Capitolo
piuttosto
breve, lo so, ma è così che deve andare e no, non
c’entra la fretta e una mia
scelta, anche i prossimi capitoli saranno piuttosto brevi, perché
preferisco creare una certa atmosfera e quindi meglio un capitolo
breve, ma
compendioso, che uno lungo e sconclusionato, con troppe informazioni.
“when there is no more rum,
comes Belzebù Yo-oh-oh Yo-oh-oh
corsair you are, you have to sail the
sea
hoist the color, forge your honor
but be attenction to your actions
because when
ends
rum, comes Belzebù Yo-oh-oh Yo-oh-oh. “
Era la canzone che ormai cantava
anche lui, era la canzone
della ciurma di Capitan Uncino.
Sulla coffa se ne stava, suonando
l’ocarina, quando fu
chiamato d’abbasso.
“Giovanotto.”
Incominciò Uncino:” Mozzo sei arrivato e
pirata sei diventato, grazie alle tue impareggiabili doti, ma ora basta
cincischiare. Spugna provvedi ad informare il giovane della
missione.”
Spugna si schiari la gola e
incominciò con tono solenne, ma
lievemente nasale:” Tu e tre dei migliori pirati scenderete
sulla terra ferma,
dove tu suonerai la tua ocarina e loro si apposteranno. Quando Pan,
attirato
dalla tua musica si presenterà, noi lo uccideremo.”
“E cosa vi fa pensare che
Pan verrà?” Chiese
Uncino batte forte il pugno sul
tavolo e disse:” Tuoni e
fulmini, nei siamo certi. Vedi mentre tu suonavi ci siamo accorti, che
furtivo
scivolava Pan e veniva per ascoltare te, Jim Hawkins.”
“Capisco.” Disse
Jim e poi, direttosi sul ponte, chiese
quali fossero i suoi compagni di ventura.
Spugna gli indicò, allora,
un pirata color del mogano, dagli
scintillanti baffi neri e dallo sguardo torvo: il suo nome era
Montblanc.
Poi un altro pirata, simile in tutto
e per tutto a un grosso
tronco sbozzato con l’accetta e con una la guancia segnata da
una livida
cicatrice: Bourbon lo chiamavano.
E infine, quello che da tempo era
diventato il miglior amico
di Jim, Shanks, detto il rosso per via dei sui capelli, ma era
conosciuto anche
come capello di paglia, per via del suo inseparabile cappello fatto di
quel
materiale e che a suo dire lo aiutava nel prendere meglio la mira.
Cosi fu calata una scialuppa, con
abbordo un piccolo
cannoncino, giusto nel caso l’approdo riservasse sorprese.
A
Jim l’Isola che non
C’è dava, nonostante la lussureggiante e colorata
natura, sempre un’impressione
di cupezza, di morte, di angoscia profonda e i suoi sogni non
l’aiutavano.
E cosi, schioppo alla mano, seduto
sulla canoa, che furtiva
scivolava, lanciava lunghe occhiate di qua e di là, e
così anche i suoi tre
compagni di barca, a un certo punto Shanks si avvicinò al
ragazzo e gli poggiò
una mano sulla spalla con fare paterno: Ancora quello strano sogno,
ragazzo?”
“Si vecchio mio, ancora
quello strano sogno, con quella
strana e triste ragazza e quello strano e inquietante gatto.”
Rispose Jim.
Stava di nuovo per piombare in uno
stato di ambascia, quando
vide di fronte a sé un movimento sospetto nella radura che
avrebbe funto loro d’approdo
e rapido fece caricare il cannone a mitraglia e per tre volte piovve
morte,
sollevando ogni volta una densa polvere di sabbia fina.
Quando la polvere si fu posata, lo
scenario che si parava
innanzi era quello di una dozzina di pellerossa crepati dalle suddette
cannonate.
“Ci sai fare con quel
cannone, ragazzo.” Si complimentò
Bourbon, una volta sbarcati.
Intanto Shanks stava sforacchiando,
con la sua spada, i
cadaveri dei trucidati, il che non piacque a Jim.
“Non
c’è più rispetto per i
morti?” Chiese indignato.
“Sei morti non sono morti
diventano pericoli, per questo
conviene fare dei morti, dei morti molto morti.” Rispose
Shanks con pacatezza,
anzi quasi con distacco.
Poi continuò:”
Anche se le cannonate hanno allarmato le
nostre prede, occorre che tu Jim raggiunga il punto prestabilito e che
non ci
appostiamo. Il cannone lo lasciamo qui, sarebbe sprecato contro quel
demonio di
Pan.”
Il punto prestabilito era una radura
con una gorgogliante
cascata e uno specchio d’acqua limpidissimo in cui nuotavano
pesci di
variopinti e cangianti colori, e qui arrivò Jim, sedendosi
su di una roccia che
permettesse una visuale su ogni punto di agguato o di fuga.
Suonò l’ocarina
fino a farsi venire mal alla faccia, ma di
Pan non c’era traccia; poi all’improvviso se lo
vide apparire, con le gambe
incrociate, a mezzaria, tutto sorridente.
“Sei bravo,
pirata” Disse
“Grazie” Fu la
risposta.
“Ho due domande da farti,
pirata.”
“Spara?”
“Dove hai preso
quell’ocarina? E, quei simpaticoni li
nascosti, immagino siano il comitato di benvenuto, giusto?”
“Non ricordo dove
l’ho presa o se qualcuno me l’ha data e si
quello è il comitato d’accoglienza.”
Rispose Jim, facendo un lieve cenno con la
mano.
Bourbon li appostato era pronto a
sparare, ma fu fermato da
Shanks.
“Che
c’è?” Mugugnò il pirata.
E il rosso rispose:”
Andiamo, siamo circondati e meglio
evitare lo scontro.”
Ma Bourbon non gli diede retta e
spuntò dal suo rifugio,
sparando a tutto spiano, ma in quel momento sbucarono i bambini perduti
e i
pirati furono costretti a battere in ritirata.
Purtroppo lungo la fuga, nel
tentativo di salvare Shanks, fu
Jim a rimetterci le penne, che si accasciò al suolo ferito
al fianco.
Fu portato sulla barca, dove
però le sue condizioni erano così
gravi che non si poté fare niente e in breve
spirò.