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Autore: NeroNoctis    21/05/2016    2 recensioni
All'apparenza Daniel è un normale ragazzo di 20 anni, amante delle più svariate cose e con uno spiccato sarcasmo. Ma nasconde semplicemente la sua vera identità, quella di un soldato dell'organizzazione Sephiroth.
Organizzazione che caccia "Loro", creature assetate di sangue che vagano per il mondo, che a prima vista non sembrano avere un obbiettivo, ma che tramano qualcosa da dietro le quinte, perseguendo un oscuro obbiettivo. E proprio "Loro" hanno sterminato la famiglia di Dan anni prima.
In un mondo dove "Loro" si nutrono di umani, Dan dovrà viaggiare per trovare la sua sorellina scomparsa e vendicarsi delle creature che han cambiato per sempre la sua vita.
Sullo sfondo paranormale popolato dai Wendigo, prenderanno vita numerosi personaggi il cui destino di andrà ad incrociarsi con quello di Daniel e della sua partner Lexi, per svelare un segreto rimasto sepolto per anni.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sephiroth'
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Il filmato che mostrava Victor ghignante e Lexi priva di sensi e ricoperta di sangue e ferite si spense poco dopo, lasciando senza parole sia Dan che Vincent. Il ragazzo che era appena riuscito a regredire dallo stato di Wendigo ad umano sentì dentro lui un misto di sentimenti contrastanti: terrore, rabbia, odio. Come poteva il suo mentore, la persona che l'aveva cresciuto sin da quando aveva dieci anni esser giunto a tanto? Perchè aveva sperimentato su di lui rendendolo un mostro? E soprattutto perché fare questo a Lexi? Lei era innocente, doveva restare fuori da questo. Tutte quelle sensazioni lasciarono spazio ai sensi di colpa. E se fosse tornato alla tenuta avrebbe l'avrebbe salvata? Avrebbe fermato Victor prima che le facesse questo? E Tessa stava bene? Tutti gli altri... 
La testa iniziò a dolergli e lui faticava a concentrarsi, aveva davanti agli occhi solo l'immagine di Lexi. 
«Dov'è?» chiese Daniel all'amico, che non tardò a rispondere.
«Al piano superiore. Abbiamo praticamente due vie da seguire: ascensore e scale. Entrambi sappiamo qual'è la più adatta.»
Dan annuì, sguardo di ghiaccio negli occhi. Il suo volto era impassibile e, se prima tradiva qualche emozione, adesso era simile ad una maschera inespressiva. Vincent sapeva che dentro lui c'era una tempesta di pensieri e sensazioni, ma ammirò il modo in cui le stava gestendo. Non sapeva bene se lui ci sarebbe riuscito, dopotutto aveva appena scoperto di essere un Wendigo di Rango S, di aver sterminato la propria famiglia, di essere stato creato da quello che credeva un amico, un padre, e di aver la propria partner in fin di vita per mano di quella stessa persona che aveva fatto tutto questo. Si chiese anche come non fece ad accorgersi di tutto questo, se solo avesse visto Lexi in quello stato l'avrebbe aiutata non appena Victor si fosse allontanato, ma nulla. Di lei nessuna traccia.
«Si, prendiamo le scale.» rispose, inserendo il caricatore nella pistola e riponendola nella cintola. Soppesò anche il pugnale, per capirne già da subito il modo migliore per utilizzarlo. «Quanti armati?» chiese infine.
Vincent ci pensò su un attimo. «Siamo in un complesso secondario. La maggior parte sono scienziati o dottori. Uomini armati direi... una ventina sparsi in tutta la struttura.»
Dan annuì. «Sarà meglio per loro che non ci incontrino per strada.»
Detto ciò, spalancò la porta on un calcio, puntando subito la pistola a destra mentre Vincent faceva la stessa cosa dalla parte opposta.
«Libero.» comunicarono in contemporanea, per poi spostarsi lungo il corridoio. L'ambiente era praticamente ospedaliero: mura bianche con leggere sfumature verdi, puzza di componenti chimici e medicine e fastidiosissime luci al neon. Il pavimento era blu e probabilmente in pvc, mentre un distributore automatico era l'unica cosa che decorava quel corridoio. 
I due arrivarono ad un angolo, Vincent si sporse mentre Dan controllava la parte opposta, assicurandosi che non stesse arrivando nessuno.
«Due ostili, quattro no.»
«Linea di tiro?»
«Non pulitissima.»
Dan annuì. «Arrivati a questo punto... mi dispiace per loro.»
Il ragazzo uscì dal riparo, sparando diversi colpi. Uccise un soldato Daat, mentre l'altro riuscì ad entrare in una stanza adiacente e non farsi colpire. Rispose al fuoco con un fucile automatico, uccidendo due medici che si trovavano sulla linea di tiro. I due amici tornarono dietro l'angolo, aspettando il momento opportuno per agire.
«Dove sono John e Bran?» chiese Daniel, aspettando il cessare degli spari del nemico.
«Non ce l'hanno fatta.» rispose l'altro, con voce atona.
Dan imprecò, uscendo nuovamente dal riparo seguito dall'amico. Il ragazzo afferrò il corpo senza vita del Daat e lo usò come scudo umano, avvicinandosi alla stanza dove l'altro soldato attendeva. Entrò di scatto, mentre l'altro aprì il fuoco, che finì inevitabilmente sul cadavere. Daniel gli lanciò il corpo senza vita, per poi sparare l'ennesimo corpo che pose fine al Daat. Non fece in tempo a voltarsi che sentì altri spari, seguiti da rumori sordi di caduta. Si precipitò fuori, osservando Vincent ancora in piedi e tre cadaveri alla fine del corridoio. 
I due proseguirono, mentre Vincent emise un leggero gemito sofferente.
«Sei ferito.» disse Dan allarmato, facendo sorridere l'amico. In effetti era stato colpito al fianco, di striscio. Una leggere macchia di sangue si era allargata sulla sua tenuta, ma non era niente di grave per fortuna, nonostante il dolore fosse leggermente fastidioso.
«Non è niente.» rispose lui, accennando l'ennesimo sorriso. «Dobbiamo andare. Lexi è in pericolo, e sai che un graffio non mi uccide. Non ci sei riuscito tu da Wendigo, figuriamoci un proiettile vagante.»
«Va bene, idiota.»
I due arrivarono alla fine del corridoio e salirono la rampa di scala, trovandosi finalmente al piano superiore. Alcune voci provenivano dalle diverse stanze, in cui si erano rifugiati i medici, mentre una pattuglia formata da tre soldati limitava di molto l'avanzamento dei due.
«Pronto?» chiese Vincent.
«Lo sai.»
I due si sporsero dal riparo e spararono, uccidendo i tre prima che si accorgessero del pericolo.
«L'ufficio è alla fine del corridoio. Io ti copro le spalle. Non opporti.» disse Vincent spingendo via l'amico, che lo guardò per qualche secondo. Successivamente corse in direzione di Victor, non prima di aver ringraziato quello che per lui, più che un amico, era un fratello.


Daniel entrò rumorosamente nell'ufficio di Victor, richiudendo la porta dietro di lui. Quello che trovò era diverso dall'ospedale che aveva lasciato dietro: ufficio a due piani, pavimento in legno con pregiati tappeti sopra, diverse file di librerie stracolme e un enorme scrivania in legno robusto e pregiato, con diversi intarsi in oro sopra. Il piano superiore era decorato in egual modo, ma non si riusciva a distinguere molto dal basso. Il tetto era decorato da affreschi raffiguranti angeli e demoni, mentre un enorme lampadario in oro illuminava l'intera struttura. Dan riuscì a leggere un incisione su quell'affresco: "Flectere si nequeo superos, Acheronta movebo". 
«E' arrivato il figliol prodigo.» commentò Victor, poggiato alla balaustra del piano superiore. Era vestito elegante come sempre, mentre sorseggiava del vino rosso da un calice di cristallo. Il ragazzo si chiese perchè dovesse essere così teatrale, tanto alla fine l'avrebbe accolto solo la morte.
«Dov'è lei?» sibilò Daniel, quasi sputando quelle parole. Victor bevve un sorso di quel liquido rosso e sorrise, indicando qualcosa dietro di lui, successivamente afferrò una pistola e la puntò al ragazzo, che non fece in tempo a fare lo stesso. Il pensiero che Lexi fosse lì gli annebbiò i sensi per un attimo, rendendolo meno reattivo in quel momento così cruciale. Tentò di alzare l'arma, ma Victor gli fece cenno di non proseguire.
«Gettala. Ora.» disse l'uomo, costringendo Dan ad ubbidire. Non poteva rischiare, non con lui così vicino a lei.
«Bene.» Victor posò il calice sulla balaustra di legno e scese con fare teatrale le scale, assicurandosi di avere la pistola ben salda in mano e diretta verso quello che un tempo era suo allievo. «Devo dire che come Rango S sei stato capace di controllarti, di nuovo. E' bello decidere quando trasformarsi e quando no, vero?»
«Perchè?» si limitò a dire Daniel. Arrivati a tanto si rese conto di voler sapere. Trovandosi di fronte a lui ripensò a tutti i bei momenti passati insieme, e quella domanda era l'unica cosa che gli veniva da chiedergli. Cosa aveva fatto di male? Erano sempre stati così affiatati. Lui gli voleva bene, un bene così profondo che non riusciva a spiegare. Per lui non era un mentore, non era solo quello. Era colui che l'aveva cresciuto, amato come un figlio... tradito.
«Perché questo è quello che facciamo. Noi ubbidiamo al Re, il suo volere è il nostro. Riporteremo in vita gli Originali, così da avere un posto d'onore nel nuovo mondo.»
«PERCHE' IO?» urlò Daniel, quasi in lacrime. Sentiva le ginocchia tremare, ogni muscolo che doleva, la testa che riprese a far male. Non riusciva a sopportare tutto questo.
«Oh. Perchè tu eri il frutto del loro amore. Loro figlio... qualcosa che li univa ancor di più del matrimonio. Sono stato anni ad amare invano tua madre, ed odiare quella feccia di tuo padre. Pensavo di farcela, ma poi arrivasti tu a rovinare tutto, così io decisi di rovinare la cosa più importante per loro: te.»
Dan sembrò ricevere diversi pugni in pieno viso. «Cosa stai...»
«Conoscevo tua madre da anni, stavamo bene insieme, poi arrivò tuo padre. Nascesti tu. Noi restammo in buoni rapporti, fin quando tu non avesti problemi di salute. Tua madre ha sempre saputo che ero un chirurgo, così si rivolse a me. Le dissi che ti avrei curato, ma in verità ti ho iniettato le cellule Wendigo in corpo, sicuro che saresti diventato uno di basso lignaggio. Invece no, diventasti un S. La notte che sterminasti la tua famiglia e tornasti umano, il Re mi ordinò di addestrarti, mi ordinò di amarti. Ma io ti odiavo prima, e lo feci ancor di più dopo, perchè avevi ucciso lei. Ti ho odiato ogni singolo giorno della mia vita.»
«SEI STATO TU AD UCCIDERE MIA MADRE!»
«No, ti sbagli. Tu li hai divorati. Dimmi... non senti ancora il loro sapore?»
«Tu sei pazzo, Victor. Pazzo.»
Victor si avvicinò ancora verso il ragazzo, ma prima che l'uomo potesse poggiare la pistola sulla fronte di Dan, quest'ultimo colpì l'arma di lui, facendo partire un colpo per poi farla cadere sul pavimento. Il colpo sfiorò il ragazzo, che passò all'offensiva. Diede un pugno all'uomo, che rispose con un calcio sullo stomaco, facendo tossire il ragazzo.
«Non opporti al tuo destino!» sputò Victor, ricevendo altri colpi in pieno volto. La colluttazione durò per diversi minuti, fin quando Daniel afferrò il pugnale e colpì la gamba dell'ex mentore, che cadde rumorosamente sul pavimento. Il sangue tinse di rosso il verde tappeto, mentre il ragazzo immobilizzava l'uomo, posizionandosi sopra di lui.
«No, ti prego no. Non farmi del male.» iniziò a dire l'uomo, con voce smorzata dal terrore.
«Perché non dovrei?»
«Ti ho visto crescere. Io... io ho visto del buono in te! Hai sempre cercato tua sorella, hai amato tutti, sei stato un ragazzo modello... nonostante il Wendigo... tu non sei un mostro.»
Daniel afferrò la gola di Victor, avvolgendola con tutta la mano, mentre lui continuava a contorcersi. «No ti prego Daniel... ti prego. Tu non sei così! Non sporcarti le mani di sangue... non sei un mostro, non sei un mostro...»
«Ti sbagli, io sono un mostro. E tu mi hai creato.» 
Strinse la presa intorno al collo dell'uomo, fin quando questo non esalò l'ultimo respiro. Deglutì, successivamente si alzò, correndo al piano di sopra. Trovò Lexi su un tavolo, vestiti strappati e piena di sangue. Il corpo era ricoperto da diversi tagli, alcuni profondi altri no. Aveva perso molto sangue... «Lexi... sono qui adesso.»
Il ragazzo afferrò il corpo di Lexi, dirigendosi verso l'uscita dello studio. Gettò un'ultima occhiata al cadavere di Victor e successivamente osservò l'uscita, dove notò l'Uomo di Ghiaccio poggiato al muro, che osservava la scena con un ghigno. Daniel lo scrutò, i loro sguardi si incrociarono. Il sorriso del Wendigo Originale contro lo sguardo serio di Daniel.
«Ben fatto, figlio mio.» disse l'Uomo di Ghiaccio, ma Daniel non rispose, scomparendo poco dopo dietro la porta. L'Uomo sorrise ancora una volta e scomparve in una nube di neve.                      



Note dell'autore:

Arrivati a questo punto della storia, posso dire con certezza che mancano tre capitoli alla fine delle vicende di Daniel, Lexi e compagnia bella. Contavo di arrivare almeno a venti capitoli, ma non ho voglia di allungare il brodo in modo inutile, rischiando di abbassare la qualità del racconto con momenti morti. In questi ultimi tre capitoli prometto di regalarvi qualcosa all'altezza di tutti i capitoli precedenti, o almeno ci provo. Quello che ho in mente comunque son sicuro che vi soddisferà. 
Quindi, siamo ufficialmente a -3!
Già mi sento male ad aver annunciato la fine di Sephiroth, non vorrei che finisse... ma è davvero una storia fin troppo autoconclusiva. Un seguito rovinerebbe tutto e non avrebbe senso d'esistere.
So... stay tuned. Godetevi il capitolo e fatemi sapere, se vi va. :D
      
   
 
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