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Autore: Marie16    19/05/2016    1 recensioni
“Com'è andata scuola?” le chiese Natsumi mentre si sedevano a tavola, pronti per mangiare la loro cena. Nana le sorrise, adorava Natsumi e la sua naturalezza, era così spontanea che non aveva problemi a parlare con lei, eppure non si confidava ancora del tutto, perché aveva paura.
“Tutto bene!” disse allegra, cominciando a mangiare con gusto la cena preparata da Natsumi. Mamoru ancora si domandava come facesse a trovare delizioso quello che sua moglie cucinava quando lui, nonostante ormai ci fosse abituato, non riuscisse a farselo piacere.
“Sono contenta! Ti piace la cena?” le domandò, curiosa. La vedeva mangiare tutto con gusto e la cosa la riempiva d'orgoglio. Non che Mamoru non lo facesse, ma lui sembrava quasi forzato. Nana, invece, era spontanea.
“È ottima. Grazie Natsu-chan!” le disse, sorridendo felice.
Genere: Fluff, Sentimentale, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mark/Mamoru, Nelly/Natsumi, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3: Scoperte

Non sapeva nemmeno perché si era fatta coinvolgere in quella storia, eppure non aveva saputo resistere alla tentazione di un allenamento insieme al suo compagno di classe Tenma.

"Se ti stanchi dimmelo ok?" le disse Tenma, aprendosi in un sorriso. Aveva usato tutto il suo talento per convincere Nana ad allenarsi con lui, era incuriosito da lei e si chiedeva se fosse forte come lo era il coach Endou.

"Tu pensa per te. Sono più forte di quello che sembro!" rispose Nana, sorridendo divertita. Quella situazione iniziava a piacerle, amava le sfide e non si sarebbe tirata indietro solo per paura di essere scoperta.

Era sicura che Tenma non avrebbe mai capito chi era in realtà e non c'era alcun pericolo che altri venissero a saperlo.

Avevano optato per giocare sul vecchio campo da calcio sul fiume, Nana sapeva che doveva mettere fine all'incontro prima di avere problemi, ma Tenma era un avversario forte perciò era un po' difficile attuare il suo piano.

Mentre i due ragazzi si allenavano, lungo la strada passava per caso Takuto Shindou che stava andando verso casa. Si avvicinò leggermente, incuriosito dai due ragazzi che si allenavano e rimase scioccato di ciò che vide.

La osservò allenarsi con Tenma e, lentamente, si rese conto che quella ragazza gli ricordava qualcuno. Tenma non se ne rendeva conto perché molto ingenuo ma lui era il capitano e certe cose non gli sfuggivano. Era sicuro!

Ogni dubbio venne fugato quando sentì la voce di Nana esclamare:

"Valkyrie's shot!" Shindou non si spiegava perché la ragazza stesse fingendo di essere chi non era, ma voleva scoprirlo.

Attese che finissero di esercitarsi per farsi notare, Tenma lo salutò e gli chiese cosa ci facesse lì.

"Passavo per caso da queste parti, stavo tornando a casa." rispose semplicemente, portando lo sguardo sulla ragazza.

"Capitano! Lei è Nana Endou!" la presentò infine. La ragazza osservò Shindou negli occhi e, per la prima volta, si sentì arrossire.

Shindou porse la mano alla ragazza con un sorriso, Nana la strinse e sentì un brivido percorrerle la schiena. Era una sensazione strana, perché mai Shindou le faceva quell'effetto?

"Shindou Takuto." rispose lui con un breve sorriso che lei prontamente ricambiò. Il capitano la guardò con intensità, cosa che la faceva arrossire non poco. Perché la stava fissando con quello sguardo? Tenma non capiva cosa stesse succedendo ma decise di non pensarci troppo. Doveva tornare a casa, si stava facendo tardi.

"Torno a casa, grazie dell'allenamento, Nana-chan. Capitano, ci vediamo domani!" disse il castano, allontanandosi.

"H-Hai bisogno di qualcosa, Shindou-kun?" chiese Nana, turbata dalla presenza del ragazzo.

"Una cosa ci sarebbe. - cominciò lui, guardandola negli occhi - Perché fingi di essere un maschio?" domandò schietto, Nana strabuzzò gli occhi colta alla sprovvista. Deglutì e tentò un sorriso.

"Non so di che cosa stai parlando." disse con voce apparentemente calma, non poteva essere successo davvero. Mamoru l'avrebbe sgridata se l'avesse scoperto.

"Non mentirmi. Tu sei Ryuu." Nana deglutì nuovamente, non era passata neanche una settimana e già era stata scoperta. Pensò a qualcosa da dire per negare l'evidenza, abbassò lo sguardo ma quando lo rialzò, non poté fare a meno di dire la verità.

"Sì, è vero..." sussurrò lei, Shindou la guardò negli occhi e rimase in silenzio per un po' di tempo, finché non socchiuse gli occhi.

"Perché?" domandò solo e allora Nana sollevò le spalle e sospirò. Doveva parlarne con qualcuno o sarebbe scoppiata.

"Mamo-kun mi ha detto che il Quinto Settore non deve sapere chi sono. Non so bene perché ma mi fido di lui." spiegò, abbassando lo sguardo.

"Va bene, mi fido dell'allenatore. Ma dovrai promettermi che domani lo dirai agli altri." Nana annuì leggermente, affranta. Probabilmente Mamoru l'avrebbe sgridata e poi non le avrebbe più voluto bene come prima, aveva distrutto il suo piano perfetto.

Shindou decise di accompagnare la ragazza a casa, sulla soglia le sorrise e Nana lo salutò con la mano.

"Nana-chan!!" disse Natsumi, accogliendola con un abbraccio. Nana le sorrise tristemente e si lasciò stringere.

"Posso andare a dormire?" le domandò solamente, esausta. Era stata una follia accettare la proposta di Tenma, eppure aveva creduto che mai nessuno l'avrebbe scoperta. Era stata una sciocca.

"Tutto bene, piccola?" le chiese Natsumi, Nana accennò un sorriso ed annuì. Voleva solo dormire un po', era distrutta.

"Sto bene..." rispose solamente, prima di sciogliere l'abbraccio e correre in lacrime in camera sua.

Natsumi aggrottò le sopracciglia chiedendosi che cosa stesse succedendo alla sua bambina. Era preoccupata, non l'aveva vista piangere mai prima di allora.

"Mamoru-kun, sono preoccupata." disse quando entrò in cucina, fissando il marito seduto a tavola, intento a leggere il giornale.

"Che succede, cara?" le domandò allora, alzando gli occhi dal giornale per concentrarsi sulla moglie che stava andando avanti ed indietro per la stanza con un'espressione turbata dipinta sul volto.

"Nana-chan è appena tornata da un allenamento con Tenma-kun. Temo che sia successo qualcosa di brutto mentre era lì." rispose Natsumi, sedendosi al tavolo di fianco a Endou.

"Non ti preoccupare, magari era solo stanca." la rassicurò. Natsumi scosse il capo e gli prese una mano, stringendola con la sua.

"No, è andata in camera in lacrime. Mamoru-kun, e se fosse convinta che non le vogliamo più bene?" Mamoru la guardò sconvolto, cosa poteva essere successo alla piccola Nana?

"Vuoi che provi a parlarle?" chiese il marito, stringendo la mano di Natsumi. La donna annuì alle sue parole e sospirò, non voleva che Nana pensasse una cosa del genere.

Mamoru bussò alla porta della camera della figlia e la sentì singhiozzare. Che cos'era successo di così grave da farla scoppiare a piangere?

"Nana-chan, posso entrare?" chiese l'ex portiere della Raimon, ma in risposta ricevette solo il singhiozzare più acuto della figlia. Il cuore gli si strinse, non sapeva che cosa potesse esserle successo, ma non avrebbe permesso a niente e nessuno di far star male la sua bambina.

"Ho bisogno di parlarti un momento. La mamma ed io siamo preoccupati." le spiegò con voce più dolce e Nana gli aprì quasi subito, osservandolo con agitazione.

"Mamo-kun..." sussurrò lasciandolo entrare, si accomodò sul letto e fece cenno al padre di fare lo stesso. Quando Mamoru si sedette di fianco a lei, Nana prese un profondo respiro.

"Che è successo, Nana-chan? Tenma-kun ti ha fatto male?" le domandò preoccupato e Nana scosse il capo, in effetti a parte il fatto di averla convinta a giocare con lui, Tenma non c'entrava niente in tutta quella storia.

"No, no... non si tratta di questo... è che..." singhiozzò mentre Mamoru l'abbracciava, Nana sospirò e prese un profondo respiro.

"Shindou-kun ha scoperto la mia identità. Sa che sono Ryuu e mi ha chiesto di smettere di mentire alla squadra." disse, stringendosi a lui come se potesse sparire da un momento all'altro. Aveva il terrore che ora Mamoru la odiasse e non le avrebbe più voluto bene. "Non odiarmi, per favore. F-Farò tutto quello che vuoi ma non odiarmi..." supplicò, singhiozzando ancora. Mamoru le diede un bacio sul capo e sorrise, la scostò da sé per guardarla e scosse la testa.

"Nana-chan, non ti odio. Non è successo niente, anzi sono contento che Shindou-kun ha scoperto tutto e ti abbia fatto promettere di dire tutto alla squadra, sai perché? Perché così sapranno che non sei del Quinto Settore e si fideranno di te, in più dovrai continuare ad essere Ryuu fino alla fine dell'Holy Road, ma almeno loro sapranno chi sei." spiegò l'ex portiere, sorridendole. Nana si sentì sollevata da quelle parole, allora Mamoru non la odiava!

"Grazie Mamo-kun..." rispose la ragazzina, asciugandosi le lacrime. Natsumi entrò in camera proprio nell'istante in cui Nana si stava alzando e l'abbracciò. La ragazzina sorrise, Natsumi le voleva tanto bene e lei non aveva fatto niente per meritare il suo amore incondizionato.

"Ti senti meglio, piccola?" le domandò la donna, Nana annuì col capo, ricambiando con affetto il gesto della sua mamma adottiva.

"Sì, è tutto ok." rispose, poggiò un orecchio sullo stomaco di Natsumi sperando di sentire il futuro membro della famiglia muoversi. La donna le sorrise leggermente, prendendole la mano.

"E' ancora presto per sentirlo muovere." le disse solamente, scompigliandole poi i capelli. La giovane ragazza strinse improvvisamente la mano della donna, la guardò negli occhi e si morse un labbro.

"Natsu-chan... Quando il bambino nascerà... mi vorrai ancora bene?" domandò, insicura. La donna ricambiò la stretta di sua figlia ed annuì col capo.

"Nana-chan, questo bambino non mi allontanerà mai da te. Certo, avrà bisogno di attenzioni e di cure, ma non mi impedirà di volerti ancora bene. Non è vero, Mamoru-kun?" Mamoru sorrise ed annuì alle parole della donna, Nana annuì col capo ed arrossì, vergognandosi della gelosia che era scattata dentro di lei nei confronti di un essere che non era ancora nato.

"Andiamo a mangiare." esordì la bambina, prendendo per mano entrambi i genitori e scendere al piano inferiore.

La mattina seguente, Nana si svegliò molto presto e scese in cucina, cercando di preparare qualcosa ai suoi genitori per ricambiare il loro amore. All'orfanotrofio aveva imparato a cucinare un paio di cose, visto che non sempre potevano contare sul cuoco, quindi sapeva cavarsela abbastanza bene ai fornelli. Sperava solo di ricordare come si facesse, altrimenti avrebbe mandato a fuoco la cucina e non poteva permetterselo, dopotutto non voleva dare altre noie a Mamoru e Natsumi. Non era forse abbastanza non chiamarli mai papà e mamma? Loro non sembravano preoccupati da quel fatto ma nel suo cuore sapeva quanto quella situazione li feriva, soprattutto Natsumi. Nana sapeva di non meritare due genitori come loro eppure in cuor suo sperava che non si stancassero mai di lei, aveva il terrore di finire di nuovo all'orfanotrofio, non dopo tutto quello che aveva passato.

"Uhmm, buongiorno Nana-chan. Che ci fai qui?" la voce di Mamoru la ridestò dai suoi pensieri e la ragazzina arrossì, rendendosi conto che suo padre l'aveva appena colta in fallo.

"I-Io v-volevo s-solo c-cucinare q-qualcosa p-per v-voi." balbettò Nana, gelando sul posto mentre abbassava il capo. E se si fosse arrabbiato con lei perché non poteva farlo? La ragazzina aspettò una sgridata che non arrivò mai, infatti quando alzò la testa notò il sorriso benevolo di Mamoru che la rassicurava.

"Non sapevo che sapessi cucinare." disse solamente, sedendosi a tavola. Natsumi li raggiunse quasi subito e sorrise leggermente, cercando di capire cosa stava succedendo in quella stanza.

"Natsumi-chan, la nostra bambina ci stava preparando la colazione. Vuoi metterti seduta ed assaggiarla con me?" le chiese il marito, Natsumi si voltò verso Nana e le sorrise, poi si accomodò insieme a Mamoru in attesa della colazione. Dopo dieci minuti, Nana poggiò in tavola quello che aveva preparato, sperando che fosse commestibile.

"Wow, quanta roba!" commentò Mamoru, stupito. Nana arrossì e si sedette insieme a loro, aspettando che giudicassero il tutto. Natsumi fu la prima ad assaggiare il cibo e subito i suoi occhi si illuminarono.

"E' squisito, Nana-chan!" le disse, sorridendo. Mamoru annuì col capo, mangiando con foga quella colazione abbondante e squisita, ebbe quasi la pazza idea di far cucinare sempre a Nana i pasti visto che almeno i suoi erano commestibili. Poi si ricordò che Natsumi, nonostante non sapesse cucinare, ci metteva il cuore in quello che preparava e non voleva che si demoralizzasse per quello.

"G-Grazie, Natsu-chan." rispose. "Mentre voi mangiate, io mi preparo per andare a scuola. Devo parlare con la squadra prima degli allenamenti." spiegò, alzandosi. Diede un bacio sulla guancia ai genitori e sparì in camera.

Sistemò tutto nella cartella e prese un profondo respiro, salutò gli adulti ed uscì, diretta verso la scuola.

All'interno dell'edificio si fece coraggio e si diresse verso l'aula di musica dove trovò Shindou. Nonostante la porta fosse aperta, Nana bussò leggermente per fare in modo che il ragazzo si accorgesse di lei senza spaventarlo del tutto.

Shindou alzò gli occhi verso la porta e quasi sobbalzò quando si rese conto che Nana era lì, non sapeva perché ma si sentì arrossire quando lei gli sorrise leggermente. Più la osservava, più si chiedeva come mai indossasse una benda sull'occhio sinistro.

"Nana-chan, buongiorno." la salutò, restando immobile dov'era, indeciso se avvicinarsi o meno. Nana si fece coraggio e avanzò verso di lui, sorridendogli.

"Shindou-kun." disse lei, a mo' di saluto. Shindou la guardò in silenzio, chiedendosi cosa volesse dirgli di così urgente.

"Senti, mi dispiace per ieri... Non devo essere sembrata affabile, ero spaventata." cominciò Nana, passandosi una mano fra i capelli castani. "In ogni caso, non ho scordato la promessa che ti ho fatto. Dirò ai ragazzi che sono Ryuu, ma tu devi promettermi che mi aiuterai a relazionarmi con gli altri... non sono molto brava in queste cose." concluse, accennando un sorriso timido. Shindou le sorrise e Nana si ritrovò ad arrossire senza motivo, era la prima volta che si sentiva così in presenza di un ragazzo.

"Te lo prometto, Nana-chan." le rispose e subito dopo calò il silenzio. Shindou si ritrovò ad osservare la ragazza più del dovuto, era la prima volta che si sentiva così in presenza di un'altra persona. Nana deglutì sotto quello sguardo indagatore, chiedendosi per quale motivo la stesse guardando così.

"Che c'è?" chiese lei, evitando di guardarlo. Non si sentiva a suo agio in quella situazione.

"Perché indossi una benda sull'occhio sinistro?" domandò diretto lui, Nana si passò una mano fra i capelli castani e sospirò. Non voleva parlarne, ma se non si sfogava un po' con qualcuno, sarebbe scoppiata. E poi, Shindou era il capitano ed era suo compito quello di ascoltare, no?

"E' successo quando avevo sette anni. Io e la mia famiglia siamo... siamo stati coinvolti in un incidente stradale. Mia madre e mio padre sono morti sul colpo, io invece mi sono salvata e... un pezzo di vetro ha colpito il mio occhio. Da allora ho perso la vista dallo stesso, i medici hanno cercato in tutti i modi di salvarla ma non ci sono riusciti.

Indosso la benda perché il mio occhio è deturpato e non voglio che qualcuno si senta male solo a guardarlo." spiegò Nana, aprendo per la prima volta il suo cuore a qualcuno, non sapeva perché avesse deciso di raccontarlo proprio a Shindou, ma non ce la faceva più a tenersi tutto dentro.

"Mi d-dispiace. Non avrei dovuto chiedertelo." disse, sentendosi sul punto di piangere. Quella ragazza stava passando un brutto momento e lui si era comportato male con lei.

"Ma che fai, piangi?" chiese Nana, asciugandosi con una mano la lacrima solitaria che le scendeva su una guancia.

"Io non... non mi sono comportato bene con te..." sussurrò, singhiozzando. Nana scosse il capo e gli diede una pacca sulla spalla.

"Non ti ho raccontato la mia storia per farti piangere o farti provare pena per me. L'ho fatto perché avevo bisogno di parlarne. Mamo-kun e Natsu-chan mi hanno adottata e conoscono a somme linee ciò che ho passato, sei il primo in assoluto che sa tutto." Shindou sgranò gli occhi ed improvvisamente si sentì meglio, Nana gli sorrise leggermente e Shindou prese un profondo respiro per calmarsi.

"Perché?" le domandò Shindou, curioso. Nana alzò le spalle e scosse la testa, non sapendo cosa rispondere.

"Non lo so. Probabilmente è perché sei mio amico, Shindou-kun." rispose, sorridendo. "Dai, andiamo." disse poi, prendendolo per mano mentre si dirigevano dagli altri.

Una volta giunti a destinazione, Nana si ritrovò addosso lo sguardo di tutta la squadra.

"Che ci fai Nana-chan?" domandò curioso Tenma. Nana prese un profondo respiro, si voltò verso Shindou che annuì con il capo.

"Vi devo parlare di una cosa importante." disse, deglutendo a fatica.

"E di cosa dovresti parlarci, ragazzina?" domandò divertito Tsurugi, Nana socchiuse gli occhi e sbuffò.

"Ryuu." rispose, come se fosse la cosa più ovvia. Tsurugi e Kirino a quel punto la guardarono con occhi socchiusi.

"E cosa dovresti dirci di lui?" domandò allora Kirino, sospettoso. Nana sospirò, sarebbe stato molto difficile.

"Ryuu non esiste." fu la sola risposta che diede, Tsurugi la guardò male e Kirino non poté fare a meno di scoppiare a ridere.

"Non dire sciocchezze, esiste eccome." Nana alzò gli occhi al cielo disperata, guardò Shindou e sospirò.

"Ryuu non esiste poiché sono io." Nana si sentì sprofondare quando i suoi compagni, meno Tenma e Shindou, scoppiarono a ridere.

"Non è divertente, ragazzina." Tsurugi sembrava divertito e allo stesso tempo intrigato da quella ragazzina che diceva di essere Ryuu.

"Infatti non è uno scherzo. Io sono Ryuu, e posso sempre provartelo, Tsurugi." il ragazzo fu punto sul vivo e fece per ribattere, ma in quel momento fu Shindou ad intervenire.

"E' la verità. Nana Endou è in realtà Ryuu, sta nascondendo la sua identità al Quinto Settore e noi dobbiamo proteggerla. E questo è quanto." Nana fu grata a Shindou per il suo intervento e la squadra non poté fare a meno di credere a quelle parole.



Angolo dell'autrice:

Avete tutto il diritto di essere arrabbiati con me. Non aggiorno da una vita, ma purtroppo non sto passando dei momenti molto belli nella mia vita, però mi sento leggermente in colpa per avervi lasciato così. Non preoccupatevi, il quarto capitolo è già in produzione.

Mi preme dirvi che incentrerò la storia più sulle relazioni dei personaggi che sulle partite di calcio. In fondo Inazuma è già bello pieno di partite, io vorrei concentrarmi di più sul rapporto di Nana con la squadra ed i suoi genitori.

Spero possiate perdonarmi per il ritardo.

Un abbraccio cuccioloso,

Marie

  
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