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Autore: Gamora96    27/05/2016    3 recensioni
Talula è una semplice guaritrice, che ha dedicato la sua vita ai malati e agli infermi. Preoccuparsi per gli altri le riesce naturale, ma questo la porta spesso a trascurare se stessa. Quando la sua città verrà distrutta davanti ai suoi occhi, la giovane guaritrice si ritroverà a dover affrontare situazioni del tutto inaspettate
Dal testo: "Riuscì a sentire i forti muscoli sotto le sue squame, il vento che accarezzava le ali sottili ma robuste, il cuore stranamente pacifico della creatura che guardava il cielo con meraviglia, come se lo vedesse per la prima volta. Quella meraviglia crescente, l'amore che l'animale provava per l'aria e la libertà la commosse"
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Luke non era affatto fiero di se stesso.
Quando la regina aveva chiesto agli uomini che le stavano accanto se volessero combattere nella guerra che avrebbe sconvolto la cittadina, lui si era tirato subito indietro, sicuro che scendere in campo avrebbe inevitabilmente portato alla sua morte, e non era certo pronto a morire.
Nel momento in cui, al sicuro nei sotterranei del palazzo imperiale, aveva sentito le urla dei soldati, così forti da raggiungere i civili nonostante tutto, si era sentito un vero codardo.
Erano stati in molti a sacrificare la loro vita quel giorno, per poter garantire un futuro alle persone che amavano, e sebbene Luke non avesse nessuno per cui sacrificarsi, la sua codardia lo aveva portato a rimpiangere di non essersi unito all'esercito quel giorno, nel tentativo di sconfiggere quei pericolosi nemici.
Una parte di lui continuava a ripetergli che aveva fatto la scelta giusta, che un simile imbranato sicuramente non sarebbe durato che pochi secondi sul campo di battaglia, perciò la sua presenza non avrebbe fatto chissà quale differenza.
Osservò con attenzione le donne e i bambini che, ore prima, erano stati messi al sicuro nei sotterranei del palazzo, in attesa della fine della guerra, e si sentì un vero verme.
Certo non era l'unico membro del consiglio ad essere fuggito dalle proprie responsabilità, ma probabilmente era l'unico che in quel momento si sentiva tanto in colpa.
Questo assurdo sentimento lo confondeva.
Non lo aveva mai provato prima in vita sua.
Sua madre gli aveva insegnato fin da subito che il modo migliore per sopravvivere ad un mondo tanto crudele era quello di pensare solo ed esclusivamente a se stessi.
Provare pietà per altre persone, preoccuparsi per la loro sorte, era un errore che proprio non poteva permettersi, perchè lo avrebbe portato alla propria fine.
Eppure quando il suo sguardo si posò su una giovane madre che stringeva tra le braccia il suo bambino in lacrime, non poté fare a meno di provare paura al pensiero che qualcuno potesse penetrare all'interno del palazzo e uccidere quelle povere persone.
Avevano passato ore, immobili, in silenzio nel loro cupo nascondiglio, in attesa che la guerra finisse, e quando le urla furiose dei demoni e quelle disperate dei soldati si erano fatte improvvisamente sempre più vicine, si erano lasciati tutti prendere dal panico.
I membri del consiglio, al suo fianco, iniziarono a far notare agli altri civili la loro precaria situazione, spaventando a morte i bambini che al pensiero di venire uccisi da quelle immonde creature avevano ripreso a piangere disperati, portando il caos nella stanza buia.
Le madri cercarono subito di confortarli, guardando i vecchi consiglieri con disprezzo, chiedendosi come la regina potesse affidarsi a delle simili persone per prendere decisioni importanti sulle sorti del proprio regno.
Una donna in particolare attirò l'attenzione di Luke.
Aveva guardato suo figlio con severità nel momento in cui alcune lacrime gli avevano rigato il volto, e lo aveva sgridato con decisione, senza badare allo sguardo sconvolto della figlia più piccola, che era rimasta notevolmente sorpresa da quella reazione.
"Non stare a piangerti addosso" disse sfiorando le spalle del figlio che, sconvolto, cercò di evitare l'intensità del suo sguardo "Tuo padre è là fuori a combattere per noi. Rischia la sua vita per salvare la nostra. Credi che sarebbe felice di sapere che il suo primogenito frigna come un moccioso spaventato dal nemico?" il giovane si voltò verso la sorella, che a parte la sorpresa iniziale non aveva versato neppure una lacrima ascoltando le grida disperate dei soldati "Tutti noi abbiamo paura, ma non è una valida ragione per arrendersi. Se i demoni ci raggiungeranno, allora combatteremo, così come hanno deciso di fare i nostri uomini. E se proprio dovremmo morire, lo faremo con onore"
Questa volta si era rivolta a tutti i presenti, e nello sguardo di quelle madri all'apparenza così fragili e indifese apparvero un coraggio e una determinazione mai viste prima.

Talula cercò immediatamente di rialzarsi, con fatica, cercando di muoversi con disinvoltura nonostante la pesante armatura che le proteggeva il corpo.
Per quanto fosse necessaria per la sua protezione, era di una scomodità incredibile. Solamente la cotta di maglia pesava terribilmente, e le faceva tremare le ginocchia.
Nonostante i continui allenamenti con Aaron, la giovane guaritrice non aveva ancora guadagnato la forza necessaria a sopportare una simile pressione, eppure ora non aveva altra scelta. Non poteva più tirarsi indietro.
Si rimise in piedi con lentezza, guardando il proprio nemico dritto negli occhi, cercando di non mostrare la propria paura.
Aveva il viso in fiamme per via del colpo appena ricevuto, e le ferite guadagnate durante i precedenti scontri non la aiutavano di certo.
Corse verso Galar, di nuovo, muovendosi con furia, provando un nuovo affondo verso il corpo del demone che, come in precedenza, scartò di lato quasi all'ultimo secondo, colpendo di nuovo la ragazza che rotolò sul terreno polveroso, lasciando andare Glimmend.
Cercò ancora di rialzarsi, decisa a riprendere tra le mani la propria lama, ma un nuovo colpo la ferì allo stomaco, passando attraverso la spessa armatura e la cotta di maglia, che finirono per deformarsi contro la sua pelle morbida, togliendole il respiro.
"Devo dire che mi sento piuttosto offeso"
La sua voce era tagliente, appena udibile nel fragore della battaglia, eppure perfettamente chiara. Per un momento, le parve che avesse origine all'interno della sua testa.
Non poteva fare a meno di ascoltarla, non poteva fare a meno di temerla e per un momento, ebbe quasi il desiderio di provare a compiacerla.
"Mi aspettavo un guerriero. Qualcuno che fosse alla mia altezza! E invece chi hanno deciso di farmi affrontare?" abbassò lo sguardo, fissandola con disgusto "Una ragazzina, che a malapena riesce a tenere in mano quella spada così potente"
"Io invece ti immaginavo più alto" rispose la ragazza ricambiando lo sguardo con decisione.
Galar rimase senza parole per qualche secondo, sorpreso da quella reazione inaspettata, poi scoppiò a ridere, piegando la testa all'indietro, il corpo sottile scosso da fremiti di piacere che mai in vita sua gli era capitato di provare.
Talula cercò Glimmend con lo sguardo, trovandola subito dopo ad una certa distanza, sul terreno polveroso.
Non era lontana. Poteva farcela!
Fece per muoversi verso di essa ma Galar tornò a guardarla, costringendola a rimanere immobile.
"Devo dire che il coraggio non ti manca. Lo ammiro molto"
"Chissà perchè la cosa non mi lusinga affatto"
Galar non perse il suo sorriso. Si piegò sulle ginocchia, avvicinandosi al corpo della giovane guaritrice, ancora disteso a terra, senza distogliere lo sguardo dal suo per un solo momento.
Nessun essere umano lo aveva mai guardato con una simile intensità, con una simile determinazione. Non era certo ciò che si aspettava da una semplice guaritrice.
Non c'erano tenebre nel suo cuore, eppure la sua non era stata certo una vita perfetta.
Aveva visto morire la propria famiglia, la propria città, aveva assistito impotente all'uccisione di tutti coloro a cui per anni aveva voluto bene. Coloro che l'avevano accolta senza fare domande, donandole una nuova casa, dandole l'occasione di fare del bene, di sentirsi utile, eppure non c'era rabbia nel suo cuore.
Solo rassegnazione.
Desiderava ucciderlo, desiderava farlo con tutta se stessa, ma non per vendetta.
Voleva farlo perchè sapeva che era l'unico modo per aiutare tutte quelle persone. Era l'unico modo che aveva per riportare la pace.
"Umani così sciocchi se ne incontrano di rado" disse Galar tornando a farsi serio "L'uomo che impugnava quella spada ... lui era come te. Il suo cuore era simile al tuo, sebbene la sua preparazione fosse decisamente più adeguata"
Talula mosse appena le mani, pronta a rialzarsi. Doveva recuperare la sua spada. Doveva farlo immediatamente, e mettere fine a quella storia una volta per tutte.
"Ma stavolta non commetterò gli stessi errori" le sue dita sottili le sfiorarono appena il petto, all'altezza del cuore, e le mancò il fiato "Stavolta sarai tu a morire"
Il cuore prese a batterle nel petto, velocemente, dolorosamente. Sentì appena le costole incrinarsi all'interno del suo corpo. Boccheggiò, alla ricerca di ossigeno, mentre un rivolo di sangue fuoriusciva dalle sue labbra, sporcando il viso dalla pelle chiara.
"A differenza del suo, il tuo nome verrà presto dimenticato"
La vista si annebbiò, mentre brevi immagini della sua vita passavano davanti ai suoi occhi, facendole provare nuove emozioni, permettendole di ascoltare ancora, per l'ultima volta, voci alle quali in passato si era molto affezionata.
In particolare, le capitò di sentire la voce di Iaco.
Lo sentì istruirla di nuovo, insegnarle la differenza tra il bene e il male.
Ascoltò ancora i suoi rimproveri, i suoi consigli, la tensione nella sua voce nel momento in cui, a tredici anni, aveva finito per mettersi nei guai, rischiando quasi di morire per un'azione avventata.
Avvertì tutto questo e molto altro. Rivide Liam, si sentì di nuovo trasportare tra le sue braccia, sentì il sapore delle sue labbra, il tocco della sua lingua mentre i loro corpi si scontravano, amalgamandosi in un dolce abbraccio in grado di toglierle il fiato. Rivide il sorriso di Mia, la determinazione nel suo sguardo, le sue mani tese per sentire il vento sotto di esse mentre solcavano il cielo sulla schiena di quella grande, meravigliosa dragonessa alla quale tanto si era affezionata. Rivide gli sguardi di Sarah ed Aaron, ascoltò i rimproveri del soldato durante l'addestramento che inizialmente aveva tanto disprezzato.
La vita di tutti loro era nelle sue mani, e lei li aveva delusi.
Aveva fallito. Lo aveva fatto sul serio.
Ed ora cosa sarebbe accaduto? Cosa ne sarebbe stato di tutte quelle persone che avevano dato anima e corpo per un fine più grande, che in quel preciso momento combattevano, lottavano con le unghie e con i denti sperando in un lieto fine che non sarebbe mai arrivato?
Poi il dolore al petto cessò, e pensò davvero che fosse finita.
Rimase immobile, a terra, rendendosi conto a malapena di riuscire ancora a respirare.
La vista tornò lentamente, permettendole di vedere il mondo attorno a sè.
Ascoltò le urla di Galar, che furioso cercava di scrollarsi di dosso lo sciocco ragazzino che lo aveva afferrato per la gola, affondando i denti nella sua carne morbida in un ultimo, disperato tentativo di fare la differenza.
Era stato fatto a pezzi, il braccio destro e l'ala sinistra spezzati, eppure era di nuovo in piedi, pronto a proteggerla, a tenerla al sicuro.
Talula si sollevò a fatica, guardando Liam negli occhi, sussultando nel momento in cui Galar, stanco di venire sempre interrotto, afferrò il ragazzo con forza e lo scaraventò a terra, colpendolo poi allo stomaco con violenza, rabbia e odio negli occhi improvvisamente iniettati di sangue.
La giovane guaritrice corse verso la propria spada, afferrandola in fretta e guardandola brillare tra le proprie mani.
"Come osate rivoltarvi contro di me?!" Liam non aveva mai sentito urlare Galar in quel modo, e si ritrovò a tremare "Io sono il vostro re!!"
Quando la lama lucente gli penetrò nella carne, trapassandolo da parte a parte, a poca distanza dal cuore, rimase senza fiato.
"Tu sei solo un mostro"
   
 
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