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Autore: jmatta    11/04/2009    1 recensioni
Ogni tanto mi viene da sorridere se ripenso al nostro incontro. Come se fosse stato scritto nel destino.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Yondaime
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Quell'angelo rosso
Quell'angelo dai capelli rossi.

Quel pomeriggio. Leggero, candido e sereno. Caldo nella sua freddezza. Tiepido quano il cuore lo rivive.

Ti ho vista lì, in quella radura vicino al villaggio, la prima volta.
Era un pomeriggio di Dicembre. Aveva appena nevicato. I fiocchi si erano posati soffici e lenti sul terreno, colorando di bianco l'erba che caplestavi.

Ogni tuo passo spostava un po' di neve, lasciando scoperto un brandello di tappeto verde.
I tuoi capelli di un rosso fuoco facevano contrasto con il cielo rosseggiante, lì dove il sole moriva e il buio nasceva.

La tua figura snella tradita solo dai tuoi occhi verdi, si muoveva con agilità ed eleganza.

Dalla luce in quegl'occhi traspariva tutto lo sforzo e la concetrazione che mettevi nel compiere quelle mosse. Era uno spettacolo paurosamente stupendo. Era così stranamente meraviglioso vedere tutta quella tecnica e forza racchiusa in un corpo di donna.

Ero nascosto dietro un albero a circa 15 metri da dove ti stavi allenando, ma vedevo molto bene le gocce di sudore che scorrevano lungo quel viso perfetto.
Sentivo un brivido percorrermi la sciena quando fendevi l'aria intorno a te.

Eri forte e bellissima.
In quel pomeriggio d'inverno il mio cuore si fermò per la prima volta: mi ero innamorato di te.

Passai tutto il tempo possibile delle giornate seguenti dietro quell'albero per vederti all'opera.

Poi un giorno successe.
Tu ti accorgesti di me.

Quello che mi stupì non fu l'essere scoperto, ma rendermi conto che avevi sempre saputo dov'ero. Sapevi che c'era sempre stato qualcuno che ti spiava, ma non pensavi certo che fossi io! Così alla fine, quella più stupita eri tu e non io.
Ero così intontito dallo sguardo penetrante dei tuoi occhi smeraldini che non capii cosa mi stavi dicendo.
Erano occhi così simili ai miei... così profondi e così tristi...

Poi mi ridestai dalle mie riflessionie ti vidi inginocchiata a terra, pronta a chiedermi scusa per l'affronto recatomi. Non volevi mancarmi di rispetto piombandomi davanti così all'improvviso. Di scatto ti feci rialzare e scappai via. Ero così scombussolato...
Come era possibile che esistesse una persona che avesse la stessa intensità di dolore che avevo io nei miei occhi?

Ero incuriosito, ma mi promisi di non andare più nella radura...non volevo più incrociare quegl'occhi... i miei...

Passarono giorni..settimane..mesi...e quando ormai ti avevo quasi cancellato dalla mia memoria, tu ricomparisti nel villaggio.

Dicevi di volermi parlare. Cercavo sempre di evitarti... non volevo riprovare la sensazione di sentirmi "messa a nudo", ma poi decisi di  riceverti.
Tu entrasti nel palazzo vestita con un kimono rosso acceso, abbinato al casualmente al colore dei tuoi capelli.
Poi ecco che si incrociarono gli sguardi... le sensazioni si scontrarono tra loro..da un lato c'erano paura e pietà per quel fiume di dolore che scorreva negli abissi dei tuoi occhi, dall'altro la curiosità di scoprire se lì in fondo c'era anche un po' di speranza e di gioia. Il desiderio di trovare queste emozioni in te mi diede la forza di affrontarti.

Con voce dolce ma decisa mi parlasti.
- Buongiorno...- Eri un po' titubante. Oppure semplicemente diffidente. Avevo l'impressione che non amassi essere lì, al centro dell'attenzione. Eri più una ragazza semplice e riservata. Quello sfarzo che c'era nella sala nonti metteva a tuo agio. Odiavi avere tutti gli occhi puntati addosso. Lo percepivo dal modo in cui lanciavo sguardi un po' ovunque. Con fare nervoso.
- Buongiorno!- Ti risposi io, sorridendo.
I l tuo viso alla vista del mio sorriso si rilassò un po'. Quindi perso un po' l'imbarazzo iniziale, preseguisti a parlare.
- Scusi il disturbo... volevo solo restituirle questa pergamena. Le era caduta ancora quel pomeriggio, quando era andato via di corsa.-
Avevi la testa bassa, ma scorsi il piccolo sorriso furbo che ti si disegnò sul viso. Eri quasi soddisfatta di avermi colto in fragrante. Questo pensiero mi suscitò curiosità e un pizzico di  vergogna. Come avevo potuto lasciarmi scoprire da una semplice ninja? Era strano, ma tutto questo mi stimolava e mi divertiva.
- Ti ringrazio... sei stata molto gentile a riportarmela. Era estremamente importante e pensavo di averla persa. Grazie!- Conclusi, ridendo.
Tu non ti scomponesti.
-Non serve che mi ringrazi. É un piacere per me .- Ti inchinasti e ti voltasti per andartene.
Avevo un piccolo dubbio che mi ronzava in testa. Perchè avevi aspettato così tanto per riportarmela? Decisi che l'avrei scoperto presto, ma non era quello il momento e il luogo adatto. Però decisi lo stesso di chiederti un ultima cosa.
-Aspetta!- Ti ordinai. Tu ti fermasti immediatamente. Ti girasti di scatto con un misto di terrore e di curiosità. Non sapevi il motivo di quell'ordine improvviso. Riuscivo a vedere gli ingranaggi del tuo cervello che si mettevano in moto per trovare una spiegazione plausibile.
- Posso almeno sapere il nome della persona che mi ha riportato questa preziosa pergamena?- Domandai divertito da quella situazione imbarazzante per te. Era una specie di rivincita per essermi lasciato spiazzare quel pomeriggio nella radura.
- Kushina.- Risposi un po' indispettita.
- Kushina? Bel nome. Complimenti!- Sorrisi.
Tu, un po' imbarazzata dal complimento, mi ringraziasti goffamente e sparisti dietro quel portone immenso.

Kushina. Che suono melodioso che ha il tuo nome. E se poi penso che apparteneva ad un angelo dai capelli rossi e con occhi come smeraldi, suona ancora più bello.
  
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