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Autore: vereor cruz    23/05/2016    2 recensioni
Primo tentativo di Drarry su questo sito.
"Era pronto a dimostrare a chiunque che non aveva cattive intenzioni, che non intendeva comandare il mondo, che non intendeva assoggettare l'umanità come alcuni suoi predecessori avevano fatto, e che no, non gli interessava neppure essere adorato come nuova divinità new age.
Non che avesse niente in contrario all'adorazione."
Draco scopre di essere un 'tipo caliente'. Nel vero senso della parola.
Drarry, se continuo.
Genere: Angst, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Imprevisti, Inediti Sviluppi: Vorrei Essere Una Drama Queen

 

C'è stato un periodo, Draco ha i brividi ogni volta che ci ripensa, in cui Pansy, entrata in quella fase adolescenziale in cui si crede che tutto il mondo, l'intero globo, volta celeste affollata di stelle e pianeti ed altri corpi celesti compresi, tutti quanti ce l'abbiano con il povero sfigato adolescente di turno, ripeteva di continuo 'il mondo fa schifo', declinato in vari modi analoghi, ma sempre riconducibili a tale mantra.

Ora, dal momento che lui e Pansy non solo sono nati nello stesso anno solare, ma addirittura hanno pochissimi mesi di differenza, gli ha sempre dato fastidio, e anche fatto una certa impressione, come il carattere di Pansy tendesse esageratamente al drammatizzare ogni singolo, piccolo evento vagamente negativo, e a trasformarlo in un sintomo di nefasto futuro e cataclisma incombente. Famiglia, si è sempre detto. Famiglia, carattere, educazione. Se Draco si fosse permesso di lasciarsi andare a certe uscite che Pansy Parkinson si è concessa, in pubblico, nonostante avesse già l'adulta età di tredici anni, suo padre gli avrebbe mollato un ceffone così forte da farlo continuare a girare su sé stesso fino al compimento della maggiore età. L'apparenza, la forma, innanzitutto. L'aspetto, il rispetto di ciò che è proprio, di ciò che ci si aspetta da un Malfoy, è quanto più va difeso secondo il codice di comportamento di ogni Malfoy, secondo quello che gli ha insegnato suo padre. E, per dirla tutta, il vecchio Lucius Malfoy ha preso qualche cantonata, di cui Draco in primis non smetterà di accusarlo, e speriamo che non tiri le cuoia in prigione perché, oltre ad avere a cuore la vita di suo padre, Draco muore dalla voglia di urlargli addosso un po' di rabbia repressa che il patriarca gli ha fatto accumulare negli ultimi anni. Oh sì, una bella sfuriata, e poi ripristineranno lo status quo, e Draco farà di nuovo finta di essere il bravo figliolo fedele alle regole della famiglia, tutt'altro che l'erede già pienamente in grado di badare alla famiglia, al nome, e anche ai genitori ormai attempati.

No, Draco, nonostante ne abbia passate di cotte e di crude, non si sarebbe mai permesso le uscite infantili a cui si è abbassata Pansy, i 'il mondo mi odia' e i 'il mondo fa schifo' conditi di pianti isterici, perché, in questo, suo padre ha avuto ragione, a difendere la visione che ogni Malfoy deve avere della cosa.

Però, ecco, se deve pensare che, per colpa dell'adorabile Lis, che in realtà è il da lui un tantinello meno adorato Harry Potter, gli toccherà interagire con i Weasley, trattenersi dal piangere con tanto di isteriche strilla 'no, non voglio, il mondo è brutto' è improvvisamente più difficile. Perché, dai. Prima Potter in versione femmina con tanto di amnesia super. Poi questa. Che altro lo aspetta? Ha seriamente paura di chiederlo alla sorte, nel timore che quella gran puttana gliene stia preparando una ancora peggiore.

Sospira.

Lis ha chiesto di avvisare la sua famiglia.

Non sa di non averne una, e non sa chi siano, quelli che normalmente indicherebbe come i sostituti dei suoi veri genitori. Non sa che quella stirpe di capelli di quel pessimo colore, incastrati su facce dai lineamenti da paesano e occhi verdi o blu che non dicono granché, rappresentano per Harry Potter una famiglia, e per Draco Malfoy una delle entità contro cui ostinarsi a battersi.

Draco sospira.

Lis ha chiesto che siano avvisati.

Come può opporsi?

Non che la ragazza se ne accorgerebbe, se Draco non lo facesse, in realtà; se le mentisse, e le dicesse che sì, li ho informati, e invece acqua in bocca. Ma poi Potter, vuoi nella sua forma di uomo, vuoi in questa così attraente nuova veste, lo verrebbe a sapere, e, insomma. Di astio e odio nei suoi confronti il Grande Eroe ne prova già abbastanza, senza che Draco contribuisca ad alimentarlo.

Sospira una terza volta.

-Eddai- si lamenta Blaise, lanciandogli un'occhiataccia che chiede pietà dal divano su cui si è lasciato cadere: -ora basta, con l'aria da attricetta afflitta, eh-

Draco si imbroncia stizzito, poi nota le lunghe gambe di Blaise accavallate con noncuranza, caviglia destra sul ginocchio sinistro, braccia stese lungo lo schienale del divano, e, sì, maledizione, ebbene sì. Arrossisce.

Sperando di riuscire a nasconderlo, inclina appena la testa lanciando al migliore amico uno sguardo di sottecchi: -A proposito...-

Gli occhi annoiati di Blaise, azzurri e grandi, salgono dal pavimento dove sono caduti a quelli grigio chiaro di Draco, in un silente invito a continuare a parlare.

-Senti un po', Blaise-

Un sopracciglio biondo chiaro si alza, come a dire, 'ma sei scemo? Non vedi che ti sto ascoltando?', e Draco lo ignora. Si volta, girandosi a guardare l'amico seduto dritto in faccia, approfittando del dislivello di altezze fra loro che le due posizioni creano.

Draco è alto. Anche Blaise. È l'unico, o uno dei pochissimi, ragazzi o uomini che riescono a fissare Draco Malfoy negli occhi senza dovere piegare il collo, e, davvero, non ce n'è molti. Cosa di cui Draco è sempre stato orgoglioso. Purtroppo, Blaise, oltre che alto tanto quanto lui, è anche decisamente più grosso. Non si può avere tutto, del resto, no?

Da seduto, la testa di Blaise arriverà più o meno al petto di Draco.

Ci sono almeno due metri fra loro, uno seduto sul divano lungo la parete, l'altro, posa ormai usuale per lui, appoggiato al tavolo di ebano intagliato in mezzo alla sala. Eppure, la consapevolezza di quella scoperta fa sentire lo stesso Draco in imbarazzo, come se stesse torreggiando sull'amico molto più da vicino, con il rischio che, se piegasse le ginocchia, gli finirebbe in braccio.

Merlino lo scampi.

Da sobrio, quanto meno, visto che, a quanto sembra, da sbronzo l'ha già fatto.

Chissà cosa altro ha fatto.

È proprio curioso di saperlo.

-Prima stavo parlando con il fuoco- dice, prendendola alla lontana: -e, sai, mi ha detto una cosa davvero interessante. Mi tocca credergli, perché io non ho ricordi di quella volta, visto che avevo bevuto come non mai...-

-Oh- commenta Blaise, sogghignando sornione: -Vuoi dire 'quella' volta- e sghignazza, calcando sul dimsotrativo.

Assolutamente ignaro di quello che il Fuoco ha detto a Draco, evidentemente.

-Già. Hai presente, quella volta di cui non mi ricordo proprio un accidente, e che mi avete detto è solo bene che non mi ricordo-

-Quella dove ti sei limonato Pansy davanti ad Astoria, Astoria davanti a Pansy, e poi tutte e due insieme, davanti a noi?- rincara Blaise.

Draco si costringe a non arrossire.

Oh, santo cielo. L'ho fatto davvero? Che imbarazzo. Davanti a chi? Chi c'era? C'era Blaise, Theo, Greg e Vincent, le due Greengrass, Pansy... Chi diamine altro c'era? Non poteva esserci tanta altra gente, eravamo in camera mia, di Theo e Blaise...

Si acciglia.

Mi sta facendo distogliere l'attenzione dal punto pericoloso, o mi sbaglio?

Draco sogghigna di rimando: -Beh, poteva andarmi peggio, no?-

Blaise fa un'espressione scettica: -Ah, sì, c'erano sempre Greg e Vincent-

Ugh.

Merlino, il disgusto.

Oh, Circe, vomito.

Basta, non pensarci, Draco, non pensarci...

Pur senza nascondere il brivido di disgusto che gli sale, continua a fissare gli occhi azzurro scuro di Blaise con attenzione: -O potevo farmi te. Theo non credo, perché non ce lo vedo a farsi piantare la lingua in bocca da qualcuno che non vuole-

-Magari avrebbe voluto- ribatte Blaise.

Che è già un ammettere che qualcosa fra loro due è successo.

“Sono ferito, Draco. Davvero non ti fidavi della mia parola?” chiede il Fuoco, con finta afflizione.

-Blaise- Draco insiste, fissando l'amico negli occhi: -perché non me lo hai mai detto?-

Blaise Zabini è una perfetta faccia di culo, soprattutto quando vuole, quando gli fa comodo, quando deve trarsi d'impiccio. Tipo ora. Sbatte le palpebre, e, con innocenza assolutamente sorprendente, continua a fare lo gnorri: -Scusa, ma cosa?-

-Lo sai, cosa. Ho chiesto apposta a Theo di aspettare di là-

-Pensavo gli avessi chiesto di aspettarti perché volevi scoprire cosa sa di quella setta che ce l'ha con Potter-

-Certo, ma soprattutto volevo evitare di fargli sapere cosa ho fatto. O cosa hai fatto tu, non so come sia andata-

Blaise regge il suo sguardo.

Il sorrisetto si restringe e Draco può vederlo riflettere, decidere che il segreto non vale il rischio di litigare. Per cosa, poi?

Esita.

Draco corruga la fronte: -Se lo avessero visto anche gli altri, me lo avrebbero detto. Se anche solo ci avesse visti solamente Theo, ci avrebbe preso per il culo a volontà-

-Non l'hanno visto- mormora Blaise, la voce che cala drasticamente.

L'espressione è illeggibile, e Draco prova per un secondo l'impulso di chiedersi cosa stia succedendo.

Blaise deglutisce: -Eravamo già soli. Theo non c'era. C'eravamo solo io e te-

Draco si lecca le labbra.

Aehm.

Cosa si dice in questi casi?

-Com'è andata? Perché non me lo hai mai detto?-

Non so neanche se mi è piaciuto.

Oh cazzo, e questa da dove diamine è arrivata?!

Blaise sogghigna: -Ti sei addormentato subito dopo. Non ti ho mai visto collassare così. La mattina dopo non ti ricordavi niente, e ho preferito evitare di dirtelo, punto-

-E non me l'avresti detto perché...?-

-Oh, andiamo!- sbotta Blaise: -era imbarazzante, ok? Non mi è mai successo, né prima né dopo, di essere così arrapato e disperato da farmi il mio migliore amico, maschio- enfatizza il genere: -pur di farmi qualcuno. Ti pare che mi metto a raccontarlo?- ammette, le guance che si colorano di imbarazzo vero, a provare la veridicità di quello che dice.

Beh, come dargli torto.

-Uh. Non ti do torto- ammicca Draco: -va bene, ok. Non ne parliamo più-

-Ecco, bravo- Blaise si alza dal divano: -Senti, devo andare adesso, devo vedere Daphne tra un paio di ore. Fammi sapere cosa ti dice Theo, ok? E anche se vi serve una mano con Potter. Dubito, però... Fammi sapere. E, Draco...- gli punta contro un dito, millimetri fra lui e il suo petto: -non incazzarti davanti a lei. Neanche per colpa dei Weasley, d'accordo? Ci è davvero rimasta male, prima, quando te ne sei andato-

Draco sospira: -Sì, l'ho visto-

-No, non l'hai visto. Ha proprio pianto, mentre eri di là. Ok che in realtà è Potter, e di Potter me ne frega il giusto, cioè niente, però quella che abbiamo di fronte adesso è una donna. Un'altra persona. Una che non ha idea di essere uno stronzetto egocentrico, in realtà-

Oh Circe, perché provo l'impulso di difendere Potter?!

-Quindi, non farla piangere-

Draco aggrotta la fronte: -Non sono certo orgoglioso di averla fatta piangere, che ti credi! È solo che se penso che dovrò parlare con quella manica di deficienti...-

-Lo so- lo interrompe Blaise: - e so anche che ti è venuto un infarto quando hai visto quella cicatrice. Ti credo, è venuto a me. Cazzo, è venuto a Theo! Davvero, ti capiamo- assicura, estendendo la solidarietà anche al terzo amico: -Però, vacci piano-

Draco annuisce, e accompagna Blaise al punto dove può smaterializzarsi da dentro Villa Malfoy.

Guarda il punto dove fino a pochi istanti prima c'era il suo migliore amico, e sospira una quarta, altra volta, aggrottando la fronte e mettendo le mani sui fianchi.

Non ha risolto un bel niente. Non sa perché qualche anno prima abbia baciato Blaise, né perché Blaise abbia baciato lui, né i dettagli della cosa, né tanto meno se gli fosse piaciuto. Nell'altro salotto ci sono ancora Lis e Theo, in attesa, e, esattamente come prima, gli tocca avvisare sia gli auror, sia i Weasley.

Sospira di nuovo.

E cinque.

 

 

Seduta sul divano su cui prima aspettava Theo e Blaise, Lis tiene le mani giunte in grembo e osserva con attenzione i movimenti di Draco. Il biondo continua a muoversi, irritando non poco il terzo ospite della stanza, e distogliendolo dalle sue solitamente perfette riflessioni, che ora Draco continua a disturbare.

-Draco, piantala di andare su e giù- sbotta Theo, lanciandogli un'occhiataccia: -Mi dai fastidio, non riesco a pensare. Chiama gli auror, piuttosto. Fa' qualcosa di utile-

Draco si ferma, e solleva un sopracciglio:- E da quando ti da fastidio vedermi camminare?-

-Da quando ho delle belle grane a cui pensare- risponde fra i denti Theodore Nott, l'espressione di assoluta contrarietà che si intona ai vestiti neri, ai capelli e alle sopracciglia scure, e ai profondi occhi blu notte.

-Mi dispiace creare tutti questi problemi- commenta Lis con tatto femminile, seduta nel suo angolo e con un piccolo sorriso sia per Draco sia per Theo.

Il che provoca, notiziona, attenzione, luci qui, prego, la più incredibile delle reazioni a cui Draco Malfoy abbia mai potuto dire di avere assistito, ossia, Theo che sorride a Lis, per una cosa che non fa per niente ridere, semplicemente per metterla a suo agio.

Ma allora ce l'ha, un cuore!

È normale esultare quando scopri una prova dell'umanità del tuo migliore amico?

-Tranquilla, Lis. Tu non c'entri niente-

Lei gli sorride di più, l'espressione sollevata che gli illumina gli occhi e il viso, e Draco potrebbe stare sentendo un pizzico di gelosia, sì, e forse non tanto un pizzico, quanto più una tonnellata, anche perché, maledizione, Theo quando sorride è bello tanto quanto Blaise, e forse lo sembra ancora di più, tanto rari sono i suoi sorrisi.

Maledizione.

-E' solo che mi mancano dei pezzi per capire cosa sta succedendo, e odio quando mi ritrovo a non potere trarre delle conclusioni che abbiano senso- le spiega, poi guarda Draco, si accorge, perché è Theo, di quello che gli passa per la testa, e sogghigna, ma non commenta. Piuttosto, preferisce cambiare argomento.

-Draco, chiama gli auror, è meglio. Prima lo fai, meglio è per tutti- suggerisce.

Lis aggrotta la fronte: -Auror?-

-Sì, Lis- le spiega Draco: -ricordi quando Blaise ha detto che c'è un'indagine governativa in ballo per trovarti?-

-Vuoi dire, per trovare il... il ragazzo che in realtà sarei?- chiede lei, alzando un sopracciglio.

Draco potrebbe restare in contemplazione del suo viso, come è ora, per giorni interi. Sul serio.

Ok, forse è il caso di farsi controllare.

Con tutti quegli esami che di recente si sono messi a fargli, ci sarà un guaritore disposto a controllare che il suo cervello funzioni ancora normalmente, no?

-Sì, il tuo alter ego- rimarca Theo, venendole in aiuto.

-E tu che c'entri?- chiede Lis, fissando Draco con curiosità.

-Mi hanno chiesto di collaborare a cercarti-

Lei annuisce.

Non sembra piacerle come risposta.

-Che c'è?- chiede Draco, avvicinandolesi.

Lis, di nuovo, sposta le ginocchia per permettergli di inginocchiarsi sul pavimento accanto a lei. Gli piace farlo, ed è evidente che piace anche a lei. A quest'altezza, gli occhi dell'uno si incontrano perfettamente con quelli dell'altra, senza che nessuno dei due debba piegare il collo in su o in giù.

Draco non può trattenersi dal trovarlo tenero.

Theo, vicino a loro, probabilmente sta trattenendo a stento i conati di vomito, e solo per non rovinare il momento ai due piccioncini.

Questi sono i momenti in cui si apprezzano gli amici.

-Niente, è che mi fa strano quando mi dai del tu, parlando di... di lui. Del mio alter ego- ammette Lis, lanciando un sorrisetto nervoso a Theo quando usa l'espressione che lui le ha suggerito.

-Ma sei tu- obbietta Theodore.

-Sì, ma non so chi sia. E se non sono davvero quella persona?- ribatte Lis.

“Giustissima osservazione, ma, no, non ci sperare”

-Uh, Lis, se fossi in te non la prenderei come una possibilità, ma una certezza. Tu 'se' lui- obbietta di rimando Draco, sorridendole con gentilezza e prendendole una mano nella sua.

-Come fai ad esserne sicuro?- chiede lei.

Lui deglutisce.

Come dici ad una persona che non ricorda di odiarti, e che adesso si fida di te solo perché non ricorda di odiarti, che in realtà sei una specie di mezzo mostro che è sicuro della sua vera identità per via di suddetti, assurdi, inspiegabili super poteri?

Non suona molto bene nemmeno in teoria.

-Per lo stesso motivo per cui mi hanno chiesto di collaborare a trovarti. Cioè, a trovare il tuo alter ego- ammette.

Non vuole mentirle.

-Per lo stesso motivo per cui ti ho trovata in quella casa-

Fitta nei bellissimi occhi di Lis e Draco si da del deficiente per averle ricordato un particolare tanto spiacevole.

Davvero una gran mossa, non c'è che dire.

-Cioè?- chiede lei, decidendo di non soffermarsi a ripensare ai piacevoli particolari dello stupro.

-E' un po' complicato, Lis- interviene Theo, salvando Draco e riguadagnando ogni punto che la gelosia di prima poteva avergli fatto perdere: -non per via della tua amnesia, stavolta, quindi non fare quella faccia- altro sorriso di Theo.

Oh, ma che succede oggi?

Draco per un attimo ha il sospetto che quello non sia davvero Theo.

Aspetta un attimo...

“No, no, fidati. Ci ho pensato anche io, prima, ma ho controllato. È davvero lui”

Uh. ok, allora.

-La stranezza è colpa di Draco, non tua-

Lis alza un sopracciglio e torna a guardare Draco.

-Immagino che non vogliate spiegarmi di che si tratta...-

-Non adesso- conferma Draco, allo stesso tempo implicitamente promettendole spiegazioni in un vago e non meglio definito futuro.

Lis sembra pensarci un attimo, durante il quale continua a fissare gli occhi grigi di Draco, che rimane a guardarla come un imbecille, incapace di distogliere lo sguardo, incapace di fare altro che lasciare che lo fissi, e con quegli occhi penetranti sembra riuscire ad entrargli fino dentro ai recessi dell'anima, oltre le barriere che nel suo cervello solitamente lo proteggono dalle incursioni di chi cerca di addentrarsi nella sua testa.

Il verde lo fissa, lo fissa, lo fissa...

Draco ha improvvisamente un deja-vu, e ripensa a quando quegli occhi lo fissavano, da più lontano, da un capo all'altro della Sala Grande a scuola, e non può che pensare a quanto sia più bello, vederli così da vicino...

-Ok- dice infine Lis, spezzando, solo in parte, la bolla che ha avvolto Draco, sprofondandolo in questa dimensione alternativa di pace e perfezione indotta da quegli occhi, da quel buon profumo, e dalla presenza di Lis.

E riprenditi, cretino.

Si schiarisce la voce e si volta, alzandosi in piedi e chiedendo al Fuoco di metterlo in contatto con l'ufficio dell'auror Denver.

 

 

Kadmius Denver gli ha dato sin dal primo momento l'impressione di un gran lavoratore, preciso, meticoloso. Anche quel poco che ha visto del suo ufficio aveva confermato l'idea che Draco si era fatto della personalità dell'auror. Rivederlo, e rivedere una seconda volta l'ufficio, conferma nuovamente la primissima impressione iniziale. Ordine, competenza, efficacia, e se c'è qualcosa fuori posto, è roba che serve.

-Signor Malfoy- il tono è compito e calmo. L'auror resta seduto alla scrivania di legno su cui sta lavorando, leggendo pergamene dall'aria piuttosto vetusta, e spinge appena indietro la sedia per potere vedere con più agio Draco, nel camino acceso alla sua sinistra: -a cosa devo la sua chiamata?-

-Buongiorno, auror Denver. La disturbo, o può concedermi cinque minuti?-

-Per te, ragazzo, anche dieci!- si intromette il vocione tutt'altro che compito di Admontius Bright, gigante in plaid, jeans e barbone scuro che fa un certo contrasto, visto accanto allo sbarbato e più curato auror Denver.

Draco si trattiene dal fare un sorrisetto che è una via di mezzo fra un'espressione annoiata, uguale a quella che Kadmius Denver sta facendo in quell'esatto momento, e divertita, a sentirsi rivolgere, per l'ennesima volta, il tono gioviale e paternalistico con cui ogni auror gli parla, quando, evidentemente, si sofferma sul particolare della giovane età del Malfoy che gli sta di fronte.

Un atteggiamento che Draco non può che trovare irritante, fastidioso, e a volte davvero insopportabile. Sono davvero pochi i casi in cui non reagisce male. Uno è il Fuoco. Uno, a quanto pare, e lo stupisce perché non avrebbe motivo, apparentemente, di dimostrargli tanta tolleranza, è proprio l'auror Bright.

-Forse, in effetti, ci metterò più di cinque minuti. Vedete... Ho trovato Potter-

Alle spalle di Draco, il Fuoco gli permette di percepire la tensione che avvolge Lis, che le fa stringere le ginocchia una contro l'altra e per ricacciare giù la quale si mette a lisciare l'orlo dell'abito nero.

Si darebbe dello stupido per averla messa a disagio, ma, in realtà, non è nemmeno sicuro di cosa in particolare ce l'abbia messa, delle poche parole che ha detto. Forse è stato nominare Potter, o, per continuare ad usare l'espressione che ha suggerito Theodore, l'alter ego di Lis.

Denver e Bright diventano seri in un attimo. Bright, in piedi in mezzo alla stanza e che, quando Draco li ha chiamati, stava evidentemente spostandosi verso la scrivania del suo collega, si volta interamente verso il camino, mani sui fianchi ed espressione truce. Denver, sempre seduto, appoggia la pergamena e spinge di lato la sedia per dedicare tutta la sua attenzione al mezzo busto di Draco che vede spuntare tra le fiamme: -Ne è sicuro?-

-Assolutamente. È qui con me-

Bright (VEDI FINE) non ha, oh, ironia e gioco di parole, l'espressione più 'serena' che uno possa avere, nonostante il nome. Denver si acciglia: -Credo di non seguirla, Signor Malfoy. Le dispiace essere più chiaro? Ha trovato Harry Potter?-

-Sì, auror Denver. Ieri. Solo che non mi ero accorto che fosse lui-

-Ha un altro aspetto? Pozione Polisucco, trasfigurazione?- ipotizza Bright, con acuta puntualità, seppure brusca.

-No, o meglio, sì, ha un altro aspetto, ma causato da nessuna delle due cose. Suppongo si tratti di un'incantesimo, e non di una banale trasfigurazione. Se potreste raggiungermi qui, vi spiegherò volentieri di che si tratta. Anzi... Potrete vederlo voi stessi-

-Che significa?- Bright avanza di un passo: -Il ragazzo è lì con te? Potter è lì?-

-Sì, auror Bright, solo...- Lis alle sue spalle comincia ad avere paura, Draco può sentire il battito accelerare nel suo petto, e deglutisce: -Non ricorda niente, non sa chi sia. Inoltre, dal momento che ci sta ascoltando, perché è proprio qui alle mie spalle, vi chiederei, come dire, di usare un po' di tatto-

-Tatto?- echeggia perplesso Bright.

-Non il tuo solito da elefante, Admontius- lo rimbecca Denver, lanciandogli un'occhiataccia e poi tornando a fissare Draco: -Possiamo venire lì anche ora, se per lei non è un problema. E se... anche per lui non lo sarà vederci piombare lì-

Draco si volta.

Lis lo fissa.

È abbastanza ovvio che sta pensando, 'duh, ti aspetti che dica di no?', e Draco abbassa la voce, non tanto per non farsi sentire dai due auror dall'altra parte del camino, quanto più per contribuire a farle sentire quella sensazione di conforto e sicurezza che può permetterle di riflettere: -Non sei obbligata a dire di sì. Posso venire più tardi, o domani, o posso andare io da loro-

Lis riflette pochi secondi.

Accanto a lei, sullo stesso divano ma all'estremità opposta, Theo è una statua immobile e inespressiva, una che, a quanto pare, e Draco ne è molto felice, non trasmette neppure ostilità, o giudizi. Solo, aspetta, in silenzio.

Lis deglutisce: -Loro possono aiutarci, no? E conoscono il... il mio alter ego. Di persona-

-Già- conferma Draco.

-Allora, sarà bene che vengano qui- decide, abbassando appena il mento come se si stesse preparando ad una carica di tori imbufaliti, anziché alla visita di due auror. Beh, in effetti, se uno vede la stazza di Bright e quella sua barbaccia da taglialegna sessantenne... forse è comprensibile.

Draco si rigira e fa cenno ai due auror di oltrepassare il camino.

Le fiamme verdi avvolgono i due auror e li trasportano nel camino di Villa Malfoy, dal quale emergono piegando la testa per non sbatterla, nonostante il camino sia molto alto, abbastanza da permettere, di solito, persino a Lucius e Draco, di non dovere piegare la schiena. Quando si passa in due, però, gli spazi sono sempre più stretti, in effetti.

Denver sussulta, lasciandosi scappare un sospiro sorpreso quando i suoi occhi attenti trovano subito Lis, e, colta la cicatrice in un attimo, capiscono tutto. Bright, invece, nota prima Theo, aggrotta la fronte, le mani di Theo, ferme sulle sue braccia incrociate, si stringono appena, così come gli occhi blu, e poi l'auror si volta e capisce che Potter, l'amnesico Potter, è la ragazza.

-Per la barba di Merlino!- esclama l'auror più grosso, e Draco non riesce proprio a trattenere un sorrisetto.

Questa quasi se l'era aspettata.

Lis, a disagio sotto lo sguardo attento dei due auror, abbassa ancora di un centimetro il mento, non per esprimere paura, disagio o insicurezza, bensì ad esprimere una sicurezza che Draco non le ha ancora visto, nelle poche ore in cui può dire di averla conosciuta. Su Potter, invece, quell'espressione l'ha ben presente, eccome.

La ciocca di capelli neri che Theo le aveva chiesto di scostare dalla fronte cade in avanti, ricoprendo la cicatrice e schermando momentaneamente i profondi occhi verdi della ragazza, ma la cicatrice a forma di saetta è già stata ampiamente notata da entrambi gli auror.

Bright, che si è ripreso, ha l'accortezza di chiudere la bocca e il tatto di arrossire leggermente, per quanto la barba faccia un egregio lavoro nel nasconderlo. Denver fissa la ragazza cercando di trasmettere intenzioni innocue, e poco ci manca che alzi le mani per sottolinearlo.

Draco non può che sorridere alla reazione di entrambi.

Sembra proprio che Potter in dipartimento sia temuto, oltre che rispettato. La reazione di Denver fa pensare più a quella di chi sa di avere a che fare con uno dalle reazioni isteriche ed esplosive, e Draco proprio non ricorda Potter incline a nessuna delle due.

Si schiarisce la voce: -Signori, posso presentarvi... Lis? Lis, questi sono gli auror Denver e Bright. Sono gli auror incaricati di ritrovare... il tuo alter ego, e quelli che mi hanno chiesto di aiutarli-

Lis annuisce impercettibilmente, e si scosta la ciocca dalla fronte, ricacciandola deitro all'orecchio, e scoprendo così nuovamente la cicatrice.

All'auror Bright quasi viene un altro coccolone, a giudicare dalla sua faccia, ma stavolta tiene il becco chiuso.

Denver deglutisce: -Il Signor Malfoy ci diceva che non ricorda niente, neanche la sua identità- inizia con il solito fare calmo e pragmatico, ma educato: -è così?-

Lis annuisce.

-Posso chiederle di darci una vaga idea della quantità di quello che ricorda?-

-Niente. So che dovrei essere qualcun altro solo perché mi è stato detto. Oltre a, beh, il fatto di non ricordare nulla-

Denver annuisce, lanciando un'occhiata nervosa alla fronte della ragazza, e rimugina in silenzio.

Bright, mani sui fianchi, lancia un'occhiataccia a Theodore e poi torna a guardare Draco: -Come hai fatto a non vedere quella cicatrice, esattamente?-

-Quando l'ho trovata, non ce l'aveva- spiega semplicemente Draco.

-Mi faccia solo capire una cosa, Signor Malfoy...- interviene di nuovo Denver: -Quando mi ha chiesto la collaborazione degli auror per risalire all'identità di quella ragazza... Parlava di... Lis, dico bene?-

Draco annuisce.

-Lis?- l'auror Bright fa una smorfia: -Il nome da dove arriva?-

-Ci abbiamo pensato per comodità. Era sempre meglio di 'tu, estranea che non ricordi il tuo nome', non trova?- chiede Lis con sarcasmo e un sorrisetto assolutamente super sexy che strappa un sorriso divertito, e, ok, sì, insomma, potrebbe avergli fatto correre un brivido giù per la schiena e dritto in mezzo alle gambe.

Oh, Circe, la faccia che ha Lis in questo esatto momento, se non è una delle cose più sexy che abbia mai visto sulla faccia della terra, fulminatelo ora.

Anche Theo sogghigna, e stira le labbra una contro l'altra per nasconderlo.

L'auror Bright borbotta un 'oh, beh, immagino di sì' a mezza voce, e poi si schiarisce la voce: -E' solo... buffo, che ti abbiano dato proprio quel nome. Insomma, se lo avete pescato dal nulla...-

-A cosa si riferisce?- chiede la ragazza, aggrottando la fronte con curiosità.

-'Lily' era il nome di sua madre, Signorina... Lis- risponde Denver: -'Lily' e 'Lis' hanno lo stesso significato. Lo ha scelto lei?-

Lis scuote la testa.

Draco vorrebbe darsi dell'idiota.

Scemo. Scemo. Scemo!

Lo sapevi, che sua madre si chiamava Lily!

Che cosa ti è saltato in mente di darle quasi il nome di sua madre?!

Oh, santo cielo, che cosa... sinistra, inquietante e morbosa.

Fatti curare, Draco.

-E' stato un caso, ve l'assicuro- aggiunge Draco.

Gli auror lo guardano senza commentare, dopodiché Bright si siede ad una delle poltrone dirimpetto al divano: -Bene. Ripartiamo da capo, allora, e possibilmente mettimi al corrente di quello che a Kadmius hai già detto-

Draco fa cenno anche al secondo auror di accomodarsi, e prende posto di nuovo accanto a Lis, mettendosi fra leie Theo, schermandola quasi da tutti i presenti in sala.

-Prima, però, una cosa- Bright alza un indice, e punta occhi attenti, freddi e un tantino ostili in quelli blu e altrettanto freddi e altrettanto ostili di Theodore: -Perché tu sei qui?-

Draco, che non è poi così stupido come uno penserebbe dando retta alle sue sessioni di insulti auto proferiti, coglie il sottinteso, burrascoso pessimo trascorso tra l'auror e il suo migliore amico, e interviene in sua difesa: -L'ho chiamato io. Mi ha aiutato a risalire all'identità di Lis-

Denver lancia un'occhiata cauta al suo collega, ma non si può dire che dimostri molto più calore nei confronti di Theo, e, per una volta, Draco è sicuro che non sia colpa di Theo.

-Se tua figlia è viva, è merito mio, Bright. Ricordatelo- scandisce con freddezza la voce di Theodore, le braccia sempre incrociate e gli occhi blu molto, molto ostili: -Non è colpa mia se gira in pessimi ambienti-

-Pessimi ambienti, in cui giri spesso anche tu, eh?- ribatte velenoso l'auror Bright.

-Sbaglio, o è ancora viva?- rincara Theo, fissando gli occhi dell'auror con astio.

Draco deglutisce e non si intromette.

Lis gli lancia un'occhiata titubante che tradisce la curiosità che prova.

-Admontius- Denver appoggia una mano sulla spalla del collega e lancia un'occhiata carica di significato ora a lui, ora a Theodore: -Il Signor Nott ha ragione. Lascialo in pace. Oltretutto, non siamo qui per discutere delle sue frequentazioni-

Bright lascia cadere l'argomento, qualunque esso fosse, con una certa, più che evidente riluttanza, e ascolta in silenzio il resoconto di Draco e dell'auror Denver. Anche Theo non dice una parola, e Draco spera di avere la fortuna, più tardi, di riuscire a strappargli qualche informazione in più, oltre ai pochissimi dettagli che ha appena sentito.

Quindi, Theo ha conosciuto la figlia di Bright? In 'certi brutti ambienti'? E le ha salvato il culo?

Ugh, Theo, in che giri ti sei cacciato?

Lis non commenta durante il resoconto.

Cosa dovrebbe dire?

È palese a tutti che vorrebbe non dovere nemmeno ascoltare, e sia Draco che l'auror Denver usano più tatto possibile, per cercare di non sollevare particolari inutili e, soprattutto, inutilmente dolorosi, ma tutta la loro attenzione non le risparmia l'inevitabile sequenza di ricordi che le torna in mente.

Draco si ritrova a stringerle la mano in grembo prima di avere finito di raccontare.

-Quindi, una guaritrice sta seguendo l'evolversi della situazione? Bene, questo è decisamente buono- commenta Denver, che ad un certo punto ha tirato fuori un taccuino e una penna a sfera, aggeggio che Draco ha visto davvero poche volte, e ha chiesto il permesso di prendere appunti.

-Sì, ma questa mattina ha detto che non riusciva a spiegarsi perché non vedesse niente, nella mia testa, nessun... Ricordo che si sta riformando, per così dire- spiega Lis: -poi mi sono messa a parlare con Theodore, Draco e Blaise e... Beh, è spuntata questa- e indica la cicatrice.

Denver e Bright lanciano un'occhiata penetrante a Theodore, che dis-incrocia le braccia: -Credo che la conversazione, le domande, il sentire parlare di dettagli del suo passato abbiano fatto da trigger, portando il corpo a ribellarsi all'incantesimo-

Denver lo guarda scettico, ma non ostile: -Crede davvero che sia possibile? Che il corpo si ribelli ad un incantesimo?-

Theodore scrolla le spalle: -Non è certo molto diffuso, ma non impossibile. Potter, se è per quello, ha già dato prova di.. ah, come dire,- fa un sorrisetto ironico che dura mezzo secondo: -essere fuori dall'ordinario, quando si tratta di reagire secondo previsioni ad una certa gamma di incantesimi e fatture-

Draco aggrotta la fronte: -Sì, però... Non è che allora, di questo passo, semplicemente andando avanti a ricordare un particolare alla volta, giorno per giorno, potrebbe superare interamente l'effetto dell'incantesimo, e recuperare l'aspetto di prima?-

Theodore annuisce: -E' una possibilità, certo, però implica un sacco di tempo-

Denver annuisce: -Già, ma non vedo alternative. Un controincantesimo potrebbe addirittura rivelarsi dannoso, scombinando l'equilibrio interno della magia del ragazzo.. Pardon, della ragazza-

-Anche il cambio di genere non aiuta- sottolinea l'auror Bright: -No, è davvero meglio se restiamo ad aspettare che il cambiamento avvenga da sé. Non mi spiego come sia possibile, però. Qui si va oltre l'essere fuori dal comune-

-Potrei provare a indagare- si offre Theodore, e tre paia di occhi lo guardano sgranati, più quelli di Lis, che lo fissano senza capire altrettanto i sottintesi di quel suo offrirsi di collaborare.

-Su un piano teorico?- chiede Bright: -Potresti?-

-Scoprire perché reagisce così? Forse. Penso di sì, ma non ne sono sicuro. In realtà, una spiegazione scientifica al perché sia sopravvissuto all'Avada Kedavra iniziale esiste, ed è stata trovata. Con un po' di tempo, potrei trovare una spiegazione anche a questo caso, e il tempo certo non ci manca-

-Come indagine teorica, no. Invece, abbiamo fretta di prendere i responsabili, e non possiamo aspettare che il signor Potter, Lis, recuperi la memoria per farci raccontare cosa ha scoperto- osserva l'auror Denver, l'espressione pensierosa.

-Possiamo fare collaborare qualche esperto all'indagine, oltre a me, te e il ragazzo, Kadmius- propone Bright: -Se Malfoy qui continua a darci una mano, chiaro-

Draco annuisce:-Contatemi pure fra i vostri-

-Se gli Auror lo richiedono- dice Theo, l'espressione illeggibile, ma non ostile: -posso collaborare anche io, non solo per quanto riguarda la ricerca teorica. Del resto potrei... avere qualche idea su... dove cercare-

Bright fa un'espressione che Draco non esita a definire 'feroce': -Frequenti proprio bella gente, eh, ragazzo? Altri amici tuoi?-

-Non proprio- ribatte con fintissima noncuranza Theo:- Visto che hanno già cercato più volte di ammazzarmi-

Bright non demorde.

Denver guarda Theodore con attenzione: -Lei è un civile, Signor Nott. La sua collaborazione ci è preziosa, e lo è stata anche in passato, ma non possiamo permetterle di rischiare in prima linea. Soprattutto se ha già dei precedenti con questa gente-

-Apprezzo l'interesse, auror Denver, ma, se sono chi penso che siano, è gente abituata a riconoscere auror sotto qualsiasi aspetto voi prendiate. Lasciate che me ne occupi io. Raccoglierò solo delle informazioni, dopodiché potrete pensarci voi. Non ho certo voglia di espormi e rischiare di restarci secco-

Bright sbotta qualcosa di non ben comprensibile che suona tipo, 'figuriamoci, una pellaccia come la tua'.

Denver sospira: -Ho l'autorizzazione da parte del nostro superiore a gestire l'indagine a mio piacimento, per cui ho l'autorità di coinvolgerla. Dubito che serva, ma, mi permetta ugualmente di raccomandarle di prestare attenzione-

-Non si preoccupi, auror Denver. Come ho già detto, ci tengo alla vita- rimarca Theodore.

Draco si rende conto che è la prima volta che assiste a Theo impegnarsi direttamente, ad un livello così personale, per la vita di qualcun altro, e non può che trovare assurdo che lo stia facendo proprio per Potter.

Del resto, lui stesso sta comportandosi in modo molto poco usuale, proprio per il Salvatore.

Si trattiene dall'aggrottare la fronte.

A Theo piace Lis?

“No, cretino. Davvero non ci arrivi? Lo fa per aiutare te”

OH. hai ragione, non ci avevo pensato.

Bright sospira: -Abbiamo in mente qualcuno che può aiutarti a ricordare più in fretta, Lis, qualcuno che lavorerà con noi. Una mente davvero brillante, vedrai, sono sicuro che ti ci troverai benissimo. Oltretutto, è molto amica di... beh, tua. Di Potter-

Draco, mentalmente, fa una smorfia.

Di chi parla?

-Se non vi dispiace, vorrei anche far sapere alla mia... cioè, alla famiglia. Insomma. Di Potter. Del mio alter ego. Oh, avete capito- cerca di dire con la voce il più ferma possibile Lis.

Denver ammorbidisce l'espressione.

Nessuno ha il cuore di dirle che in realtà il suo vero Io è un orfano senza famiglia.

-Sicuro. Si tratta proprio di una delle persone a lei più vicine, Lis. Purtroppo, è sconsigliabile mettere al corrente tutta quanta la famiglia... Meno persone si coinvolgono, meglio è, e già così, troppe persone sanno cosa è successo. Queste due persone che abbiamo in mente, però, lavorerebbero comunque con noi-

Due?

Ma non era una sola, un attimo fa?

Theo aggrotta la fronte: -Due?- dà voce all'esatta domanda di Draco.

-Sì, Signor Nott. La Signorina Weasley è la nostra migliore Esperta di Magia Teorica, e sia lei che la Signorina Granger lavorano spesso con noi per risolvere questo genere di casi delicati. Oltretutto, entrambe sono molto vicine al Signor Potter, e passano per membri della sua famiglia. Anche il fatto che siano donne probabilmente aiuterà Lis. Sempre che lei non abbia nulla in contrario...-

-E' difficile averlo, se non ricordo chi siano- fa notare Lis, con un sorriso scevro di malizia e che dice solo quanto è stanca.

Draco, mentre pensa al fatto che, con quell'aria che ha, è proprio il caso di portarla fuori a prendere ancora un po' di aria, dopodiché, cibo, e poi a nanna, che più dorme e meglio è, e quando diamine si è trasformato in baby sitter ancora se lo sta chiedendo, ricaccia giù l'espressione disperata e la scenata isterica da bambino viziato che vorrebbe fare, al rendersi conto che tutta la situazione porterà presto a lui, più Lis, aka Harry Potter, a lavorare a stretto contatto con Hermione Granger e Ginny Weasley.

La cosa che lo consola, però, è notare la stessa espressione combattuta di dispiacere e amarezza dilagante che minaccia di salire anche sulla faccia di Theodore, corrompendo la maschera stoica che si ostina a reggere.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Eccoci qua.

Dunque, il titolo. 'to be a drama queen' vuol dire fare un po' la prima donna, nel senso peggiore del termine. Per la serie, ah, il mondo odia solo me, ce l'hanno tutti con me, robe così. Oppure, può essere quando uno finge di essersi fatto male sul serio, quando sono solo cose da poco, per esempio, il nostro adorato Draco (beh, io lo adoro) nel terzo libro quando si lamenta per la ferita dell'ippogrifo. O nel secondo, quando finisce con il culo per terra giù dalla scopa, e pare che stia per morire. Drama queen è insomma un po' uno che fa la fighetta e se la tira, nel bene e nel male (ma di solito solo nel male), per attirare l'attenzione.

L'allusione/gioco di parole a Bright è perché significa tanto 'intelligente' quanto 'chiaro, luminoso, solare'. Quindi, l'idea qui è che, nonostante il nome indichi 'solarità', lui ha uno sguardo molto, molto, molto torvo.

Volevo mettere due note a piè di pagina ma avevo paura che caricandole su efp non le vedeste più, perciò... ve l'ho scritto qui.

Commenti? Feedback?

Vi preeeeeego, ditemi qualcosa, vi prego!!

(Ssj13, ti ADORO per lo sbatti che ci metti a recensire ogni santo capitolo) <---hint hint, gente!! Fate un po' come lei! No, va beh, anche non OGNI capitolo, però, dai. Vi preeeeego. Ditemi qualcosa.
Ah! Se notate errori... sappiate che generalmente scrivo, carico, e poi inizio a rileggere direttamente da efp (mi viene molto più facile trovare errori), e nei giorni dopo procedo a correggere i vari errori che trovo. Quindi, abbiate pazienza, ma sì, vi leggete ogni volta la prima copia di quello che scrivo, ed è per questo che a volte vi beccate certi refusi ed errori di battitura, e, lo so, sono fastidiosi, ma altrimenti non li noto. Scusate! (Anche per questo se me li fate notare sareste FAnTaSTIciIII)

 

Juuuust let me knooooow!

 

Va beh. Alla prossima!

VQA

 

   
 
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