più di quattro mesi, non ci siamo mai visti, non so la forma del tuo viso, il colore dei tuoi capelli o dei tuoi occhi, non so se quando sorridi spuntano le fossette sulle tue guance, non so com’è stare fra le tue braccia, non so neanche come sono le tue braccia. Santo cielo non so neanche il tuo nome...Ma c’è una cosa che so. So che ci sei, so che mi posso fidare di te, e ogni volta che vedo un tuo messaggio, ogni volta che parlo con te, dimentico tutto ciò che mi ha infastidito durante la giornata (continua...)
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Gwen, Lancillotto, Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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Salve! Eccomi qui con un nuovo capitolo :D
 
Per prima cosa volevo ringraziare tutte le persone che hanno recensito, e inserito la storia fra le seguite/ricordate/preferite. Non avete idea di quanto la cosa mi abbia reso felice *-* 
Grazie, grazie, grazie! <3 
 
 
(Capitolo leggermente modificato)
 
 
 
 
 
The_Sorcerer:
 
Salvami, ti prego. 
 
TheKing:
 
Lezione noiosa?
 
The_Sorcerer:
 
Uhm no, amiche+amico ficcanaso. 
 
TheKing:
 
Oh oh..buona fortuna ;)
 
Posso sapere di cosa si stanno interessando?
 
The_Sorcerer:
 
Di chi, non di cosa.
 
TheKing:
 
Allora..chi?u.u
 
The_Sorcerer:
 
..prova a indovinare. Con l’ego gigantesco che ti ritrovi, mi sorprende che tu non ci sia ancora arrivato.
 
TheKing:
 
O forse ci sono arrivato, ma volevo sentirtelo dire
 
The_Sorcerer:
 
Adesso ti riconosco :D 
 
Dovresti vedere come mi stanno fissando in questo momento. 
 
TheKing:
 
Sai quanto vorrei vederlo..
Posso immaginare le tue guance arrossarsi 
 
The_Sorcerer:
 
. . . . .
 
TheKing:
 
E adesso le tue labbra che si stendono verso l’alto in un sorriso timido.
 
The_Sorcerer:
 
..non è vero. 
 
TheKing:
 
Certo, certo.. Torna a spettegolare di me con le tue amiche + amico :P
 
The_Sorcerer:
 
Grazie dell’aiuto!
 
TheKing:
 
Sempre disponibile ;)
 
 
***
 
“Allora, quando vi vedrete tu e l’uomo del mistero?” chiese Gwen, senza sforzarsi di trattenere un sorriso all’ennesimo sbuffo di Merlino.
“Ti ho già detto che non lo so” le fece notare, aprendo uno dei tanti libri di medicina, con la speranza di mettere fine all’argomento. Speranza vana, ovviamente.
 
“Ma non sei curioso di vedere com’è?” continuò a chiedere. Merlino scrollò le spalle e tenne lo sguardo fisso sul libro.
Gwen allungò le mani e afferrò le estremità del libro, tirandolo via alla vista di Merlino.
“Ehi, sto studiando!” protestò, sporgendosi per riprenderlo, ma la sua amica fu più veloce di lui. Lo chiuse e lo poggiò sulla panca, sedendosi sopra. 
 
“Ora possiamo tornare alla nostra discussione senza che tu ti distragga” annunciò, sorridendo soddisfatta.
“Ho un esame la prossima settimana! Devo studiare, non ho tempo di spettegolare” ribatté, tirando fuori degli appunti. 
 
“Per favore, sei preparato per quell’esame già da giorni” si intromise Freya, lanciandosi uno sguardo complice con Gwen.
 
Merlino sospirò e ripose gli appunti nel raccoglitore, sapendo benissimo che era una battaglia persa quando quelle due si univano.
 
Incrociò le braccia al petto e aspettò l’interrogatorio. 
 
“Allora, non sei curioso barra ansioso di vederlo?” ripeté Gwen, beccandosi un pizzicotto sul fianco da parte del suo ragazzo. Lei si ritirò appena, lanciandogli un’occhiataccia.
 
“Se non gli va di parlarne, lascialo stare” la riprese Lancillotto, accarezzandole un braccio per farsi perdonare. Gwen lo guardò indispettita per un attimo, ma dopo poggiò la schiena contro il suo petto. 
 
“Sono cose di cui abbiamo già parlato. Certo che voglio vederlo e non immagini quante volte sono stato sul punto di scrivergli di vederci..” rispose Merlino, sciogliendo l’intreccio delle braccia e poggiando i gomiti sul tavolo. 
 
“Cosa ti trattiene allora?” gli chiese Freya, chiudendo il fumetto che stava leggendo. 
 
“Appena mi vedrà, capirà che non sono la persona che aspettava e..finirà tutto” disse, come se fosse una risposta ovvia. 
“Stai scherzando?” gli domandò Gwen, guardandolo con un cipiglio.
“Non puoi dire sul serio. Tu sei una delle migliori persone che conosco” aggiunse e Merlino le rivolse un piccolo sorriso riconoscente.
 
“Non parlo di questo. Conosce già questo lato di me e gli piace. Io parlo dell’aspetto fisico..” replicò, stringendosi nelle spalle. 
 
Gwen, Lancillotto e Freya assunsero la stessa espressione perplessa, per poi sospirare e scuotere la testa.
 
“Mi fate paura” commentò Merlino, spostandosi verso l’estremità della panca.
 
“Sei un idiota Merlino” gli disse Gwen senza troppi giri di parole. Merlino non ebbe neanche il tempo di fingersi offeso.
“Esattamente, cos’hai che non va?” gli domandò Freya, incrociando le braccia al petto e guardandolo con aria di sfida. E Merlino sapeva che qualunque cosa avesse detto, lei e Gwen avrebbero trovato il modo di replicare. Era una battaglia persa.
 
“Io..non mi sento sicuro del mio aspetto. Cosa potrebbe mai trovarci in me?” 
 
Lancillotto, che fino a quel momento era stato in silenzio, prese parola. “Scusa, neanche tu sai com’è. Per quanto ne puoi sapere, potrebbe essere un cinquantenne con la crisi di mezza età.” 
 
Gwen e Freya si guardarono preoccupate, fulminando Lancillotto con lo sguardo.
Lui le guardò come a chiedere: ‘cosa ho fatto?’. La risposta l’ebbe di fronte agli occhi l’attimo dopo. Merlino assunse un’espressione terrorizzata e andò in panico.
 
“Oddio, credete che sia possibile? Io non ci avevo pensato. E se mi stesse prendendo in giro? E se fosse un maniaco?” 
 
Lancillotto sospirò. “Io l’ho detto solo per farlo sentire più sicuro di sé, non per fargli fare ancora più paranoie” si giustificò, lanciando uno sguardo di scuse alle due ragazze e a Merlino.
 
“Posso sentire i ‘se’ e i ‘ma’ che si accalcano nel tuo cervello” disse Freya e Merlino le lanciò un’occhiataccia. Dopo ciò nessuno disse più una parola.
 
“Aspettate” interruppe il silenzio Lancillotto. “Freya, tu sei una delle amministratrici del gioco, no? Non puoi scoprire chi è questo ragazzo?” le chiese, sperando di infondere sicurezza a Merlino, ma il ragazzo sbuffò. 
“Se avesse potuto l’avrebbe già fatto”
“E’ difficile, nessuno si conosce veramente..tutti i profili sono fake e i nomi inventati. Alcune persone stanno dall’altra parte del mondo, figurati” rispose e, quando vide l’espressione di Merlino farsi attenta, si affrettò a chiarire.
“Non ci pensare neanche. Il tuo Re è londinese o per lo meno sta qui in Gran Bretagna. Quando ha fatto la registrazione è risultato in automatico che fosse di questo paese, almeno su questo puoi stare tranquillo” 
 
Gwen le diede un colpo alla gamba da sotto il tavolo, e lei ci mise un istante a capire. 
“Oh, voglio dire..puoi stare tranquillo su tutto. Se ti voleva prendere in giro, si stancava dopo poco tempo, ma quel ragazzo da quello che ti scrive sembra pazzo di te” lo rassicurò, facendogli un occhiolino alla fine della frase.
 
Merlino, suo malgrado, si ritrovò a sorridere. Il suo cellulare vibrò, segnalando l’arrivo di un messaggio e lui ci provò a non mostrare la sua impazienza, ma dal sorriso dei suoi amici capì di non esserci riuscito.
 
“E’ lui?” gli chiese Gwen emozionata, sporgendosi per guardare lo schermo.
 
Il sorriso di Merlino si trasformò in un sbuffo. “No, è quell’idiota di Artù” rispose, stringendosi nelle spalle. 
 
“Uh, stasera non ci sarà. Ha una cena di famiglia. Volete venire da me?” 
 
“Mi spiace, non posso. Devo aiutare mia sorella con il trasloco” rispose Freya, mentre Gwen e Lancillotto annuirono.
 
“Assolutamente sì. Sto sognando gli involtini di pollo del Light Garden” disse Gwen, ma Merlino scosse la testa. “Non compreremo la cena. Voglio prepararla io” 
 
“Credevo che tu non potessi mettere mano in cucina” gli fece notare Lancillotto, ma Merlino stese lentamente le labbra in un ghigno.
 
“Già, ma sai come si dice, quando il gatto non c’è..” iniziò, lanciando un’occhiata complice ad entrambi, che conclusero la frase insieme a lui.
 
“..i topi ballano” 
 
 
***
 
TheKing:
 
Ehilà straniero! 
 
The_Sorcerer:
 
Ti stavo per scrivere io, mi hai anticipato di mezzo secondo!
 
TheKing:
 
Certo, certo u.u
 
Domani è un giorno importante! 
 
The_Sorcerer:
 
Oh lo so! Dobbiamo andare nel regno di Annis e proporre un’alleanza (:
 
TheKing:
 
Già..prepara i cavalli.
 
The_Sorcerer:
 
Daai ci sei cascato xD 
Lo so che domani sono cinque mesi che ci ‘conosciamo’ u.u 
 
TheKing:
 
Perché ti sto immaginando mentre ti prendi gioco di me?
 
The_Sorcerer:
 
Proprio come io sto immaginando il tuo broncio :3 
 
TheKing:
 
Non ho il broncio.
 
The_Sorcerer:
 
Ahahah xD
Avrei tanto voluto vedere la tua faccia quando hai letto il messaggio! 
 
TheKing:
 
..sai cosa sarebbe bello?
 
The_Sorcerer:
 
Cosa?
 
TheKing:
 
Vederci domani. 
 
The_Sorcerer:
 
Non sai quanto lo vorrei, davvero..ma domani ho un esame e sarò bloccato in università tutto il giorno.
 
 
Merlino sospirò. Non voleva mentirgli, ma era l’unica scusa credibile che gli era venuta in mente. 
 
TheKing:
 
Va bene.. In bocca al lupo per domani (:
 
The_Sorcerer:
 
Ti ho promesso che ci vedremo e così sarà
 
TheKing:
 
Lo so.
 
The_Sorcerer:
 
Guarda! 
Non somiglia incredibilmente a  Kilgharrah? :D 
 
 
TheKing:
 
Sì, in una versione molto più tenera  rispetto a quella del gioco!
 
Aithusa!  Non è bellissimo? *.* 
 
 
 
The_Sorcerer:
 
Ma sono proprio loro *ww*
 
TheKing:
 
Già! Comunque scusami, devo andare. Cercherò di collegarmi appena posso, buona serata ;)
 
The_Sorcerer:
 
Anche a te (:
 
***
 
Artù bloccò il cellulare e lo fece scivolare in tasca, proprio mentre Uther lo raggiungeva a passo svelto con Mithian distante di qualche metro, che ghignava sotto i baffi. 
"Artù, ho bisogno che tu mi faccia un favore" gli disse e Artù dovette sforzarsi per non sbuffare, immaginando già il tipo di favore che gli avrebbe chiesto. 
"Il mese prossimo io e il padre di Mithian dobbiamo rinnovare l'accordo, e sarebbe bello se tu e Mithian foste legati"
"Oh ma lo siamo già" si affrettò a rispondere Artù, sorridendogli innocentemente. "E' una mia carissima amica" 
Uther assottigliò lo sguardo. "Artù, hai capito benissimo cosa intendo. Il signor Spencer ci tiene particolarmente" 
Artù si ritrovò ad annuire, fingendo accondiscendenza, voltandosi per sorridere a Mithian che li aveva raggiunti. Lei ricambiò il sorriso in modo complice, accennando un occhiolino.
 
“Artù ti dispiacerebbe tenere compagnia alla cara Mithian?” gli chiese suo padre e lui dovette trattenersi dal ruotare gli occhi. 
“Certo, padre. Con vero piacere” rispose, facendo cenno ad un cameriere di avvicinarsi. Prese due bicchieri dal vassoio e ne porse uno alla ragazza, sotto lo sguardo soddisfatto di suo padre.
 
“Ora, se volete scusarmi” disse Uther, per poi allontanarsi, lasciandoli soli.
Entrambi sospirarono e, quando i loro sguardi si incrociarono, scoppiarono a ridere.
 
“Dici che dovremmo dire ai nostri genitori che sono già impegnata?” chiese Mithian, facendo un cenno con la testa verso il Pendragon più anziano che parlottava con suo padre.
Artù li scrutò per qualche secondo, dopodiché le sue labbra si arricciarono in un sorriso ironico.
 
“Oh sì, muoio dalla voglia di vedere la loro espressione quando gli diremo che stai con una bellissima ragazza” le disse, facendola ridacchiare.
 
“Morgana mi ha implorato di aspettarla. Dice che non si vuole perdere la scena” 
 
Artù si ritrovò a sorridere divertito. “Tipico di Morgana. Non si vuole mai perdere uno spettacolo” 
 
Mithian si mordicchiò il labbro inferiore nell’istante in cui vide la sua ragazza Laurel farsi strada verso di loro con un sorriso così luminoso da oscurare la luce di quei lampadari costosi.
 
“Sarà un vero spettacolo” concluse, allungando una mano verso Laurel, per poi intrecciare le loro dita. Le ragazze si scambiarono uno sguardo languido e un piccolo sorriso e Artù si ritrovò a sorridere con loro. E per un attimo si chiese se un giorno avrebbe avuto anche lui qualcuno da guardare in quel modo, qualcuno da tenere orgogliosamente per mano, qualcuno da amare incondizionatamente e senza paura. 
 
***
 
Merlino sistemò l’ultimo piatto nella credenza con un sospiro. Per fortuna erano riusciti a preparare, mangiare e sistemare prima che Artù tornasse. 
Quando Gwen chiese cosa avrebbero detto ad Artù se avesse domandato cosa avevano mangiato, Merlino stava per andare in panico, ma Lancillotto salvò la situazione. In macchina aveva ancora il cartone della pizza della sera precedente, e lo potevano usare come diversivo.
 
“Ti vedo pensieroso” disse Gwen a Merlino, sedendosi accanto a lui sul divano.
 
“Mi ha chiesto di vederci” rispose semplicemente, sapendo che la sua amica avrebbe capito.
“Domani sono cinque mesi che ci conosciamo” aggiunse, facendo le virgolette con le dita al 'conosciamo'. 
“E tu hai detto di no” osservò, giustamente, Gwen. Merlino annuì e sospirò, poggiandosi allo schienale con poca grazia.
“Ho questa sensazione che tutto finirà non appena ci vedremo” sussurrò, giocherellando con un filo scucito della maglietta. 
“Non puoi saperlo” gli fece notare Gwen, mettendo una mano sulla sua spalla. “Potrebbe essere l’inizio di qualcosa di nuovo e ancora più bello” 
 
Merlino sorrise e ringraziò mentalmente l’arrivo di Lancillotto con la scatola della pizza. Si alzò dal divano e mise il cartone in cucina, prendendo dei tovaglioli e sporcandoli leggermente, sotto lo sguardo divertito dei suoi amici. "E' per renderlo più reale" spiegò, stringendosi nelle spalle. 
 
Proprio mentre si stavano per sedere nuovamente sul divano, si aprì la porta d’ingresso. 
 
“Sono a casa” gridò Artù, e i tre amici si lanciarono degli sguardi a metà fra il sollievo e la preoccupazione. Per un pelo erano riusciti ad organizzarsi e a non farsi scoprire.
Artù entrò nel salone e salutò Lancillotto con una pacca sulla spalla, Gwen con un mezzo abbraccio e Merlino con un cenno del capo.
 
Artù, da perfetto padrone di casa, si prestò ad offrire il dolce a tutti. Scrisse un veloce messaggio con le ordinazioni al suo amico Leon che lavorava in una pasticceria, mentre Gwen e Lancillotto parlottavano fra loro e Merlino stava imbronciato. 
Artù gli si avvicinò e si sedette sul bracciolo del divano. 
“Che succede?” gli domandò. Merlino non lo degnò di uno sguardo e si limitò a scrollare le spalle. 
Artù pensò che era meglio non insistere, magari glielo avrebbe richiesto quando sarebbero stati soli. Lo guardò un’ultima volta e poi si voltò a parlare con Gwen e Lancillotto. Li aveva visti in poche occasioni e le loro conversazioni erano state sempre vaghe, quindi gli chiese come si fossero conosciuti e da quanto stessero insieme. La coppia fu felice di rispondere, perdendosi nei ricordi della loro storia. Dai primi tentativi di approccio ai primi appuntamenti. I piccoli viaggi che avevano fatto e i posti che avevano visitato. 
Artù gli disse quanto li ammirava, complimentandosi per il loro impegno e la loro devozione. Merlino sbuffò, e sei occhi furono su di lui. 
 
“Qual è il tuo problema?” gli chiese Artù, stranito da quel comportamento. Solitamente Merlino non stava zitto un secondo e non faceva che punzecchiarlo. 
 
“Tu sei il mio problema” sbottò Merlino, non curandosi dell’espressione ferita di Artù e quella scioccata di Gwen e Lancillotto. 
 
“Come, scusa? Cosa ho fatto?” 
 
“Mi fai sembrare un idiota” rispose, rannicchiandosi contro lo schienale del divano.
 
“Non che mi debba impegnare così tanto” replicò Artù spontaneamente, rendendosi conto solo dopo un istante che non era il caso di fare battute.
“Scusa” si affrettò a dire. “Perché dici così?”
 
“Lascia perdere” sibilò Merlino, alzandosi dal divano per andare in cucina, ma non riuscì dal momento che Artù gli afferrò un polso. Le sue dita sfiorarono la pelle lasciata scoperta dalla manica ed entrambi sussultarono lievemente.
 
“Se ti ho infastidito in qualche modo, ti chiedo scusa” gli disse, allentando la presa quando Merlino strattonò il braccio per liberarsi. 
“Sì, mi hai infastidito. Sei sempre un coglione, ma adesso ti fai grande e simpatico davanti ai miei amici” ribatté il ragazzo, lasciandosi sfuggire una risata nervosa.
“Io..credevo che non ti desse fastidio come mi comporto con te. E’ una cosa nostra, pensavo..anche tu fai lo stesso. Pensavo fosse parte della nostra convivenza. E tu con i miei amici non avete fatto altro che prendermi in giro. Io mi sono interessato a loro” borbottò confusamente, non riuscendo a capire l’improvviso scatto di Merlino. Non seppe giustificarsi perché non sapeva per cosa scusarsi esattamente.
 
“E’ stata una lunga giornata. Credo che dovremmo riposare tutti” si intromise Gwen, tentando di incrociare lo sguardo del suo amico, ma fallendo dal momento che Merlino si ostinava a tenere gli occhi puntati per terra. 
Artù annuì e si alzò dal divano, andando verso l’ingresso. Gwen e Lancillotto si avvicinarono a Merlino per salutarlo, ma lui li guardò a stento.
 
“Non puoi continuare così. Devi chiarire la situazione con tu sai chi, altrimenti ti porterai dentro ansia e nervosismo,e sarai sempre sull’orlo di esplodere. Te la sei presa con Artù che non ha alcuna colpa” gli disse Lancillotto, dandogli una pacca sulla spalla. Merlino fece un piccolo cenno con la testa e batté la mano su quella del suo migliore amico. 
Gwen si sporse ad abbracciarlo, ricordandogli solamente che lei c’era per qualunque cosa e in qualunque momento.
 
Merlino aspettò Artù in piedi al centro del salone, spostando nervosamente il peso da un piede all’altro. Appena il suo coinquilino ritornò, lui si affrettò a chiedergli scusa, con le guance rosse d’imbarazzo e la voce tremante.
 
“Non devi scusarti. Capisco che tu possa avere i tuoi problemi e, se la cosa ti da fastidio, cercherò di non fare più battute o altro” lo rassicurò Artù, ma Merlino scosse la testa.
“No, i nostri continui battibecchi sono la parte migliore della nostra convivenza” ammise, arricciando le labbra in un sorriso giocoso e Artù si ritrovò a ricambiare, facendo uno sbuffo divertito.
"Scusa, ma devo andarmi a cambiare" disse Artù, indicando con un gesto della mano il suo abbigliamento elegante. 
Merlino, senza rendersene conto, fece scivolare velocemente lo sgaurdo lungo il suo corpo, fasciato alla perfezione da quel completo. Di certo non poteva negare che Artù fosse davvero un bel ragazzo. Irritante la maggior parte delle volte, ma bello.
 
"Sì, certo. Aspetto io Leon" gli disse Merlino, sedendosi all'estremità del divano. Artù fece un piccolo cenno con la testa e andò verso la sua stanza per cambiarsi.
 
Merlino, rimasto solo, prese il cellulare, aprì la chat con il re e sospirò. 
 
The_Sorcerer:
 
Mi manchi. 
 
TheKing: 
 
 mi manchi tanto anche tu 
 
The_Sorcerer:
 
❤❤
 
A volte non riesco a credere di quanto io sia stato fortunato ad averti conosciuto.
 
TheKing:
 
Qualcuno stasera è particolarmente sentimentale! 
E comunque, sono io quello fortunato. 
 
Merlino stava per rispondere, quando sentì il campanello suonare.
 
"Artù! C'è Leon" gridò, accorgendosi solo dopo che Artù era nel corridoio e stava andando già ad aprire.
Artù aprì la porta, trovò il suo amico che lo aspettava, poggiato al muro.
“Con i tuoi comodi, Altezza” lo prese in giro, porgendogli il sacchetto. Artù prese il portafoglio e, prima che Leon potesse fermarlo e dirgli che non era necessario, gli mise i soldi in tasca.
 
“Ci vediamo domani” lo salutò, rientrando in casa. 
 
“Abbiamo doppia razione di dolci” gridò Artù, andando verso il salone. Appena entrò si bloccò alla vista di Merlino che cercava freneticamente di allacciarsi le scarpe, senza alcun risultato. I suoi occhi erano spalancati e grosse lacrime scivolavano sulle sue guance. 
Artù gettò con poca grazia il sacchetto per terra e in un attimo gli fu di fronte. Si abbassò sulle ginocchia, mettendogli le mani sulle spalle.
 
“Merlino, che succede?” gli chiese con un filo di voce, accorgendosi solo in quel momento di come l’altro stesse tremando. Istintivamente, rafforzò la presa sulle sue spalle. 
 
“Gwen e Lancillotto hanno avuto un incidente”
 
  
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