Ricordi
Mi risveglio agitato da quel sogno.
Maledizione!
Continuo a pensarci. Continuo a pensare a quella maledetta notte. Scuoto la testa e mi lascio assalire dai ricordi, chiudendo gli occhi.
Il sangue di
Minato
che gli imbrattava le mani, il viso e il corpo. E quel pianto che non
voleva
fermarsi. Naruto. Lacrime silenziose, invece, solcavano il suo volto.
Non c’è
nessuna parola per descrivere quello che provava in quel momento. Ha
visto
morire il suo maestro, il suo amico, il suo amante. Prima suo padre,
poi Obito,
poi Rin e ora Minato. Li ha persi tutti.
Scuoto di nuovo la testa. Mi alzo e mi dirigo verso il bagno, mentre un altro ricordo mi assale.
“Non
è giusto!”
Urlava il
giovane
Kakashi. Minato al suo fianco lo tratteneva per il braccio, altrimenti
il
giovane Hatake sarebbe stato capace di uccidere l’Hokage.
“Kakashi
calmati!”
Gli diceva
il suo
sensei, abbracciandolo. Rin era scomparsa, aveva perso anche lei. Ormai
gli
rimaneva solo Minato.
“Andiamo,
torniamo a
casa, Kakashi.”
No, non
sarebbe
servito portarlo lontano dall’uomo che in quel momento lui
riteneva
responsabile delle sue perdite.
“NO!”
Urlava,
mentre cercava
di resistere alla forza di Minato, che lo trascinava a casa. Lo
buttò dentro
l’abitazione, e lo chiuse dentro.
“Rimani
qui, sensei.”
Sussurrò
il ragazzo,
accoccolato in terra vicino alla porta. Minato si
inginocchiò vicino a lui.
“Va
bene, rimango.”
Rispose il
suo sensei,
abbracciandolo e consolandolo. Gli accarezzò i capelli e il
viso coperto dalla
maschera, come al solito. Minato fu colto da una curiosità
improvvisa. Solo Rin
aveva visto Kakashi senza maschera. Gliela abbassò
lentamente, mentre il suo
allievo lo guardava con occhi spauriti e pieni di lacrime. Minato
avvicinò le
labbra a quelle di Kakashi e gliele baciò, dolcemente, come
non aveva mai fatto
nemmeno con Kushina, sua moglie. Kakashi lo ricambiò
tremante, poi sempre più
coraggioso, iniziò ad esplorare la bocca di Minato con la
lingua. Il sensei lo
prese fra le braccia e lo portò nella sua stanza. Gli
abbassò appena i
pantaloni, prendendolo fra le mani. Kakashi chiuse gli occhi, ansimando
per il
piacere, mentre Minato iniziava a leccargli l’erezione.
Kakashi gemette di
piacere, tremando un po’ di paura. Minato si
rialzò, abbracciandolo a sé. Si
sedette sul letto e fece voltare Kakashi. Si sganciò i
pantaloni e abbracciò
Kakashi, entrando lentamente dentro di lui. Kakashi urlò di
dolore e piacere.
“Kakashi,
ti amo.”
La frase più semplice del mondo. Ma che porta alla cosa più bella di tutte. L’amore tra due persone. Non importa se sono un uomo e una donna, o due uomini, come successe fra me e Minato. L’importante è l’amore.