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Autore: misteryOo    21/05/2016    1 recensioni
"Hannibal che sussurra teorie sull’amore. Will che morirebbe con lui cento volte ancora."
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Hannibal Lecter, Will Graham
Note: Lemon | Avvertimenti: Spoiler!
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Seduta Numero 3 (l’amore e la bestia)

Si sveglia nel tardo pomeriggio. In casa è solo. Il profumo di Hannibal aleggia nella stanza, mantenendo vive le sensazioni del sogno che Will ha fatto durante la notte. Il profiler torna sdraiato e sospira. Calcia le coperte in fondo al letto in un gesto di nervosismo. Sospira ancora una volta.

«Possiamo stare qui ed essere felici. Io e te» Da un angolo della sua memoria riemerge improvvisamente questa frase. Will sente l’emozioni sintetiche, che il suo cervello ha creato nella notte, attaccarsi alla pelle come colla. E proietta a ripetizione mille volte, sul muro bianco della sua testa, l’immagine di Hannibal che lo tocca e lo bacia, che gli parla, che lo ama. In un piacevole tempore, con la stanchezza che pesa ancora sulle palpebre -nonostante le svariate ore di riposo-, immerso in un intorpidimento dei sensi, si lascia eccitare da quelle visioni. La mano scivola leggera nei calzoni. Afferra il membro già duro, e si muove sicura.

Will fantastica. Vive e si nutre d’immaginazione. Di fatti che non sono mai accaduti, di un corpo nudo che non ha mai visto, di un amore che non è nemmeno sicuro esistere. E quando viene è capace di articolare un’ unica parola. «Hannibal» Ed Hannibal è lì -non è mai andato via- appoggiato come sempre allo stipite della porta: con la bocca leggermente socchiusa, lo sguardo illuminato dalla luce di cui Will risplende e la stoffa dei pantaloni terribilmente tesa.

***

Non c’è bisogno di parlare: i corpi trovano le loro personali posizioni, incastrandosi l’uno con l’altro. Hannibal sovrasta Will. Gli preme l’erezione dura sulla coscia. Lo bacia affamato e, quando le lingue s’incontrano, Hannibal può sentire il sapore della saliva di Will esplodergli sulle papille gustative. Ogni ostacolo è stato abbattuto, ogni barriera spazzata via dalla forza delle braccia di Hannibal, tutte le maschere sono state tolte e posate a terra: sono solo loro stessi, ora.

Will percepisce la presenza di un filo annodato al cuore. Si aggrappa alla corda e la segue per tutta la sua lunghezza. Giunge all’altra estremità, trovando Hannibal -c’è sempre Hannibal- nudo, nudo per davvero questa volta. Lo psichiatra sorride dolcemente. Will sa che sarà un viaggio duro da intraprendere, quello nel profondo dell’animo di Hannibal Lecter.

***

 

Conosce per primo l’amore.
In una sequenza di fotogrammi riprodotti ad altissima velocità, Will si perde nella sensazione di totale passione che quelle immagini gli donano.
Riesce a riconoscere la fantasia del suo nome e quello di Hannibal stupidamente incisi su un albero. Di loro due insieme, in uno spazio bianco e sconfinato, ad essere -in modo semplice e spontaneo- amanti. Di cene a lume di candela, in una casa in Italia. Di una vita che lo fa piangere, da quanto è simile a quella che lui stesso ha desiderato per un tempo infinito. 

«Ti amo William»
«Anch’io»

Conosce la cucina per seconda.
Un profumo di spezie lo avvolge. Il rumore della carne che rosola lentamente in padella gli fa venire l’acquolina in bocca. Il battere ritmico di un coltello sul tagliere si sincronizza con quello del suo cuore. La perfezione, con cui la tavola in sala da pranzo è apparecchiata, gli fa trovare un ordine che non credeva esistere. 

«Vorrei invitarti a cena»
«Ti amo»

Conosce il mostro per terzo.
Will viene trascinato in una fantasia ossessiva che gli divora velocemente lo stomaco. In flash confusi vede se stesso che pugnala un uomo, e Hannibal in disparte che sorride in modo folle. Osserva Hannibal uccidere centinaia di volte, con la mente che grida un desiderio pazzo di espressione. Hannibal che si macchia la camicia bianca di sangue. Hannibal che, a fuoco lento, cuoce corpi umani. Hannibal che, con soddisfazione, serve ai suoi ospiti altri ospiti. Hannibal che raggiunge l’estasi al ricordo del bacio con Will, pianificando una restaurazione completa della mente del profiler. Hannibal che occulta una bestia terrificante in un angolo remoto del suo essere.

Will cerca di liberarsi dal cunicolo da incubo in cui si è infilato, ma le mani dello psichiatra lo tengono ancorato lì. Allora urla, si dimena, teme di essersi perso per sempre.

«Ti amo così tanto che per te ucciderei»
«Lo hai già fatto»
«Mille volte»

***

 

Will spalanca gli occhi e spinge Hannibal lontano da sé. Lo psichiatra guarda il ragazzo che ora sta tremando.
Lecter non sente il bisogno di scusarsi. Lui ha deciso, lui ha voluto che Graham lo scrutasse nell’animo, perché sa che l’unico modo per potersi fare amare fino in fondo è mostrarsi fino in fondo.

«Will, parla» Gli ordina, vedendo che gli occhi del profiler sono diventati vacui. Ma Will scuote la testa, e nega, nega, nega. Hannibal allunga una mano per sfiorarlo. «Va via!» Grida improvvisamente Will, rianimandosi. «Non mi toccare» Urla, esternando tutta la rabbia che ha dentro. Tutto il desiderio che ha di uccidere il Dottor Lecter. Tutta la malsana voglia di sangue che gli è rimasta addosso a causa del legame di empatia stabilito con Hannibal. Piange e continua a gridargli di andarsene.

Hannibal capisce che ci vorrà del tempo. Raccoglie le sue cose e sparisce dietro la porta, lasciando Will ad impazzire, da solo.

 

 

 

 

  
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