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Autore: alessandroago_94    19/05/2016    4 recensioni
Questa è una raccolta di poesie molto semplici. Ognuna narra di sentimenti, di luoghi e di situazioni diverse tra loro, insomma, ci sarà un po’ di tutto. Ringrazio già tutti coloro che vorranno entrare e dare un’occhiata a questi miei piccoli scritti.
Genere: Generale, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Fast car

FAST CAR

 

 

 

 

 

 

 

 

Ho la macchina più veloce di questa città,

salta su, ti porto via da tutta questa mediocrità.

La mia auto ci porterà ben oltre Milano,

e la tua solitudine sarà solo un ricordo lontano.

 

Non fregartene se piove, se nevica o c’è il sole,

noi siamo al sicuro, non vedi?

La mia macchina ci protegge, col suo color miele,

e nulla ci può sfiorare. Perché non mi credi?

 

E allora faccio ancora più pressione sull’acceleratore,

voglio dimenticare tutto questo rancore,

assieme vogliamo solo sognare

e su prati verdi vogliamo volare.

 

Dimentichiamo la nostra vecchia vita,

in tasca ho un portafoglio mezzo vuoto,

i soldi che abbiamo si possono contare sulle dita

ma sapremo arrangiarci, in un mondo che ci parrà nuovo.

 

Nella nostra zona nessuno si accorge che esistiamo,

siamo creature di cui non importa nulla a nessuno,

stiamo dando una svolta alla nostra esistenza

così grande, che ci cambierà fin alla sua primordiale essenza.

 

Faremo un pieno d’amore,

ed esso ci basterà, grazie a tutto il suo calore.

Sfrecceremo ovunque ai cento all’ora

e saremo invidiati da tutti, allora.

 

Non avere paura, siamo in due, due compagni

che di viaggi s’intendono, come di vaghi sogni.

Niente e nessuno la nostra fuga fermerà,

e noi ci allontaneremo da questa dannata città.

 

Giunti in una qualche zona sconosciuta,

dopo giorni di viaggio ininterrotto,

una sigaretta fumeremo, e mangeremo un piatto di pastasciutta,

rideremo soltanto, alla faccia di chi credeva di poterci mettere sotto.

 

Ho la macchina più veloce di questa città,

con essa ci salveremo da tutta questa maledetta mediocrità.

Andremo lontano, senza avere più limiti,

riempiremo la nostra bocca solo di risate, e non più di dolorosi gemiti.

 

Ci scorderemo di chi ci ha fatto del male,

e tutti  e due potremo facilmente dimenticare.

Il nostro passato resterà dietro di noi, come sale,

e la nostra vita un’altra svolta potrà seguire.

 

 

 

 

 

 

 

NOTA DELL’AUTORE

 

 

Buon giovedì a tutte voi, carissime lettrici!

Ecco, prima di tutto devo dirvi che questa poesia è ispirata ad una splendida canzone, ed è la prima che ho scritto prendendo spunto da un’idea altrui.

Fast car infatti è, per chi non lo sapesse, una canzone famosissima di Tracy Chapman, uscita nel 1988. Una canzone che tratta argomenti ancora molto attuali, a mio avviso, dalla povertà generazionale al più cupo dramma.

La protagonista del testo infatti narra alcune vicende della sua vita privata(l’abbandono della madre, la vita col padre alcolizzato e disoccupato, l’accantonamento del percorso scolastico a causa della situazione paterna), in cui si giunge ad invocare questa fantomatica auto veloce, posseduta dal ragazzo della narratrice stessa, unico possibile strumento in grado di offrire la fuga alla protagonista da quell’orrenda realtà. Ebbene, il destino volle che, una volta fuggita dal padre e dal suo alcolismo proprio su questa ‘’fast car’’, la narratrice si trovò nuovamente nella situazione di partenza, poiché dopo aver sposato il fidanzato, lui si ritrovò ad essere disoccupato e a fiondarsi anch’esso nell’alcolismo.

Il testo originale è drammatico, ma a suo tempo riuscì a conquistare le classifiche mondiali, prendendosi la posizione numero centosessantacinque nella Lista delle cinquecento canzoni più belle della Storia. Un grandissimo traguardo!

Io ho avuto modo di conoscere la canzone tramite una rivisitazione riproposta da Jonas Blue, assieme a Dakota, che casualmente mi fece ascoltare mia madre un mesetto fa, dicendomi che le piaceva ancor di più della prima versione, da lei molto apprezzata. Mi è piaciuta tantissimo, e informandomi, ho scoperto che la stessa giovane Dakota, quasi ventenne, ha scoperto la canzone in modo simile al mio, ascoltando sua madre che la canticchiava. Tante coincidenze, vero? J

Ebbene, visto che la versione proposta da Jonas Blue e Dakota è semplicemente stupenda a mio avviso(e non solo; da inizio 2016 sta scalando le classifiche mondiali), e che l’argomento drammatico trattato dall’autrice originale mi ha letteralmente rapito, ho scritto di getto questo componimento. Non è assolutamente bello come il testo originale(nella mia poesia è addirittura il protagonista che, narrando in prima persona, è il possessore dell’automobile, invocando egli stesso la partenza dell’amata, contrariamente a tutto ciò che è stato scritto finora, e il tutto è molto meno drammatico), ma spero che vi sia piaciuto. Vi invito davvero ad ascoltare almeno la canzone proposta da Dakota e Jonas Blue, se non la conoscete già, perché merita davvero tanto.

Quindi, qui ho precisato esattamente da chi mi sono ispirato, per poi naturalmente proporre un lavoro mio e più personale. Spero di non aver fatto un disastro, e di non avervi annoiato con queste lunghe note, ma era mio obbligo e dovere specificare tutto quanto.

Vi ringrazio di cuore per tutto, e buona giornata J a giovedì prossimo J

 

   
 
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