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Autore: MadogV    31/05/2016    1 recensioni
L'isola che non c'è incontra alice nel paese delle meraviglie rivelando che esiste un delicato equilibrio fra i mondi, equilibrio che qualcuno ha rotto
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Altro capitolo breve, come il prossimo e poi basta, saranno tutti belli lunghi e corposi gli altri

Era uscito da Sottomondo, o il Paese delle Meraviglie, perché urgeva il suo aiuto nel Mondo di qui, ma ora si sentiva perso, Londinium era completamente triplicata dal suo ultimo viaggio e le vie perdevano lentamente la loro familiarità; solo la pioggia e l’umidità sembravano dargli la certezza che quella fosse ancora la Londinium di tanto tempo fa.

La sua Alice era stata chiara: “Cappellaio, mio fedele amico, c’è una persona del Mondo di qui che abbisogna urgentemente del nostro aiuto, perché un suo amico si è perso.”

Cosi lesto come poteva, cilindro d’ordinanza, si era presentato al varco e aveva poi raggiunto il Mondo di qui.

Chi doveva cercare era Wendy Moira Angela Darling, che si trova in prigione per l’omicidio del capitano della Horfes, Jim Hawkins.

Solo che, per tutti i tessuti sfavillanti, quella maledetta prigione non era più al suo posto, era stata demolita e spostata in un’altra zona: Fleet Street.

Ora, preso Oakenshield Allen e sbucati in Pequod Place, sede dell’accademia della marina, il Cappellaio aveva dato di matto, perché non sapeva più dove andare dato che Impasse street era stata chiusa e c’era una biforcazione: Hyde Road e Seek Street, ma dove andare?

Fu costretto a chiedere e un londinese, con la faccia di ratto, che gli indicò la via da prendere, che era Snare Avenue.

E cosi, cercando di confondersi, alla meglio e peggio, con i londinesi (fatica sprecata, perché per questi è l’ordinario a essere straordinario) si lanciò verso Snare Avenue, ciondolando allegramente il bastone, con il cappello calato a tre quarti.

Giunto alla fine della strada, incappò in un monello che gli disse che Ichabod Crane lo attendeva al solito posto e che il guaio del Cappellaio era risolto, dato che Wendy era libera.

Contento come una pasqua, quasi come nel giorno Gioiglorioso, si avviò quindi verso la vecchia fabbrica abbandonata Winka Wonky, un cioccolataio finito al gabbio per, accuse non affatto speciose, di pedofilia.

Ma una volta arrivato lì, di Crane non c’era traccia, c’era invero traccia di un altro uomo: ossuto, dai capelli, di un colore cinereo, scarmigliati e con un pallore mortale che gli aleggiava nel volto, ma non negli occhi, carichi di un livore che prometteva morte.

“Mr Sweeney Todd.” Disse con affettazione il cappellaio:” Credevo di averla esiliata durante il giorno Esiliante. Che ci fa qui, una schifobrancicosa cosa come lei?”

“è colpa del guaio, che l’amica della tua amica ha combinato” Disse sorridendo malvagiamente:” Ora tutti noi siamo liberi e tutti i mondi sono vicini al collasso.”

“Acciderbolina, questo è un guaio.” E si lanciò verso l’uscita, alla ricerca del varco per tornare a Sottomondo e avvertire Alice e gli altri, che la situazione era più pericolosa di quanto pensasse.

Ma mentre era alla porta, un lampo argento gli passo a pochi centimetri dal volto e lo fece voltare verso il barbiere, che era ritto in piedi, con le mani sui suoi fedelissimi amici.

“Rasoi contro stocco, allora.” Gridò giubilante il Cappellaio.

E rapido si scagliò contro il suo avversario, ma questi si rivelò più lesto e lo feri ad un braccio.

“Sciocco Altocilindro, mentre tu teavi (come dici tu-teare=darsi al tè) e giocavi, io mi allenavo.” Ribatte divertito Todd:” Ora, qui, regoleremo il nostro conto.”

Nonostante la situazione non fosse certo facile, il Cappellaio, matto come un cavallo, rideva divertito, sarebbe stata una giornata memorabile.

Quindi di nuovo si rilanciò contro l’avversario, il quale pensando di poter colpire di nuovo di rapina, rimase invece a sua volta ferito.

“Notevole.” Mugugnò e poi fece roteare i suoi rasoi.

Nonostante la differenza d’arma, i due contendenti combattevano ad armi pari, alla maggior portata dello stocco del cappellaio, il barbiere rispondeva con una velocita di schivata notevole e alla sua velocità, il cappellaio rispondeva con una difesa quasi impenetrabile.

La vecchia fabbrica di cioccolata risuonava ed echeggiava tutta del clangore delle lame e delle risa follemente divertite del Cappellaio.

Ogni colpo, ogni stoccata era schivata e ogni schivata diventava una finta o una parata, da cui sbocciava un nuovo attacco.

Purtroppo la superiorità tecnica di Todd non poteva reggere a lungo contro la superiorità dell’arma del Cappellaio e infatti, perse prima l’uno e poi l’altro rasoio.

A quel punto il Cappellaio rinfoderò il suo stocco e disse:” Se permetti, ora me ne andrei. Cioè, non ti offendere, mi sono divertito, ma vedi, tu sei il problema e io devo avvisare Sottomondo della tua esistenza.”

Poi fece per andarsene, ma si rigirò, estrasse lo stocco e trapasso Toad alla gamba.

“Giusto per sicurezza.” Disse sorridendo con garbo.

Ma quando fu alla porta, si trovò di fronte ad un’ombra, che, sgarbatamente, gli sparò a bruciapelo.

“Capitan Jack Sparrow, comprendi?” Disse

   
 
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