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Autore: greta1992    12/04/2009    16 recensioni
Si avvicina a me, aprendo la braccia e accogliendomi. Mi abbraccia, facendomi appoggiare la testa sul suo petto, ancora.
“Sei l’unica persona che mi abbia mai fatto sentire davvero vivo, Bella. Non posso neanche pensare di perderti. Capisci che sapere di doverti dividere con un altro ragazzo mi distrugga?”, mi spiega, accarezzandomi una guancia.
“Tu non mi devi dividere con nessuno”, sussurro, talmente piano da dubitare che mi abbia sentito.
Invece, la sua presa si rafforza e, finalmente, si sporge verso di me.

In questa storia troveremo una Bella diversa; sempre timida e insicura, ma bellissima e irresistibile. Proprio la sua bellezza, l’ha portata a diventare una celebrità. E se la popolarità incominciasse a diventarle stretta, costringendola a partire verso la sconosciuta Forks, assieme al suo migliore “amico”? E se proprio in queste città, incontrasse il vero amore?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutte, ragazze

Salve a tutte, ragazze!

Eccomi qui con una nuova Ficcy! Per chi non lo sapesse o non mi ha voluta seguire (per motivi di una insolita trama), la mia altra storia si chiama “Amore e Passione”… chi va a farci un saltino?

Allora, torniamo a noi. Troveremo una Bella diversa; timida, ma bellissima.

Proprio questa sua bellezza, l’ha portata a diventare una celebrità. E se la popolarità incominciasse a diventarle stretta, costringendola a partire verso la sconosciuta Forks, assieme al suo migliore “amico”? E se proprio in queste città, incontrasse il vero amore?

Vi ho incuriosito?

Buona lettura!

 

Arrivo

 

“Ma perché proprio Forks?”, mi lamento ancora.

Per me, che amo il sole e il caldo, andare nella cittadina più piovosa d’America è una vera e propria tragedia.

“Tesoro, lo sai che non abbiamo alternative”, mi risponde Michael, comprensivo.

Sbuffo ancora e mi sistemo meglio sulla sua spalla; i sedili dell’aereo sono comodi, ma lui lo è ancora di più. Sorrido a quel pensiero e alzo lo sguardo per guardare il suo bel viso.

I corti capelli biondi sono spettinati e tirati con le punte verso l’alto, le labbra sono leggermente aperte, curiose del mio comportamento.

Il naso è dritto e perfetto e la bocca carnosa al punto giusto.

Gli occhi, li lascio per ultimi; un mare blu mi fa perdere dentro di essi, come una naufraga in cerca della terra promessa.

Mi si avvicina lentamente e mi bacia le labbra; le sue sono morbide e calde.

Io, Isabella Maria Swan, sono in cerca di serenità.

Ho incominciato all’età di quindici anni a fare la modella e in seguito l’attrice.

Non mi sono mai montata la testa, anzi, essere sempre al centro dell’attenzione non mi è mai piaciuto.

Michael Grant è stato mio amico e adesso qualcosa di più.

Non siamo fidanzati, ma questo non dipende da lui. Michael è innamorato di me, ma io non riesco a contraccambiarlo.

Sono attratta da lui come un calamita, ma solo dal piano fisico.

Il suo carattere è invece cosi amorevole, che è ormai diventato per me quasi un fratello. Quasi.

Certamente non mi metterei mai a baciare mio fratello.

Arriviamo dopo poco e scendiamo velocemente dall’aereo.

Naturalmente ad aspettarci c’è una corte di paparazzi. Michael mi prende la mano e mi conduce velocemente fuori.

Accontentando le urla dei fotografi, mi giro verso di loro e gli saluto con una mano, sorridendogli.

Poverini, in fondo è il loro lavoro.

“Wow”, dico solamente, quando arriviamo davanti ad un’enorme villa.

“Già”, concorda, “beh, entriamo, no?”.

Annuisco e lo prendo per mano, mentre lui mi prende lo zaino, per non farmi affaticare.

Sempre il solito: cosa crede, che sia una bambola di porcellana?

La villa era stupenda: valeva tutti i soldi che avevo speso per comprarla.

Certo, avere dei genitori con cui viverci sarebbe stato bellissimo, ma non mi posso lamentare.

Rispetto la scelta dei miei genitori, divorziati da quando sono piccola, di prediligere la propria vita privata.

Certe volte rimpiango le mie scelte, ma sapere che adesso ho Michael vicino a me, che mi fa da padre, fratello e amico, mi distrae sempre dai cattivi pensieri.

“Secondo me è troppo grande per due ragazzi”.

“E ti lamenti?”, gli rispondo.

Lui mi fa la linguaccia e io, ridendo, passo di stanza in stanza, lasciandomi scappare esclamazioni di sorpresa.

Salgo le scale due gradini alla volta e arrivo davanti ad una grande porta; aprendola, trovo la mia camera.

È grandissima e soprattutto, mi rappresenta.

Mi sento già a casa, ma, quando vedo la mia cabina armadio, lo sono ancora di più.

“Dove sono tutti i miei vestiti?”, chiedo a Michael, urlando, per farmi sentire.

“Non lo s… ah!”, esclama.

Spaventata, corro verso la sua voce e lo trovo sepolto da scatoloni; alcuni si erano aperti, rivelando la mia montagna di vestiti.

Rido ancora, felice.

Liberatolo dal peso che lo schiacciava, mi metto a cavalcioni su di lui.

Metto una mano sul suo cuore e lo sento battere velocissimo; un sorriso dolce mi spunta involontario.

Mi avvicino alle sue labbra invitante e lo bacio. Lui, presa la mia testa con le mani, mi apre la bocca con la lingua e da il via a una danza di passione.

Con le mani scende fino alla schiena, iniziando a sfiorarla delicatamente.

Dopo qualche minuto, le sue mani diventano più pesanti, desiderose.

Scende ancora, fino a raggiungere le mie rotondità, massaggiandole leggermente.

“Ehi!”, gli urlo, stizzita, staccandomi dalla sua bocca.

Mi alzo velocemente e mi chiudo in camera mia.

Da quando si prende tutte queste libertà? Fino al bacio va bene, ma dopo basta!

“Dai, Bella, apri!”, mi dice, da dietro la porta, continuando a bussare.

“Uffa”, sussurro.

Spalanco la porta di legno chiaro e lo guardo negli occhi.

I suoi brillano di dispiacere e mi fanno sciogliere. Sospiro e gli scocco un bacio sulla guancia, richiudendo subito la soglia della mia camera.

Mi infilo velocemente un paio di pantaloncini corti e un top e mi infilo sotto le coperte, stanchissima.

Sorrido felice della mia vita e chiudo gli occhi, sprofondando in un sonno tranquillo.

 

“Che confusione!”, urlo ancora.

“Bella? Non sei ancora pronta? Possibile che debba sempre asp…”.

Mi giro verso la porta e lo vedo con gli occhi spalancati e la bocca leggermente dischiusa.

Cercai di coprire il mio corpo coperto solo dalla biancheria intima alla meglio, minacciandolo di uscire immediatamente.

Ma dovevo andare a vivere proprio con un maniaco?, pensai.

Prendo una gonna corta di jeans bianca e ci abbinai una canottiera oro con un copri spalle bianco.

Sbaracco velocemente tutti gli scatoloni in cerca delle mie Converse bianche alte e quando le trovo, tiro un urletto di vittoria.

Metto solamente un filo di mascara, il mascara, che accentuava ancora di più le mie folte e fitte ciglia, e il burro cacao.

Con pochi colpi di spazzola i miei capelli, che mi arrivavano fino a metà schiena, si sistemarono in morbidi boccoli, color della cioccolata, uguale a quello dei miei occhi.

“Cavolo, sei uno schianto”, mi dice, Michael.

io gli sorrisi dolcemente, ringraziandolo.

Presami la mano, mi condusse alla sua macchina, una Aston Martin Vanquish nera, tirata a lucido, con cerchioni oro e una striscia che la percorreva, dello stesso colore.

“Per non farsi notare, insomma”, lo prendo in giro.

“Con te vicino a me è impossibile passare inosservato”.

Ridacchiai; questa era una delle tipiche uscite di Michael

“Tu mi lodi troppo”, gli dico, con vinto sguardo accusatorio.

Arriviamo subito alla High School di Forks, forse anche troppo, e scendo con grazia dalla macchina.

Inutile dire che tutti gli sguardi sono subito su di noi e io, imbarazzata, abbasso subito lo sguardo.

Improvvisamente, le mie Converse, ricevono tutte le mie attenzioni.

Michael, capendo il mio stato, mi cinge le spalle con un braccio, ma ciò non fa altro che far sussultare tutti i presenti.

Sono emozionati, la novità è arrivata. Sbuffo al pensiero.

Molti ci vengono vicini, per presentarsi, ma Michael gli congeda velocemente, ma con educazione.

Dopo essere passata in segreteria e aver preso in nostri moduli, ci separiamo.

Michael frequenterà il quarto anno, anche se in realtà ha già compiuto da poco diciannove anni. Infatti, per seguire me, ha perso un anno di scuola.

Eppure, non me l’ha mai fatto pesare, anzi mi ha sempre detto che l’ha fatto con piacere e che non rimpiange le sue scelte.

L’unica cosa che mi dispiace e che non frequenteremo gli stessi corsi, perché io sono del terzo anno.

Il pensiero di essere sola durante le lezioni non mi entusiasma affatto, ma non mi lamento.

Uscendo dalla segreteria, mi scontro in pieno contro qualcuno. O qualcosa.

Sono così imbranata da andare a sbattere contro un muro?

Ancora a terra, dolorante, sento qualcuno cingermi la vita e aiutarmi ad alzarmi.

Sgrano gli occhi all’inverosimile. Sto per caso sognando?

Un bellissimo ragazzo, alto diverse spanne più di me, mi guarda divertito.

I capelli ramati ricadono disordinati e gli danno uno sguardo sbarazzino, ma i suoi occhi, ambrati, sono velati di tristezza.

Il naso dritto e perfetto, la bocca carnosa, ma non troppo, completano la perfezione del suo viso.

Scendo un po’ con lo sguardo e noto immediatamente il suo fisico scolpito.

Da dietro arriva Michael e mi cinge la vita con un braccio, in un gesto palesemente possessivo. Gli tiro un’occhiata omicida.

“Bella Swan?”, sento urlare da una voce cristallina.

Mi giro verso lo scampanellio e vedo una bellissima ragazzina correre verso di noi, con uno sguardo euforico.

Ha i capelli corvini e con le punte sistemate all’insù; la osservo, ma con educazione.

Noto che è vestita molto bene e… un attimo.

Ha in mano una rivista con me in copertina!

Okay, sono finita.

“Piacere”, le dico, allungando una mano; lei la stringe con un sorriso abbagliante.

La sua pelle è fredda come la neve; beh, non posso dire che i tempo a Forks sia dei migliori. Magari è freddolosa.

“Alice Cullen; Edward, non ti sei ancora presentato? Ma che maleducato!”, lo sgrida.

Senza volerlo, una risatina mi esce dalla bocca.

Subito, il ragazzo bellissimo mi tira un’occhiata truce. Rabbrividisco.

Perché mi ha guardata cosi? Che gli ho fatto?

Lui si presenta frettolosamente e subito noto la sua voce di miele.

Michael, con un leggero colpo di tosse, attira la sua attenzione su di sé.

Subito Alice si presenta anche a lui, mentre Edward, lo ignora completamente, guardando solo me. Arrossisco a quell’attenzione.

“Scusami, Alice, posso vedere quella rivista?”, le chiedo gentilmente.

“Oh si, certamente!”, trilla.

Quattro pagine sono tappezzate di miei immagini; io a un servizio fotografico, davanti a una vetrina con Michael, sotto casa mia con Michael, all’aeroporto con Michael.

E poi, il titolo.

Dove sta andando Isabella con il suo fedele amico?

Chi sospetta una fuga d’amore, o solamente una fuga, chi un nuovo film.

Sospiro e la restituisco di malavoglia. Non vorrei che leggessero quelle idiozie.

“C’è qualcuno che dice che io sia incinta, Michael”, gli dico, ridacchiando.

Sento Michael irrigidirsi e poi, dopo la mia occhiata serena, sorridere.

Sa che non amo quando scrivono queste cose senza una minima prova.

Ho diciassette anni; l’ultimo dei miei pensieri è diventare madre!

Il suono della campanella d’entrata mi risveglia e, dopo essermi congedata da quei bellissimi ragazzi, mi dirigo da sola verso la mia classe.

Alice e Edward stanno insieme?

Un nodo allo stomaco si forma immediatamente a quel pensiero e mi rendo conto di non essere normale.

Che pretese spero di avere verso di lui?

E con questi tristi pensieri, trascorro le lezioni.

Finalmente quinta ora; biologia. Altri cinquanta minuti e ci sarà la paura.

Il mio stomaco già brontola.

Mi viene da ridere pensando alle giornaliste che mi chiedono che dieta faccio; se solo sapessero la quantità di schifezze che occupano la mia cucina!

Nel corridoio tutti gli sguardi sono puntati verso di me; abbasso lo sguardo ancora verso le mie scarpe e lo alzo solo per controllare la strada.

Finalmente arrivo alla porta della classe e li lo vedo.

Il mio pensiero fisso per tutte queste ore.

Edward.

 

 

Allora, che ne dite, vi piace? Mi conviene portarla avanti?

Mi raccomando, lasciatemi una recensione, mi farebbe molto piacere!

Anche i pareri negativi sono costruttivi e gli accetterò!

Un bacio grande,

Greta.

  
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