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Autore: Gamora96    05/06/2016    2 recensioni
Talula è una semplice guaritrice, che ha dedicato la sua vita ai malati e agli infermi. Preoccuparsi per gli altri le riesce naturale, ma questo la porta spesso a trascurare se stessa. Quando la sua città verrà distrutta davanti ai suoi occhi, la giovane guaritrice si ritroverà a dover affrontare situazioni del tutto inaspettate
Dal testo: "Riuscì a sentire i forti muscoli sotto le sue squame, il vento che accarezzava le ali sottili ma robuste, il cuore stranamente pacifico della creatura che guardava il cielo con meraviglia, come se lo vedesse per la prima volta. Quella meraviglia crescente, l'amore che l'animale provava per l'aria e la libertà la commosse"
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quasi non aveva creduto ai propri occhi quando la lama di luce era affondata nella carne del proprio avversario.
Il re dei demoni era rimasto sorpreso almeno quanto lei, troppo furioso e concentrato sul giovane demone per preoccuparsi della guaritrice.
Rimase senza fiato per qualche secondo, gli occhi ancora iniettati di sangue che fecero tremare Talula dal terrore.
Glimmend brillava più che mai, bruciando lentamente il corpo di Galar che, in un ultimo impeto di rabbia, afferrò la ragazza per la gola, sollevandola appena da terra e costringendola a boccheggiare in cerca di aria.
La giovane guaritrice strinse l'elsa della propria spada tra le mani, con forza, affondandola con decisione ancor più in profondità nel corpo del nemico.
Galar urlò, lasciandola andare e indietreggiando, la lama ancora ben piantata nello stomaco.
La sua luce iniziò lentamente a propagarsi, facendolo a pezzi, bruciando la sua pelle chiara e disintegrando la lunga tunica che aveva indosso.
Talula si trovò a rabbrividire ascoltando le urla strazianti del demone.
Sebbene avesse desiderato ucciderlo con tutta se stessa, non poteva fare a meno di provare pena per lui e sentirsi in colpa per il modo crudele con cui gli aveva tolto la vita.
Raggiunse Liam che, ancora a terra, non riusciva a distogliere le sguardo dal corpo del suo vecchio padrone, consumato lentamente dalle fiamme che per secoli lo avevano tormentato, confinandolo nel suo regno di terrore da cui mai sarebbe potuto risorgere.
Il re dei demoni scomparve di fronte ai loro occhi, lasciando cadere a terra la lama di luce che si spense all'improvviso, consapevole di avere ormai portato a termine il proprio compito.
La sua morte portò ad un grande silenzio, seguito da urla di rabbia e di terrore da parte dei demoni, che avvertendo la scomparsa del loro re decisero di ritirarsi, lasciando gli esseri umani senza parole.
Vedendo quelle immonde creature battere in ritirata, i soldati lanciarono urla di gioia e di sollievo, felici che quel terribile incubo fosse finito.
Talula si lanciò su Liam, stringendolo forte a sè nonostante le proteste del ragazzo, ancora dolorante per le numerose ferite.
"Ci siamo riusciti Liam!" esclamò sorridendo senza lasciarlo andare "Abbiamo vinto davvero!"
Quasi non ci poteva credere. Era accaduto tutto così in fretta. Sembrava di vivere in un sogno!
Quando poi un nuovo urlo, più forte di qualunque altro, raggiunse lei e il suo compagno, quel bellissimo sogno si trasformò in un incubo.

Quello che ogni singolo uomo, donna e bambino aveva sentito, era un ruggito.
Un tipo di ruggito che non si sentiva molto spesso. Non esprimeva rabbia, nè terrore, nè gioia, come sarebbe dovuto essere.
In quel ruggito che per alcuni secondi aveva finito per scuotere le mura della città, ormai in pezzi, c'era solo dolore.
Un dolore profondo e sincero che riportò sconforto nel cuore degli uomini.
Il nemico era stato sconfitto, era battuto in ritirata, ma a quale prezzo.
Il campo di battaglia era disseminato di cadaveri, demoni ed umani.
Gli occhi vuoti, ormai privi di vita, il sangue scuro a bagnare il terreno polveroso.
Quanti uomini avevano perso quel giorno per colpa di quella stupida guerra?
Quante vedove avrebbero visto piangere sulle tombe dei propri mariti?
Quanti soldati avrebbero dovuto seppellire e onorare, sapendo di non poterli mai più rivedere?
Una morte in particolare, li aveva colpiti tutti, profondamente, portandoli al silenzio, costringendoli a trattenere le lacrime.
Quella che una volta era stata la loro eroina, il faro nella luce in quel mondo all'apparenza così crudele e privo di speranza, si era spenta quel giorno stesso, poco prima della vittoria.
Delfine aveva immediatamente capito che qualcosa non andava.
Si era sentita trafitta, squassata.
Aveva provato paura e rabbia e dolore al pensiero che a Mia fosse accaduto qualcosa, e quando si era resa conto della veridicità della sua morte si era ritrovata senza forze. Divisa dall'interno.
Aveva urlato il suo dolore, volgendo lo sguardo al cielo, continuando finché non si era ritrovata senza fiato.
I soldati si tenevano a distanza, osservando l'enorme animale contorcersi, sfiorare il corpo della propria padrona, sperando che si rialzasse, per poi urlare di nuovo, con forza, gli occhi lucidi resi ciechi dalla disperazione.
I draghi erano creature meravigliose.
Maestose e possenti. Fiere e forti, sempre pronte a reagire e a fare a pezzi il proprio nemico.
Vedere un drago soffrire in quel modo, ascoltare le sue urla disperate per la perdita della propria padrona, scosse profondamente anche gli uomini più duri, facendogli provare lo stesso sconforto.
Talula e Liam non ebbero il coraggio di avvicinarsi.
Guardarono Mia, distesa a terra, una profonda ferita sulla pelle pallida e fredda come il ghiaccio.
La sua espressione era serena, ma questo non bastò a rincuorare nessuno dei presenti.
La dragonessa si lasciò cadere a terra, le ali possenti abbandonate sul terreno.
Flebili lamenti continuarono a scuotere il suo corpo, mentre chiudeva i grandi occhi chiari per non mostrare oltre la sua debolezza.
L'unica persona che era rimasta al suo fianco, vicino al corpo esanime di Mia, era Alec.
L'uomo era in piedi, lo sguardo rivolto verso il cavaliere.
Non c'era emozione sul suo volto, ma solo perchè le lacrime erano terminate da un pezzo.
Quando Delfine lo aveva raggiunto, per capire cosa fosse accaduto alla sua padrona, aveva lasciato che la dragonessa esternasse il suo dolore, lasciando andare a malincuore il corpo di Mia ma allo stesso tempo restandole accanto.
Capiva molto bene cosa la creatura stesse provando, ma la consapevolezza di essere stato proprio lui a toglierle la vita lo distruggeva.
Non riusciva ancora a credere di averlo fatto. Non riusciva a credere di essere rimasto di nuovo solo, di aver tolto la vita alla donna che amava.
Sollevò appena lo sguardo, osservando Aaron che, al fianco di Sarah, si era fatto avanti lentamente, sconvolto dall'immagine che si era ritrovato davanti agli occhi.
La regina aveva esultato, come ogni altro soldato presente all'interno delle mura, quando i demoni si erano ritirati, lasciandoli in pace, ma la sua felicità si era spenta immediatamente quando il ruggito di Delfine li aveva raggiunti.
Vedere Mia distesa a terra, priva di vita, accanto alla dragonessa scossa dal dolore, le fece venire i brividi.
Si avvicinò a Delfine, che non aprì neppure gli occhi per capire chi fosse, e sfiorò appena le sue squame, convinta che parlarle avrebbe potuto farla stare meglio, che se si fosse data da fare avrebbe potuto confortarla, ma quando venne in contatto col corpo del grande animale, calde lacrime le rigarono il volto.
Avvertì il suo dolore, la sua profonda tristezza, il rammarico, la rassegnazione, e se ne sentì travolta.
Si lasciò cadere in ginocchio accanto al corpo della dragonessa, e le cinse il collo con le braccia sottili, piangendo in silenzio contro il suo viso.
"Che significa?" lo sguardo di Aaron era sconvolto.
Si era avvicinato pensando che fosse tutto un equivoco, che Mia fosse solo ferita e che si sarebbe rialzata in fretta, mostrando ai presenti il suo sorriso luminoso, riportando la pace in quei cuori scossi dal dolore.
Rimase senza fiato rendendosi conto che il corpo della donna non si muoveva. Non udì respiro, avvicinandosi al cavaliere.
Il suo corpo era così pallido, l'espressione spenta, seppur serena.
La ferita allo stomaco aveva ormai smesso di sanguinare da diversi minuti, e la lama con la quale era stata inflitta era a terra, accanto al suo corpo.
Il soldato si ritrovò in ginocchio, gli occhi lucidi che minacciavano di tradirlo.
Sfiorò appena il viso dell'amica, con delicatezza, senza smettere di osservarla, senza smettere di sperare che un miracolo potesse accadere.
Aveva visto morire molti cari amici in battaglie come quella, ma mai in vita sua avrebbe pensato di assistere ad una simile scena.
Mai avrebbe immaginato di poter vedere Mia, priva di vita, su un campo di battaglia.
Ripensò alla prima volta che l'aveva vista, al suo sorriso sfrontato e sicuro di sè quando avevano iniziato i loro allenamenti.
La donna cavaliere era stata la sua allieva migliore, e non solo questo.
Era stata la sua migliore amica, e lui l'aveva amata, le aveva voluto bene come ad una sorella.
Mia era da sempre una parte del suo cuore ...
Cercò Talula con lo sguardo, rendendosi conto di aver lasciato andare alcune lacrime che lo fecero tremare.
La giovane guaritrice era corsa da lui immediatamente, sfiorando il corpo della donna, osservandola attentamente.
"Ti prego ..." disse l'uomo terribilmente sconvolto "Ti prego fa qualcosa! Lei è ... lei non può andarsene così"
Le mani della ragazza tremavano mentre tastava con attenzione il collo e il polso della donna, in cerca del battito del suo cuore, di qualcosa che le permettesse di intervenire, di poterla salvare. Scosse la testa lentamente, senza alzare lo sguardo, quando si rese conto di essere arrivata troppo tardi.
"È successo tutto così in fretta ..." questa volta era stato Alec a parlare. Lo sguardo era come perso nel vuoto. Come se non si rendesse conto di quanto stesse accadendo.
"A malapena riesco a ricordarlo"
Gli sguardi di tutti i presenti si volsero verso il criminale, che non si lasciò spaventare dall'odio presente negli occhi di Aaron.
"Sei stato tu ..." non era una domanda, ma un'affermazione, e lo sguardo dell'uomo confermò l'accaduto, senza pensare alle conseguenze di quell'azione.
Accadde tutto in pochi secondi.
Sarah chiamò Aaron a gran voce, sconvolta, mentre il soldato si sollevava da terra per avventarsi contro l'uomo che aveva ucciso la sua migliore amica.
Questo non provò neppure a difendersi, lasciando che il soldato lo gettasse a terra e lo colpisse al viso, ancora e ancora, urlando tutto il suo dolore, tutto il suo odio per quell'individuo che nelle loro vite non aveva portato altro che sofferenza.
"Lei ti amava! Ti ha sempre amato nonostante tutto il dolore che tu le hai procurato!"
Si fermò per qualche secondo, sollevando appena il corpo di Alec e guardandolo negli occhi, in quegli occhi chiari così pieni di amarezza.
"Come hai potuto fare una cosa del genere?"
Liam si trascinò verso i due compagni, deciso a mettere fine alla loro discussione.
Lo sguardo di Aaron era furioso, colmo di odio.
Nessuno dei presenti dubitava che, se ne avesse avuto l'occasione, avrebbe ucciso Alec con le sue stesse mani, senza esitazione.
Un paio di soldati si lanciarono sul loro comandante, prima che questo potesse colpire ancora l'uomo rimasto a terra. Lo afferrarono per le spalle, separandolo dal suo avversario, e tenendolo stretto quando l'uomo iniziò ad agitarsi, urlando furioso verso il criminale, che si mise a sedere sul terreno polveroso, guardando a terra per evitare il suo sguardo.
"Saresti dovuto morire tu al posto suo!" urlò Aaron cercando di liberarsi "Avresti dovuto crepare sul campo di battaglia insieme a tutti gli altri!!"
Alec sorrise, e quella sua reazione lo colpì profondamente.
"Hai ragione ..." disse guardando le proprie mani ancora sporche di sangue "Sarei dovuto morire io. Qualsiasi destino quelle creature mi avrebbero riservato, lo avrei accolto con sollievo pur di non veder morire Mia tra le mie braccia ... sotto il filo della mia lama"
I soldati lasciarono andare Aaron, che rimase immobile ad osservare il criminale coprirsi il viso con le mani insanguinate.
Liam, a pochi passi dall'uomo, abbassò lo sguardo tristemente.
Capiva bene cosa Alec stesse provando. A lui era successo spesso. Aveva spesso fatto del male a persone innocenti senza neppure volerlo, e quando era tornato in sè, quando si era reso conto di ciò che aveva fatto, non era stato quasi in grado di respirare.
Era un dolore che non avrebbe mai voluto augurare a nessuno, e che tuttavia ora qualcuno stava provando.
"La amavo anch'io"
Prima di morire, Galar aveva portato loro via qualcosa di molto importante.
Una vita, che avrebbe lasciato un vuoto incolmabile nei loro cuori.

Non era sembrata neppure una vittoria. Tutte quelle perdite avevano lasciato il segno sugli abitanti rimasti in vita, che si erano prodigati nella sepoltura di tutti quei soldati che, durante la guerra, avevano sacrificato se stessi per un bene più alto.
Incredibile quanto un popolo così avido, crudele ed egoista come il genere umano, sia a volte in grado di dimostrare un simile coraggio, un simile amore, una simile compassione.
Gli uomini che erano morti quel giorno per salvare la città, non sarebbero mai stati dimenticati.
I loro nomi sarebbero stati tramandati nel tempo, le loro gesta ricordate, regalandogli così quell'immortalità che ogni individuo sogna di avere.
Ogni singolo uomo, donna e bambino, assistette commosso al funerale di Mia, osservando la sottile lapide intagliata, dove erano state incise le parole: Qui riposa Mia, donna incredibile e coraggioso cavaliere. Anche nei momenti più bui, non ha mai perso la sua luce.
La donna probabilmente si sarebbe commossa vedendo tutte quelle persone riunite solo per lei, per piangere la sua morte e ricordare la sua vita, o forse avrebbe riso, cercando di sdrammatizzare e di riportare il sorriso su quei volti sconvolti, dicendo che la morte non era la fine, ma un nuovo inizio.
La regina si era fatta avanti, lasciando un fiore sul terreno, vicino alla piccola lapide. Una rosa rossa, ancora piena di spine. Bellissima e selvaggia, come la donna a cui veniva donata.
"Tutti voi conoscevate Mia" disse rivolta alla grande folla riunita nell'immenso giardino "La prima donna nella storia che sia mai riuscita ad essere nominata cavaliere" guardò Delfine, ad una certa distanza tra la folla "La prima donna ad aver solcato i cieli, ad aver cavalcato una creatura così possente e maestosa, dimostrando che la differenza non è mai un ostacolo, in nessun caso" lo sguardo della regina si perse nel vuoto per qualche secondo, come se stesse ricordando qualcosa di molto importante "Ma lei non era solo questo. Era molto di più. Era una donna forte, coraggiosa, solare, sempre pronta a fare la cosa giusta. Avrebbe dato la sua vita per la nostra, me lo ripeteva spesso ... e infine è accaduto davvero" la sua voce tremò, rivelando la profonda tristezza provata in quel momento, per la perdita quell'eroina che più di una volta aveva sacrificato se stessa, rischiando la sua vita, sopportando il peso della sofferenza per aiutare gli innocenti, senza mai aspettarsi nulla in cambio.
"Quella di oggi, è stata una sconfitta, perchè il nemico ha preso la migliore di noi, e ce l'ha portata via"
Nessuno replicò. Come potevano? Ci sarebbero voluti anni per superare quel momento, per non sentire più il peso di quella grave perdita.
Alec se ne stava ad una certa distanza, senza distogliere lo sguardo da quella splendida rosa che così tanto gli ricordava la donna che amava. A parte Aaron, nessuno lo aveva incolpato per l'accaduto.
Liam aveva parlato loro di ciò che Galar, il re dei demoni, era in grado di fare, e l'uccisione di Mia non era stata intenzionale.
La gentilezza della regina e del resto dei suoi compagni, tuttavia, non bastavano ad alleggerire il cuore dell'uomo, ancora ricolmo di sensi di colpa.
Talula e Liam erano stretti l'uno all'altra. La giovane guaritrice aveva guarito le ferite del ragazzo, o perlomeno quelle che aveva potuto guarire.
Ora se ne stava col viso contro la sua spalla, piangendo in silenzio la morte di una donna che avrebbe voluto poter conoscere meglio. Anche lei, in un certo modo, si incolpava per la sua morte.
Con le sue capacità avrebbe potuto aiutarla, avrebbe potuto guarirla, e il fatto di non essere arrivata in tempo la distruggeva.
"Non ci dimenticheremo mai del suo coraggio, della sua bontà, della sua saggezza ... resterà sempre nei nostri cuori"
Aaron si fece avanti, cingendole le spalle con la mano, lanciando un ultimo sguardo verso la lapide e trovandosi a sorridere, cogliendo tutti i presenti di sorpresa.
"Sapete conosco Mia da molto tempo, e sebbene la sua morte mi provochi un forte dolore, i ricordi che ho di lei sono così luminosi che non posso fare a meno di sorridere" Delfine alzò il possente muso, sbuffando dalle narici, facendo prendere un colpo ai poveri umani che le stavano accanto, tremanti, sperando che l'animale ormai privo della sua padrona non decidesse di fare uno spuntino improvvisato.
"La incontrai parecchi anni fa" continuò Aaron spostando lo sguardo su tutti i presenti, soffermandosi persino sul volto di Alec, che con sua sorpresa lo ascoltò con attenzione.
"Eravamo molto più giovani all'epoca, ma non poi così diversi da come siamo ora. Ero venuto a conoscenza di un fatto a dir poco sconvolgente. Si diceva che una ragazza avesse battuto in un duello uno dei migliori soldati che l'esercito imperiale avesse mai avuto nelle sue schiere, e che ora si allenava duramente nella speranza, un giorno, di essere nominata cavaliere" il suo sguardo si illuminò ripensando al passato "Potete immaginare la mia sorpresa, e quella dei miei compagni. Nessuna donna era mai entrata nell'esercito, e non immaginavo neppure che qualcuna potesse desiderarlo! Molti ragazzi dicevano che la sua era stata solo fortuna, e che se ne sarebbe andata quanto prima. La odiavano profondamente e trovavano che la sua presenza nell'Accademia imperiale fosse un insulto a tutto ciò che l'esercito rappresentava. Dal canto mio, ero solo molto curioso di vedere che faccia avesse questa fantomatica giovane guerriera"
Sarah, al suo fianco, si ritrovò a sorridere a sua volta. Aveva già sentito questa storia, ma in quella particolare occasione le sembrò di ascoltarla per la prima volta, e non le dispiacque affatto.
"Quando mi fu permesso di conoscerla, pensai che si trattasse di uno scherzo. Era così minuta, quasi priva di muscolatura. Una ragazzina come quella non sarebbe mai potuta diventare una guerriera. Dubitavo persino che fosse in grado di sollevare una spada"
Qualcuno rise, ricordando il cavaliere da giovane. Era già abbastanza difficile immaginare che una donna potesse ricoprire quel ruolo tendenzialmente così maschile, figuriamoci se poi la donna in questione aveva il fisico di Mia, così snello e delicato.
"Dovetti ricredermi in fretta però, quando mi ritrovai a guardarla negli occhi. Il suo era uno sguardo che non avevo mai visto prima. Così deciso, determinato ... forte. Era una donna dolce e gentile, eppure allo stesso tempo in grado di affrontare anche il più forte degli avversari. Nonostante le apparenze, era una guerriera incredibile. Dimostrava una tecnica e un'energia che non avevo mai visto in nessuno dei cadetti che mi erano stati affidati. Era fiera, orgogliosa, instancabile. Già a quell'età aveva l'animo e il cuore di un vero cavaliere, e ne aveva anche le capacità. Durante gli scontri a mani nude ero tentato di scappare a gambe levate quando mi rivolgeva quel suo sguardo selvaggio e si lanciava su di me per farmi a pezzi" altre risate, questa volta più forti.
Le lacrime sembravano svanite dal volto di tutti i presenti, che ora non ricordavano più Mia con dolore, ma con nostalgia. Ricordavano la donna che era stata, e quei ricordi portavano solo luce nel loro cuore.
"Tutti noi le dobbiamo davvero molto. Io stesso non sarei l'uomo che sono oggi se non l'avessi incontrata" Talula si strinse ancor più nelle braccia di Liam, respirando a fondo "Ricordatela sorridendo, perchè è questo ciò che lei vorrebbe"
La donna cavaliere era stata seppellita ai piedi di una splendida quercia, alta ed imponente.
Vennero lasciate molte rose accanto alla sua lapide, e diverse parole furono spese in sua memoria. Alec, avvicinatosi alla tomba, aveva lasciato un bacio sulla lapide chiara, sfiorandola appena con le dita, poi era andato via, senza salutare nessuno dei suoi nuovi compagni.
"Hai portato la luce nella mia vita. Spero di poter fare lo stesso per te, nella prossima"

Angolo dell'autore!!
Ooook ce l'ho fatta. Sono arrivata al penultimo capitolo! Il prossimo, sarà il capitolo conclusivo. Mi scuso tanto per il ritardo ma ultimamente ho avuto davvero poco tempo a disposizione per scrivere. Spero che questo non abbia influito negativamente sulla stesura di questo nuovo capitolo XD
Alla prossima con la conclusione di questa tragica storia! Buona serata e grazie infinite per la lettura ;)
   
 
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