Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: smak978    20/05/2016    6 recensioni
"Succorbentis?" Chiese Malfoy con un filo di voce, coprendo subito il volto con quell'insopportabile maschera. "Hai la Succorbentis?" Silenzio. "Lo sai che è una malattia incredibilmente rara, vero? ...E lo sai che è incurabile, vero?" Silenzio. "Non c'è da stupirsi che ti rifiuti di accettarlo." Ron/Hermione/Grifondoro OOC
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: OOC, Traduzione, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Da Epilogo alternativo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Buoana lettura a tutti!! <3

.

.

.


Capitolo 14 – Esausto
 
“ Smettila di sorridere. ”
                       
Harry distolse lo sguardo da Malfoy, facendo fatica a trattenete il sorriso. La sua mano era stata riattaccata; faceva ancora malissimo, ma almeno riusciva a muoverla normalmente. Malfoy non l'aveva lasciato solo un attimo da quando gli aveva mozzato la mano, e lui non riusciva a trattenere il sorriso. Harry era euforico.
 
Stava completando la lista, passo dopo passo. E per di più con lui c'era un Serpeverde biondo e stronzo con una pletora di idee contorte ad aiutarlo a cancellare gli obiettivi. La sua lista sarebbe stata completata. Merlino, aveva voglia di mettersi a cantare!
 
Non riusciva a trattenere il sorriso, e non sembrava che la McGranitt la stesse prendendo tanto bene. Ma pensandoci meglio, non avrebbe mai capito.
 
“ Signor Potter, non c'è nulla da- ”
 
“ Onestamente, professoressa, ” In condizioni normali Harry non si sarebbe mai sognato di interromperla in quel modo, ma era troppo allegro per curarsene in quel momento. Per poco non scoppiò a ridere pensandoci; definirsi ' allegro '; che controsenso. “ è stato un incidente. Pensavo che ci saremmo materializzati nel pub, Malfoy invece credeva che andassimo da Zonko. Abbiamo fatto un po' di confusione. ”
 
“ Troppo alcool. ” Aggiunse Malfoy, che ghignò quando la preside diresse il suo sguardo glaciale verso di lui. “ Probabilmente non è stata la migliore delle idee. ”
 
“ Probabilmente no. ” Ripeté lei, incrociando minacciosamente le braccia. A dirla tutta, Harry pensava che fosse ridicolo. Incidenti come quello accadevano di frequente, no? Certo, loro l'avevano fatto di proposito, ma lei non l'avrebbe mai scoperto. E di sicuro non aveva il diritto di giudicarli. “ Mi dica, Signor Malfoy, ce l'ha la Licenza di Materializzazione? ” Il sorriso di Harry si ritirò leggermente quando Malfoy annuì. Dio, lei sapeva che lui non ne aveva una...
 
“ E, Signor Potter... lei invece possiede una Licenza di Materializzazione? ” Harry non ebbe bisogno di risponderle; il suo imbarazzante silenzio fu più che abbastanza. “ Quindi, fatemi riepilogare la situazione. Voi due cercavate di materializzarvi mentre eravate ad Hogsmeade, in stato di ebrezza e senza avere una delle due licenze? ”
 
I due annuirono cupamente, sapendo che non l'avrebbero scampata per quello che avevano fatto. Harry non pensava che avrebbe dedotto così tanto dalle poche frasi che le avevano riferito; era certo che l'Universo l'odiava. “ Sono sbigottita dall'esorbitante livello di idiozia che voi due continuate a mostrare. ” Aggiunse, scuotendo il capo. “ Cinquanta punti in meno. A testa. ”
 
Harry la osservò mentre si allontanava, senza provare nessun senso di colpa; che senso aveva preoccuparsi dei punti? Tecnicamente, se non si faceva parte di nessuna casa, non si aveva davvero ragione di preoccuparsi per la perdita dei punti, giusto? E poi, un ' incidente ' era davvero un motivo valido per togliere punti? Affrontare il troll al primo anno gli era costato di meno, e quello era stato di sicuro un incidente.
 
Il suo sguardo si spostò sul silenzioso biondino che se ne stava accanto al suo letto d'infermeria, e sorrise quando incontrò quegli inquieti occhi grigi. Quell'idiota temeva ancora che Harry l'avrebbe ucciso. Molto improbabile, dopo un appuntamento del genere.
 
“ Ecco... non avevi detto che non mi era permesso rischiare la pelle? ” Chiese Harry con naturalezza, scivolando giù dal letto e infilandosi di nuovo il maglione. Fu grato che quell'azione gli permise di coprirsi il volto, perché era sicuro che era arrossito ancora una volta Nessuno dei due menzionava il litigio, una regola che entrambi rispettavano più che volentieri. Harry non sapeva se gli avrebbe dato fastidio, e in quel caso, non voleva vedere quell'amichevole Malfoy nascondersi di nuovo dietro la maschera. Era insopportabile, il modo in cui Malfoy continuava a rifugiarcisi. Ma la cosa non avrebbe dovuto ferirlo in quel modo.
 
“ Non ricordo. ” Rispose Malfoy con la stessa naturalezza. “ Ma se avessi implicato una cosa del genere, mi riferivo di certo all'emblematica modalità autodistruttiva che sembra essere la tua impostazione di default. Se ci sono io lì fuori a mutilarti, almeno sono sicuro che non sei da qualche parte ad ucciderti nel tentativo di costruire il più estremo dei pupazzi di neve. ”
 
“ È pericoloso costruire un pupazzo di neve? ” Chiese Harry seccamente, e alzò le sopracciglia quando Malfoy rispose con un ghigno.
 
“ Conoscendoti, ti impaleresti su ramoscello. ”
 
“ Toccante, il fatto che mi conosci. ”
 
“ So più di quanto pensi. ”
 
Dannato idiota.
 
Harry sorrise quando Malfoy non riuscì a trattenersi dall'alzare il mento, con la sua solita aria di superiorità. Non aveva più nessuna traccia di inquietudine... forse Harry avrebbe davvero dovuto arrabbiarsi con lui? Scherzare in quel modo gli faceva sempre montare la testa. Non andava bene quando il ragazzo si considerava una sorta di divinità.
 
Quella sera, Harry si mise a letto con il sorriso ancora stampato sulle labbra. Dopo aver lasciato l'infermeria, erano tornati in biblioteca, dove avevano fatto un gioco particolarmente crudele inventato da Malfoy e il suo seguito di Serpeverde che comprendeva i titoli dei libri, un limite di tempo di tre secondi e l'allarmante immaginazione della mente di Malfoy. Harry non rideva così tanto da mesi ormai. Non riusciva a togliersi quel sorriso di bocca; aveva le guance doloranti.
 
“ Bell'appuntamento, Harry? ” Gli chiese Neville, abbassando le luci mentre si avvicinava al proprio letto.
 
Bello? Non c'erano parole per descriverlo.
 
.
 
.
 
.
 
“ Harry, Malfoy ti sta guardando di nuovo. ” Lo informò gentilmente Neville, sembrando fin troppo divertito da quella situazione. Erano in biblioteca in quel momento; Neville stava rimandando il completamento del lavoro quasi impossibile di Trasfigurazione, e Harry stava cercando di nuovo di imparare le lingue. Era quasi impossibile quanto ignorare quel biondino idiota seduto a tre tavoli di distanza da lui che si rifiutava di dirigere l'attenzione da un'altra parte.
 
Lo fissava da quando Harry aveva messo piede nella sala, ghignando in risposta al suo atteggiamento seccato. Il divertimento si era velocemente trasformato in offesa quando Harry aveva deciso di sedersi con il suo amico anziché dirigersi verso il tavolo Serpeverde. Sul serio, cosa voleva che facesse? Doveva mandare Neville a quel paese solo perché Malfoy lo stava fissando?
 
Dal suo sguardo fisso e quasi irritante, sì, sì era proprio quello che voleva.
 
“ Harry, ti sta ancora guardando. ”
 
“ Così pare. ” Rispose secco Harry, rifiutandosi di togliere gli occhi dal suo libro. Come sarebbe mai riuscito a concentrarsi con quell'idiota seduto proprio di fronte a lui? Dannazione, era come se gli stesse perforando il cranio. Se gli sguardi avessero potuto uccidere, Neville sarebbe già stato massacrato. E la cosa non era di alcun aiuto allo stomaco di Harry, che si comportava di nuovo in modo strano, girando e contorcendosi; perché si sentiva così male ogni volta che Malfoy lo guardava? Con un po' di ottimismo era perché era allergico al biondino. Il pensiero lo fece sorridere.
 
“ Sta sogghignando adesso. È stano... non penso di aver mai visto Malfoy felice. ”
 
“ Neville, non ho bisogno di sapere cosa sta facendo ogni tre secondi. ”
 
“  È inquietante; ha l'aspetto di qualcuno che sta per rubare un gelato ad un bambino. ”
 
La cosa fece sorridere Harry, che appena alzò lo sguardo, incontrò immediatamente quegli intensi occhi argentei. No, cattiva idea. Il suo stomaco si strinse quasi dolorosamente quando l'altro sbatté le palpebre, così si costrinse ad abbassare di nuovo il capo.
 
“ Non lo guarderò, quindi smettila. Allo stato attuale il mio stomaco reagisce in modo strano. ” Riusciva praticamente a percepire l'autocompiacimento di Malfoy dall'altra parte della sala.
 
Neville sorrise, Harry non voleva incontrare il bagliore malizioso che si stava insinuando negli occhi del suo amico. “ Hai ancora le farfalle? Harry, Harry, Harry. Ormai dovresti sentirti al tuo agio con lui, visti tutti gli appuntamenti che- ”
 
“ Hey, frena! ” Harry rimase di sasso, sentendo il panico invadere il suo petto. Ma che diavolo? Lui non aveva le farfalle allo stomaco per Malfoy... non stavano nemmeno insieme! Avevano avuto soltanto un appuntamento, come amici! Ecco tutto! “ Farfalle? Chi cazzo ha mai menzionato le farfalle? Non sono mica una specie di ragazzina che gli sviene dietro! ”
 
“ Hey, c'è scritto Signora Harry Malfoy sul tuo libro? ” Neville scoppiò a ridere quando Harry colpì il suo braccio, per poi ritirarsi di nuovo sulla sua parte di tavolo, lasciandovi cadere il libro. Ma quel bagliore non aveva ancora lasciato i suoi occhi; Harry non era ancora in salvo. “ Il tuo stomaco si comporta in modo strano? Sgradevole? ” Harry annuì lentamente, e non gli piacque per niente il sorriso che comparve sulle labbra del suo amico. “ Mani sudate? Impaccio? ” Harry non ebbe bisogno di annuire.
 
“ Battito accelerato- ”
 
“ No! ”
 
“ Bugiardo. ” Ma perché si era avvicinato di nuovo a Neville? E quando cazzo era diventato così sicuro di sé?
 
Ma Harry non aveva le farfalle! Non aveva una cotta per Malfoy, neanche per sogno. Erano amici; ecco tutto! Quelli erano solo i sintomi della sua malattia; Neville era quasi riuscito a convincerlo. Quasi. Quello stupido di Neville e le sue stupide idee.
 
“ A che punto sei con i tuoi compiti? ” Chiese Harry, prima che Neville potesse dire altro, e gli scappò un ghigno quando l'altro ringhiò e sbatté la testa contro il tavolo.
 
“ È un colpo basso Harry... davvero basso. ”
 
Harry continuò a fissare la parola in polacco che aveva scritto, non aveva né voglia di leggerla né sapeva come pronunciarla. Non gli entrava proprio nulla in testa quel giorno... era abbastanza difficile con Neville che lo accusava di assurdità e Malfoy che gli perforava la testa con la sola forza di volontà.
 
Harry non aveva le farfalle. Prima di tutto, non era interessato ad una relazione con un ragazzo. E in secondo luogo, non era interessato ad una relazione e basta. Mai più. Non poteva iniziare una cosa del genere con qualcuno e poi scomparire dopo pochi mesi. Non era giusto, neanche lontanamente.
 
Malfoy lo stava ancora fissando. Probabilmente stava ancora aspettando che Harry cacciasse via Neville. Anzi, la parola ' probabilmente ' non poteva essere associata a Malfoy; o voleva qualcosa, oppure non la voleva, e quando la voleva, gli veniva servita su un fottuto vassoio d'oro. Be', non quella volta.
 
Harry alzò velocemente lo sguardo, e si bloccò quando incontrò lo sguardo fisso di Malfoy.
 
Cazzo.
 
Le farfalle.
 
.
 
.
 
.
 
Harry balzò in piedi, sconvolto. No. No. Non poteva essersi preso una cazzo di cotta, e non per quel quel presuntuoso idiota Serpeverde che adorava odiare. Non stava succedendo.
 
Deglutendo a vuoto, diede a Neville la fiacca scusa di dover utilizzare il bagno e corse via dalla sala. Codardo? Sì. Gliene fregava qualcosa? Nemmeno per idea.
 
Harry sfrecciò nella stanza, passandosi ansiosamente una mano fra i capelli. No. No... e basta.
 
Perché lui?
 
Il suo corpo l'aveva già tradito abbastanza durante tutto il corso dell'anno, ma reagire a Malfoy? Era proprio la ciliegina sulla torta per rendere quell'anno perfetto, vero? Prediamoci gioco di lui attraverso magia, mente e corpo... e ormai anche il suo cazzo!
 
Harry imprecò, folgorando con lo sguardo il suo riflesso, come se fosse colpa sua. Gli piaceva trascorrere del tempo con Malfoy. Cazzo, era divertente. Non voleva che finisse tutto soltanto perché il suo corpo pensava che fosse divertente prenderlo per il culo... di nuovo. Farfalle? Sul serio? Perché non si metteva anche ad arrossire quando quell'idiota infernale diceva qualcosa... oh Dio. Stava succedendo in quegli ultimi tempi... Merlino, l'Universo lo odiava davvero così tanto?
 
Davvero lui non si era accorto di nulla? Era davvero così ingenuo? Harry si pizzicò il naso, cercando di respirare normalmente. Con un po' di ottimismo Malfoy non aveva notato nulla, proprio come Harry. Avrebbe probabilmente continuato ad ignorare la cosa, come aveva fatto fino a quel momento... fin quando Neville non avesse riportato a galla la questione. Se lo ignorava, non esisteva... giusto?
 
“ Se mandi via quel Grifondiota, avremo la possibilità di parlare, Potty. ” Oh, cazz-! “ Di sicuro, non dovrà avere molto di interessante da dire. Probabilmente sarà già la terza volta che ti recita le sue filastrocche preferite. ”
 
“ Va' via, Malfoy. ”
 
“ Tsk, che c'è? Ti sei ritrasformato nel leader dei Grifondoro? ” Harry si voltò di scatto quando la porta iniziò ad aprirsi, puntandole contro la bacchetta in fretta e furia. Si chiuse con un ' click ' piccolo e carino, e il colpo che sentì dall'altro lato, lasciò Harry con un leggero senso di soddisfazione. Ipotizzò che Malfoy fosse appena sbattuto contro la porta. “ Ow! Hey, Sfregiato- ”
 
Ti chiedo soltanto di andare via per dieci minuti. ” Era davvero una richiesta così impossibile? Quella di poter andare in bagno a riflettere, relativamente immerso nel silenzio, dopo essere stato assalito da una realizzazione che era di gran lunga meglio dimenticare? Aveva bisogno di pensare e fare chiarezza nella sua mente; per esempio, quando diavolo aveva iniziato ad avere delle cazzo di farfalle allo stomaco per Malfoy e non per Ginny? Era assurdo!
 
“ Apri la porta Potter, così posso affatturarti fino alla nausea. ” Harry decise di ignorarlo, sebbene il suo stomaco stesse di nuovo facendo le capriole. Dannato stomaco; ma non poteva proprio smetterla di tradirlo? Era troppo chiedere un giorno di tregua? “ Potter, apri la porta.
 
Harry aprì la bocca per rispondere, ma le parole gli si bloccarono in gola. Si accigliò, perché una sostanza liquida gli gocciolò nell'occhio. Sentì il suo stomaco affondare quando, strofinandola via, si accorse che la sua mano era sporca di un fluido rosso. Ma che cazzo?!
 
Si voltò, barcollando, e guardò lo specchio con terrore.
 
Del sangue gli scorreva dalla fronte e dal naso. E fu proprio quest'ultimo a scricchiolare brutalmente, rompendosi. Harry annaspò, alzando cautamente la mano per reggere il suo naso rotto... ma questa si bloccò, sospesa precariamente fra il lavandino e la sua bacchetta.
 
Il ' Non devo dire bugie ' inciso sulla sua mano si era riempito di sangue, che aveva preso a sgorgare e gocciolare sulle mattonelle. Osservò con orrore la mano che gli era stata recentemente riattaccata strapparsi e cadere al suolo con un morbido tonfo. Diversi lividi iniziarono a formarsi sul volto e le braccia, assumendo un intenso e terrificante color prugna.
 
Le sue vecchie ferite si stavano riaprendo.
 
Cazzo.
 
Harry deglutì a vuoto, ignorando il dolore che invadeva e paralizzava il suo corpo. Quell'intorpidimento non poteva essere un buon segno; il suo corpo iniziava a non rispondergli più. Merda. Merda.
 
Sì voltò verso la porta. Malfoy. Doveva raggiungere Malfoy. Era l'unica persona presente; l'unica che poteva-
 
Le sue gambe cedettero, facendolo sbattere pesantemente al suolo.
 
Era caduto con il volto a terra, e fu uno sforzo rotolare per stendersi sulla sua schiena. Il sangue allagava il pavimento, facendogli girare di nuovo lo stomaco. Si sentì malato... la scoperta del secolo. Si sentì nauseato... era evidente che era malato.
 
Cazzo. Cosa diavolo avrebbe dovuto fare? Aprì la bocca per parlare, ma tutto quello che riusciva ad emettere erano dei flebili sussulti; non poteva parlare neanche se lo voleva.. eccome se lo voleva! Voleva urlare, per far sapere a tutti che stava morendo in modo patetico sul pavimento; da solo... non voleva morire in un bagno! Era successo a Mirtilla, e tutti sapevano che brutta fine aveva fatto!
 
Gli si formò un nodo in gola, e non riusciva a deglutire, nonostante i suoi tentativi. Si sentiva soffocare.
 
Un singhiozzo riecheggiò nel bagno, paralizzando immediatamente Harry.
 
Un singhiozzo? Chi c'era lì con lui? Oh, pregava che fosse-!
 
Non appena un fantasma argenteo fluttuò davanti ai suoi occhi, fu invaso dal sollievo. Grazie a Dio, Mirtilla avrebbe chiamato i soccorsi. La porta. Doveva solo fluttuare attraverso la porta. Sarebbe andato tutto bene. Lei avrebbe dato l'allarme.
 

 
Perché non stava dando l'allarme?
 
Harry non poté far nient altro che starsene steso lì con impotenza, mentre lo spettro fluttuava su di lui, con la testa piegata da un lato. Si stava mordendo le labbra, osservando la porta e il corpo rivestito di sangue di Harry come se fosse indecisa. Solo allora capì.
 
Harry aveva promesso di tenerle compagnia se fosse morto.
 
Lei stava aspettando.
 
Harry rimase steso lì, debole; iniziava gradualmente a stancarsi. La spossatezza faceva sentire il suo peso, cullandolo in un senso di falsa sicurezza che lo induceva a chiudere gli occhi. Nel profondo del suo cuore, sapeva che se si fosse addormentato non avrebbe mai più riaperto gli occhi, ma era una battaglia impossibile. I suoi occhi si stavano lentamente chiudendo...
 
Tutto quello che poteva fare era supplicare Mirtilla con lo sguardo, e sperare che avesse l'abilità di leggere la sua mente. Era un pensiero disperato; solo Malfoy riusciva a farlo.
 
Una lacrima gli rigò la guancia.
 
E Mirtilla urlò.
 
.
 
.
 
.
 
 
Lo sguardo di Draco oscillava fra la professoressa, che non smetteva di fare avanti e indietro per la stanza, e Potter, privo di sensi. Gli si formò un nodo in gola. Non riusciva a ricordare momenti del suo passato in cui era stato così esausto, così... vulnerabile. E non era nemmeno lui a trovarsi su quel letto, mentre lo curavano.
 
Cazzo, Potter era quasi morto. Non sapevano se fosse accidentale o volontario, ma Draco stava quasi implorando che fosse la prima. Potter non si sarebbe mai suicidato; non era da lui. Non importava quanto fosse arrabbiato o disperato, non si sarebbe mai ridotto a fare una cosa del genere. Lui era un Grifondoro, e quello era un modo così Serpeverde di morire. Poteva anche dirsi che Potter era la persona meno Serpeverde sulla faccia della terra. Non sarebbe mai successo.
 
O almeno era questo che continuava a ripetersi.
 
Le urla di Mirtilla avevano avvertito l'intero castello, la foresta e anche il calamaro gigante che Potter era morto. Le persone correvano da tutte le parti, sia terrorizzate che incuriosite. Girava voce che qualcuno fosse stato ucciso, o che avesse solo infastidito il fantasma; solo in pochi conoscevano la verità, e fra loro, solo in pochi comprendevano la realtà dei fatti. Draco era uno dei fortunati che capivano tutto.
 
Potter doveva aver fatto un incantesimo, quell'assoluto imbecille, e la sua magia aveva reagito. Draco stava vedendo di persona quanto stava diventando crudele, ed era ripugnante. Potter era ricoperto di sangue e lividi; sembrava vittima delle torture dei Mangiamorte. Draco ne aveva viste fin troppe, e non era un'esperienza che avrebbe voluto ripetere. Tuttavia, era successo, e aveva vomitato all'istante. Potter sembrava morto. Era un cadavere, e fra lo scorrere sfrenato dell'adrenalina nel corpo di Draco e le urla raggelanti del fantasma, nessuno stava facendo niente per rianimarlo.
 
Draco imprecò fra sé e sé, e deglutì ancora quando guardò il volto tumefatto accanto a lui. Si era prendere dal panico. Era paralizzato, e con ogni probabilità sarebbe rimasto lì a guardare mentre Potter moriva. Era nauseante.
 
Grazie a Merlino... argh, Draco non riusciva nemmeno a pensarlo senza rabbrividire... grazie a Merlino per Neville Paciock, cazzo. Il ragazzo aveva sentito le urla, ed era corso nel bagno, impugnando la bacchetta. Il tempo di gettare uno sguardo a Potter, e il ragazzo si era già voltato di scatto per lanciare a Draco una fattura. E, a dirla tutta, non era giusto. Non c'era grazia nel modo in cui Paciock lanciava maledizioni, e neanche eleganza. Solo un ghigno, un movimento di bacchetta, e Draco era privo di sensi. Comunque, l'avrebbe negato anche sul letto di morte. Paciock non poteva neanche sognare di competere con Draco in un vero e proprio duello. Non sarebbe stato nemmeno capace di immaginarselo.
 
E dire che Draco era infastidito dalle accuse che gli fece quando si svegliò era un eufemismo. Era infuriato; appena Potter si fosse ripeso, Draco avrebbe cercato quel Grifondiota troppo cresciuto, e l'avrebbe ammazzato.
 
Draco rivolse per l'ennesima volta lo sguardo alla McGranitt, che era sfinita e si asciugava gli occhi parlottando animatamente con Madama Chips. Stavano decidendo cosa fare quando Potter avrebbe riaperto gli occhi; sfortunatamente, il trattamento era previsto per quella sera, e avevano bisogno che si riprendesse quanto bastava per affrontarlo.
 
Draco ringhiò silenziosamente; era pura follia costringere Potter a sottoporsi a quella tortura dopo che era stato tagliato a pezzi pochissime ore prima. Lui aveva espresso molto chiaramente la sua opinione, ma gli era stato detto che se si fosse rivolto di nuovo in quel modo alla preside, sarebbe stato sospeso. E anche se era molto tentato di sussurrarle un insulto, assicurandosi che la sua voce fosse abbastanza alta da essere udibile, non poteva ancora farsi sospendere. Come avrebbe fatto Potty a completare la lista se non era lì ad aiutarlo?
 
Draco si voltò verso Potter, e trasalì quando vide i suoi lividi. C'erano delle impronte intorno alla sua gola, come se fosse stato strangolato... chi avrebbe mai strangolato Potter? Il numero di ferite sembrava un po' troppo per una persona normale, anche calcolando che fossero state accumulate durante tutto l'arco della vita. Ma nonostante tutto, Draco non riusciva a distogliere lo sguardo.
 
Allungò con esitazione una mano, facendola combaciare con le impronte sul collo di Potter, e sussultò quando arrivò alla conclusione che si trattava davvero di strangolamento. Era assolutamente osceno-
 
Gli occhi verdi lo stavano fissando.
 
Merda. Draco ricambiò lo sguardo, sentendosi invadere dal sollievo. Almeno Potter era sveglio; e se lo era, significava che le cure stavano facendo effetto. Se fosse rimasto privo di sensi, il danno potrebbe essere stato troppo grave per essere risolto. Grazie a Merlino.
 
Ma c'era ancora il problema di essere stato beccato con una mano stretta intorno alla gola di Potter, e non c'era nessuna spiegazione plausibile per quel gesto. Quindi, Draco decise di ignorare la cosa, indossando di nuovo la maschera. Era protetto dietro la sua maschera.
 
“ Avresti semplicemente dovuto aprire la porta. ” Disse in un sussurro, sollevato dal fatto che qualche altra emozione, oltre il dolore, aveva attraversato quegli smeraldi. “ Non ti avrei davvero riempito di fatture. ”
 
“ Ci ho provato. ” La voce di Potter era debole, flebile. Sembrò solo irritarlo di più il fatto che cercò di deglutire trovando invece un nodo in gola. “ Sono caduto. ”
 
Draco ridacchiò. Sembrava una moglie maltrattata, con la solita scusa che nessuno si sarebbe mai bevuto. “ Contro la maniglia? ” Chiese seccamente, lanciando uno sguardo alle professoresse che stavano ancora bisbigliando fra loro. “ Farai meglio a inventarti una storia più credibile quando arriverà L'Inquisizione Spagnola; non sono molto contente. Non vogliono che tu torni a casa la prossima settimana. ”
 
Potter alzò gli occhi al cielo sentendolo, poi guardò le sue mani, e trasalì quando vide che era ricoperto di lividi. Avevano guarito le ferite più pericolose, ma avevano voluto aspettare il suo risveglio prima di occuparsi dei lividi. Essere curato completamente mentre era privo di sensi, avrebbe potuto ingannare il cervello facendogli credere che fosse ancora ferito, e ciò avrebbe causato dolori psicosomatici, piuttosto che guarirlo.
 
“ Ci proverò. ” Borbottò, per poi sospirare alla vista delle due professoresse che battibeccavano. Non sembravano ancora sul punto di smetterla, infatti continuavano a gesticolare, indicando il punto dove si trovava il letto di Potter. Tuttavia, se solo una delle due avesse avuto l'idea di gettare uno sguardo al ragazzo in questione...
 
Gli occhi di Potter si assottigliarono un po' quando distolsero lo sguardo dalle professoresse. Draco lo sentì deglutire sotto il suo palmo, era nervoso. Ma cos'aveva da essere nervoso? Non c'erano studenti ficcanaso nella stanza. Infatti, l'unica entità presente era Mirtilla Malcontenta, che non aveva spiccicato una parola da quando aveva avvertito il castello. Si limitava solamente a guardare in silenzio, singhiozzando di tanto in tanto. Non c'era dubbio; era sempre stata stramba.
 
“ È completamente cotta di te. ” Commentò Draco, ritornando con lo sguardo allo stanchissimo Potter. “ Non ti ha tolto gli occhi di dosso da quando siamo arrivati qui. ”
 
Se non altro, Potter sembrava diffidente. “ Ci scommetto. ” Sussurrò, costringendosi a distogliere lo sguardo. Poi sobbalzò.
 
E Draco fece lo stesso.
 
Madama Chips e la McGranitt avevano gli occhi fissi su di loro. O, più precisamente, su Potter.
 
Draco si rese immediatamente conto che la sua mano era ancora intorno alla gola di Potter. La ritrasse velocemente, sbloccando l'immobilità delle professoresse. Desiderò di non averlo fatto.
 
“ Cosa. È. Successo? ” Chiese la McGranitt, affrettandosi verso di loro. Era una cazzo di dragonessa; Draco poteva praticamente vedere il fumo fuoriuscire dalle sue narici.
 
“ Sta bene Signor Potter? Avverte nausea? Stordimento? ” Draco si voltò di scatto verso Madama Chips, sorpreso dalla quantità di preoccupazione nella sua voce. Sembrava che avesse finalmente deciso di comportarsi da vera Guaritrice.
 
“ Ho bisogno di sapere cos'è successo. Perché ha utilizzato la magia in un posto così isolato? ”
 
“ Devo curare il mio paziente! ”
 
“ Devo sapere la verità! ”
 
Draco tornò con lo sguardo a Potter, e un misto di compassione e irritazione infestò il suo stomaco. L'altro le osservava entrambe e l'ansia prese il controllo del suo volto... il suo volto incredibilmente tumefatto. Era evidente che era l'ultimo posto dove voleva trovarsi; bloccato fra un'incudine e un martello particolarmente maligni. I loro sguardi si incontrarono, e Draco non riuscì a distogliere il suo.
 
Quei dannati occhi... erano così verdi. Di solito brillanti e vivaci, in quel momento vuoti e disperati. Lo stavano supplicando con tutte le forze di aiutarlo... ma cosa diavolo avrebbe potuto fare? Se provava ad aprir bocca, entrambe le Professoresse l'avrebbero sbattuto fuori dalla stanza prima che potesse dire ' Quidditch '.
 
“ Signor Potter... ho bisogno di sapere perché stava praticando della magia, in una parte isolata del castello, senza nessuno nei paraggi. È per aiutarla, non per causarle ulteriore stress. ” Aggiunse in un secondo momento. Vacca.
 
Draco osservò Madama Chips avanzare con indignazione, sfoderare la sua bacchetta e iniziare a guarire i lividi più evidenti sul corpo di Potter. Tuttavia, dal suo atteggiamento non sembrava che stesse guarendo. Dal modo in cui aveva distolto lo sguardo e si era messo a fissare il soffitto, sembrava che stesse ancora ignorando le professoresse, e ormai anche Draco. Se non altro sembrava stare peggio, come se non volesse ricordare.
 
Se solo Draco fosse entrato un po' prima nel bagno.
 
“ Signor Potter. Non era una domanda. ”
 
Attesero tutti col fiato sospeso. Draco sapeva esattamente quando avrebbe ceduto. Alzò testardamente il mento, borbottando sotto voce “ ...è stato un incidente. ”, ed evitò con decisione di guardarli. Davvero un tentativo patetico; nessuno lo credette, nemmeno per un istante.
 
“ E cosa stava facendo, esattamente-? ”
 
“ ...stavo... ” A quel punto esitò, e comparve una sfumatura di rosso fra il miscuglio di blu e nero sulle sue guance. Sarebbe stato piuttosto interessante, se Draco non fosse stato sulle spine, in attesa della sua risposta. “ ...non importa... è stato un incidente... non me ne sono neanche reso conto quando l'ho fatto. ” Serrò la bocca e distolse finalmente lo sguardo dal soffitto. Puntandolo alla porta. Come se stesse aspettando l'occasione giusta per scappare.
 
“ …è consapevole della pericolosità- ”
 
“ Sì. ” Draco era così orgoglioso del modo in cui Potter riuscì a folgorarla con lo sguardo; aveva finalmente iniziato ad imparare.
 
Tutti e quattro rimasero in silenzio per alcuni minuti; stavano cercando di calmare la propria rabbia prima che la situazione potesse degenerare. Draco non era sicuro di voler far diminuire il suo risentimento; confidava molto nelle risposte saccenti che si inventava a piacimento quando era incazzato. E per di più aveva conservato dei commentini per Madama Chips che non era certo di riuscire a trattenere ancora per molto.
 
“ Signor Malfoy, la prego di seguirmi. ”
 
Be', quello non se lo aspettava.
 
Draco sospirò interiormente quando fu costretto a seguire la rigida preside nell'ufficio dell'infermiera, lontano da Potter e orecchie spettrali. Qualunque cosa avesse dovuto dirgli non si prospettava niente di buono, vista la sua decisione di nascondersi in un ufficio. Pensava forse che sedendo dietro una grossa scrivania mentre lo guardava attraverso i suoi occhiali l'avrebbe intimidito? Si sbagliava di grosso.
 
“ Le avrei offerto un biscotto, ma sembra che Madama Chips non ne abbia. ” Perché menzionarli allora? “ ...Signor Malfoy, cosa ne pensa di tutto... questo? ”
 
Draco sbatté le palpebre. Era così che voleva giocarsela? Bene.
 
Continuò a tenere le mani poggiate con naturalezza sui bracci della sedia, la postura dritta e la maschera in posizione. Quel giorno non sarebbe riuscita a manipolare le sue emozioni; non ne avrebbe trovato traccia.
 
“ Cosa intende per ' questo '? ” Chiese a sua volta, mantenendo il volto inespressivo. Non le avrebbe reso le cose facili.
 
E neanche lei, a quanto pareva. “ Il Signor Potter, ovviamente. Cosa ne pensa di questo suo... ultimo crollo? ”
 
“ Lo dice come se l'avesse fatto volontariamente. ”
 
“ Perché? Non è così? ”
 
Draco fissò la preside, mentre il suo disgusto cresceva ogni minuto di più. Non aveva il diritto di pretendere che gli dicesse una cosa del genere... una parola sbagliata e molto probabilmente Potter sarebbe stato sbattuto di nuovo al San Mungo. E Draco non poteva permetterlo; sapeva quanto Potter detestasse le uniformi che indossavano lì dentro.
 
“ No. ” Disse limpidamente. Doveva tenere la maschera in posizione. Doveva restare calmo. “ Non è da Potter agire in quel modo. ”
 
“ Dice? ” Quelle domande retoriche iniziavano già a dargli sui nervi. “ Voi due siete in confidenza. ” Non era una domanda, e quindi Draco non intendeva dare una risposta. Quella cagna avrebbe raccolto solo quel poco che riusciva a seminare. “ È a conoscenza delle sue condizioni, non è così? ” Gli lanciò un occhiata carica di pietà, quasi addolorata. Come se fosse nella posizione di farlo, se riguardava Potter. “ Comprende che non è curabile? ”
 
“ Comprendo perfettamente. ”
 
“ Allora sono sicura che capirà perché non è giusto che lei e Harry stiate insieme. Non è giusto che Harry continui ad essere preso in giro, e soprattutto, non è né giusto né appropriato per lei- ”
 
“ Credo proprio che possiamo prendere questo genere di decisioni da soli, grazie. ” La interruppe Draco con rabbia, infuriato più con se stesso che con lei. Dannazione, non avrebbe dovuto rompere la cazzo di maschera! “ Non ho intenzione di ' prenderlo in giro ', non mi sembra proprio che lui disdegni la mia compagnia. Ergo, porteremo avanti la nostra relazione senza che venga ostacolata da un qualsiasi imbecille. ”
 
“ Signor Malfoy. ” Lui serrò la mascella, folgorando la professoressa con lo sguardo. Quella stronza poteva anche marcire nell'inferno dei maghi per quanto gli riguardava! “ Morirà entro pochi mesi. Ha considerato la perdita che avrà se vi avvicinerete ancora? Ha considerato il dolore? ”
 
 
Draco stava quasi per aprir bocca e lanciarle un insulto abbastanza pesante, fanculo le conseguenze... quando la realizzazione lo colpì. Era questo che Potter stava facendo.
 
Quel bastardo.
 
Era ovvio che continuava a tenere i Grifondoro a distanza, senza fare nessun tentativo di riconciliazione. Sapeva che non aveva possibilità di sopravvivere... e anche in quella circostanza, stava cercando di proteggere quei completi idioti per evitargli il dolore della sua perdita. Era stato titubante a lasciar entrare Draco nella sua vita, perché quel pensiero era sempre fisso nella sua mente. Come avrebbe potuto essere diversamente? Tutti avevano paura della morte.
 
La solitudine era l'unica ragione per cui aveva lasciato entrare Draco... e per questo motivo, entro pochi mesi, era probabile che avrebbe cercato di allontanarlo ancora una volta. Ma doveva sempre essere così dannatamente altruista? Appena fuori di lì, Draco l'avrebbe strozzato.
 
“ Vedo che sta riflettendo su quello che le ho detto. Bene. Deve prendere in considerazione- ”
 
“ Se è vero che gli sono rimasti pochi mesi, Professoressa, ” Disse Draco in un sussurro, riuscendo ad interromperla. “ allora farò meglio ad assicurarmi di essere lì con lui ogni istante. Con permesso. ”
 
Approfittò dell'improvvisa entrata di Madama Chips nell'ufficio per andarsene, e tornò velocemente nell'Infermeria.
 

 
Potter era sparito.
 
.
 
.
 
.
 
 
 
Draco si affrettò per i corridoi, notando a malapena i ritratti che evitavano il suo sguardo furibondo. Era l'una del mattino. L'una del mattino, cazzo! Certo, non dormiva più così tanto. Ma anche lui aveva i suoi limiti; come ascoltare Madama Chips lamentarsi ancora e ancora di quanto era preoccupata che Potter avesse cercato di suicidarsi.
 
Dove diavolo era Potter?
 
Doveva fare il trattamento quella notte; non l'aveva certo dimenticato? Chiunque avrebbe tenuto il conto dei propri giorni di relativa libertà. No, non se n'era dimenticato. Si stava nascondendo.
 
E c'era solo un posto dove Draco non sarebbe riuscito a trovarlo.
 
Il biondo si precipitò verso il ritratto addormentato, bussandovi con rabbia per farlo svegliare. Dio, se era grassa. Perché una donna così grassa aveva permesso che le facessero un ritratto? Era ridicolo. Era una sorta di azione masochista.
 
“ Mi lasci entrare. ” Ordinò, e quando il dipinto ebbe la sfrontatezza di deriderlo, si accigliò. Una donna che non riusciva nemmeno ad entrare fra gli stipiti di una porta lo stava deridendo?
 
“ Lei non fa parte della mia casa, Signor Malfoy. Non le permetterò di entrare; non riuscirà a causare problemi ai miei studenti, questa notte. ”
 
“ Per favore, mi lasci entrare. È urgente. ” Ugh. Che umiliazione; ridursi a supplicare un quadro orrendo.
 
“ Neanche per sogno. ”
 
“ Allora può chiamare qui uno dei suoi studenti? ” Ringhiò, folgorando con lo sguardo il dipinto che si limitò a rispondere con un sorrisetto. Appena avuto il diploma, l'avrebbe comprato e gli avrebbe dato fuoco.
 
“ Lo farei, se le credessi. Ma al momento, non ho nessuna intenzione di farlo. ”
 
“ E cosa posso fare per cambiare le sue ' intenzioni '? ”
 
“ Nulla. ”
 
Draco tirò un calcio al dipinto, ignorando l'urlo di rabbia e il dolore alle dita del piede che lo seguirono. “ Mi! ” Calcio. “ Lasci! ” Calcio. “ ENTRARE! ”
 
Con tutto il chiasso che stavano facendo, di li a poco qualcuno avrebbe probabilmente avvertito un professore. Draco doveva soltanto rinunciare alle dita dei piedi per far sì che ciò avvenisse; davvero un buon affare.
 
Tuttavia, non dovette aspettare così a lungo. Il ritratto venne leggermente aperto e un Paciock dall'aria seccata e confusa fece sbucare la sua brutta faccia dall'oscurità. Doveva farselo andare bene.
 
Il ragazzo in preda alla rabbia avanzò e riuscì a spingere indietro Paciock, passando attraverso il minuscolo varco lasciato dal ritratto prima di chiudersi con violenza. Quell' attimo di momentaneo vantaggio fu presto dimenticato quando Paciock riuscì ad afferrare Draco per il colletto. Gli rivolse un' occhiata carica di rabbia e una discreta quantità d'odio. Non esattamente giustificata, e decisamente non apprezzata.
 
“ Esci fuori di qui se non vuoi essere affatturato. ” Lo minacciò, allungandosi per aprire di nuovo il ritratto, ma Draco gli afferrò la mano, rabbrividendo da solo per quello che aveva fatto. Che Merlino lo aiutasse... stava davvero toccando Paciock. Sperava che non fosse contagioso.
 
“ Devo vedere Potter. ”
 
“ Pensi davvero che ti aiuti, dopo quello che gli hai fatto-! ”
 
Draco dovette trattenersi dallo sbattere la testa contro il muro. “ Non sono stato io. ”
 
“ Stronzate. ”
 
“ Non ho bisogno che tu mi creda, né tantomeno mi frega che tu lo faccia. ” Ribatté Draco, sforzandosi di tenere lo sguardo fisso su Paciock anziché su quell'invitante parete. “ Ma ho bisogno di vedere Potter. Adesso. Prima che ti rompa quell'antiestetico naso che ti ritrovi. Perché ha bisogno di me, e non mi impedirai di raggiungerlo. ”
 
Certo, minacciarlo probabilmente non era la cosa più giusta che potesse fare. Infatti Draco non credeva che avrebbe funzionato. Stava pensando di provocare quell'idiota e affatturarlo, ma per chi sa quale motivo, Paciock gli credette.
 
Lo fissò in silenzio per un po', guardando Draco come se non l'avesse mai visto prima. Poi, stranamente... annuì.
 
Ma che cazzo?
 
“ …cerca solo... di stare in silenzio. Sei in territorio nemico. ” Tch. Non ebbe bisogno di ripeterlo.
 
Lentamente, si arrampicarono nella sala comune, mentre Draco seguiva le direzioni di Paciock. Era snervante dover farsi guidare da un idiota come lui...
 
Rosso.
 
Merda, tutta la stanza era di un color rosso acceso...
 
Ma chi poteva mai vivere in quel modo?
 
Draco sentì la sua bocca spalancarsi per il disgusto, si guardò intorno con uno sguardo orripilato. Era ripugnante! Non c'era un solo elemento di quella stanza che si salvava; ogni cosa era orrenda allo stesso modo! Cos'erano i Grifondoro, ciechi?
 
Sentendo lo sguardo di Paciock fisso su di lui, Draco si sforzò di chiudere la bocca e continuò a seguirlo. Non c'erano parole per descrivere quanto  fosse rivoltante quel posto. Non c'era nulla che si avvicinasse al concetto di adeguatezza. E se avesse potuto dormire, Draco era certo che avrebbe avuto gli incubi.
 
Draco deglutì, sentendosi un po' nervoso mentre lo seguiva su per le scale. Dietro quelle porte c'era un'orda di Grifondoro che lo detestava e che si sarebbe infuriata se avesse scoperto che era  lì. Sembravano stranamente territoriali quando si trattava di quel genere di cose, e questo spingeva l'indole maliziosa di Draco a restare nascosta. Non aveva molta voglia di affrontarli nel buio, e per giunta nel loro territorio.
 
Appena entrarono nella stanza, Draco fu di nuovo investito da un'ondata violenta di rosso. Il colore era attenuato dall'oscurità, ma riusciva a percepire la sua immensa bruttezza mentre avanzava.
 
Si fiondò dritto verso il letto di Potter; era l'unico con le tendine tirate.
 
Le aprì con violenza, era sul punto di dirgliene quattro... ma gelò. Le parole gli morirono in gola.
 
Potter era steso sul letto, con gli occhi aperti... si limitava ad osservare l'orologio di fronte a lui. Sbatteva le palpebre al ritmo della lancetta dei minuti, ma a parte quello, non si muoveva di un millimetro. La maggior parte dei lividi sul suo volto era sparita... grazie a Dio. Aveva dei cerchi neri sotto gli occhi, tuttavia non dormiva. Qualcosa non andava.
 
“ ...sei in ritardo, Potter. ” Sussurrò Malfoy, ignorando gli altri ragazzi che dormivano nella stanza. Se uno di loro si fosse svegliato... “ M... Lei non faceva altro che andare avanti e indietro, raccontandomi la storia della sua vita. Carino da parte tua lasciarmi da solo a sorbirmela. ”
 
Potter rivolse a malapena lo sguardo a Draco. Tirò un pesante sospiro, scrollando le spalle come se non gli importasse. Probabilmente non gli importava davvero. Ma non era da lui non rispondere.
 
“ Andiamo, è  preoccupata- ”
 
“ No... non lo è. ” Draco fu sorpreso da quel tono flebile; sembrava esausto. Non solo fisicamente, ma anche mentalmente. Non andava bene.
 
“ ...che ti succede? ”
 
“ ...niente... ”
 
Draco continuò a fissare Potter, voleva che il suo sguardo lo perforasse. Funzionò, visto che l'altro si mosse leggermente e sbatté le palpebre con lentezza, stancamente. La faccenda non si sarebbe risolta facilmente, non questa volta. “ ...Andiamo, Potter. Devi alzarti. ”
 
Potter scosse leggermente la testa, muovendola a malapena. “ È... troppo difficile... ” Disse con un filo di voce, poi scosse di nuovo la testa. “ Io non... voglio più farlo. ”
 
Draco gelò. “ Fare cosa? ”
 
“ Tutto quanto... sono così... sono stanco. Non ce la faccio più. ” Cazzo. No.
 
Non si sarebbe arreso adesso.
 
Odiandosi un po', Draco lo raggiunse, ignorando la volontà di Harry. Gli tirò via le coperte di dosso, e lo aiutò a mettersi seduto. Anche quell'azione sembrava sfinirlo, come facesse un grande sforzo a non cadere di nuovo sul letto. “ Lo sai che non hai scelta. ”
 
Potter si limitò a fissarlo debolmente, aveva gli occhi spalancati e il volto pallidissimo. Scosse ancora la testa, come se fosse l'unica cosa che aveva la forza di fare. Era semplicemente distrutto.
 
“ Per favore... ti chiedo solo di... non farmelo fare. ”
 
Si sentì il cuore in gola. “ Sarò lì con te. Non sono mancato neanche una volta, ricordi? Andiamo, resterò con te. Non arrenderti. ”
 
Draco tirò Potter... Harry in piedi, raccolse il maglione che aveva indossato l'altro giorno e lasciò che se lo infilasse. Si congelava, Potter non poteva andare in infermeria indossando soltanto il suo pigiama.
 
Cazzo, era difficile.
 
Draco si passò una mano fra i capelli, scorgendo Paciock accanto alla porta. Ecco qualcosa di facile.
 
“ Se sento qualcuno parlare o anche solo accennare a questa faccenda, te ne pentirai così tanto che inizierai a supplicare di farti sbattere in manicomio insieme ai tuoi genitori. ” Sogghignò Malfoy, afferrando Pot... Harry per il polso e trascinandolo via con sé.
 
Fu il tragitto verso l'infermeria più lungo che Draco avesse mai fatto. Potter barcollava ogni pochi passi, e continuava a sospirare e borbottare qualcosa fra sé e sé. Nessuno dei due voleva aprire la porta dell'infermeria.
 
Madama Chips non esitò neanche un momento ad infilare gli aghi nelle braccia di Harry e far iniziare di nuovo il trattamento. Entrambi i ragazzi rimasero lì in silenzio.
 
Finché le cinghie non vennero strette.
 
“ Le chiedo solo di... non usarle oggi. ” Supplicò, e la sua voce si ruppe quando gli sfuggì una lacrima. “ Per favore... non lo faccia... io non... ce la faccio... ”
 
“ ...Non ha scelta, Signor Potter. ”
 
“ Può fare come le dice almeno per una volta? ”
 
“ Una sola parola e la caccio fuori. ”
 
I macchinari furono messi in funzione.
 
Potter non era mai stato così vulnerabile.
Sembrava che non fosse capace di trattenere le lacrime che gli colmavano gli occhi. O i sussulti e i brividi che di solito tentava così testardamente di nascondere. Era esausto, e non c'era niente che Draco poteva fare per aiutarlo.
 
Quando quell'invadente pozione raggiunse il suo petto, iniziò ad urlare.
 
Niente avrebbe potuto preparare Draco a quella scena. Invece degli strilli doloranti che accompagnavano di solito la tortura, c'erano piuttosto delle agonizzanti urla di paura. Il terrore allo stato puro riecheggiava nella stanza; provenivano da un ragazzo che era riuscito a guardare Voldemort diritto negli occhi col sorriso sulle labbra.
 
E questo distrusse Draco.
 
Potter gettato su un letto, che cercava di liberarsi dalle cinghie, piangendo a dirotto. Draco non poteva fare altro che starsene lì senza poter fare niente, quasi strappandosi i capelli dalla radice. Doveva fare qualcosa...
 
Potter non poteva continuare in quel modo.
 
Cazzo, neanche Draco poteva.
 
Il biondino balzò in piedi, agitando la bacchetta in aria. Le cinghie sui polsi di Potter si ruppero immediatamente; lui non se ne accorse. Stava annaspando per recuperare aria, rabbrividiva e cercava disperatamente di fermare le lacrime.
 
Quindi Draco fece l'unica cosa che poteva fare.
 
Salì sul letto, e strinse forte Potter.
 
Era l'abbraccio più imbarazzante a cui avesse mai assistito.
 
Draco non era abituato agli abbracci, e non era sicuro della loro reale utilità. Potter era rigido per il disagio, era evidente che non gradiva essere toccato.
 
Ma lentamente si mosse.
 
Le sue mani strinsero la camicia di Draco.
 
Il volto si premette contro il suo petto.
 
E si avvinghiò a lui come a un'ancora di salvezza.
 
Si tennero stretti a vicenda, e piansero.
 
.
 
.
 
.
  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: smak978