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Autore: Seele    18/05/2016    4 recensioni
Quando Louis si risveglia dal coma, in seguito ad un incidente automobilistico, ha dimenticato qualsiasi cosa gli sia successa negli ultimi nove anni.
Compreso Harry, i suoi enormi occhi verdi, e la fede che porta al dito.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Famiglia



Harry era appena tornato in ospedale, quando Johannah uscì dalla sala in cui si trovava Louis.

Gemma sgranò gli occhi. “Te ne vai di già?” commentò, senza riuscire a trattenersi. “Non è nemmeno ora di cena. Non mi importa che tu sia arrivata stamattina, non è comunque abbastanza.”
Johannah rimase senza parole. Harry si scusò al posto suo: “Scusa, Jay” fece, “Gemma ha questo carattere che-”

“Mi hanno telefonato dall'albergo. Daisy si è presa la febbre” spiegò la donna, interrompendolo.

“Ah, capisco” Gemma incrociò le braccia al petto, “tua figlia con la febbre è più importante di tuo figlio con l'amnesia.”

Johannah aprì bocca per ribattere, ma Gemma fu più veloce ad allontanarsi. “Vado a casa, dolcezza” sorrise a suo fratello, cambiando immediatamente espressione, “se ti serve qualcosa sai dove trovarmi.”

Harry attese che si allontanasse, poi tornò a sorridere nervosamente a Johannah. “Gemma è un po'...diciamo che ha questa fissazione con i rapporti familiari, ecco.”

Johnnah sospirò. “Mi dispiace, Harry” mormorò, “è solo...così difficile accettare questa situazione. Ed io non sono mai stata una brava madre, purtroppo.”

Harry scosse la testa, fingendo di non pensarla allo stesso modo. “Non preoccuparti. Ti do il cambio” ridacchiò, incamminandosi già verso la stanza di Louis.

Il ragazzo era un po' perso nei suoi pensieri, quando Harry varcò la soglia e chiuse con delicatezza la porta. Louis alzò gli occhi verso di lui, sorpreso.

“Di già?” chiese, confuso. “Credevo fossi uscito o-”

“Sono appena tornato” sorrise gentilmente Harry, prendendo posto alla poltrona. Louis corrugò le sopracciglia.

“Non sei obbligato. Intendo, sono adulto e vaccinato e-”

“Lou” Harry interruppe le sue parole, “per me non è assolutamente un obbligo, non preoccuparti. Vengo qui perché mi sei mancato tanto, perché voglio accertarmi che tu stia bene.”

Louis doveva ancora abituarsi a quell'amore, a quel sorriso, a quegli occhi verdi e puntati senza paura o incertezza su di lui. Arrossì al pensiero e, Gesù, non aveva mai arrossito per nessun altro prima di incontrare Harry. “Ok” borbottò, innervosito al pensiero.

Harry forse intuì i suoi pensieri, perché rise. “Com'è andata con tua madre?”

Louis si morse un labbro, sembrava sospettoso. Harry percepì la sua diffidenza senza difficoltà.

“Lou” lo chiamò, con tono dolce, “pensi che non lo sappia? Ti conosco da nove anni, so qualsiasi cosa di te. Puoi parlarmi liberamente.”

Louis lasciò andare un sospiro. “Faticavo a credere che fosse venuta, stamattina. Le cose sono un po' cambiate nel corso degli anni...sembrava non accettare che le femmine probabilmente non mi-”

La sua voce si incrinò per un secondo, Harry annuì tranquillo e Louis riprese, senza però terminare la frase. “E quindi ho notato che iniziava ad allontanarsi un po'. Poi ho anche voluto andare a Londra per fare l'attore, me ne sono andato di casa, non era molto d'accordo...”

Harry gli prese la mano tra le sue, e Louis si stupì tanto per l'intimità di quel gesto quanto per la naturalezza con cui il ragazzo aveva compiuto l'azione. “E oggi di cosa avete parlato?” chiese. Nel suo tono non c'era altro che gentilezza; non voleva obbligare Louis a raccontargli, ma nel caso avesse deciso di farlo gli avrebbe dato tutto il suo appoggio. Louis abbassò lo sguardo sulle sue mani enormi che inglobavano la sua, deglutì imbarazzato e risollevò gli occhi, tentando di riprendere a parlare.

“Dicevo...” si era dimenticato la domanda di Harry, ma quando vide allargarsi sul suo volto un sorriso divertito ricordò all'istante. “Le ho chiesto perché fosse venuta e mi ha detto un po' di cose, non era un discorso molto sensato, almeno secondo me. Le solite frasi, tipo 'sono tua madre, è ovvio che sia qui', ma non penso che sia davvero tanto ovvio. Ha detto che il nostro rapporto è migliorato- è migliorato per davvero, Harry?”

Harry si morse il labbro in risposta, e Louis sorrise triste senza lasciarlo parlare. “Lo immaginavo.”

Abbassò di nuovo gli occhi sulle loro mani, corrugò le sopracciglia. “Non le ho chiesto cosa pensa di...noi due, del nostro...matrimonio. Avevo- avevo paura di domandarlo.”

Gli veniva ancora strano, pensarsi sposato. Sopratutto con un maschio. E in particolare con Harry.

“Stavamo insieme già da cinque anni, non l'ha presa così male. Quando scoprì che stavamo insieme si scandalizzò quasi” rise, “però poi-”
“Raccontami” Louis lo interruppe bruscamente, senza voler suonare davvero sgarbato, “com'è successo?”

Harry arrossì, e Louis si sentì per un secondo girare la testa. Per lui era normale arrossire di fronte ad uno sconosciuto così pieno di amore nei suoi confronti, ma se Harry arrossiva ancora all'età di ventisei anni e di fronte a lui...Cristo, era adorabile.

“Beh” cominciò Harry, con una leggera risata nervosa, “io e te cominciammo a vivere insieme subito dopo X-Factor.”
Louis trasalì. “Dopo così poco tempo?” domandò, sorpreso.

“Eravamo già molto innamorati” spiegò Harry, quasi offeso. Louis ridacchiò.

“Quando Jay scoprì che stavamo insieme era una sera qualunque, ma...non avevamo fame? Diciamo che avevamo altre cose per la testa” rise Harry, facendogli intuire cosa fosse accaduto. “Tua madre ebbe la geniale idea di farci una sopresa e di venire a cena da noi. Si trovava a Londra proprio per questo. Aveva una copia delle chiavi di casa, provò a bussare ma non la sentimmo, e lei pensò di iniziare a cucinare, nel caso non fossimo stati ancora in casa. E diciamo che...quando entrò capì perché non avevamo sentito il campanello.”

Louis scoppiò a ridere, ma si passò una mano sul viso. “Dio, che figura” rise. “Scommetto che abbia anche spalancato la porta mentre ci davamo dentro, o qualcosa del genere.”
“Esattamente” rise anche Harry, “poi...scappò via. Letteralmente! Se ne tornò a Doncaster e venne di nuovo a Londra una settimana dopo, chiedendo spiegazioni.”

Harry sentì Louis irriggidirsi, perciò gli sorrise e lo rassicurò accarezzandogli sia il dorso che il palmo della mano fra le sue. “E le spiegammo, Lou. Le spiegammo tutto. Che c'era stato un colpo di fulmine, che magari eravamo giovani e ingenui, ma credevamo davvero in quello che stavamo diventando.”

Accarezzò con lo sguardo la fede al proprio dito, sorridendo con dolcezza. “E a quanto pare non ci sbagliavamo.”

Harry rimase in silenzio per qualche secondo, senza smettere di accarezzarlo, e Louis iniziò a sentirsi in imbarazzo. Tossicchiò per attirare la sua attenzione e destarlo da chissà quali ricordi.

“Scusa” rise Harry, “stavo dicendo. Jay non era molto convinta, all'inizio, ma poi accettò la cosa. Penso che sia rassicurata dal fatto che sia io la ragazza della coppia, almeno secondo lei” alzò gli occhi al cielo, scoppiando a ridere subito dopo. “E le piace la mia cucina.”

Louis rise con lui, sentendosi più a suo agio. Gli sorrise persino, forse il primo sorriso sincero da quando si era svegliato dal coma.

Harry riprese parola, arrossendo di nuovo impercettibilmente. E Louis gli aveva solo sorriso, per l'amor di dio. “Domani vorrei farti conoscere gli altri.”

Louis sbattè le palpebre, confuso. “Chi?”

“Gli altri” ripeté Harry, ridacchiando, “i ragazzi che fanno parte della band a cui anche io e te apparteniamo. Zayn, Liam, Niall. Ti va?”

Louis sbuffò. “Suppongo di non avere alternative” borbottò. “Ma quando esco da qui? Mi sembra di stare in prigione.”
“Dopodomani” sorrise Harry, “non devi sopportare ancora molto.”
“Ma Stan ha detto che la mia casa qui a Londra è stata venduta. Tornerò a Doncaster, andrò in albergo, o...?”

Louis sapeva già quale fosse l'alternativa, ma Harry la confermò. “La dottoressa Chittle ha detto che, per la tua memoria, sarebbe meglio se tu tornassi a vivere dove vivevi e a frequentare i luoghi che già frequentavi prima dell'incidente. Riprendere la routine potrebbe far scattare qualche meccanismo nel tuo cervello.”

Louis rimase in silenzio, e Harry comprese quale muta domanda Louis gli stava ponendo. “Tornerai a casa nostra, Lou. Sono sicuro che ti piacerà un sacco, l'abbiamo arredata insieme.”

Nei suoi occhi tornò quello sguardo dolce e malinconico e Louis pensò a una miriade di cose in un battito di ciglia. Arredare casa, cucinare insieme, dormire nello stesso letto, tenersi per mano, litigare per gelosia, guardare la televisione sul divano con una coperta addosso, baciarsi, fare l'amore. Per un secondo accarezzò il suo corpo con gli occhi, velocemente, ma Harry dovette accorgersi dei suoi pensieri; arrossì e si sedette più composto, sorridendo in leggero imbarazzo.

Louis trasalì alla sua reazione, tornò a puntare gli occhi nei suoi e non sulle sue spalle larghe, sul suo bacino stretto, sulle sue gambe lunghissime o sul suo petto ampio. Oppure sul suo collo bianchissimo, sulle sue braccia toniche, sulle sue mani grandi e...ricordava la curva del suo di dietro quando lo aveva visto uscire, il suo sedere piccolo e sodo e-

Louis, questo non è decisamente il momento adatto per farsi spuntare un'erezione.

Tossì di nuovo, stavolta per richiamare la propria attenzione. “Allora” fece, con tono eccessivamente alto, “di che colore sono le piastrelle del bagno?”

Si sentì talmente stupido da maledirsi.

“Sono, uh, azzurre. A me non sono mai piaciute” rise Harry, “ma a te sì. Quindi non ci penso più di tanto.”

Harry abbassò gli occhi, sorrise e poi li rialzò in quelli di Louis.

“Sai, Lou” disse, arrossendo appena, “non vedo l'ora che tu torni a casa.”


*


Louis si svegliò per primo, la mattina dopo, e non fu affatto sorpreso di trovare al suo fianco Harry addormentato. Stavolta il ragazzo aveva posato le braccia sul letto, con sopra la testa. Aveva i capelli ricci arruffati e a Louis quella sembrava una posizione scomodissima, ma forse lui c'era abituato.

Non resistette alla tentazione di passare una mano tra i suoi capelli -sembravano così morbidi!

Harry non si svegliò, contrariamente a come Louis aveva immaginato. Doveva essere davvero esausto.

Louis continuò ad accarezzargli i capelli, spaziando però lo sguardo e stropicciandosi gli occhi con la mano libera. Guardò fuori dalla finestra, il cielo era grigio e nuvolo. E lui aveva un leggero languorino. Chissà che ore erano. Per quanto il cibo dell'ospedale facesse schifo, era pur sempre cibo.

Il suo stomaco brontolò, e Harry rise.

Louis trasalì, sentendolo; Harry era sveglio?

“Buongiorno” sorrise il ragazzo, sollevando finalmente le palpebre. La sua voce era roca e Louis sentì un brivido salire lungo la sua spina dorsale.

Rispose, quindi, solo con un mormorio insensato.

Aveva ancora la mano fra i ricci di Harry; arrossì, liberandola. Harry rise ancora e sollevò la testa, portando una mano a stropicciarsi gli occhi e l'altra a tirarsi indietro il ciuffo ribelle che gli cadeva sulla fronte.

“Stai bene?” domandò, premuroso. Louis annuì, ancora imbarazzato. “E tu?” replicò subito dopo. “Quella posizione non aveva l'aria di essere comoda.”

Harry scrollò solo le spalle, senza smettere quel lieve sorriso.

Amanda entrò in quel momento. “Buongiorno ad entrambi” sorrise, con quel buonumore che la differenziava da tutte le altre infermiere. “Harry, devo chiederti di lasciare la stanza per stamattina. La dottoressa Chittle vuole fare degli ultimi controlli a Louis per accertarsi di poterlo dismettere domani.”

“Ricevuto” sospirò Harry, alzandosi dalla poltrona. “A dopo, Lou” sorrise, uscendo dalla stanza dopo aver salutato anche Amanda.

Ancora una volta, Louis non poté trattenersi dal fissare il sedere di Harry mentre il ragazzo, forse inconsapevolmente, ancheggiava. Amanda notò la direzione dei suoi occhi e ridacchiò, Louis la incenerì con lo sguardo.

“Harry mi ha parlato di te” lo ignorò la ragazza, “sei un tipo fortunato.”
“Oh sì, sono stato in coma per due mesi e ho dimenticato nove anni della mia vita, direi che questa è una grande fortuna” replicò Louis, ironico. Stavolta fu lei a schioccargli un'occhiataccia.

“Sei fortunato ad avere Harry” spiegò, piccata. “Ce lo avessi io un marito così” borbottò poi tra sé e sé, posando la colazione di Louis sul letto.


*



Harry rientrò nella stanza poco dopo, insieme ad altri tre ragazzi. Louis guardò prima il sorriso rassicurante di Harry e poi esaminò i loro volti, alla ricerca di qualcosa che glieli ricordasse.

Il ragazzo più alto aveva gli occhi scuri e i capelli castani, Harry gli indicò la poltrona su cui di solito lui si sedeva per prendere posto. Un altro aveva i capelli di un colore misto fra biondo e castano, le iridi azzurre, e il sorriso che gli rivolgeva era bianchissimo ed entusiasta. Si sedette sul divanetto in fondo alla sala, che Louis non ricordava essere lì la sera prima, e fu affiancato dall'ultimo ragazzo. La sua pelle era piuttosto scura e i suoi capelli nerissimi, i suoi occhi color ambra.

“Ti sei svegliato!” trillò il ragazzo biondo, quasi scodinzolando. Louis alzò un sopracciglio.

Udì la risata di Harry più vicina alle proprie orecchie, prima di percepire il materasso abbassarsi leggermente sotto il suo peso. Si sedette accanto a lui, sul letto; non aveva molto spazio a disposizione, perciò Louis gliene procurò abbastanza da star comodi entrambi. Harry gli rivolse un sorriso di ringraziamento e Louis si sforzò di guardare altrove per non arrossire.

“Ti presento Liam, Niall e Zayn. Li consideri fratelli,” fece Harry, indicandoli mentre li nominava.

Liam prese subito parola, raccontandogli della band e dei manager, Niall gli parlò di Eleanor e Louis a quel discorso alzò talmente tanto il sopracciglio che l'amico dovette spesso fermarsi durante il racconto per frenare le risate. Solo Zayn stava in silenzio, ridendo soltanto di tanto in tanto e annuendo.

“Amico, ci sei o non ci sei?” lo richiamò Louis ad un certo punto, infastidito dal suo silenzio. Odiava le persone che facevano 'da sfondo', restando solo zitte ad ascoltare; gli sembravano lontane.

Zayn scoppiò a ridere, per nulla offeso. “Mi hai detto la stessa cosa, la prima volta che mi hai rivolto la parola” commentò.

Louis fece per rispondere, ma Harry lo anticipò. “Zayn è fatto così, non ti preoccupare. Siete migliori amici, sai?”

Louis sgranò gli occhi. Era impossibile; non che qualcuno di loro gli andasse davvero a genio oltre ad Harry, ma non avrebbe mai potuto immaginare che il suo preferito fosse Zayn.

“Fate degli scherzi terribili” aggiunse Liam, alzando gli occhi al cielo.

“Quello che vedi non è mica il vero Zayn” rise Niall, “ti sembra tranquillo e riservato, ma poi...”

“Mi state offendendo, lads!” protestò Zayn, senza trattenersi dal ridere.

“Sono sicuro che ti lamentavi con lui di noi quando venivi qui, Zee!”
“Sempre meglio di te che piagnucolavi come una femminuccia, Nì.”

“L'unico che piangeva a dirotto, veramente, era Harry...”

“Ehi! Ma da che parte stai, Lee?”
Louis li guardò soltanto, notando l'atmosfera familiare che aleggiava tra di loro. Era chiaro che si conoscessero da una vita, che sapessero come scherzare e prendersi in giro, come conoscessero tanto i punti deboli quanto quelli forti gli uni degli altri. Louis si chiese quanto avrebbe dovuto recuperare.

Lo stomaco di Niall brontolò e lo destò dai suoi pensieri. Il tempo era volato, si era limitato a fissarli tutto quel tempo e ad ascoltare i loro racconti, fare domande e rispondere a tono ai loro commenti bonariamente offensivi.

“Che ne dite se vado a prendere dei panini al bar? La ragazza che ci lavora mi stava mangiando con gli occhi. Sono sicuro che mi darà qualcosa di commestibile.”
“Finiscila, Liam!” rise Niall. Louis pensò che rideva sempre, era inarrestabile.

“Ti accompagno” si offrì Zayn, alzandosi dal divanetto. Gli sorrise prima di uscire dalla sala.

“Nel linguaggio di Zayn, quello equivaleva ad un abbraccio” commentò Niall.

“Ah, sì?” fece Louis, scettico, ma sorridendo. “Non sembra molto espansivo” commentò.

“Non lo è” scosse la testa Harry, “ma ci tiene a noi più di quanto sembri.”

“E di Liam cosa mi dite?” chiese Louis. “È uno con la testa sulle spalle, no? Dio, che noia.”
“Beh, è una fortuna che sia così” ridacchiò Harry. “Figurati che i primi tempi lo chiamavano daddy Liam. E sei tu il più grande del gruppo.”

Louis rimase zitto a guardare Niall, decidendo di ignorare la provocazione e sventolando solo una mano in risposta, con noncuranza. Gesù, quel tipo biondo era inquietante. Non smetteva di sorridere.

“Mi fai paura” commentò.

“Louis!” lo sgridò Harry, scoppiando a ridere.

“Sul serio!” si difese Louis, ridendo con lui. “Non la smetti mai, Niall? Mi sembri un cagnolino!”
Il sorriso di Niall si spense e gli sembrò sul punto di piangere. Anche Louis smise subito di ridere, sbigottito.

“Cosa, ti sei offeso? Ma, Niall, non volevo- e poi scusa, come fai a cambiare espressione così velocemente, hai preso lezioni o-”
“Stavo scherzando” ricominciò a ridere Niall, dandogli una pacca sulla spalla.

Zayn e Liam tornarono poco dopo, consegnando loro i panini. Louis notò che nel proprio c'era pomodoro e mozzarella, giusto come piaceva a lui. Allora lo conoscevano per davvero, pensò sorpreso.

Lanciò un'occhiata veloce a quello di Harry, provola e prosciutto. Decise che avrebbe fatto meglio a ricordarselo.

Il pomeriggio trascorse più in fretta di quanto Louis si sarebbe mai aspettato. Era chiaro che insieme formassero una band affiatata -si conoscevano fin troppo bene. Anche Louis aveva abbandonato qualsiasi sospetto o pregiudizio e scherzava con loro come se già li conoscesse.

A fine serata erano ancora nella sala, e ormai Louis si era completamente abituato a loro e al calore di Harry al suo fianco, sul materasso.

Liam agitò la mano prima di uscire dalla stanza, Niall gli rivolse un sorriso ampio e gli diede un abbraccio veloce, e Zayn batté il proprio pugno contro il suo ridendo leggermente. Harry rimase a guardarli varcare la soglia con un sorriso accennato, tranquillo, posando distrattamente la testa sulla spalla di Louis.

Il ragazzo voltò involontariamente il viso verso il suo, sorpreso, e Harry sollevò la testa arrossendo appena.

“Scusa, non- è un'abitudine” spiegò, facendo come per scendere dal letto. “Ora torno a-”

La mano di Louis si chiuse inconsapevolmente intorno al polso di quella di Harry. Il ragazzo alzò gli occhi nei suoi, stupito; Louis pensò ad una scusa, ma non gliene venne in mente nessuna. Ormai lo aveva fermato, tanto valeva dirgli la verità.

“Tu- tu dormi di nuovo in stanza, no?” borbottò, in imbarazzo. “Almeno potresti- dormire qui. Intendo, qui, cioè, qui. Quella poltrona non sembra l'ideale per riposare e-”

Harry lo salvò dal dire altro, rivolgendogli un sorriso ampio e luminoso e semplicemente scivolando steso, cercando di occupare meno spazio possibile. Il letto era abbastanza grande per starci entrambi, ma loro restavano comunque due adulti.

Louis non si rese conto di tenere ancora il polso di Harry nella mano fin quando non sentì la sua scivolare dalla presa e scendere, fino a intrecciare le dita alle sue. Louis fece per ritirarsi per istinto, ma si fermò subito; per quanto non se lo ricordasse, era suo marito. Non aveva nessun motivo per imbarazzarsi vicino a un ragazzo con cui sicuramente non si era limitato a tenersi per mano.

Rise fra sé e sé per quel pensiero, e Harry sorrise con lui senza domandargli spiegazioni. Louis si chiese se davvero fosse in grado di intuire tutti i suoi pensieri, ma scrollò mentalmente le spalle e scivolò anche lui steso sul letto.

C'era un piccolo spazio vuoto fra i loro corpi, e Harry fu così gentile da lasciarlo tale, stringendo solo la mano alla sua. Posò la guancia sul cuscino, chiudendo gli occhi.

“Ci vediamo domani, Lou.”


Per un istante, Louis desiderò davvero baciarlo.






Angolo Autrice

Sì, eccomi. Ugh.

Vi sarete tutti accorti della mia assenza- forse lo avevo già detto nei capitoli precedenti, ma questa è una vecchia storia scritta almeno un paio di anni fa, perciò...non ho mai seguito molto la band, ma mia sorella mi ha raccontato qualcosa, per cui dovrete semplicemente immaginare che la mia storia sia ambientata un po' nel passato (ma in realtà nel futuro...? Lascio i problemi di fantascienza ad altri) per poterla leggere. Spegnete il cervello.

Ho pensato di aggiornarla, visto che avevo comunque questo capitolo pronto. Se vi piace, fatemelo sapere! ♥



Seele

  
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