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Autore: Lilith_Luna    21/05/2016    1 recensioni
Una leggenda narra di una creatura del mare che, attratta dalle lacrime provocate dalla sofferenza, spinge le donne a suicidarsi su una scogliera. Lui è conosciuto con diversi nomi, tra cui Principe delle sirene, ma nessuno sa il suo vero nome, forse non ne ha uno.
Questo essere pericoloso sarà molto attratto da Eileen, una ragazza in lotta con se stessa che non piange mai. Le offrirà in cambio delle sue preziose lacrime e della sua vita in fondo al mare con lui, un Cuore d'oceano.
Ovvero un cuore freddo come il ghiaccio, come quello delle sirene.
Genere: Dark, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ragazzi spezzati

 


     Il magnifico cielo d'Irlanda non riusciva a metterle pace, non quel giorno. Un cielo di un azzurro così limpido, e così simile agli occhi di Eileen, da farli sembrare due schegge di specchio luccicanti.
     La ragazza avrebbe voluto lasciarsi alle spalle la nottata alla scogliera, e ci sarebbe riuscita, non fosse stato per l'incidente con la tazza di caffè avvenuto quella mattina.
     "Stai lontano dalle pozze d'acqua, Eileen. Da qualsiasi pozza d'acqua." La voce di sua nonna le risuonava continuamente in testa mentre stava seduta sul muretto di pietra guardando il mare, aspettando i suoi amici.
     Eileen era a Waterfall Castle da poco più di una settimana e nonostante la sua indole un po' fredda non le era stato difficile farsi degli amici. La prima sera era andata alla Lighthouse, il bar sul lungomare più frequentato del paese, e aveva fatto amicizia con Lisanna, la cameriera che l'aveva servita e che successivamente le aveva presentato i suoi amici. Una chioma biondo rame fece capolino dal una delle vetrate del bar e le fece cenno di aspettare altri cinque minuti: Lisanna aveva il pomeriggio libero e le aveva chiesto di raggiungerla per andare in spiaggia.
     Questo non era esattamente il modo migliore di stare lontano dall'acqua, ma quel giorno la temperatura era piuttosto bassa per via del forte vento che aveva spazzato via ogni batuffolo di nuvola dal cielo. Non che il freddo l'avesse mai fermata, comunque: Eileen, da vera dublinese, aveva il sangue freddo come le acque irlandesi e faceva il bagno nel gelido Mare del Nord anche a febbraio. Si rattristò pensando che solo il giorno prima aveva fatto una gara di nuoto con Lisanna e i suoi amici, dalla riva fino al faro. Si voltò a guardarlo stagliarsi bianco come le ali di un gabbiano contro il blu del cielo.
     Davanti ad esso, una linea di schiuma candida come panna montata solcava il mare perdendosi nell'infinito. Era un fenomeno raro: l'incontro di acque di densità e temperatura diverse che non potendo mischiarsi creano una barriera naturale sormontata da una cresta di schiuma. Da un lato il blu oceano della Baia delle Sirene, dall'altro il verde mare della Baia delle Favole. Ma non è l'unico fenomeno strano di quelle acque, difatti un'innaturale corrente calda accarezzava la costa in alcuni punti, facendo di Waterfall Castle una meta balneare nei mesi estivi, per i turisti non troppo impavidi da buttarsi nelle fredde acque irlandesi.
     Eileen amava il mare, ma si fidava di sua nonna e sapeva che l'esperienza avuta la notte prima con quella creatura, per quanto volesse fingere, era reale. Ma poteva parlarne ai suoi nuovi amici? Erano del posto in fondo, potevano saperne qualcosa.
     ‹‹Ellie!›› La voce di Lisanna le squillò nell'orecchio, Eileen si portò una mano al petto nel tentativo di calmare il cuore. ‹‹Scusami, non volevo spaventarti››.
     ‹‹Mi ero persa nei miei pensieri››. Le sorrise cercando di scacciare la preoccupazione per potersi godere la giornata tiepida ma ventosa.
     ‹‹Andiamo, gli altri sono già in spiaggia››. Eileen seguì Lisanna giù per le scale che conducevano alla grande spiaggia – non troppo affollata quel giorno. Il sole splendeva indisturbato nella volta celeste, facendo brillare la Baia delle Favole come un gioiello. Il faro si trovava su un promontorio che divideva le due baie e sotto di esso, in mezzo alla scogliera, la Punta della Morte.
     Appena raggiunta la spiaggia, Lisanna tolse le scarpe da ginnastica bianche che usava per lavorare e corse verso i suoi amici, i capelli al vento che catturavano i raggi del sole mandando riflessi d’oro.
     ‹‹Ellie, sdraiati vicino a me, aiutami a fare le parole crociate››, la chiamò Amanda, anche lei bionda, i capelli boccolosi tenuti fermi da una fascia rossa in stile pin-up, abbinata al suo costume a pois. Eileen si chiese come facesse a non sentire freddo, ma Amy era così, sempre mezza nuda; infatti discuteva spesso con Alice, la sua ragazza, che invece aveva persino il cappuccio della felpa scura tirato su. Alice non sopportava il sole. Mentre cercava di accendersi una sigaretta un pallone da calcio la colpì alla nuca e lei si tirò giù il cappuccio imprecando.
    ‹‹Bastardi, è la terza volta che mi colpite, adesso vi faccio vedere io come si gioca!›› Tolse la felpa, restando in maglietta e corse dai ragazzi che giocavano più in là, sollevando nuvole di sabbia fine.
     ‹‹Almeno adesso ha qualcosa da fare, invece di continuare a lamentarsi››, commentò Amy.
     ‹‹Dai, lasciala stare, lo sai che viene in spiaggia solo per te››, la rimproverò Liz.
     ‹‹Per controllare che non mi metta in topless, vorrai dire››.
     Eileen era felice di aver trovato degli amici, ma non si sentiva ancora abbastanza in confidenza per poter fare battute sulla loro vita privata, così stette sulle sue. Amy notò il suo silenzio e si voltò a guardarla, sollevando gli occhiali da sole a forma di cuore.
     ‹‹Che faccia, non hai dormito? Ancora incubi?›› Eileen si limitò ad annuire con un sorriso triste. Liz smise di cercare di pettinarsi i capelli con le dita e le passò un braccio attorno alle spalle.
     ‹‹Ellie lasciatelo dire, hai le occhiaie più evidenti del solito. Con noi puoi parlare, magari possiamo aiutarti in qualche modo››. Non volendosi arrendere al suo silenzio, cercò di strapparle un sorriso. ‹‹La prima volta che ti ho vista stavi annacquando di lacrime un whiskey invecchiato vent’anni. Non può essere peggio di allora››. Ad Eileen scappò una risatina. ‹‹Vuoi raccontarci la tua storia, adesso? Non sei qui per una semplice vacanza››.
     Eileen chiuse gli occhi, sospirando. No, non era a Waterfall Castle per una vacanza. Era scappata di casa. Era una “ragazza spezzata” come loro. Tutti loro che avevano avuto, o avevano tuttora, dei problemi. Alla fine era diventato il nome del loro gruppo, una specie di gang: i Broken Boys.
     Amy era scappata di casa all’età di quindici anni ed era finita a prostituirsi. Alice era stata violentata dal patrigno quando ne aveva solo tredici e da quel momento non si era più fatta toccare da un uomo, anzi aveva rifiutato di sentirsi una donna, scegliendo di farsi chiamare da tutti “Ace”. Si imbestialiva quando veniva chiamata Alice, cosa che permetteva raramente soltanto ad Amy. Il padre di Brad, una sera in cui era più ubriaco del solito, lo aveva marchiato a fuoco sul viso con un ferro ricurvo, da allora aveva una cicatrice a forma di mezzaluna che partiva dalla tempia sinistra fino a curvarsi sullo zigomo; per questo si faceva chiamare Lunarossa.
    Tutti loro avevano storie e soprannomi: Ash “King” Jensen, Joey “Lion” Everett, Liam “Gold” MacCallister, Brad “Lunarossa” Westlake, Alice “Ace” McClaren, Amy “Devine” Morgan e Lisanna “Sugar” Kerr. Amy aveva mantenuto il suo nome da lap dancer, mentre a Liz era stato affibbiato il nome Sugar perché era la più innocente del gruppo. In effetti tante volte Eileen si era chiesta come ci fosse finita con loro, non che fossero ragazzi cattivi, ma un po’ folli, quello sì.
     Forse era destino che Eileen li incontrasse, una sorta di “richiamo karmico”, dal momento che lei stessa non era proprio ciò che si definiva una brava ragazza. Sulle ali di questo pensiero, iniziò ad aprirsi.
     ‹‹Il mio migliore amico si è suicidato per colpa mia››.
     ‹‹Oddio!›› Esclamarono all’unisono le ragazze.
     ‹‹Aveva molti problemi. Era caduto in depressione, prendeva delle medicine… e io non mi sono accorta di niente. Io… gli ho dato il colpo di grazia››. Le si spezzò la voce e dovette interrompersi.
    ‹‹Che cosa vuoi dire?›› Anche Amy le si era fatta più vicina. Eileen prese un bel respiro e alzò gli occhi al cielo cercando di trattenere le lacrime. Detestava piangere.
     ‹‹Lui non mi raccontava tutto. Era evidente che non mi raccontava tutto, nonostante fossi la sua migliore amica. Io non sapevo fosse depresso, Mark ha sempre fatto quello forte, quello che proteggeva tutti… era una sorta di fratellone per me e il mio gruppo di amici››. Si prese i capelli tra le mani, tirandoli indietro. ‹‹Eravamo cresciuti insieme. Per un periodo ho avuto una cotta per lui, ma mi vedeva come una sorellina, come la ragazzina da proteggere dai maschiacci di turno. Poi siamo cresciuti, io mi sono fidanzata con Luke, il suo migliore amico, e le cose hanno iniziato a cambiare, lui ha iniziato a cambiare. Si è allontanato dal gruppo, non so in che giri sia finito. Una sera…››, la voce le si spezzò di nuovo e le prime lacrime iniziarono a solcarle le guance, lacrime che aveva trattenuto troppo e che erano diventate grosse e pesanti come sassolini. ‹‹Una sera… una sera mi ha chiamata, dopo un sacco che non si faceva più sentire e mi ha detto “Babyblue - è così che mi chiamava – ho bisogno di te”, ma non voleva dirmi di cosa si trattava, era… era strano, paranoico… ha detto di amarmi. E il mio stupido orgoglio ha avuto la meglio. Gli ho detto che era tardi, che poteva andare da una delle sue put-tanelle… e ho riat-riattaccato››. Il pianto ormai era diventato incontrollabile e dovette fermarsi per un po’. Le sue amiche la strinsero forte, aspettando che si calmasse. Quando i singhiozzi cessarono, Eileen sembrò un’altra persona: ogni traccia di dolore era scomparsa, come lavata via da un colpo di spugna. ‹‹Quella notte Mark si è tolto la vita. Il giorno dopo il mio ragazzo mi ha mollata, sapevo già che mi tradiva. Me ne sono andata. Sono letteralmente scappata››.
     ‹‹Oh, Ellie…›› Liz la abbracciò più stretta. ‹‹Posso solo immaginare come ti senti, ma ti stai prendendo più colpe di quelle che hai realmente››. Amy le passò un fazzoletto preso dalla sua borsa rossa ed Eileen ci affondò il viso. Entrambe le amiche le accarezzarono i capelli.
     ‹‹Scusatemi, è la prima volta che piango realmente, da quando è successo››. La sua voce non aveva più il minimo tremolio, era semplicemente atona.
     ‹‹Eri sotto shock, è normale. E credo tu lo sia ancora. Stasera ti portiamo al Borderline, che ne dici, Amy?››
     ‹‹Sì, è un’ottima idea! Stasera c’è una sfida tra band, ci saranno sicuramente un sacco di bei ragazzi che potrebbero tirarti su il morale››, nel dire l’ultima frase Amy sollevò allusivamente le sopracciglia, facendo ridere Eileen.
     ‹‹Amy! Ti sembra il caso? Non sono tutte ninfomani come te!››
     ‹‹Tesoro, io so divertirmi, a differenza tua››.
     Vedere le due bionde bisticciare amichevolmente per tirarle su il morale le fece superare il crollo momentaneo che aveva avuto. Eileen si era sentita in imbarazzo, non era da lei mostrare una tale debolezza davanti agli altri, di solito aspettava di essere da sola per lasciar fluire il dolore. Soffiò il naso e sperò di non avere tutto il nero del trucco colato sotto gli occhi. Al resto ci pensarono il vento e il sole: le asciugarono le lacrime, le scaldarono nuovamente le guance e un raggio caloroso riuscì persino ad infiltrarsi sottopelle, raggiungendo il cuore ed accendendo una piccola luce di speranza in fondo al tunnel.
     ‹‹Oh no››, la voce di Amy cambiò improvvisamente tono, perdendo la giocosità di poco prima. Eileen e Lisanna si voltarono per capire a cosa si riferisse.
     ‹‹Merda, non doveva venire adesso››. Liz si alzò e andò incontro al ragazzo che stava scendendo in spiaggia.
     ‹‹Chi è? Mi sembra di averlo già visto alla Lighthouse››, chiese Eileen.
     ‹‹È Shane, il ragazzo di Liz››. Non sembrava affatto contenta della cosa.
     Eileen aggrottò le sopracciglia. ‹‹Credevo che tra lei e Ash…››
     ‹‹Sì, infatti. Tra loro due c’è sempre stato una specie di tira e molla non ufficiale. E poi la storia con Shane durerà ancora poco, vedrai››. Amy si sdraiò di nuovo e riprese il suo cruciverba, calandosi gli occhiali da sole a forma di cuore sugli occhi.
     Eileen si voltò a cercare Ash tra i ragazzi che giocavano a pallone e lo vide: magro, capelli neri, tatuaggi che spuntavano dalla maglia a maniche corte e gli occhi puntati sulla coppia che stava parlando in fondo alle scalette. Qualcosa dentro di lei si accese di nuovo, ma stavolta non era una luce, no.
     Si accese una fiammella nera.
 
 
♦♦♦
 
 
     Eileen aveva già sentito parlare del Borderline, un pub in centro che occasionalmente organizzava serate a tema ed esibizioni live nella sala interrata. Lisanna le aveva raccontato che Ace non ci andava mai volentieri perché Amy aveva avuto un flirt con Leila, la barista, anche se era storia vecchia, di quando aveva lavorato lì come lap dancer. Sui trascorsi sentimentali, o meglio sessuali, della sua ragazza, Ace preferiva sorvolare dal momento che era una persona molto possessiva e non voleva rovinare il loro rapporto per le sue gelosie, immotivate o meno; ed Amy faceva di tutto per non fargliele pesare. Eileen le ammirava molto per questo. Uno dei suoi ex ragazzi era talmente geloso da aver messo le mani addosso a Mark, una volta.
     Mark…
     Ancora si chiedeva come fosse potuto succedere. Se avesse potuto fare qualcosa.
     Certo che avrebbe potuto, ma aveva preferito chiudere gli occhi.
    Strinse le mani sul bordo del lavandino e chiuse le palpebre per non guardarsi allo specchio. Si faceva schifo. Nonostante la perdita del suo migliore amico era a Jason che pensava. A lui e la sua nuova ragazza. Le si strinse il cuore in una morsa.
     Quando riaprì gli occhi il dolore era passato, il suo viso più risoluto, gli zigomi tirati in un’espressione decisa. Spostò le ciocche che le ricadevano sul viso, continuando a fissarsi allo specchio. Con precisione, mise il rossetto scuro, il suo preferito. Era quasi pronta. Mancava soltanto un tocco di rosso.
     Tirò fuori dall’astuccio dei trucchi il portacipria e lo aprì, estraendone la lametta di un rasoio.
     Solo uno in più e poi basta.
     Passò la lametta all’interno del polso, lentamente. Lo voleva sentire. Doveva sentirlo.
    Goccioline piccole come granelli di sabbia apparvero una a una, in fila. Eileen restò a guardarle gonfiarsi e farsi pesanti, alcune si confusero tra loro in una linea. Premette con un dito poco sotto il taglio e osservò il sangue scivolare fuori e gocciolare nel lavandino bianco.
     Due grosse gocce, cosa sarà mai.
     Si guardò di nuovo allo specchio, visibilmente calma e soddisfatta.
     Sono una di voi. Sono una ragazza spezzata.
  
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