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Autore: Hinata_Dincht     11/04/2009    3 recensioni
“Partecipante al contest “Elementi e Catene” indetto da Hika_chan”. "E nel corso del tempo concluse che il suo destino e quello di Sasuke erano legati da un magnifico nastro rosso." Sebbene non sia il mio genere di fanfiction, ho tentato, senza pretese, di dipingere il personaggio di Sakura nel corso della sua crescita.
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- SA-SU-KE.-

Queste tre sillabe uscirono dalle sue labbra rosate.

Gli occhi smeraldo spalancati in un misto di terrore e stupore [anche se lei avrebbe veramente voluto serrarli], mentre nella mente una domanda su tutte sovrastava: perché?

Tre anni passati a lottare, a stringere i denti e a trattenere lacrime amare, mandati in fumo, in un solo istante.

Non riusciva più a vedere nulla, se non lui; persino Sai alla sua destra era scomparso e con lui il rancore del tradimento. Niente rocce, niente colori, niente odore di terriccio appena smosso. Niente, al di fuori di lui.

Come sempre.

La passione per Sasuke Uchiha era nata agli albori della sua infanzia.

All’inizio il suo era stato un semplice interessamento da bambina, lo vedeva come un trofeo, un trofeo da mostrare orgogliosamente davanti a tutti [davanti a Ino], per sentirsi più sicura, per sentirsi migliore.

Poi, il fatto che le cambiò in parte.

Loro due – e quel rompiscatole di Naruto, come lo chiamava lei- insieme, nella stessa squadra. Allora, la semplice infatuazione divenne per lei un difficile sentimento da gestire, qualcosa di totalmente nuovo. Esatto, perché non riusciva a capire come potesse essere così felice e triste insieme: lui la guardava dall’alto in basso, arrogantemente, eppure nei pochi momenti in cui poteva essergli utile, toccava il cielo con due dita.

Così, la bella bambina infatuata, divenne la ragazzina innamorata.

E nel corso del tempo concluse che il suo destino e quello di Sasuke erano legati da un magnifico nastro rosso. Rimase felicemente accecata da questo pensiero.

Finché Sasuke non se ne volle andare.

E quella notte, capì che non era un nastro rosso quello che la legava a Sasuke.

E quella notte, per forza di disperazione, pronunciò quelle due semplici parole, dalle quali ebbe in ricompensa un magro “grazie”. Non sapeva se qualcuno avesse memoria della sua prima fioritura, se non le fronde degli alberi che quella sera erano testimoni di un tradimento; ma non le importava, perché tutte le sue illusioni erano cadute, lasciando solo la disperata realtà.

Perché si sa, le illusioni sono destinate a cadere, come i fragili fiori di ciliegio che, nelle mani di una sorte troppo cattiva, hanno vita breve, ma magnifica nel suo splendore.

Perché aveva scoperto che il nastro rosso del destino era una gelida catena avvinghiata intorno al suo cuore, e ovviamente Sasuke ne possedeva le estremità.

Quasi non si accorse della sofferenza di Naruto. Quando lui partì per i suoi allenamenti, lei rimase sola. Certo, con Tsunade, Shizune e Ino, ma sola con le sue pene.

Così con sangue, sudore, dolore, aveva tentato di liberarsi da quelle catene, nel corso di tre anni. E ogni volta che pensava di essere riuscita nel suo intento, si riscopriva a rispolverare una vecchia foto e con cura maniacale puliva l’immagine di un ragazzino compunto di blu e di tristezza; eppure ogni volta tornava a stringere i denti e ad impegnarsi, sebbene fosse sola.

Così, la ragazzina innamorata divenne una donna che rincorreva l’amore sebbene ne conoscesse il dolore.  

Ma riuscì solo ad allentare di poco la stretta di quel ferro ghiacciato.

Naruto tornò e con lui, la ventata d’aria fresca della speranza e un rimedio per il suo cuore afflitto.

Ma allora perché non riusciva a staccare i suoi occhi da quelli di Sasuke?

Perché tutto il suo lavoro stava andando a puttane?

Perché?

Perché si sentiva cadere nel buio di quegli occhi gelati e ardere nel fuoco che vi si nascondeva dietro?

In quel momento solo due tonfi pesanti, scintillio di fulmini e saette.

Sai e Naruto a terra. Naruto?

Bruciava vederlo a terra, le bruciavano gli occhi di lacrime.

Non concepiva come Sasuke fosse così indifferente al loro legame, al team 7. Il cuore perse un battito: che fosse anche quello un legame unidirezionale?

Tutta la fatica di Naruto non poteva essere sprecata in un solo istante.

Non era quello il momento di mettersi a piangere e scongiurare Sasuke di tornare a casa ancora una volta.

“ Sasuke… lo riporterò io indietro!”

Sakura prese finalmente in mano la situazione come si era preparata a farlo in tre lunghi anni di solitudine e rimpianti. Dimenticate le parole di Ino, che le diceva di lasciar perdere, gettate nel dimenticatoio le riprese di Tsunade, che tentava di insegnarle come proteggere se stessa per poter proteggere gli altri, buttate fuori dalla mente le parole di consolazione di Shizune, che le sussurrava sempre parole disgustosamente compassionevoli.

Ora toccava a lei, gettarsi nella mischia, combattere per un compagno – perché Sasuke lo era ancora.

E in quel momento il cuore di Sakura iniziò a bruciare facendole quasi male.

E si infiammò come una meteora, destinata però a spegnersi.

 

Come ho già detto è una fan fiction senza pretese, però mi piacerebbe sapere se la descrizione di Sakura è appropriata o meno, e lo chiedo direttamente alle sue fans!

Ringrazio di cuore Hika-chan, che ha svolto un lavoro impeccabile, veloce e giusto! ( la ringrazio soprattutto per i bannerini hihihihi!)  

 

 

 

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