Ragazzeeeeeeeeee!
Buona Pasquetta xD
Divertite ieri?? So che non ve ne può fregare niente, ma io
ho
mangiato tantissimo xD ed era tutto buonooooooooo xD mamma
mia…uova? Ne avete
mangiate molte?? Io mi sono divertita ad aprire quelle di mia sorella
per i regali…xD
tanto lei è ancora piccola, quindi non può
apprezzare i giochino xD
Bene, godiamoci questi ultimi giorni di vacanza (almeno per
me…mercoledì sotto
tortura…uffa…) grazie 1000 chi ha messo la storia
tra i
preferiti, chi ha solo letto e chi ha commentato.
Scusate, ma ultimamente sono rare le volte che ringrazio
tutte…la
scusa di oggi? Mia sorella con la febbre da badare…Alice102,
EmilyAtwood,
Ilarylove
Sol, Miley90,
fedev82,
KikiCullen,
Lion
E Lamb, Ili_sere_nere,
Sognatrice85,
LondonCalling,
KikyCullen,
lilly95lilly,
ilachan89yamapi,
fede_sganch,
milly92
e Ithil
grazie per
aver recensito e per avermi regalato un ennesimo sorriso! Vi adoro
tutte!
A sabato! Un bacione Giulls
P.S. ragazze, conoscerò veramente Robert e lui
s’innamorerà di me
xD! Ed ora vi spiego il perché: sabato ho postato il
capitolo dove Giulia era
al karaoke, no? E dove ero io sabato sera???? A CANTARE AL KARAOKE!!!!
xD v’inviterò
al nostro matrimonio xD Ok, basta cretinate…buona
letturaaaaaaaaaaaa ^^
Ero ancora intenta a stiracchiarmi nel letto con gli occhi ancora
chiusi e a fare piccole smorfie quando, voltandomi di lato, sentii un
respiro
che ormai conoscevo molto bene a pochi centimetri dalla mia faccia ed
immediatamente e ancora con gli occhi chiusi cominciai a tastare la
faccia di
Robert.
< Che fai? > chiese divertito.
< Mi sto accertando che il respiro sia il tuo e non quello di
un cane > risposi sorridendo e aprendo gli occhi.
< Bau > disse ridendo.
< Che scemo che sei Robert! > esclamai ridendo e
lanciandogli il cuscino addosso.
< Buongiorno splendore > mi disse prendendomi tra le sue
braccia e dandomi una serie di bacetti sulla guancia.
< Ciao > gli sussurrai un po’ imbarazzata in un
orecchio
< oggi niente fiori? > domandai notando che non aveva
portato niente con
sé.
< No, oggi no. Mi dispiace >
< Va beh, vedrò se ho voglia di
perdonarti… > risposi
alzandomi dal letto e andando ad accendere il cellulare, il quale
neanche dopo
un minuto iniziò a squillare.
< Pronto? >
< Sei una grandissima stronza lo sai? >
< Oddio che ho fatto? > domandai con voce preoccupata.
< Come cosa hai fatto? Sono una delle tue migliori amiche e non
ti fai mai viva? >
< Hai ragione Vero, scusa > risposi fingendomi
dispiaciuta.
< Sì, certo…tanto non ti perdono! >
< No, dai cosa posso fare per farmi perdonare? > domandai.
< Lascia quel troglodita di Robert > rispose seria.
< Vuoi morire? > dissi meccanicamente e minacciosamente.
< Oh, che paura che mi fai! Allora? >
< Veronica, tesoro, mia fedele compagna amica di
banco…ma ti ha
dato di volta il cervello? Oppure cos’è andato in
vacanza e non è più tornato?
> domandai ironicamente, nonostante sapessi che già
che la seconda risposta
era quella corretta.
< Tesoro, luce della mia vita, per me il cervello che se
n’è
andato è il tuo perché ti sei messa con quello!
Il mio invece è al suo posto e penso solo ad Mattia! >
< E Kellan scusa? > domandai con un sorrisetto.
< Ehm…ma io amo solo Mattia, c’è
solo lui nel mio cuore >
rispose velocemente.
< È lì vero? >
< Sì >
< Ahahah! >
< Ok, se n’è andato > mi disse poco
dopo.
< Se ti porto Kellan mi perdoni? > domandai.
< E se lasci Robert… >
< Veronica! > esclamai.
< Uffa…va beh, mi va bene anche solo Kellan >
disse e poi
aggiunse < ma…tanto è inutile che tu mi
voglia presentare altri ragazzi,
perché io amo solo Mattia >
< È tornato? >
< Sì…uffa > disse e scoppiai a
ridere.
< Ahahah! Niente Kellan per te! > la canzonai.
< Me lo presenterai sabato… >
< Sabato? > domandai sgranando gli occhi e guardando
Robert.
< Sì, sabato. Sai, ieri io e Mattia abbiamo fatto un
anno… >
< È vero, auguri! > esclamai interrompendola.
< Giu, ti odio… > disse e come sempre scoppiai
a ridere: sapevo
bene che odiava quando le facevo gli auguri per lei e Mattia e per
questo mi
divertivo troppo a prenderla in giro.
< Grazie Vero! Dicevi? >
< Che Matt ha preso due biglietti per Londra come regalo per il
nostro primo anno insieme… >
< E tua madre ti lascia? >
< Sì >
< Tua madre Alessandra? >
< Sì >
< Stiamo parlando della stessa Alessandra? >
< Giu che palle! Sì, mia mamma visto che si fida
ciecamente di
Matt ha accettato di lasciarmi venire a Londra! >
esclamò seccata.
< Oh, ok…e quando ripartite? >
< Arriviamo a Londra sabato pomeriggio e ripartiamo domenica
sera… >
< Ma state pochissimo! > dissi triste.
< Dai Giu ci vediamo sabato sera! >
< Solo sabato sera? >
< Sì perché siamo con un gruppo turistico
e ci lasciano libero
solo il sabato sera, visto che sabato pomeriggio siamo in giro per
vedere i
monumenti e continuiamo anche domenica mattina, poi il pomeriggio
dobbiamo fare
le valigie e andiamo in aeroporto perché abbiamo
l’aereo alle sette >
< Allora sabato sera non mi scappi! > esclamai sorridendo.
< Sicuro! Vieni con Kellan e andiamo a bere tutti insieme
qualcosa… >
< E il mio moroso dove lo metti? >
< Quello non lo voglio, altrimenti lo uccido! >
< Veronica… >
< Oh, ma che…ok, fai venire anche lui. Ora scappo
perché sto
spendendo tutti i soldi… >
< Oh, povera piccola…ciao Vero, grazie per la
telefonata.
Saluta Matt! >
< Ok, grazie ciao! >
< Certo che sei veramente gentile eh? > le dissi
ironicamente.
< Uffa…salutami Robert! Meglio? > mi chiese.
< Molto meglio, grazie. Ciao Vero! > dissi chiudendo la
chiamata.
< Amore è tutto ok? > domandò
Robert avvicinandosi.
< Sì, certo > risposi sorridendogli.
< Lo sai che sei sexy quando parli in italiano? > disse
prendendomi le braccia e mettendosele dietro al collo.
< Rob? > lo chiamai guardandolo negli occhi.
< Sì piccola? >
< Ricordi di quando ti parlavo di Veronica? >
< La tua amica che non mi sopporta? > domandò
ridendo.
< Sì… >
< Era lei al telefono? >
< Sì… >
< Ti ha detto per caso di lasciarmi? >
< Come lo sai? > domandai strabuzzando gli occhi.
< Avevi fatto una faccia scandalizzata prima e ho tirato ad
indovinare… > rispose ridendo.
< Ah, ok…no senti…mi ha chiamato per dirmi
che sabato verrà con
il suo ragazzo a Londra e mi ha chiesto se sabato sera vogliamo uscire
con
loro… > dissi guardandolo con una espressione da cane
bastonato.
< Certo piccola, va benissimo! >
< Davvero? > domandai sorridendo.
< Sì, mi fa piacere conoscere i tuoi amici, anche se
quella che
stai per presentarmi non mi può vedere… >
< Ti amo… > dissi guardandolo dolcemente.
< Anche io piccola…e ora forza, vestiti che andiamo!
>
< Dove? >
< Sorpresa… >
< Mi dici almeno cosa indossare? > domandai inarcando un
sopracciglio.
< Mmm…il costume, poi quello che vuoi >
rispose
sorridendomi.
< Ok… > dissi allungandomi a prendere il
costume con la
scritta ROCK’N’ROLL e il vestito in lino bianco e
poi andai in bagno a
prepararmi: mi truccai leggermente e cercai in tutti i cassetti il mio
cerchietto bianco, trovandolo poco dopo dietro il mobile del lavandino.
< Giulia sei, bellissima… > disse sorridendomi
non appena
tornai in camera.
< Non lo so, non mi convince… > risposi
onestamente
guardandomi allo specchio.
< Perché no? >
< Perché io voglio essere al meglio per
te… > risposi
arrossendo.
Robert sorrise e mi abbracciò da dietro appoggiando il suo
mento
sulla mia spalla.
< Sei una meraviglia… > mi sussurrò
mentre guardava il
nostro riflesso nello specchio.
Sorrisi anche io e dopo che mi prese per mano scendemmo di sotto
in sala, salutammo Teo e poi ci dirigemmo verso la macchina.
Non appena mi fece accomodare in macchina si voltò verso di
me.
< Me lo faresti un favore? >
< Certo > risposi sorridendogli.
< La indosseresti? > chiese mostrandomi una benda.
< Devo proprio? >
< Beh… >
< Ok… > risposi accontentandolo < non
provare a
violentarmi > lo intimai.
< Sai leggere nella mente per caso? > domandò
sorridendo.
< No, ti conosco… > risposi divertita <
in ogni caso, se
dovesse fermarci la polizia dirò che mi hai rapita >
< Non provarci nemmeno, altrimenti poi me la pagherai >
< Oh, che paura che mi fai… > dissi ridendo.
Il viaggio durò all’incirca un’ora e
quando arrivammo mi aiutò a
scendere dalla macchina prendendomi per mano.
< Siamo al mare > dissi non appena sentii il rumore delle
onde.
< La tua non è una domanda >
< No, infatti. Ed ora me la togli la benda? >
< Altri cinque minuti. Tranquilla, ti tengo io > rispose
facendo passare un braccio attorno alla mia vita e non appena ci
fermammo mi
tolse la benda e mi trovai di fronte ad una barca.
< E questa? >
< È la barca di Lizzy e George. Ogni tanto fanno
assieme ai
bambini delle gite in mare >
< È bellissima > dissi ammirandola: era
più piccola rispetto
a quelle che vedevo sempre nei film, però era abbastanza
lunga; era bianca con
due righe parallele rosse e aveva la vela dello stesso colore.
< Vieni piccola, di qua > disse prendendomi per mano e
aiutandomi a salire.
Non appena vi salimmo sopra, Robert me la fece visitare tutta.
Dopo aver visto l’esterno mi portò dentro a
visitare la stiva, la quale era
molto grande, a differenza di come poteva apparire fuori. Vi era uno
matrimoniale e uno a castello, un tavolino dove poter magiare, un
fornello da
viaggio e un paio di mini frigo e freezer.
< Adoro tua sorella. Questa barca è bellissima! Ma
quando l’ha
presa? >
< Qualche anno fa, non ricordo con precisione > rispose
infilandosi le mani nelle tasche.
< La sai guidare? >
< Ho preso qualche lezione da George la settimana scorsa >
< Davvero? >
< Sì, altrimenti col cavolo che saremmo potuti andare
a fare la
nostra gita… >
< Hai preso delle lezione per me? > domandai sbigottita.
< Sì amore >
< Mi vizi troppo >
< Mi piace viziarti > rispose sorridendomi e baciandomi
una
tempia.
< Forza, andiamo a fare un giro! > esclamai.
< È la prima volta che sali su una barca vero?
> domandò
ridendo.
< Sì >
< Ok, infila questo e andiamo > disse porgendomi un
giubbotto di salvataggio bianco.
Lo indossai e poi ci dirigemmo di sopra, dove Robert prese il
posto di comando, mentre io mi sedetti vicina a lui.
< Ci mancano i cappellini coordinati con il giubbotto >
dissi non poco dopo essere partiti.
< Sono nella stiva, se vuoi valli a prendere >
< Stai scherzando? Ci sono veramente > domandai scattando
in
piedi.
< No piccola, ci sono veramente > rispose ridendo.
< Volo! > esclamai precipitandomi a prendere i cappellini
e
poi tornai porgendogliene uno.
< Bisognerebbe fare causa ai tuoi genitori. Privarti a tutto
questo… > disse Robert ridendo e indicando la barca.
< Ah beh, sai com’è…noi non
siamo milionari > risposi
sorridendogli.
< Sono frecciatine nei miei confronti per caso? >
< Assolutamente no! > esclamai sorridendogli.
Tornai di sotto a prendere un telo e mi tolsi il vestito rimanendo
in costume, poi mi spalmai la crema e finalmente mi decisi a tornare di
sopra
per prendere un po’ di sole.
< Giulia vuoi provare a guidare? > domandò
dopo mezz’ora di
viaggio.
Non me lo feci ripetere due volte e scattai in piedi
posizionandomi accanto a lui.
< Oddio, è divertentissimo! > esclamai poco
dopo.
< Piccola, sei brava > disse dandomi un bacio sul collo.
< Sì, sono bravissima lo so! > dissi
vantandomi.
< O mamma mia… > rispose roteando gli occhi.
< Rob…per il primo mese hai cosparso la cucina di
petali di
rose, per il secondo mese mi hai portato in barca…la
prossima volta dirai di
avermi comprato un’isola? > domandai dopo qualche
minuto dopo avergli lasciato
nuovamente il comando della barca.
< Oppure potrei dare il tuo nome a una stella…ma
l’idea
dell’isola non è male > rispose ridendo.
< Ma smettila! > esclamai alzandomi per tirargli un
leggero
pugno sul braccio.
< T’invidio, lo sai? > mi disse poco dopo
essermi ristesa
per abbronzarmi.
< Perché? > domandai curiosa.
< Non sai cosa darei per potermi abbronzare anche solo un
po’…
>
< Fallo > dissi alzando le spalle.
< Edward Cullen deve essere pallido… > rispose
accennando un
sorriso sarcastico.
< E allora? Fregatene. Esistono i trucchi e le make-up artists.
Vedrai che riusciranno a farti tornare pallido. E poi anche se stai
solo un
giorno sotto la luce del sole non succede niente! Non diventerai mica
abbronzato immediatamente, no? > dissi tentando di convincerlo.
< Beh… >
< Rob, è solo un ruolo di un film. Non me ne intendo
molto, lo
so, ma…fai quello che ti senti di fare, solo…non
farti troppi problemi >
< Credo che tu abbia ragione > disse sorridendomi.
< Avanti, cosa aspetti allora? Butta l’ancora e vieni
a
prendere un po’ di sole qui accanto a me! > esclamai
facendogli un po’ di
posto sul telo.
< Dammi cinque minuti > rispose Robert fermando la nave
con
l’ancora e scendendo di sotto.
< Bentornato! > esclamai quando si stese accanto a me.
< Grazie > rispose sorridendomi.
Mi voltai di lato reggendomi con un braccio, mentre con
l’altro
gli accarezzavo il viso fino a scendere fino al petto.
< Rob, lo sai che se ti metti la crema solare potresti evitare
di scottarti? >
< Sì, ma sono molto pigro e mi scoccia
mettermela… >
< Stai cercando di dirmi che vuoi che te la spalmi io? >
domandai mettendomi a sedere.
< Se ti va… > rispose sorridendomi
maliziosamente.
< In cambio voglio i tuoi occhiali per oggi >
< Perché? >
< Perché mi piacciono da morire, ecco
perché! > risposi
dandogli la mano.
< Ok piccola, andata > rispose stringendola.
< Bene! > esclamai sorridendo.
Presi la crema e iniziai a spalmargliela lentamente, fermandomi
ogni tanto per stendermi sopra di lui e baciarlo.
< Mi fai impazzire, sappilo > mi disse tra un bacio e
l’altro mentre mi stringeva sempre di più a
sé.
< Pure tu Rob, pure tu… > risposi con voce
tremante, mentre
il mio corpo era tutta una scarica di brividi.
Gli presi una mano e me la portai dietro la schiena
all’altezza
dei lacci del costume, ma come sempre il telefono rovinò il
nostro magico
momento.
< Non rispondere > mi pregò Robert tenendomi
per i fianchi.
< È mia madre e sa che oggi io e te festeggiamo i due
mesi. Se
non rispondo prenderà il primo aereo per Londra e ci
ucciderà > risposi
allontanandomi a malavoglia da lui e prendendo il telefono <
pronto? >
< Ciao Giuly, come stai? > domandò mia madre
allegramente.
< Ciao mamma! Sto molto bene grazie, e te? >
< Sto bene, ma Emma è un po’ raffreddata.
Che cosa stavi
facendo? Ti ho disturbato? >
“Veramente sì, stavo per fare
l’amore con il mio moroso, ma la
tua tempestività ci ha interrotti…”
pensai.
< No, tranquilla. Sto prendendo un po’ di sole
> mentii.
< Tu che prendi il sole? Mamma mia, domani nevicherà!
>
esclamò mia madre ridendo.
< Molto spiritosa mamma! > risposi acida.
< Lo sai che stiamo partendo per la Sicilia? >
< Stiamo? > domandai confusa.
< Sì, Mirco, Emma ed io >
< Davvero? Che bello!! Divertitevi anche per me! >
esclamai
sorridendo.
< Sì, anche se avrei preferito che ci fossi anche tu
con noi…
>
< Eh, lo so…dai, il prossimo anno sarò dei
vostri, promesso!
> risposi mentre guardavo Robert scendere nella stiva.
< Come sta Robert? > domandò premurosa.
< Sta bene, grazie mamma > risposi sorridendole <
mi ha
detto di salutarti >
< Oh grazie, ricambia > rispose allegra e mi tenne
occupata
al telefono per diversi minuti raccontandomi un sacco di cavolate per
non farmi
stare sola con Robert.
< Ehm…mamma, Robert mi ha chiamato per pranzare. Ci
sentiamo
dopo, ok? Ciao, ti voglio bene! > esclamai buttando
giù il telefono prima
ancora che potesse rispondere.
Mi rivestii e scesi di sotto da Robert.
< Che stai facendo? > domandai guadandolo.
< Sto scaldando il pranzo > rispose sorridendomi.
< Perché scaldando e non preparando? >
< Perché…beh…l’ha
preparato mia madre… > ammise imbarazzato
passandosi una mano nei capelli.
< Esattamente come ha preparato la torta con le fragole e la
panna? > domandai divertita.
< Come lo sai? > chiese sgranando gli occhi.
< Beh, ho le mie fonti… > risposi sogghignando.
< E…da quanto lo sai? >
< L’ho sempre saputo > risposi iniziando ad
apparecchiare.
< Perché non mi hai detto niente? >
< Ero curiosa di sapere se avresti avuto il coraggio di dirmelo
tu > risposi alzando le spalle < ah, comunque
è stata Nikki a dirmelo
>
< Devi ricordarmi di ucciderla >
< No, non lo farò! > esclamai ridendo e
portando ormai il
cibo pronto a tavola.
“Oddio benediciamo Claire! È buonissima
questa pasta! Sì,
Robert ha fatto veramente bene a far cucinare sua madre. Mi dispiace
per questo
sfruttamento, ma cavolo…” pensai
gustandomi il pranzo.
< Allora? >
< Santifichiamo quella donna! > esclamai facendolo ridere.
Quando finimmo di pranzare Robert mi prese per mano e ritornammo
fuori, avvicinandoci al timone e continuando a navigare ancora un
po’.
Diverse ore dopo Robert fermò di nuovo la barca, scese di
sotto
prendendo una sportina e mi si avvicinò.
< Il regalo lo vuoi adesso o dopo? > domandò
sedendosi per
terra.
< Ma dai, non ce n’era bisogno… >
dissi sorridendomi accanto
a lui.
< Sì, certo…intanto anche tu me
l’hai fatto se non sbaglio >
rispose indicando la sportina che avevo accanto.
< Touche!
> esclamai ridendo.
< Prendi piccola > disse porgendomi un pacchetto ed io
feci
lo stesso.
< Apri prima il mio > gli dissi sorridendogli e lui lo
fece,
trovandovi un CD e un braccialetto di cuoio intrecciato.
< Che CD è? > domandò curioso.
< È un CD con inciso sopra Like Lovers Do cantata da
me >
< Stai scherzando? >
< No > risposi sorridendogli.
< Oddio, non vedo l’ora di sentirlo! Forza, ora apri
il mio
regalo e poi andiamo a sentire il tuo CD > esclamò.
Scartai il mio regalo trovando Breaking Dawn in inglese.
< Ma esce il due agosto… > dissi guardando
incessantemente
la copertina.
< Mi sono fatto preparare una copia in anteprima >
< Vuoi dire che ho l’anteprima mondiale? >
domandai
sgranando gli occhi e guardandolo.
< Esattamente >
< O mio dio! Mi sento importante! > esclamai gongolandomi
e
scoppiammo nuovamente a ridere.
< Aprilo > mi disse non appena tornò serio.
Feci come mi aveva detto e nella prima pagina vi trovai una sua
dedica.
Tuo Rob”
< Prego, ma guarda che non è ancora finito. Se fossi
in te
andrei avanti… >
Voltai un altro paio di pagine del libro e trovai scritto il testo
di una canzone.
< No piccola, aspetta > disse facendomi chiudere il libro
< voglio solo dirti una cosa prima: spero che nel testo non ci
siano errori.
Sai, ho chiesto a Teo una canzone romantica italiana. Lui me ne ha
fatte
sentire tre o quattro, portandomi il testo tradotto ed io ho scelto
questa,
perché ti rispecchia e rispecchia quello che io provo per te
> aggiunse
indicando il libro.
Sorrisi e riaprii il libro, leggendo il testo e iniziando a
sorridere già dal primo verso.
L’unica ragione per arrivare fino in fondo
Ad ogni mio respiro
Quando ti guardo
Dopo un giorno pieno di parole
Senza che tu mi dica niente
Tutto si fa chiaro
A te che mi hai trovato
All’ angolo coi pugni chiusi
Con le mie spalle contro il muro
Pronto a difendermi
Con gli occhi bassi
Stavo in fila
Con i disillusi
Tu mi hai raccolto come un gatto
E mi hai portato con te
A te io canto una canzone
Perché non ho altro
Niente di meglio da offrirti
Di tutto quello che ho
Prendi il mio tempo
E la magia
Che con un solo salto
Ci fa volare dentro all’aria
Come bollicine
A te che sei
Semplicemente sei
Sostanza dei giorni miei
Sostanza dei giorni miei
A te che sei il mio grande amore
Ed il mio amore grande
A te che hai preso la mia vita
E ne hai fatto molto di più
A te che hai dato senso al tempo
Senza misurarlo
A te che sei il mio amore grande
Ed il mio grande amore
A te che io
Ti ho visto piangere nella mia mano
Fragile che potevo ucciderti
Stringendoti un po’
E poi ti ho visto
Con la forza di un aeroplano
Prendere in mano la tua vita
E trascinarla in salvo
A te che mi hai insegnato i sogni
E l’arte dell’avventura
A te che credi nel coraggio
E anche nella paura
A te che sei la miglior cosa
Che mi sia successa
A te che cambi tutti i giorni
E resti sempre la stessa
A te che sei
Semplicemente sei
Sostanza dei giorni miei
Sostanza dei sogni miei
A te che sei
Essenzialmente sei
Sostanza dei sogni miei
Sostanza dei giorni miei
A te che non ti piaci mai
E sei una meraviglia
Le forze della natura si concentrano in te
Che sei una roccia sei una pianta sei un uragano
Sei l’orizzonte che mi accoglie quando mi allontano
A te che sei l’unica amica
Che io posso avere
L’unico amore che vorrei
Se io non ti avessi con me
A te che hai reso la mia vita bella da morire
Che riesci a render la fatica un'
immenso piacere,
A te che sei il mio grande amore ed il mio amore grande,
A te che hai preso la mia vita e ne hai fatto molto di più,
A te che hai dato senso al tempo senza misurarlo,
A te che sei il mio amore grande ed il mio grande amore,
A te che sei, semplicemente sei, sostanza dei giorni miei, sostanza dei
sogni
miei…
E a te che sei, semplicemente sei, compagna dei giorni miei...sostanza
dei
sogni…
< Grazie > dissi dopo aver letto tutta la canzone ed
essermi commossa di
nuovo.
< Spero che quelle siano lacrime di
gioia… > disse asciugandomi col suo dito una lacrima.
< Sì…non è possibile che io sia
diventata così prima donna! > esclamai scoppiando a
ridere.
< È vero, piangi spesso… >
< Scusa… >
< Non scusarti, mi fa piacere se poi
posso aiutarti a farti stare meglio > rispose sorridendomi
dolcemente.
< Entriamo dentro? > domandai poco
dopo.
< Sì, andiamo a sentire il CD >
rispose sorridendomi e prendendomi per mano.
< Rob? > lo chiamai bloccandolo.
< Sì? >
< Ti amo > dissi sorridendogli.
< Ti amo anche io > rispose
avvicinandosi a me e baciandomi dolcemente.
< Grazie per il regalo, è il regalo
più bello che abbia mai ricevuto >
< Sono contento che ti piaccia il
libro >
< Io non stavo parlando del libro.
Certo, anche il libro ha contribuito, però mi riferivo
principalmente alla
dedica >
< Sono felice che ti sia piaciuta
> rispose sorridendo.
Entrammo nella stiva e mi sedetti sul
letto, mentre Robert metteva il CD nello stereo e si stendeva accanto a
me.
< Comoda? > mi chiese dopo che mi ero accoccolata accanto
a
lui.
< Sì, comodissima! > risposi sorridendogli.
Restammo in silenzio per tutta la durata della canzone.
< Amore, sei stata bravissima. I miei complimenti > disse
baciandomi una spalla.
< Grazie Rob… > risposi voltando la testa e
guardandolo.
Gli sorrisi e lo baciai. Successivamente mi
voltai del tutto, trovandomi di fronte a lui.
Gli presi il colletto della camicia e lo avvicinai maggiormente a me,
lambendo
con passione quelle labbra che tanto amavo. Lo attirai a me con una
forza tale
da farlo stendere sopra di me anche se lui collaborò
parecchio e poi iniziai a
sbottonargli la camicia.
Lo volevo, volevo che lui facesse l’amore con me. Avevamo
provato
già varie volte, ma eravamo sempre stati interrotti. Ora
basta, era il momento
giusto.
< Giulia… > mi chiamò.
< Mmm? > chiesi mentre gli stavo baciando il collo e
stavo
finendo di sbottonargli la camicia.
< Fermati piccola… > disse con voce roca
prendendomi per i
polsi.
Lo guardai strabuzzando gli occhi.
< Perché? C’è qualcosa che non
va? > domandai triste.
“D’altronde, perché non mi
vuole? L’ha detto anche lui di voler
fare l’amore con me e anche prima mi aveva pregato di non
rispondere a mia
madre. Che si sia pentito di volerlo fare con me?”
pensai spaventata.
< No piccola, è tutto ok > rispose
accarezzandomi una
guancia.
< Ma allora cosa…? >
< Sai, prima mentre eri al telefono con tua madre ci ho
riflettuto un po’ e ho deciso che non voglio che la tua prima
volta sia durante
una ricorrenza speciale. Voglio che la tua prima volta sia in un giorno
normalissimo, che poi noi possiamo rendere speciale. Riesci a capire?
>
< Sì > risposi sorridendogli, anche se avevo
lo sguardo
triste.
< Piccola, non fare così. Non sai quanto ti desideri
e fidati,
è più difficile per me che per te, ma voglio
rispettare questo mio ideale >
disse guardandomi e baciandomi la punta del naso.
< Ok… > risposi sorridendogli di rimando,
anche se poco
convinta.
< Vieni dai allontaniamoci dal letto prima che cambi idea. Che
ore sono? >
< Le sette e mezza. Cavolo, il tempo è volato oggi
> risposi
guardando l’orologio.
Robert sorrise.
< Hai mai visto il tramonto su una barca? >
< No, mai > risposi sorridendo.
< Bene, allora seguimi > disse prendendomi per mano e
portandomi fuori.
La scena che avevo davanti era a dir poco fantastica: il Sole
sembrava toccare il mare ed era di colore arancione e rosso, mentre il
cielo
era tinto di rosso con striature rosa. Mi voltai a guardare Robert, che
era
illuminato dai raggi del Sole e che gli dava una sorta di colore rosso.
< È tutto bellissimo > dissi estasiata.
< E ti manca la parte migliore… > disse lui
sorridendo poco
dopo.
< Cioè? > domandai curiosa.
< Guarda alla tua destra… > mi voltai e trovai
accanto alla
barca quattro delfini.
< Non ci credo, è uno scherzo… >
< No amore mio, è tutto vero > rispose
abbracciandomi.
< Possiamo restare qui per sempre? >
< Mi dispiace, ma non è possibile: primo
perché a mia sorella
serve la barca domani e secondo perché sta per arrivare un
acquazzone, quindi è
meglio sbrigarsi e ripartire > rispose guardando il cielo e lo
imitai.
Indossammo velocemente i nostri giubbotti di salvataggio e
ripartimmo verso la terraferma.
Arrivammo nel porto giusto in tempo perché iniziasse a
piovere.
Stavamo correndo verso la macchina, ma io non volevo che quella
giornata terminasse, così mi bloccai.
< Giulia, ma che cavolo fai? Avanti muoviti, sta diluviando!
>
< Oh, un po’ d’acqua non ha mai ucciso
nessuno! > esclamai
allargando le braccia e alzando la testa verso il cielo, permettendo
che le
gocce di pioggia mi bagnassero il viso.
< Ti prenderai un raffreddore. Ti prego, torniamo in macchina,
sei fradicia… >
< Rob… >
< Sì, lo so che la pioggia ti piace, ma per
favore…stai
seriamente rischiando… > continuò con voce
preoccupata.
Lo guardai e mi decisi a tornare alla macchina solo quando
constatai che lui era bagnato fradicio come un pulcino.
< Scusa, sei fradicio per colpa mia… > dissi
dispiaciuta
quando entrammo in macchina.
< Tranquilla, non preoccuparti per me…tu stai bene?
>
< Sì, mai stata meglio > risposi sorridendogli.
< Tu sei pazza… > disse guardandomi ancora
gocciolante.
< Ogni tanto è un bene essere impulsivi >
risposi sostenendo
il suo sguardo.
Accese il riscaldamento e mi porse una coperta, poi accendemmo la
radio, appoggiai la testa sul vetro e mi addormentai.
< Giulia siamo arrivati > disse Robert svegliandomi
diverso
tempo dopo.
< Siamo da me o da te? > domandai sbadigliando.
< Da te >
< Uffa… > risposi sbuffando.
< Amore, sei fradicia. Da me non ti porto, perché non
saprei
cosa farti indossare > disse guardandomi con disapprovazione.
< Mi stai guardando male perché sono stata sotto la
pioggia?
>
< Sì > rispose.
< Robert, non mi pento di quello che ho fatto…
> dissi sporgendomi
a baciargli una guancia < a domani Rob, grazie di tutto >
< Ciao piccola, buona serata > rispose sorridendomi ma
ancora notevolmente arrabbiato.
Scesi dalla macchina, corsi velocemente verso la porta di casa ed
entrai e non appena fui dentro sentii il rombo della macchina di Robert.
Mi spogliai gettando le cose nel cesto dei panni e m’infilai
sotto
la doccia aprendo l’acqua gelida.
Quando uscii mi asciugai i capelli e corsi in camera in cerca di
un paio di pantaloni della tuta pesanti, ma non trovando niente andai a
cercarne un paio in camera di mio fratello, poi ritornai in camera mia
e
indossai una maglia a manica lunga e una felpa.
Non appena fui pronta scesi di sotto per preparare la cena, ma
iniziai a starnutire poco dopo.
“Ok, meglio non dire a Robert che mi sono presa il
raffreddore”
pensai ridacchiando.
Misi a cuocere la carne per me e mio fratello, anche se
l’unica
cosa che volevo era andare a letto a causa del gran mal di testa che
avevo.
< Ciao piccola! > esclamò Teo entrando in casa.
< Ciao Teo! > risposi dalla cucina.
< Come è andata la gita in barca? >
< È stata bellissima, specialmente il regalo.
Grazie… >
dissi voltandomi verso di lui e sorridendogli.
< Ma di che piccola, io non ho fatto niente > rispose
sorridendomi di rimando.
< Come niente? Lo hai aiutato a scegliere la canzone! >
< No, veramente io gli ho dato dei testi di canzoni sia
originali che tradotti, lui ha scelto tutto il resto.
Ma…piccola, stai bene?
Hai una faccia stravolta… >
< Sì, sto bene. È solo che ho un gran
freddo e un gran mal di
testa > risposi.
< Freddo? Ma se ci sono venti gradi qui in casa! Sei sicura di
stare bene? > domandò avvicinandosi a me poggiando le
sue labbra sulla mia
fronte per sentirmi la temperatura.
< Sì…etciù > risposi
starnutendo.
< Sì? Piccola sei bollente! Forza, corri a letto che
adesso ti
porto il termometro… >
< Ma… >
< Fila in camera! > esclamò.
Mi trascinai in camera e mi rannicchiai sotto le coperte.
< Teo… >
< Zitta e provati la febbre… > mi disse
dolcemente.
Aspettò accanto a me l’esito del termometro e poi
mi guardò
strabuzzando gli occhi < ma, ma…hai 39.3! >
< Ah sì? >
< Ma cos’è successo? >
domandò accarezzandomi la testa.
< Beh, ecco…veramente mi sono fermata di mia
spontanea volontà
sotto la pioggia per bagnarmi un po’… >
< Scherzi?!?! >
< No… >
< Giulia, ti stai rincretinendo ogni giorno che passa! >
< Ah, grazie! > risposi sarcastica.
< Figurati. Ora vado a finire di preparare, ti porto la cena
qui di sopra e poi prendi una tachipirina >
< Ok… > risposi guardando Teo e sorridendogli.