LA RAGAZZA SULL'AUTOBUS


Sull'autobus di linea una ragazza si siede con gli occhi rossi e le tasche piene di fazzoletti.
Si soffia ripetutamente il naso ormai rosso anche quello, sarą allergia, in questo periodo é normale.
Tira fuori le cuffiette dallo zaino e se le mette, lo sguardo perso fuori dal finestrino aperto che le scompiglia i capelli raccolti disordinatamente.
La osservo a lungo, la giacca le scivola dalle ginocchia e lei la raccoglie stizzita, nasconde il viso voltandosi verso il finestrino e fissando ostinatamente la cittą che sfila al di fuori.
Continua a soffiarsi il naso, comincio a dubitare che sia allergia. Qualcosa, nel suo comportamento, nell'atteggiameto inconscio del corpo, il mento appoggiato sul palmo della mano chiusa che copre la bocca, il respiro irregolare, gli occhi che continuano ad inumidirsi nonostante lei li asciughi distrattamente, la disperata ricerca di un modo per scomparire, per non farsi notare fissando fuori dal finestrino con il naso che quasi lo tocca. La ragazza ha pianto di recente, starebbe ancora piangendo se non avesse preso l'autobus, probabilmente appena sarą a casa piangerį di nuovo.

Mi fermo a pensare.
Tutte queste persone vivono la loro personale vita, non ci sono due persone su questo pullman che hanno una vita uguale eppure, anche se per pochi minuti, tutte queste vite diverse si congiungono, si mischiano, tutti sentiamo gli stessi rumori, gli stessi sobbalzi del mezzo, impieghiamo lo stesso tempo per spostarci da un luogo all'altro nonostante la fetta di uno e la calma dell'altro. Le nostre vite combaciano per pochi attimi, alla fine dei quali ogni vita riprende il suo corso.




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Piccolo scorcio della mia vita.
AotM