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Autore: Xhexania    18/05/2016    1 recensioni
Il mondo è pieno di segreti. Magici e Babbani ne hanno uno in comune, uno dimenticato da tempo, che tornerà a galla grazie ad una bambina figlia di profezia. Hortensia Potter, Ragazza-Che-Visse, riporterà le Essenze scomparse con il continente di Atlantide al mondo.
Estratto, Capitolo 1: Avevano però un segreto. La signora Potter era la sorella della signora Dursley, ma non si vedevano da anni. Anzi, la signora Dursley faceva addirittura finta di non avere sorelle, perchè la signora Potter e quel buono a nulla del marito non avrebbero potuto essere più diversi da loro di così.
Estratto, Capitolo 9: «Mi dispiace, professore. Questa bellezza non poteva essere messa in secondo piano.» «Non c'è problema mia cara. Allora, come ti sta trattando Serpeverde?»
Fem!Harry, Slytherin!Harry, Intelligente!Harry, Potente!Harry, Bashing!Weasley, Bashing!Dumbledore, BadManipolativo!Dumbledore.
Prima fanfiction, non betata, abbiate pazienza. Primi capitoli ri-scritti e re-impaginati!
Genere: Avventura, Azione, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Fanny/Fawkes, Harry Potter, Salazar Serpeverde, Serpeverde, Severus Piton
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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Hortensia Potter e la Pietra Filosofale.
Capitolo 4.
Peverell Vault.

« Parlato »
" Pensato "
« Evocazione »
* Magia *
Linguaggio differente. ( l'inglese sarà la lingua standard. )

beta: amilcara95


Il goblin, Griphook, era in attesa di una risposta alla sua offerta quando notò lo sguardo leggermente sfocato della giovane strega. Iniziava a preoccuparsi per la sua cliente, probabilmente la bambina non aveva compreso qualche particolare, quando la giovane alzò gli occhi verso di lui. 
« Il mio tutore chiede che io mi rechi al Peverell Vault. Lì dovrei trovare qualcosa che gli consentirebbe di parlare con la Nazione Goblin. » 
Perfino Hortensia, nel suo stato vagamente stordito, colse il lampo di dubbio negli occhi della creatura. 
« Se volesse, nel frattempo » si affrettò ad aggiungere. « contattare il responsabile dei conti Black. » 
Dopo qualche istante aggiunse: « Magari chiedere anche tutti i documenti delle volte Evans e Peverell? » 
Tutte le richieste accompagnate da un sorriso lieve, di scuse, e non serviva avere gli occhi mentali per sentire il ghigno di Animus. 
Griphook, dopo qualche secondo di riflessione, annuì con riluttanza e scrisse velocemente su tre pezzi di pergamena, inviandoli fuori, prima di alzarsi e aprire la strada verso i carrelli. Hortensia camminò dietro di lui, tranquillamente ascoltando Animus che le raccontava un po' di storia generale dei Goblin. Salendo su uno dei carrelli, partito a razzo, l'undicenne non riuscì a trattenere un risolino di gioia all'alta velocità e alle svolte brusche. 

Ci vollero diversi minuti di corsa folle, scendendo sempre più nelle profondità della Gringott - la ragazza notò, tra le altre cose, lampi di fiamme, sprazzi di pelle colorata, porte, porte, ancora porte - e finalmente, il carrello si fermò alla fine delle rotaie. Il goblin saltò giù con praticità, Animus aiutò la sua protetta e insieme seguirono la creatura che scendeva lungo un corridoio in discesa ripida. 
« Le volte dei sostenitori Goblin: Emrys, Le Fay, Peverell. Basta che tu posizioni la mano sulla volta. » 
Capì subito quale sia la volta che le appartiene, sia per il grosso numero 3 in ottone al vertice, sia per lo stemma della famiglia che occupa entrambi i battenti. 
"Vieni, Hortensia. Copri la mia mano con la tua." 
Animus, per primo, si avvicinò alla volta all'estrema destra della caverna; Hortensia si perse qualche secondo ad ammirare la forma trasparente del suo protettore, ammirandone la linea imponente. 
"Hortensia!" Richiamò la sua attenzione, ponendo la mano in un punto preciso del disegno dello stemma e invitandola a posizionare a sua volta la propria mano. 
E quando lo fece, Merlino santissimo, un bruciore incredibile iniziò a espandersi dal palmo alle dita, e poi dalla mano al polso, fino al gomito, alla spalla, al collo... e al petto. Un lieve ansito le sfuggì quando il bruciore ardente toccò qualcosa, dentro di lei, intensificandosi in tutto il corpo, prima di sparire, lasciandola con un formicolio lieve. 

« Cosa... cosa è stato? » Talmente stupita che non si accorse di aver parlato a voce alta fino ad udire la risposta del goblin. « Misure di sicurezza. » 
Il goblin ghignante osservò come la porta brilli lievemente di luce bianca e i battenti si schiudano senza un suono. Si fece avanti a spingere i battenti, scostandoli e mostrando un'enorme stanza cavernosa, con luci fluttuanti sul soffitto, piccole pile di monete di vari metalli negli angoli anteriori, scaffali, bauli, armature, scudi. Mucchi di oggetti, mobili, casse, occupano i vari angoli e bordi. 
« Dovevamo trovare il tutore? » Il goblin chiese, ironico, distogliendo Hortensia dallo studio della Volta. 
« Sì, devo solo trovare... » Un colpo d'occhio verso Griphook, per rispondere, ma la sua attenzione, la sua anima, venne tirata verso il centro della volta. 
Lì si trovava un piedistallo riccamente decorato, fatto del più puro dei marmi bianchi, inciso con scene di battaglie lungo tutta la superficie; sopra di esso, si trovava il bracciale più bello che lei avesse mai visto: un metallo lucido, dall'aria resistente ed elegante, con un gioiello scuro che pulsava a ritmo del suo battito cardiaco; accorgendosi di tale fenomeno le si mozzò il fiato. I suoi occhi non riuscivano a distaccarsi da quel pezzo meraviglioso di gioielleria, tanto presa ad ammirarlo che non si accorse del suo avanzare. Mentre solleva la mano sinistra, non colse la mascella cadente del goblin; la creatura più bassa fissava esterrefatta come la mano della ragazzina entrò in contatto con la pietra scura, indenne. 
E Hortensia rabbrividì: una scossa elettrica toccò ogni angolo del suo corpo, lasciandola inebriata. 

« Animus, anime e leggende, ti concedo la mia energia e ti evoco come da te desiderato! » 
La voce melodica, in qualche modo, apparve più profonda, crepitante di energia e magia. Un'onda gelida spazzò per la stanza, partendo dal punto esatto dove le sue dita posarono sulla gemma; le luci tremolarono, faticando a lottare contro l'oscurità che sembrava ammassarsi proprio davanti a lei, separata solo dal piedistallo di marmo. Due fasci di ombre, dopo aver impiegato pochi secondi per stringersi le une alle altre, lentamente si dissiparono, tornando a mischiarsi negli angoli più bui della stanza. Ma dove prima c'era una chiazza di oscurità, ora c'era un giovane uomo. Un metro e novanta, ampie spalle coperte da un mantello che pareva potesse assorbire ogni luce con cui entri in contatto, mantello che ad un attento esame risultava essere costituito dalle ombre stesse. E il capo, coperto da un elmo di un metallo oscuro, così oscuro e opaco che anch'esso assorbiva direttamente ogni luce vicina. Capelli corvini, leggermente mossi, cadevano fino alle spalle. 
« Hortensia. Porgimi il polso sinistro. » 
La sua voce! Un baritono ricco, ardente nel gelo più distaccato. Quasi sotto una trance, l'undicenne si ritrovò ad obbedire senza mezzo pensiero e un click leggero risuonò nell'aria. Lì, in pochi secondi, si posò il braccialetto di Mithrill, con la pietra scura scintillante e ancora pulsante insieme al suo sangue. 

Sulla soglia del Vault numero 3, Griphook, si accorge di aver assistito all'Evento degli ultimi cento anni: l'Essenza dello spirito e delle anime si era risvegliato. 
Ignorando qualsiasi spettatore, l'alta figura maschile che emanava gelido potere grezzo, aggirò il piedistallo e si affiancò alla giovane, circondandole le spalle con un braccio e semi-nascondendola sotto il suo mantello. Un brivido di soddisfazione l'attraversò mentre si premeva al fianco confortevole del più anziano. 
« Vieni, mia cara. Torniamo in ufficio del Nobile Goblin. » 
Il tono, meno sprezzante e più gentile, era comunque ricco di note ghiacciate. Aiutò galantemente la più piccola a salire sul carrello, ignorando la chiusura della volta e i passi affrettati del Goblin alle loro spalle. Il viaggio di ritorno in superficie avvenne nel silenzio da parte del Goblin; Hortensia, invece, si era confortevolmente accoccolata contro il fianco del suo Animus. 
« La tua presenza sarebbe il mio regalo di compleanno, Animus? »
 La voce, più flebile del solito, ottenne una risatina mascolina dal metro e novanta che la stringeva protettivamente. 
« No, mia cara. La mia presenza permetterà di risolvere tutti i problemi che hai subito negli ultimi dieci anni. » 
Un sospiro insoddisfatto, dalla più giovane. 
« Ti porterò a fare gli acquisti per Hogwarts, troveremo un posto per te dove poter studiare e, questa notte, andrò a ristabilire il mio potere. Domani, al tuo risveglio, avrai il tuo dono. »



Ehilà. Come vi è parso l'arrivo di Animus? Io ne sono già innamorata persa, non so voi.

Mi sono accorta che l'inizio di questa fic è... abbastanza lento. Mi scuso. Però prometto, abbiamo altri due capitoli per Diagon Alley e poi avremo la prima visuale di Hogwarts: l'Espresso u.u 

Mille grazie ad amilcara95 che mi aiuta a non scrivere boiate! *w*
Inoltre, ho riscritto i capitoli 1, 2 e 3. Consiglio una rilettura veloce ;)

Al prossimo chap ò/


   
 
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