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Autore: DAlessiana    02/06/2016    5 recensioni
Edward fissava la foto, che conservava nel portafoglio, con sguardo perso e la mente affollata di ricordi.
"Parlami di lei..." la voce di Bella fu una dolce melodia che interruppe il filo di pensieri del ragazzo, che per qualche minuto si era dimenticato della presenza della sua fidanzata.
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cullen, Carlisle Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan, Jasper Hale | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Edward e Jasper si ritrovarono, come accadeva ogni sera quando il sonno tardava ad arrivare, in camera del maggiore a parlare del più e del meno.
“Tu sei un pazzo, Ed e io lo sono ancora di più perché ti seguo lo stesso!” esclamò Jasper, alludendo a ciò che era successo a mensa.
“Oh ti prego, falla finita! Davvero avresti preferito che andassero da sole?” domandò, di rimando, l'altro, facendo vacillare Jasper.
“No, ma sicuramente preferisco vivere a lungo” ribatté, guadagnandosi un cuscino in faccia che lanciò a sua volta contro il fratello.
“Tanto papà è di turno in ospedale, quindi come potrà mai saperlo?” chiese, in modo retorico, Edward, cessando il lancio di cuscini.
“Beh, ovvio, qualcosa potrebbe mai andare storto?” replicò Jasper, imitando il fratello e facendo scoppiare a ridere entrambi. Ormai si era rassegnato all'idea di condividere ogni cosa con Edward, soprattutto i guai.

In casa Swan le cose non era tanto differenti, infatti Bella stava assillando Alice da quasi un'ora per ciò che avevo detto a mensa.
“Bella, se vuoi puoi anche non venire. Me la sbrigo da sola, ma io questa festa non me la perderò!” esclamò Alice, stufa di sentirsi ripete le stesse cose come una cantilena, dopo di che si alzò per uscire dalla stanza, ma la sorella la trascinò di nuovo dentro.
“Io non ti lascio sola, lo sai. Anche se in questo momento vorrei tanto ucciderti, di certo non ti abbandono. Insieme escogiteremo un modo per andare a questa festa, ma ti avviso che non sono molto brava a mentire” a queste parole, il cuore di Alice si sciolse e si fiondò, letteralmente, tra le braccia di Bella.
“Tranquilla a quello ci penso io!” esclamò, sapendo perfettamente che la maggiore era una pessima bugiarda.
“Anche se ho la netta sensazione che faremo la fine di Napoleone a Waterloo...” disse Bella, una volta sciolto l'abbraccio. Per tutta risposta Alice le lanciò un cuscino.
“Abbi fede!” esclamò la minore, facendo scoppiare a ridere entrambe. Napoleone aveva perso, mentre loro, Alice ne era convinta, avrebbero vinto.

L'ultimo giorno scolastico della settimana arrivò in fretta e, come ogni volta, i giovani Cullen accompagnavano le proprie ragazze a casa.
L'abitacolo dell'auto di Edward era gremito di dettagli su cosa avrebbero indossato, di come impostare il trucco e acconciatura farsi. Ai posti davanti, Edward e Jasper sospiravano e si stupirono di quanto potessero amare anche questo lato prettamente femminile che, visto in altre ragazze, li avrebbe nauseati.
“Vi passiamo a prendere per le otto, va bene?” chiese Edward, una volta fermata l'auto davanti casa Swan.
“Perfetto. Non perdiamo altro tempo Bella!” esclamò Alice e, dato un veloce bacio a Jasper, scese dall'auto correndo in casa. Doveva essere impeccabile quella sera e, anche a costo di usare le maniere forti, avrebbe reso perfetta anche la sorella.
“Vi prego, sottraetemi a questo supplizio!” esclamò Bella, mentre la sorella saltellava allegramente verso la porta d'ingresso. Edward e Jasper risero di cuore.
“Lo sai com'è Alice, non c'è modo di fermarla” disse Jasper, ammirando la grazia della propria fidanzata.
“Ci vediamo dopo, buona fortuna” disse Edward, dopo averle dato un dolce bacio. Bella sospirò, la sua tortura stava per iniziare.

Quando rientrarono in casa, i due fratelli trovarono il padre in cucina mentre sorseggiava una tazza di caffè, tra poco più di un'ora avrebbe iniziato il turno in ospedale.
“Ciao, papà!” salutarono in coro e dopo le domande di rito su come fosse andata la giornata, Carlisle sospirò e li invitò a sedersi.
“Che succede?” chiese Jasper, vedendo l'espressione tipica di quanto era preoccupato per qualcosa. Il dottore prese un ennesimo sospiro, prima di iniziare a parlare.
“Ragazzi, volevo che vi fosse chiaro il perché non vi ho concesso il permesso per la festa di stasera. Io mi fido di voi, ciecamente, ma quel tipo di feste so come vanno a finire e ogni venerdì sera mi trovo ad affrontare genitori in preda al panico. Quel posto è pericoloso e io non voglio vivere l'incubo di quei genitori, per questo vi ho detto di no. Ma voglio che vi sia chiaro che non è per mancanza di fiducia” aveva pronunciato queste parole con tutto l'amore che un padre ha per i propri figli. Questo fece sentire Edward e Jasper ancora più male di quanto già non si sentissero, stavano per tradire la completa fiducia che il padre aveva riposto in loro, nonostante i pessimi voti Carlisle continuava a fidarsi ciecamente.
“Papà, lo sappiamo e non abbiamo neanche per un attimo dubitato che tu non ti fidassi di noi. È chiaro che tutto quello che fai è per il nostro bene” disse Jasper, sapendo che il fratello non avrebbe proferito parola, preda dei sensi di colpa.
“Questo mi rincuora, ora devo andare. Ci vediamo domani mattina, mi raccomando non mettete a soqquadro la casa!” esclamò Carlisle, dopo quel discorso il suo cuore aveva un peso in meno. I ragazzi sorrisero all'ammonimento scherzoso del genitore e, prima di andare in camera, lo accompagnarono alla porta.

Nonostante stessero quasi per affogare nei sensi di colpa, i fratelli Cullen, uscirono di casa per andare a prendere le proprie ragazze.
“Ed, siamo sicuri di quello che stiamo per fare?” domandò Jasper, stavano aspettando Alice e Bella già da dieci minuti.
“No, ma ormai siamo in ballo, Jazz” rispose Edward, non potevano più tirarsi indietro, erano arrivati troppo oltre per fare retromarcia.
Prima che Jasper potesse replicare, la porta di casa Swan si aprì lasciando uscire le ragazze più belle di tutta Forks e dintorni.
Alice sfoggiava un tubino bianco senza spalline con una cintura dorata in vita, intonata agli orecchini e degli stivaletti pcol tacco, niente di esagerato che potesse procurarle dolori durante la serata. Bella, sotto minaccia della sorella, indossava anche lei un tubino, ma di colore nero con dei leggeri riferimenti verdi, abbinati al ciondolo a forma di cuore che aveva al collo; anche lei indossava degli stivaletti col tacco, ma leggermente più corto di quello di Alice, dato il suo equilibrio alquanto precario. Entrambe avevano lasciato i capelli liberi da qualsiasi accessorio, infatti a Bella cadevano scompostamente sulle spalle e il caschetto di Alice era più ribelle del solito. I due ragazzi rimasero estasiati alla vista spettacolare delle loro ragazze e di quanto un trucco così leggero, condito solo da una linea di eye-liner e un po' di mascara, le potessero far apparire così luminose.
“Ho sudato sette camicie per convincere la tua fidanzata a vestirsi così!” esclamò Alice in direzione di Edward, appena salita in macchina. Il ragazzo rise, sapeva quanto Bella fosse contraria a qualsiasi abbinamento che non comprendesse jeans e scarpe da ginnastica.
“Hai fatto un ottimo lavoro, Alice!” replicò Edward e Bella arrossì violentemente in volto, il ragazzo si sporse per baciarla e questo calmò il suo rossore.
Quando Edward mise in moto l'auto notò che il fratello si era attaccato come una cozza ad Alice, intenzionato a non mollarla. Scosse la testa e partì in direzione di la Push.



-Perdonate il mio immenso ritardo, ma la scuola ha avuto la precedenza. Ora sono libera e posso tornare alle vecchie abitudini!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e ringrazio tutti quelli che mi seguono. Attendo vostre notizie <3
Baci! 

  
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