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Autore: valechan91    03/06/2016    2 recensioni
Tutti conosciamo l'AU ufficiale della serie, il videogioco Quest. E se la storia fosse andata un po' diversamente dal gioco? Se ci fossero dei sottintesi e dei retroscena?
Genere: Angst, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Hajime Iwaizumi, Shouyou Hinata, Tobio Kageyama, Tooru Oikawa, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4- Oscurità


Quel vivace villaggio mise di buonumore l’intero gruppo.
“Ho fame! Ho fame!” iniziò a dire, o meglio urlare, Hinata.
“ Taci idiota! Ti verrà ancora più fame!” lo zittì Kageyama… la cui frase contrastava con l’acquolina in bocca che chiaramente aveva “ cerchiamo una locanda e mangiamo”
Incontrarono una locanda nella zona centrale del villaggio.
Il Cavaliere, però, era pensieroso. Quel villaggio, così sereno e pieno di vita, gli riportava alla mente i ricordi di anni prima, e la felicità apparente che aveva provato. Così, Iwaizumi si perse nei propri pensieri…


 

Parecchi anni prima, era tutto molto diverso.
Il Re e sua moglie andarono di persona a fare le congratulazioni al Primo Cavaliere del Regno, la cui consorte aveva dato alla luce un bambino, che avevano chiamato Hajime.
La Regina, incinta e prossima al parto, discusse con il marito e di comune accordo decisero di chiamare il proprio figlio Tooru. Ma le cose presto cambiarono e benchè ci fosse fiducia, i due uomini decisero che i loro figli avrebbero dovuto  incontrarsi dopo aver imparato le dovute regole di etichetta: volevano che i loro figli crescessero sereni e che maturasse tra loro la stessa fiducia che c’era tra loro. Ma le cose andarono un po’ diversamente…
I due bambini crebbero conoscendo solo il nome l’uno dell’altro. Fino a poco prima del loro quinto compleanno. Hajime si divertiva già a cacciare coleotteri per i boschi, mentre Tooru faceva disperare la servitù del castello e i genitori per i capricci che era solito fare… e che si concludevano con la fuga dal castello verso il bosco. Il Principino ne approfitta e si esercitava ad aumentare i propri poteri.
Quel gorno, però, Tooru si perse nel folto del bosco, e iniziò a piangere. Si accasciò in lacrime contro un albero, con il volto sulle ginocchia e le gambe strette al petto, tutto tremante. Quando si calmò, cercò di guardarsi intorno e capire dove fosse. Intanto, Hajime, correndo dietro ad un coleottero, arrivò lì vicino.
Vide subito un bambino con dei piccoli corni, un piccolo mantello scarlatto impreziosito, i pantaloni troppo larghi per quel corpicino e gli stivaletti bianchi. Rimase incantato dal volto di quel piccolo, che nonostante la lacrime e le guance rosse sembrava avere più o meno la sua stessa età. Gli occhi lucidi del bambino, di un castano intenso, brillavano come gemme.
“Chi sei?” domandò
“Mi… mi chiamo Tooru…” rispose. Gli avevano insegnato a non rivelarsi apertamente.
Tooru… quel nome risuonò nella mente di Hajime come un campanello. Collegò le due cose e si inchinò. “ Vi chiedo perdono per la scortesia, Principe” gli avevano insegnato come comportarsi in quei casi “ io sono Hajime”
Hajime… nella mente di Tooru fu quel nome a risuonare. “Uhm…” il bambino, però, ingenuamente non capì.
“Non so perché…ma sento che… è allo stesso così sbagliato, ma anche così giusto. Strano” pensò Hajime per un attimo, per poi lasciar scivolare la questione. Si rialzò.
“ Stavo dando la caccia ai coleotteri!” esclamò il bambino
“Fanno paura. Sono brutti!” piagnucolò il Principe
“Sono belli” disse con un sorriso sincero l’altro
“A me non piacciono, mi fanno paura”. Tooru si scostò e voltandosi tese il braccino verso l’albero. Evocò una luce scarlatta dalla mano e l’albero istantaneamente si spezzò in due.
“Wow! Che forte!” esclamò stupito l’altro bambino
Il Principe, per nulla contento, mostrò un cipiglio strano. “ Non è niente di che… se fossi forte saprei fare di meglio…” commentò un po’ mesto
Dopo quella volta, ci furono altri incontri tra i due bambini, che a volte tornavano a casa anche feriti… il bosco divenne il loro luogo speciale in cui giocare.
Finchè poi non vennero fatti incontrare in veste ufficiale. Il loro primo incontro era ancora il loro piccolo segreto, come la radura nel bosco in cui ammiravano le stelle.

Una volta presentati ufficialmente come Principe e futuro Cavaliere, i due bambini iniziarono a giocare sempre insieme. Finchè…


 

Iwaizumi venne ridestato dai suoi sogni ad occhi aperti dai discorsi concitati dei suoi compagni. “ Ma come sono rumorosi…” pensò, a metà tra l’irritato e il divertito, sotto lo sguardo vigile e imperscrutabile del Mago.
“ Hanno detto che in questo villaggio vive un monaco combattente molto forte. Voglio conoscerlo! “ esultò Hinata
“Potremmo parlarci e vedere se sa qualcosa” commentò Kageyama, rivolgendosi agli altri mentre stava litigando con Hinata “Taci idiota!”
“ Potrebbe unirsi a noi. Una forza in più ci aiuterà” commentò il Mago Kenma


 

Il gruppo si diresse verso il monastero Dateko. Vennero fatti entrare da un ragazzo bruno, il Capo. Si chiamava Moniwa e sembrava avere un animo gentile. Il gruppo entrò in un giardino molto semplice ma ben tenuto. 
Però…
“Aoneeeeeee! Chiedono di te!” il ragazzo iniziò ad urlare dietro un suo compagno. Il gruppo rimase sorpreso. Il monaco combattente, Takanobu Aone, era sicuramente poco più alto del metro e novanta, aveva una corporatura robusta ben visibile dal petto lasciato scoperto. Il suo volto, che sembrava avere un atteggiamento duro, contrastava con la scena che si presentava ai loro occhi. Il monaco giocava tranquillamente con dei bambini, tutti felici e sorridenti, che gli giravano intorno chiedendo attenzioni. Aveva una bambina a cavalcioni sulle spalle, lo abbracciava stretto con le piccole manine intorno al collo e la testolina poggiata sulla testa più grande del monaco. Il ragazzo annuì al proprio superiore e si voltò verso il gruppetto, facendo scendere la bambina e facendo segno a tutti i suoi piccoli amici di attenderlo all’interno.


 

Il monaco fece un inchino.
“Wooooooooooooo! Come sei grosso!” commentò Hinata “vuoi venire con noi?”
“HINATA!” sbraitò Kageyama
Si fece avanti il Mago. “ Volevamo conoscerti e vedere la tua forza. Potresti aiutarci nella nostra causa” . Il Mago era il solo che aveva notato un particolare nel vestiario del monaco. Alle mani portava dei guanti neri che arrivavano a coprire l’intero polso, troppo doppi, però, per essere dei guanti normali.
Il monaco negò con la testa.
“Perdonatelo” si intromise Moniwa “ è di poche parole. È ben voluto al villaggio e qui contiamo su di lui. Ha anche detto che tiene ai bambini”
“ Sul serio riuscite a comprenderlo?!” commentò stupito Iwaizumi, che era rimasto in silenzio fino ad allora “ però a me dà sui nervi!”
Il monaco si inchinò di nuovo, come a chiedere scusa.
Kenma sospirò, ed invitò il gruppo a lasciare quel luogo, scusandosi per il disturbo.


 


“Non possiamo forzarlo. Il destino farà il suo corso” commentò il Mago, rivolgendosi al gruppo. Mangiarono in una locanda, ma all’improvviso un ragazzo del monastero gli andò incontro in cerca di aiuto.
I ragazzi lo seguirono, e una volta arrivati la situazione non era delle migliori.
“Kuroo…” commentò il Mago, vedendo il Mago delle arti oscure, che ghignò al suo indirizzo.
“Consegnami i bambini” Kuroo si rivolse ad Aone, schierato insieme agli altri monaci davanti ai bambini, che piangevano stringendosi alle gambe dell’enorme monaco.
Con uno schiocco di dita, Kuroo evocò i demoni al servizio del Sovrano.
“ Non ci credo” commentò Iwaizumi, brandendo la spada
Hinata sguainò la propria e Kageyama si allontanò nelle retrovie del gruppo, incoccando una freccia. Sapeva che la sua specialità era colpire ad ampio raggio, quindi saltò sul muro più alto del monastero, con l’arco tra le mani, sotto lo sguardo sorpreso del piccolo Eroe.
“Combattiamo!” urlò Hinata
“Lasciate il Mago a me” commentò Kenma
Nishi iniziò a vedersela con Kageyama, insieme a Shimi. “Maledizione!” commentò Kageyama, saltando di muro in muro per evitare gli attacchi
Ryuu attaccò Iwaizumi, che riusciva a tenergli testa. “Questi da dove sbucano?” si chiedeva nel frattempo
“Kuroo… voglio sapere cosa hai in mente e ti costringerò a farlo” commentò Kenma. Con il bastone, evocò delle lame di ghiaccio che scagliò contro l’altro Mago.
“ Non mi hai mai battuto, Kenma, e ora sono molto più potente di prima. Cosa speri di ottenere?” Kuroo evocò un drago fiammeggiante che distrusse l’attacco dell’altro. Il Mago nero contrattaccò con delle frecce infuocate, ma Kenma si difese con una barriera di cristallo.
“Ma cosa….!” Kenma si accorse in ritardo che Kuroo stava lanciando un incantesimo sotto voce. Poco dopo, dal nulla, evocati dal Mago oscuro, comparvero tre giganteschi draghi neri che distrussero gran parte del monastero.
Con un ghigno, Kuroo si dissolse in una nuvola rossa, scomparendo e lasciando le creature da lui evocate.


 


Intanto, Iwaizumi riuscì a ribaltare il risultato, e Ryuu avvertì il richiamo di Kuroo. Il demone, così, sparì in una nuvola nera, sotto lo sguardo stupito e adirato dell’avversario.
“Argh! “ Hajime aveva appena notato i draghi “ e questi?! Ma che cavolo succede!”
“ Cavaliere, tocca a te eliminarli! Vieni a darmi una mano!” disse Kenma, che intanto già stava lanciando incantesimi contro uno dei draghi.
Iwaizumi si lanciò all’attacco, tentando di farne fuori almeno uno…


Hinata, nel frattempo, era spaventato. Voleva seguire il Cavaliere ma dall’inizio della battaglia si era sentito inadeguato. Non sapeva cosa fare.
“ Sono l’eroe…devo combattere…ma fanno paura!” si ripeteva
Kageyama era in difficoltà, solo contro due demoni.
Vedendo il compagno, Shoyo trovò un po’ di coraggio e con la spada tra le mani corse verso uno dei draghi. Non si accorse del bagliore che la illuminò, che sparì non appena trafisse lo stomaco del drago, facendolo dissolvere in una nuvola nera.
“Eh? Cosa? L’ho ucciso io?” commentò incredulo, sotto gli occhi stupiti del Cavaliere, che intanto combatteva.
Il piccolo Eroe aveva attaccato ad occhi chiusi dalla paura!
“Come posso fare?” pensava intanto Kageyama “ le mie frecce riescono ad evitarle volando!”



 


Hinata corse dal compagno per aiutarlo. “ Non venire, cretino!” rimbeccò l’arciere
“ Voglio aiutarti!” urlò invece il ragazzo dai capelli arancioni
Kageyama notò che Shimi stava per attaccarlo, così si parò davanti all’altro, scendendo con un balzo.
“Gh!” l’attaccò lo colpì in pieno, ferendolo al braccio piuttosto gravemente
“Kageyama!” urlò Hinata
L’arciere incoccò la freccia, ma invece di mirare ai demoni, mirò con successo allo stomaco di uno dei draghi, nello stesso momento in cui Iwaizumi lo colpiva. Il drago si dissolse nella nuvola nera.
“Cavolo!” sbraitò Iwaizumi. Riusciva ad ottenere il massimo della sua forza se era arrabbiato.
Kageyama si inginocchiò, il braccio gli faceva male.
“Attento!” urlò Hinata. Stavolta, fu lui a proteggerlo… non seppe come, ma la sua spada fece quasi rimbalzare l’attacco “eh?” chiese. Non si era accorto che la spada si era nuovamente illuminata ed aveva saltato.
“Hinata…tu…” commentò sorpreso l’arciere
Il ragazzo arrossì appena. “ Tu mi hai protetto. Toccava a me fare lo stesso”

 

 

Dal nulla, ricomparve Kuroo, che lanciò un incantesimo. Il Cavaliere fu avvolto da una sinistra luce nera che scomparve poco dopo, seguita dal Mago oscuro.


Il monastero era in parte da ricostruire ma il gruppo non poteva rimanere ad aiutare. Aone, però decise di seguirli.
“Dice che se la sua forza può esservi utile, sarà con voi” commentò Moniwa “ vuole sconfiggere chi ha distrutto il monastero e spaventato i bambini”
Aone annuì e per enfatizzare il tutto… tirò un pugno ad un muro, distruggendo.
“AONEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!” fu l’urlo che Moniwa lanciò immediatamente, iniziando a prendersela  e a sbraitare contro il compagno, che si inchinava in segno di scuse.
Così, il gruppo si incamminò con un nuovo membro…



 


Anche Oikawa Tooru, il Re Demone, contemplando il paesaggio dal suo castello, ripensava al primo incontro con il suo Primo Cavaliere, il Cavaliere più fedele. Era rimasto sorpreso dalla purezza di quegli occhi verdi pieni di vita. Occhi a cui aveva finito per donare il cuore…
Il Sovrano si infilò sotto le coperte, stanco e con la testa che sentiva pesante. Avrebbe riportato accanto a sé ad ogni costo la persona che amava. Ma a modo suo.
Profondamente addormentato, non si accorse, che Kuroo, avvolto in una nuvola fiammeggiante, era entrato nelle sue stanze.
“Sembra che debba agire un po’ prima di quanto credessi, mio Re…” disse. Il Mago lanciò sul Re Demone lo stesso incantesimo che poco prima era stato lanciato sul Cavaliere Reale. Un’aura nera, intensissima, avvolse il Sovrano del castello, per poi scomparire insieme a chi l’aveva evocata….

   
 
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