Non andare
Eccomi con un nuovo capitolo!!! Spero vi piaccia. Mi scuso per il
scadente servizio del tg (capirete leggendo), ma ero molto indecisa e non
sapevo da che parte partire… va bè, non vi resta che leggere, e magari lasciare
un commentino…. Buona lettura…
Ah, dimenticavo i ringraziamenti a chi ha messo la mia storia tra
i preferiti! Eccoli qui:
1 - antimarella94
2 - aras95
3 - Aurora_Cullen
4 - bellemorte86
5 - bizzo
6 - cesarina89
7 - Confusina_94
8 - dahlia3vFA
9 - damaristich
10 - elis_cullen
11 - fedev82
12 - franci_cullen
13 - giugiu182
14 - kira988
15 - lalla22
16 - lilly3
17 - Lithia del Sud
18 - Lucky_Didi
19 - Manyu
20 - Mapi
21 - NIKEHOPE90
22 - patu4ever
23 - rebby
24 - sara2087
25 - SaraMasenCullen
26 - scimmietta95
27 - sexy_eclipse
28 - skater4ever
29 - tuxe
30 - valeEfla
31 - veliva
32 - _ki_
33 - _Nessie_
Di nuovo buona lettura!
<< allora?
Cosa ci fai qui? >> ripetei.
<< ecco, mi
dispiace… ehm, io non volevo disturbarvi… >> cercò di spiegare Seth. Tra
tutte le persone che potevano sbucare fuori da un cespuglio, lui era quello che
meno di tutti mi sarei aspettato di vedere. Possibile che anche nei momenti più
belli, c’era sempre qualcuno che irrompeva nella mia felicità senza bussare o
chiedere il permesso?
Udii un ringhio
dal petto di Alec, ma lo ignorai. Tra lui e mio padre si poteva fare un
concerto.
<< allora?
>> chiesi.
<< allora
cosa? >> chiese Seth.
<< senti,
forse sono matta io, o forse mi ci state facendo diventare. Ti pare normale che
una persona che dovrebbe essere dall’altra parte del pianeta sbuchi fuori da un
cespuglio, senza maglietta in pieno novembre? >> dissi io retorica.
<< giusto.
Non fa una pecca. Comunque io ti avevo avvertita che sarei venuto! >> si
spiegò il licantropo.
<< tu cosa?
Ma allora è un vero complotto! Volete farmi diventare matta! >> esclamai.
<< ti ho
mandato un messaggio! >> esclamò lui, intimorito dal concerto di ringhi
che proveniva dal petto di Alec.
<< ah si?
Controlliamo subito… >> dissi io, perdendo le staffe e raggiungendo un
tono di voce acuto. Sfilai il cellulare dalla tasca dei jeans e controllai i
messaggi. Trovai un messaggio recente di Seth e lo aprii. Lo lessi velocemente,
cercando di acchiappare qualche parola tipo “Volterra”, “ti raggiungo” e roba
del genere. Nulla.
Alzai lo sguardo
e dissi trionfante:
<< nessun
messaggio >>
<< non è
possibile. Ti ho spedito il messaggio che diceva che anche io mi sarei dato da
fare per vendicare Jacob, no? >> chiese lui, disperato.
<< si,
quello… >> ma poi fui folgorata dall’evidenza. Esprimersi meglio la
prossima volta? Mica potevo arrivarci da sola che attraversava l’oceano!
<< insomma!
Che diavolo sta succedendo? >> sbottò all’improvviso Alec, concludendo di
gran carriera il concerto nel suo petto. E devo dire, magnifico petto….
<< niente,
Seth è venuto qui da Forks, ma il tempo di organizzarci e sarà di ritorno a
<< invece
ti sbagli. Non ho intenzione di andarmene! Con quel che mi è costato il
biglietto aereo di prima classe! >>
<< i tuoi
genitori sanno che sei qui? >> chiese Alec, usando lo stesso tono di voce
che si usa con i bambini quando si perdono.
<< gli ho
mandato un messaggio quando sono atterrato. >> rispose lui, allegro.
<<
mandagliene un altro dicendogli che stai per far ritorno >> dissi io.
<< ti ho
già detto che io non torno a casa. >>
<< quanto
ci scommettiamo? >> dissi io malefica.
<< Seth!!
>> esclamò mia madre appena lo vide << tesoro, ma cosa ci fai qui?
Dio, viaggiare tutto solo… sarai affamato! Ragazze, bisogna andare a fare la
spesa! >>
Cosa? Non posso
crederci! Invece di sgridarlo, lo trattano come un principe che torna
vittorioso dopo la guerra.
<<
Renesmee, vai tu a fare la spesa… compra qualche cosa, poi ci organizzeremo
meglio per i prossimi giorni… >> disse mia madre, abbracciando e baciando
Seth.
Prossimi giorni?
Ma siamo matti? Forse non hanno capito che devono metterlo sul primo aereo e
rispedirlo da Sue!
<< la
accompagno >> sentii dire da Alec
Cosa? Pure lui è
d’accordo?
<< cosa c’è
che non va, amore? >> chiese lui.
Amore? O mio dio,
dimmi che gli altri non hanno sentito! Mi guardo intorno, ma pare che nessuno
abbia sentito. Mi giro verso Alec e lo
vedo che se la ride come un matto… va bè, andiamo a fare questa spesa… che si
strozzi pure con il cibo, tanto io ho il mio
“amore”…
<< e
questo? >> chiesi, rigirandomi tra le mani un barattolo di latta con
un’etichetta poco invitante. La parola “Chele”
capeggiava a caratteri cubitali sopra all’immagine del prodotto.
<< che ne
so io? >> chiese lui con un’alzata di spalle.
Riposi il
barattolo nel suo scaffale, non sicura di cosa fosse. Anche se però sarebbe
stato un dispetto perfetto… purtroppo non sapevo cosa mangiasse Seth, per quel
che mi riguarda poteva anche adorarlo. Io, dal canto mio, non ho mai mangiato
del “Chele”…
Passammo una
buona oretta a cercare di distinguere ciò che era commestibile da ciò che non
lo era. Compito alquanto difficile se si calcola che Alec non mangiava cibo
umano e io ne mangiavo poco e molte
volte senza sapere cosa fosse esattamente. Quando passammo davanti al reparto
per i cani, mi venne la cattiva tentazione di prendere una busta di croccantini
per servirglieli a Seth, ma poi ci rinunciai. Arrivammo alla cassa con il
carrello pieno di schifezze, e ci volle un po’ di tempo prima che capissimo
come funzionasse il rullo. La cassiera rimase perplessa dalla nostra ignoranza,
ma quando vide bene il volto di Alec, si dimenticò del rullo e si mise a farli
gli occhi dolci. Dal canto suo anche Alec fu gentile, e sembrava anche
interessato alla ragazza. E io, anziché essere gelosa, mi ritrovai a sorridere
e a pensare: “il mio amore ha fame?”
Mentre uscivamo
dal discount e portavamo le borse al limitare del bosco, in modo da poterci
allontanare più velocemente, Alec mi chiese:
<< hai
visto come era carina quell’umana? >>
<< si, ho
notato. E scommetto che aveva anche un ottimo profumo… >> risposi.
<< hai
centrato il punto >> e così dicendo mi diede un bacio delicato sulle
labbra.
Avremmo dovuto
fare la spesa più spesso d’ora in poi… in un certo senso, Seth stava tornandomi
molto utile.
Passarono i
giorni, e all’appartamento c’era sempre un gran via vai di vampiri. I volturi e
il corpo di guardia dormivano all’aria aperta, ma di giorno erano quasi sempre
da noi, solo se il tempo naturalmente gli permetteva di uscire dal bosco al
riparo dal sole. Solo due volte c’era stato un cielo pulito con un sole
autunnale. Io però cominciavo a stancarmi di quell’appartamento piccolo e male
arredato.
Un giorno, mentre
ero seduta in balcone a giocare a carte con Seth, ci arrivò la notizia che Esme
aveva trovato una casa in una radura, o meglio, in aperta campagna. Vicino
c’era anche un bosco, quindi per cacciare non era un problema, almeno per noi.
Dalle descrizioni, la casa era molto grande, una sorta di villa rinascimentale,
ma era distante dalle città: questo era un problema per i volturi. Vabbè, si
sarebbero arrangiati.
La nuova casa
pareva la villa di Versailles!
Aveva quasi
cinquanta camere da letto, due sale da pranzo e un’enorme cucina. I bagni erano
associati alle camere, quindi quasi cinquanta anche loro. Devo dire che Esme ha
proprio buon gusto. Certo tutte quelle camere da letto e quei bagni non servivano
a molto, ma a me e a Seth non dispiacevano affatto. Al piano di sotto, con la
cucina e la sala da pranzo, c’erano le sale da gioco e una per i ricevimenti.
Sicuramente Alec e Jane sarebbero tornati ai vecchi tempi. Scelsi la camera più
grande e ben fornita. Infatti Esme aveva voluto fare le cose per bene, quindi
aveva arredato personalmente ogni stanza. Svelato il mistero del lungo
soggiorno nell’appartamento.
I giorni
trascorrevano veloci e monotoni anche in quella casa. Alec era quasi sempre in
riunione con tutti gli altri nella sala dei ricevimenti, quindi io e Seth ci
ritrovavamo soli e annoiati. Quei pochi momenti che passavo con Alec, erano
veloci e fugaci, e mai abbastanza. Lui era sempre dolce e gentile con me, al
contrario della sorella. Sembrava un leone che segna il territorio ovunque
vada, per tenere lontano i rivali.
Durante una delle
tante riunioni, io e Seth eravamo in camera mia, giocando a scacchi. Ma dopo la
quarta partita, eravamo più annoiati di prima.
<< andiamo
a guardare un po’ di televisione? >> propose lui.
<< sempre
meglio di niente >> risposi io, sbadigliando.
Ci dirigemmo in
camera di zio Emmett perché li si trovava il televisore più grande e
sofisticato di tutta la casa. In teoria serviva per vedere le partite, ma a
parer mio era sprecato. Le donne di casa, me compresa, avremmo preferito
destinarlo ai programmi televisivi e ai film… non a delle stupide partite di
calcio.
Accendemmo il
televisore su un canale a caso. Il telegiornale.
- … la polizia
sta ancora cercando i colpevoli di tale massacro, nonostante…-
Seth cambiò il
canale, ma io urlai di rimettere sul tg. Era un canale americano, non c’erano
dubbi. L’unica cosa che non quadrava è che il titolo in sovraimpressione era:
“massacro tra i vicoli di Volterra: persone fatte a pezzi.”
-… Volterra è
ancora scossa da queste notizie, ma la cosa che preoccupa di più il governo
italiano è che i pezzi ritrovati non sembrano appartenere a delle persone sane.
Alcuni ipotizzano che non appartengano nemmeno a delle persone umane. Abbiamo
contattato un medico che lavora per i R.I.S. per farci spiegare la situazione:
<< cosa ne
pensa del ritrovamento? >>
<< mai
vista una cosa del genere. I pezzi di carne sono bianchissimi, e il sangue è di
un colore così scuro che non pare sangue. Tra poco avremo i risultati sul dna,
ma sono più che convinto che non è sangue. >>-
Così dicendo il
ragazzo si congedò dalla giornalista.
Io e Seth non
eravamo a bocca aperta, peggio. Ci guardammo negli occhi, quasi a voler cercare
la conferma che anche l’altro aveva sentito le stesse cose, poi scattammo verso
l’uscita e ci dirigemmo velocemente verso il salone. Entrammo senza bussare, e
probabilmente sui nostri volti c’erano dipinte paura e preoccupazione, perché
nessuno ci attaccò in malo modo per averli interrotti. Alec mi venne subito
incontro, ma io ero troppo spaventata per parlare, ma anche solo per guardarlo
negli occhi.
Fu Seth a parlare
per primo. Spiegò cosa avevamo visto al tg. Mentre il ragazzo parlava, sentivo
i muscoli di Alec tendersi, e fu un miracolo se non si spezzarono.
<< la
squadra A, partirete tra due ore… destinazione Volterra. >> decretò
infine Aro, tra il silenzio generale.
Alec mi baciò
delicatamente sulla fronte, e insieme ad altri sei o sette vampiri del corpo di
guardia, uscirono dal salone.
Mi ci vollero ben
dieci minuti per capire cosa stesse succedendo, e perché erano andati via.
Corsi verso la
stanza di Alec, sicura che lo avrei trovato li. Non mi sbagliavo.
<< non
andare >> dissi entrando. Lui si voltò verso di me, e dolcemente mi abbracciò.
<< devo
>> mi sussurrò all’orecchio.
<< manda
qualcun altro. Dì ad Aro che passi alla squadra B >>. Mi stavo
arrampicando sugli specchi.
Lui sorrise, ma
non disse altro. Mi liberò dall’abbraccio, poi si diresse verso la porta e con
un sorrise pieno d’amore, mi disse:
<< tornerò
>>.
Corse fuori e
raggiunse in giardino gli altri. Rimasi sola, come sempre, con un forte senso
di tristezza e malinconia che mi attanagliava il cuore.
Non riuscivo a
parlare e a pensare. Le uniche cose che ero riuscita ad assimilare erano che se
ne andava dritto nella tana del lupo e che rischiavo di perderlo. E quando si
parla di lupo, intendo letteralmente. Volterra non era più la città dei
vampiri, ma di quelle bestie.
Dopo qualche
minuto mi ritrovai a pregare Jacob (ebbene si, Jacob) di proteggerlo.
“ so che ti sto
chiedendo troppo, che io dovevo essere tua e ora invece sono sua, ma se mi vuoi
ancora bene, salvalo, tienilo sotto la tua protezione, come se fossi io a dover
essere protetta. Riservagli lo stesso trattamento. Ti prego….”
E una lacrima mi
rigò il viso, seguita da tante altre.
Allora,
piaciuto? Spero proprio di si. Questo capitolo è più corto degli altri, ma solo
per il fatto che ho voluto farlo terminare con le lacrime di Renesmee. Mi raccomando
recensite in tanti!
Bacioni!
XD