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Autore: EmmaStarr    03/06/2016    4 recensioni
Se solo avesse potuto parlare, avrebbe gridato a quel minorato mentale di smetterla di trattarlo come se fosse il suo animaletto da compagnia, avrebbe ordinato di essere riportato dalla sua ciurma, avrebbe insultato Trafalgar in ogni lingua conosciuta e lo avrebbe obbligato a procurarsi una nave degna di questo nome. Avrebbe parlato per il semplice gusto di parlare, e di essere ascoltato.
Ma non poteva: ogni cosa che cercava di dire si traduceva in miseri guaiti o sordi ringhi che non potevano essere in alcun modo interpretati.
E tutti continuavano a crederlo morto.

* * *
Eustass Kidd non è certo il tipo che si lascia sconfiggere facilmente. Ma una nuova e terribile minaccia cala sulla sua vita all'improvviso, e in seguito all'incontro con un misterioso pirata viene trasformato in cane. Come reagirà un certo Chirurgo della Morte alla notizia della dipartita del suo amante? E se giusto quella sera Penguin e Sachi avessero accolto a bordo della nave uno scorbutico cane rosso fuoco?
* **
{KiddLaw} {Angst, drammatico}
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altro Personaggio, Eustass Kidd, Trafalgar Law | Coppie: Eustass Kidd/Trafalgar Law
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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-Capitolo 11-



Kidd fremeva dalla tensione, nascosto nel suo angolino. Dobbiamo ottenere l'effetto sorpresa, aveva detto quell'idiota. E deve abbassare il livello di Haki!, come se fosse semplice far abbassare la guardia a un tizio del genere.

 

«Ecco che cosa faremo» disse Law appoggiando entrambe le mani sul tavolo. «Io e Eustass-ya ci sposteremo con Moore in uno spazio abbastanza libero, da cui Eustass-ya sarà in grado di far precipitare una gran quantità di metallo addosso a Moore. Dopodiché, lui rimarrà nascosto mentre io combatterò contro di lui, senza usare la Room» proseguì senza scomporsi.

Kidd ringhiò. «C-capitano, ma come...» tentò Sachi, ma Law lo fulminò con lo sguardo. «A quel punto fingerò di essere sconfitto, e mi farò disarmare. Se tutto va secondo i piani, anche Moore abbasserà la spada.»

Killer aggrottò la fronte. «E perché dovrebbe...»

Ma Kidd aveva capito, e ringhiò sommessamente: la cosa non gli piaceva affatto. «Sarà appena scaduto un mese. Vorrà trasformarmi in uno dei suoi ibridi da collezione» spiegò Law con semplicità.

Penguin e Sachi sbarrarono gli occhi. «Capitano, non puoi permettere che accada!»

«Ovviamente quello sarà il momento in cui interverrà Kidd» buttò lì Heat.

«Assolutamente no: conoscendolo, manterrà alta la concentrazione per tutta la durata del processo. Avrà l'Haki della percezione a livelli altissimi» lo interruppe subito Law. «Dovrò permettergli di toccarmi. In questo modo, quando si accorgerà che non mi sarò trasformato in un animale, andrà in crisi e perderà la concentrazione. Solo a quel punto Eustass-ya potrà sfoderare il suo attacco e metterlo al tappeto» concluse con un piccolo ghigno di vittoria.

Tutti intorno al tavolo lo fissarono con tanto d'occhi. «Non... non ti sarai trasformato? Ma com'è possibile?» balbettò Bepo alla fine.

 

Moore sbatté le palpebre, costernato. Premette i polpastrelli sulla fronte di Law, poi sulle guance, sulle braccia, il volto invaso da puro terrore. «Ma cosa...»

Law si limitò a sorridere, diabolico. «Qualcosa non va?»

Moore, paonazzo, strinse i pugni in un impeto di rabbia «Com'è possibile?» ruggì, facendo per raggiungere la spada. Quella però si innalzò di qualche centimetro e scivolò poco lontano, senza che nessuno la toccasse. Moore allora voltò lentamente la testa, per fronteggiare un Law di nuovo in piedi con le mani intente a governare la sua Room. «Ah, non te l'avevo detto?» fece quello, una volta accortosi di essere osservato. «L'intera stanza è sotto il controllo della mia Room, fin dall'inizio.» Poi, prima che Moore avesse il tempo di capirci qualcosa, esclamò a gran voce: «Ora!»

E il mondo crollò a pezzi.

 

«Ma sei sicuro che funzionerà?» domandò Penguin, apprensivo.

Law annuì. «Ve l'ho detto, il potere di Sugar era identico al suo. All'inizio funziona solo con i polpastrelli della mano destra. Basterà invertirglieli con quelli della mano sinistra senza che se ne accorga, e poi fargli credere di aver vinto.»

Law sorrise e lasciò passare qualche momento perché l'informazione penetrasse nelle menti di tutti. «Quindi... tutta la stanza sarà già sotto il controllo della tua Room?» chiese Wire.

«Esatto» rispose Law.

«E gli... gli scambierai i polpastrelli mentre non è attento? Non credi che se ne accorgerà?» domandò Killer, scettico.

Law abbozzò un sorriso. «Tu te ne sei accorto, Wire-ya?» domandò, sollevando la mano che ancora governava la Room.

Wire si portò le mani davanti al viso, terrificato. «D-d'accordo, mi hai convinto. Adesso però rimettili a posto» gridò, sulla difensiva.

Law sorrise e agitò una mano, riportando tutto alla normalità. «Queste sono mosse relativamente semplici per me. Invertire le dita, le sopracciglia, le orecchie...»

Penguin e Sachi rabbrividirono, come se stessero rivivendo ricordi che avrebbero preferito dimenticare. Kidd, che ancora non aveva dimenticato la storia del bagno, sfoderò un ghigno soddisfatto.

«E qui entra in scena Kidd, giusto?» chiese Heat, seduto a gambe larghe.

Law annuì, gli occhi fissi in quelli di Kidd. «Dovrà essere una cosa veloce. E letale. Non voglio che si risvegli in cinque secondi: ci serve come minimo il tempo di riprenderci, ritrovarci tutti alla spiaggia e salpare. Credi di riuscirci?»

Kidd mostrò i denti, ringhiando: con chi credeva di avere a che fare? Si raddrizzò e gonfiò il petto: certo che poteva farlo.

Law abbozzò un sorriso. «Molto bene.» Fece per aggiungere qualcosa, poi ci ripensò all'ultimo e scosse la testa. «È tutto, ci vediamo domattina prima dell'alba.»

 

Qualcosa era andato fottutamente storto, pensò Kidd con un'ondata di rabbia mista a panico. Aveva fatto tutto quello che doveva, no? Moore aveva abbassato la guardia, se n'era accorto benissimo. Law era riuscito a ingannarlo, la sua spada era lontana, e la valanga metallica che gli aveva scaraventato addosso sarebbe stata sufficiente a far fuori un esercito intero.

Ma allora, perché era ancora un cane?

La polvere che la sua esplosione aveva procurato non si era ancora abbassata del tutto, e dalla sua altezza si faceva fatica a vedere: fu quindi con un mezzo infarto che si accorse di qualcuno che lo stava afferrando dalle spalle.

«Non troppo felice di vedermi, eh, Eustass-ya» borbottò Law alle sue spalle. Kidd ringhiò: conosceva quell'espressione. Lo sguardo di Law grondava disappunto, come accadeva ogni volta che qualcosa non andava secondo i suoi piani. Sembrava un bambino a cui avessero sottratto il gioco preferito, e di solito Kidd si divertiva moltissimo a vederlo in quelle condizioni, ma quello non era decisamente il momento. «Dev'essere intervenuto qualcuno. Non sarebbe riuscito a difendersi da solo. Significa che Killer-ya e gli altri...» iniziò Trafalgar, ma Kidd lo fulminò con lo sguardo: non esisteva che i suoi ragazzi si fossero fatti fregare. Che pensasse a un'altra spiegazione.

«Credevate davvero di potermi ingannare?» sghignazzò una voce da dietro di Loro. Si voltarono entrambi di scatto, ma non videro nulla. «Siete riusciti a privarmi del mio potere, e ve ne rendo atto. Non so che sporco trucco abbiate usato, ma questo non mi fermerà!» Kidd tirò internamente un respiro di sollievo: non si era accorto dello scambio di polpastrelli, grazie al cielo. «D'altronde, io sono il grande capitano Moore! Credevate davvero che non avessi un asso nella manica?»

E d'improvviso lo videro. Stava in piedi sopra uno di quei soppalchi che si trovavano un po' ovunque in quel palazzo, uno di quelli che Kidd non aveva fatto precipitare, ma non era solo: di fianco a lui stava un essere che Kidd non aveva mai visto, un misto tra un leone e un uccello, gli occhi duri come acciaio che li fissava con odio. A giudicare dalle sue ali, doveva essere stato lui a salvare Moore un istante prima che venisse sepolto vivo. «Vi piace? È un regalino di Kaido, un grifone in carne e ossa! Non c'entra nulla con quegli altri laggiù: lui è intelligente, capisce quello che diciamo.» E in quell'istante l'animale spalancò il becco e dalla sua gola uscì una vampata di fuoco.

 

* * *

 

Law riuscì a malapena a teletrasportarsi poco lontano con la sua Room, mentre Kidd si difese usando una barriera di metallo come scudo, che si fuse quasi subito. Ma quanto era potente qulla vampata di fuoco? Kidd non sarebbe mai riuscito a seppellire vivo l'animale come voleva il piano iniziale. Se fosse stato al pieno delle sue forze non era escluso che sarebbe riuscito a rovesciargli addosso una quantità tale di ferro da impedire che lo sciogliesse abbastanza in fretta, ma così...

«Allora, che te ne pare?» gongolò Moore, raccogliendo la sua spada e mettendosi in posizione.

Law lanciò un'occhiata a Kidd, e ne intercettò lo sguardo. Quello lo fissò con un'espressione risoluta, come a dire “lascia fare a me”. Il Grifone gli si stava avvicinando, pronto ad eruttare nuovamente il suo getto fiammante, ma questa volta Kidd era più preparato: Law non doveva preoccuparsi.

Ciascuno si voltò verso il proprio avversario e la battaglia cominciò.

 

* * *

 

Kidd schivava con una prontezza di riflessi che, da umano, non avrebbe mai avuto. Sul serio, se non fosse stato che, beh, era tutta colpa di Moore, avrebbe quasi dovuto ringraziarlo.

Prima che il Grifone -che diavolo era un grifone, poi? Chi l'aveva mai sentito nominare?- riuscisse a caricare un altro getto di fuoco, Kidd aveva già richiamato a sé abbastanza metallo per ricostruire la sua cara, vecchia, gigantesca mano di metallo e gliel'aveva scaraventata addosso. Sfortunatamente il Grifone riuscì a evitarlo, ma Kidd guadagnò abbastanza tempo per lanciare un'occhiata al combattimento tra Law e Moore. Non stava andando bene.

Kidd imprecò mentalmente: nelle condizioni in cui era Law, non sarebbe durato a lungo in un incontro prolungato. Il giorno prima era ridotto in condizioni pietose, e aveva già sprecato abbastanza energie per mantenere attiva la sua Room fino a quel punto. Avevano bisogno di concludere, e in fretta.

Spostò il combattimento un po' più vicino a loro, e iniziò a sentire dei pezzi della loro conversazione.

«… se anche fosse?» stava commentando Trafalgar, un sopracciglio inarcato.

Moore sembrava sul punto di perdere la pazienza. «Ma non è possibile! Era morto!»

Ah. Kidd nascose un ghigno compiaciuto mentre schivava l'ennesimo attacco del Grifone. Non sono così facile da far fuori, stronzo!

Sia Trafalgar che Moore riportavano solo alcune ferite leggere, ma Law non stava più usando la Room, e aveva le labbra strette, come a trattenere una smorfia di dolore. In qualche modo Kidd riuscì a colpire il Grifone abbastanza forte da stordirlo per pochi secondi, giusto in tempo per indirizzare un pezzo di metallo contro la spada di Moore, che deviò dalla sua direzione salvando all'ultimo secondo la pelle a Trafalgar. Come faresti se non ci fossi io, eh? Non fece in tempo a finire di pensarlo che si sentì teletrasportare poco lontano, mentre un cumulo di macerie veniva incenerito nell'esatto punto in cui si trovava pochi istanti prima. D'accordo, uno a uno, concesse a denti stretti mentre ignorava il sorrisetto supponente di Trafalgar.

Sembrava che avessero qualche possibilità di cavarsela quando Kidd si lasciò sfuggire un guaito di dolore: una vampata del Grifone gli aveva ustionato la pelliccia della schiena. Si riprese subito: non era niente di grave, riusciva ancora a combattere. Ma nel sentirlo abbaiare Law si era distratto, e quell'istante di distrazione fu sufficiente a Moore per disarmarlo. Kidd sgranò gli occhi e, completamente incurante del Grifone alle sue spalle, si scaraventò contro Moore per impedirgli di abbassare la spada su un Trafalgar disarmato.

Istintivamente Moore alzò le mani per difendersi, dopodiché fu come se il mondo si fosse capovolto, e Kidd cadde a terra.

 

* * *

 

Ce l'aveva fatta. Insomma, era stato complicato, e buona parte del suo piano si basava sulla fortuna, ma cosa importava? Ce l'aveva fatta.

Moore non aveva capito come funzionava il giochetto dei polpastrelli, quindi non si era curato di proteggere la mano destra mentre combatteva. Inoltre Law non poteva esserne sicuro al cento percento, ma senza l'adeguato addestramento era possibile che toccando un essere umano trasformato in animale con le dita giuste dopo lo scadere del mase, l'effetto venisse invertito. Dunque era bastato farsi disarmare per spingere Kidd a volare in suo aiuto, dopodiché c'erano buone probabilità che in qualche modo la mano destra di Moore sfiorasse la pelliccia di Kidd. E a quel punto, beh, non dubitava che con i suoi poteri di nuovo al massimo Kidd sarebbe riuscito a far crollare l'intera stanza in testa a quel bastardo e al suo animaletto da compagnia.

Tutto andò miracolosamente secondo i piani: Kidd saltò addosso a Moore e quello lo prese in pieno con entrambe le mani. La scena che gli si parò davanti aveva dell'incredibile: il corpo di Kidd sembrava fatto di gomma, allungandosi e restringendosi a velocità folli, e poi... e poi ecco la sua pelle sempre tanto pallida, e quelli erano i suoi capelli rossi, e il collo, gli occhi, le gambe, le... no, un braccio solo. Ricacciò indietro il groppo che gli si era formato in gola, rimandandolo a un altro momento. Non riuscì a formulare altri pensieri perché, prima ancora che Kidd potesse riprendersi del tutto da quella sua istantanea trasformazione, Moore ruggì di rabbia e gli si scaraventò addosso, la spada alzata.

La nodachi di Law era troppo lontana, non ce l'avrebbe fatta a tuffarsi e recuperarla. Tentò di attivare la Room, ma una feroce fitta alla testa lo fece desistere in fretta. Non si fermò troppo a riflettere, non ebbe chissà quale eroica rivelazione. L'unica cosa che riusciva a pensare era non di nuovo. Vi prego, tutto ma non questo, non di nuovo. Non posso passarci di nuovo.

Allungò le braccia e spinse Kidd a terra, stringendo i denti quando la spada di Moore lo colpì.

 

* * *

 

Kidd ci mise poco a capire cos'era successo, e in un secondo l'intera stanza era ridotta a un cumulo di macerie, Moore e il Grifone sepolti chissà dove. Non gli importava. Non si era mai sentito tanto forte, tanto ribollente di rabbia. Rabbia verso Moore, ma soprattutto rabbia verso Trafalgar.

Trafalgar che non si muoveva, steso a terra di fianco a lui.

«Ehi. Ehi, svegliati. Non fare scherzi!» La voce usciva roca, gracchiante. In un qualsiasi altro momento si sarebbe fermato a pensare a quanto tempo era passato da che aveva sentito la propria voce, e a quanto gli fosse mancato poter anche solo parlare, ma in quel momento non riusciva a pensare ad altro che a Trafalgar, immobile, che non rispondeva. E se fosse morto, se fosse morto davvero... «Ehi, stronzo, non prendermi per il culo!» gridò, un velo di panico nella voce.

Kidd stava per fare qualcosa di drastico -non sapeva ancora cosa, ma di certo non se ne sarebbe stato lì con le mani in mano- quando Trafalgar sbatté le palpebre, l'aria vagamente confusa.

«Sempre con queste cattive maniere, eh, Eustass-ya?» mormorò, la voce impastata. Poi sfoderò il suo classico ghigno strafottente.

Kidd si sentì come sollevato da un peso immenso. Per un istante il sollievo fu tale da impedirgli di parlare, ma ben presto lasciò il posto alla rabbia. «Ah, ti sembra divertente? Ma cosa diavolo avevi nella testa, si può sapere? Se magari una volta ogni cent'anni mi mettessi al corrente dei tuoi piani, io...» Sarebbe potuto andare avanti per ore, visto e considerato quante cose aveva da rinfacciargli, ma fu interrotto da un dito che gli premeva sulla bocca.

«Ma che bravo, Eustass-ya, hai ritrovato l'uso della parola» lo blandì Law, la voce roca. «Ora vediamo se questa bella bocca riesci ad usarla anche per qualcos'altro.»

Quello spense immediatamente ogni rimostranza di Kidd.

 

* * *

 

Dio, Dio se gli era mancato. Tutto, tutto quanto: dalle battutine stizzose agli abbracci violenti, dagli sguardi maliziosi ai baci appassionati come quello. La lingua di Law si muoveva sensuale nella bocca di Kidd, che, affamato, sembrava non averne mai abbastanza. Law gemette quando Kidd gli morse il labbro superiore, passandogli una mano dietro la testa e stringendolo ancora di più a sé. Era tutto al suo posto, tutto perfetto. L'odore di Kidd, i suoi capelli folti, molto più lunghi della pelliccia del cane. Si era sentito come privo di una parte di sé senza l'ingombro del corpo di Kidd sopra il suo, caldo e palpitante, e i muscoli che guizzavano sotto la pelle diafana, quasi trasparente.

«A qualcuno sono mancato» ansimò Kidd con un sorrisetto soddisfatto quando interruppero il bacio per mancanza d'aria, le labbra ancora a pochi millimetri di distanza.

Non puoi immaginare quanto. Law abbozzò un sorrisetto e lo fissò dritto negli occhi, quegli occhi fieri e coraggiosi che non avrebbe mai smesso di inseguire, di desiderare. Eppure in quegli stessi occhi aveva scorto un terrore incredibile quando si era svegliato dopo lo stordimento del colpo di Moore, e poi un sollievo tanto genuino da scaldargli il cuore. E davvero, bastava questo.

* * *

 

Law si tirò un po' indietro, stiracchiandosi. «Non lo so, a me sembra che sia tu quello che se l'è quasi fatta sotto, prima.» Kidd non rispose, fulminandolo con lo sguardo. «Andiamo, te lo si leggeva in faccia, potresti anche ammetterlo.»

Gli occhi di Law brillavano di malizia, e sebbene facesse fatica a tenersi seduto, figuriamoci in piedi, non gli era mai sembrato più attivo di così.

E va bene, Kidd si era preoccupato, e quindi? Come se a Trafalgar non gliene fosse mai fregato niente di lui. In tutta quella storia non gli sembrava proprio di essere stato il più sentimentale, o si sbagliava? E in ogni caso, non era colpa sua se a Trafalgar piaceva fare il drammatico.

«Credevi davvero che non avrei usato la Room in un frammento simile? Ho deviato la lama di Moore un istante prima che mi colpisse, così mi ha preso solo di striscio» spiegò Trafalgar come se fosse stato ovvio, scoccandogli uno sguardo di vago rimprovero.

E gli costava tanto farglielo sapere, invece che rimanere lì steso a terra? Gli era preso un colpo!

«Dai, dobbiamo andare dagli altri. Scommetto che Killer-ya e gli altri muoiono dalla voglia di rivederti.» Si alzò traballante in piedi, poi gli dedicò un'occhiata molto interessata. «Ripensandoci, forse è il caso che ti metti qualcosa addosso, prima.»

Kidd avvampò, considerando solo in quel momento che si trovava completamente privo di vestiti.

Law gli dedicò un sorriso che partiva dagli occhi, vero come raramente ne aveva visti, e gli passò la sua lunga giacca nera.

Sulla spalla Kidd poteva vedere la ferita che Moore gli aveva inferto, l'ultima. Era ancora un po' imbambolato a causa dell'improvvisa trasformazione, ma aveva fatto perfettamente in tempo a vedere gli occhi di Law. E poteva dire quello che voleva, ma Kidd non se la sarebbe mai bevuta: quello non era lo sguardo di uno che ha un asso nella manica. Law non sapeva che sarebbe riuscito ad usare la Room fino all'ultimo istante.

Sogghignò pensando a come farglielo pesare per il resto dell'eternità -pronto a sacrificarti per me, davvero?- e lo seguì, verso la vita che era riuscito a riprendersi con le sue mani.






















Angolo autrice:
Scusateeee! Davvero, sono imperdonabile. In questi ultimi tempi ho studiato davvero tanto, e mi spiace che abbiate dovuto aspettare tanto per questo capitolo. Ma abbiate fede, ormai era l'ultimo! *momento di panico*
Okay, in realtà ci sarà anche un epilogo (che prometto solennemente, arriverà entro una settimana. Almeno questo).
Che ve ne pare del capitolo? (è anche ben più lungo del solito, eh. Mi sono proprio sprecata, è che volevo terminare la battaglia per non lasciarvi col fiato sospeso. Che brava sono?)
Spero che sia stato tutto chiaro, se ci sono scene un po' confuse non esitate a chiedere! Mi piace molto progettare battaglie con colpi di scena su colpi di scena, solo che poi tendo a incasinarmi mentre lo butto giù. Ma nella mia testa era un intrico di piani e contro-piani peggio di games of Thrones, giuro!
E finalmente Kidd è tornato umano... ForseEDICOFORSE nell'epilogo avremo qualcosa di più di questo casto e pudico bacio (Law era mezzo morto, però, quindi non è che potessero fare chissà cosa).
Grazie di cuore a tutti quelli che sono arrivati fino a qua!
Ci sentiamo presto!
Emma ^^

 

  
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