Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.2
Nessun dorma
Relax,
take it easy
For there is nothing that we can do.
Relax, take it easy
Blame it on me or blame it on you.
rilassati, prendila come viene
perché non c'è niente che possiamo fare
rilassati, prendila come viene
dà la colpa a me o dalla a te stesso
Goku
osservò May nel lettino, la bambina dormiva su un
fianco e dimenava i piedini sotto la copertina. Alcune ciocche larghe
due dita
si alzavano sulla sua capigliatura liscia a caschetto, tenute ferme dal
cappellino con le orecchie di gatto che indossava. Il Son si
massaggiò il collo
e sospirò.
<
Sta già crescendo > pensò. Alzò
lo sguardo,
Chichi dormiva, un sorriso sulle labbra, un paio di ciocche
più chiare tra i
capelli corvini e con una mano stringeva il cuscino.
Goku
si diresse verso la porta della camera da letto,
sentiva una melodia cantata da una voce femminile risuonargli nelle
orecchie.
<
L’ultima volta che l’ho sentita, ero su Nameck.
La sentivo solo io già allora, mentre ai miei piedi
c’era il cadavere del
principe dei saiyan > rifletté. Avvertì
una fitta al petto. Uscì nel
corridoio e raggiunse una finestra, guardando fuori. La luce della luna
illuminava le foglie degl’alberi mosse dal vento, la casa di
Gohan e quella di
Goten in costruzione alle sue spalle. Goku alzò il capo,
intravide la luna e
riabbassò la testa di scatto, scuotendo la coda. Alcune
ciocche dei suoi
capelli, larghe quattro dita, si divisero in capelli sottili che gli
ricaddero
davanti al viso. Si diresse verso le scale, le scese ed
entrò in cucina.
Raggiunse il frigorifero e lo aprì, prendendone una
bottiglietta di acqua
ghiacciata.
“Vegeta
ha rischiato di morire a causa di quel nuovo
potere… il potere reale. E se questa voce nella mia testa
fosse un altro strano
potere saiyan e rischiassi anche io la vita?” si
domandò a bassa voce. Chiuse
il frigo, sospirò e aprì la bottiglietta.
Scrollò le spalle.
“Dovrei
rilassarmi e smettermi di preoccuparmi” si
disse.
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Vegeta
mugolò, fece scivolare il braccio tra il viso
della moglie dall’altra parte del letto e il cuscino di lei e
si voltò. Il suo
respiro era regolare, aveva una goccia di saliva ai lati della bocca.
Si mise
su un fianco nella propria parte di talamo e mugolò,
continuando a dormire.
Sgranò
gli occhi di scatto avvertendo un’aura e si
alzò seduto, facendo scivolare di lato il lenzuolo di lino.
Dalla finestra
aperta entravano folate di vento caldo che facevano ondeggiare le
tende. Vegeta
si alzò in piedi, avvertendo una figura nell’ombra
davanti a sé.
<
Troppo alto per essere Vetrunks, aura troppo
potente per essere Trunks, ma è sicuramente maschile
> pensò, stringendo i
pugni. Scatto e afferrò l’intruso alla gola.
“Ve-Vegeta…
lasciami… mi strozzi” si lamentò Goku.
Il
principe dei saiyan lo riconobbe e lo lasciò andare, il Son
tossì e si
massaggiò il collo arrossato. Vegeta lo afferrò
per il braccio e lo trascinò
fuori dalla stanza.
“Che
diamine ti salta in mente di venire di notte in
casa mia? Vuoi svegliare tutti senza motivo?” lo
rimproverò. Goku si grattò la
testa.
“Urca,
smetterai mai di cercare di uccidermi?”
piagnucolò. Vegeta roteò gli occhi.
“Tu
in estate sarai anche in vacanza dal lavoro, io
no. Buonanotte” lo congedò. Goku lo
afferrò per una spalla.
“Ho
bisogno di un consiglio…”. Iniziò Goku.
Dimenò la
coda e abbassò il capo. “… di quelli
che può darmi solo un saiyan puro”.
Aggiunse.
Vegeta
si voltò verso di lui, guardandolo in viso.